XLVII. Attacco
Il Cannibale solcava l'aria con una potenza primordiale, il suo corpo scuro era una macchia nell'oscurità, tanto che solo l'ombra proiettata dal bagliore delle stelle rivelava il suo passaggio. Le sue ali fendevano l'aria creando il vento dietro di sé. Myra, con le mani che affondavano nelle spesse scaglie del drago, lottava contro la paura che le stringeva lo stomaco. La piccola Jaehaera era silenziosa, come se il terrore l'avesse paralizzata ma il suo viso mostrava la sua forza. Era coraggiosa e nonostante avesse visto ciò che era successo a suo fratello, non versò alcuna lacrima. Il vento sferzava i volti di entrambe, ma Myra non osava allentare la presa nemmeno per un istante.
Le luci lontane del campo erano ormai solo un ricordo, e in quell'oscurità, tutto sembrava irreale. Tuttavia, il pericolo era vicino, palpabile.
Voltando il capo, Myra intravide delle scaglie argentate muoversi con eleganza alla sua sinistra. Un contrasto netto con il caos e la potenza del Cannibale. Il drago nemico danzava nell'aria con una grazia che pareva sfidare il peso della sua mole. Il muso allungato, le ali leggere, eppure temibili, facevano di lei un avversario pericoloso.
Myra ripensò ai testi che Larys le aveva mostrato. Le immagini dei draghi illustrati nelle pagine dei libri l'avevano affascinata, ma ora, era spaventata. Non come quando si era trovata contro il Cannibale, ma il pensiero che una bestia di quelle dimensioni volesse carbonizzarla le faceva venire i brividi. Ripensò alle scaglie argentee e al muso allungato e elegante, quella era una draghessa. Aveva letto di Ali d'argento ma adesso non era solo un'ombra nei racconti, era una creatura vivente, una minaccia. E il suo cavaliere doveva essere un bastardo, uno come lei.
- Morghul? - Jaehaera mormorò confusa, cercando di voltarsi verso il drago alle loro spalle, ma Myra la trattenne. Non poteva permetterle di farsi distrarre, non in quel momento.
Il Cannibale continuava a volare, incurante, il suo respiro ritmico e regolare, quasi disinteressato al pericolo che lo seguiva. Myra, però, non poteva ignorare la tensione che cresceva tra le due bestie. Nonostante la velocità e l'agilità di Ali d'argento, il drago femmina sembrava riluttante ad avvicinarsi troppo. Era come se un istinto primordiale la trattenesse, un rispetto quasi reverenziale per la ferocia del Cannibale. Lo seguiva, ma sempre a una distanza che le permetteva di sentirsi al sicuro.
D'improvviso, una voce si alzò.
- Fermati! - Un ordine, duro e deciso, proveniva dal cavaliere dell'argentea drago, ma Myra non riusciva a distinguere chiaramente il volto dell'uomo. Era buio ed era già difficile individuare la bestia che li seguiva, vedere per bene l'uomo che le dava la caccia era fuori discussione. Non poteva permettere che si avvicinassero ancora. Incitò il Cannibale, sussurrandogli parole nella lingua comune che sperava riuscisse a comprendere.
Dietro di lei, si levò un comando ben più temibile del precedente. Stavolta quello non era un ordine dedicato a lei, ma al drago argenteo.
- Dracarys! - quelle parole crearono un vuoto, un panico dentro di lei.
Myra si abbassò di scatto, coprendo Jaehaera con il suo corpo. Una fiammata esplose nell'oscurità, illuminando per un istante il cielo con una luce rovente. Sentì il calore devastante vicino alla pelle, un calore che minacciava di divorare tutto, ma per fortuna era ancora fuori dalla sua portata.
Ripensò un secondo a Aegon, a quello che aveva subito quel giorno quando il drago più grande ancora in vita gli aveva sparato addosso un getto di fiamme ancora più grande. Le vennero i brividi e si voltò con l'odio negli occhi.
Il Cannibale, però, non sembrava disposto a tollerare quell'attacco. Senza aspettare alcun comando da Myra, virò in modo brusco, facendole perdere l'equilibrio per un istante. La serva si aggrappò con tutte le sue forze alle scaglie davanti a sé, chinandosi e schiacciando un po' Jaehaera per impedirle di cadere a causa di quella manovra. In un battito d'ali, la bestia si trovò faccia a faccia con il cavaliere su Ali d'argento.
L'uomo che le si parò davanti era una figura disordinata e fuori dal comune. Come aveva previsto, quello non era un vero Targaryen. I suoi capelli di un bianco sporco, ondeggiavano nel vento, mentre il suo volto era segnato da profonde rughe. Occhi vitrei e inquietanti fissavano Myra con una follia latente. La sua bocca, da cui spuntavano denti giallastri, si contrasse in un sorriso distorto.
- Ti ammazzo. - sussurrò l'uomo, ma prima che potesse continuare, il Cannibale si mosse.
Con una ferocia inaudita, il drago scagliò la sua gigantesca testa verso la coda di Ali d'argento. Il morso fu rapido e spietato, costringendo il drago argentato a un grido stridulo. I denti del Cannibale affondarono nella carne della draghessa, impedendole di fuggire. Le ali di Ali d'argento si agitarono in preda al panico, e il cavaliere, nonostante la sua follia, comprese che il suo drago non avrebbe retto a lungo.
Ali d'argento continuava a dibattersi tentando di allontanarsi ma il Cannibale non aveva alcuna intenzione di mollare la presa. Il suo volo, che prima era stato così elegante e sicuro, ora si era trasformato in una fuga disordinata e disperata. Un enorme pezzo di carne si staccò dalla coda della draghessa che gemette dal dolore e saettò impaurita verso il basso. Il Cannibale lanciò quel pezzo che aveva staccato in aria e lo inghiottì, mentre il sangue bollente della draghessa tingeva la terra sottostante.
Era uno spettacolo a dir poco disgustoso. Myra sentì un conato di vomito risalirle lungo la gola ma tenne duro.
- Basta. Torniamo. - urlò Myra stringendo le scaglie del suo drago e accarezzandogli il collo.
Con fatica, riprese il controllo. Il Cannibale riluttante obbedì, ma non senza lanciare un'ultima occhiata minacciosa al suo avversario in fuga.
Quando Ali d'argento scomparve nell'oscurità, Myra sentì il peso del mondo sollevarsi leggermente dalle sue spalle. Lontano da quel conflitto, poteva finalmente concentrarsi su ciò che era davvero importante: tornare da Aegon, illesi. Quella missione non aveva avuto l'esito sperato, Maelor era ormai morto e lei aveva avuto uno scontro con uno dei suoi avversari rivelando la sua esistenza a tutta Westeros in quel modo.
Fece un profondo respiro e indirizzò il Cannibale verso la loro destinazione, accarezzò i capelli di Jaehaera e la invitò a dormire.
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