XLIX. Ammazzata

⚠️SPOILER LIBRI E TERZA STAGIONE HOUSE OF THE DRAGON⚠️

- Papà non viene? - mormorò Jaehaera guardando la porta difronte a sé, con i suoi occhioni viola sempre così espressivi. Giocherellava con la forchetta nel piatto che aveva davanti, con aria disinteressata.

Myra si pulì le labbra con un tovagliolo. Sentì una fitta al cuore a quelle parole e fissò la bambina con tenerezza. Aveva visto quella piccola nascere, l'aveva svezzata e le aveva insegnato a camminare. Adesso aveva iniziato a parlare, ma il suo atteggiamento era sempre diverso da quello degli altri bambini. Jaehaera sceglieva accuratamente le parole prima di pronunciarle, anche se il suo vocabolario era limitato. Non piangeva mai e i suoi sorrisi erano rari già prima che vedesse suo fratello assassinato così orribilmente.

- Non credo che lo farà. Sta molto male. - rispose a bassa voce Myra lanciando uno sguardo verso Ser Larys, in cerca di un aiuto su come uscire da quella conversazione così scomoda.

- Per Maelor o mamma? - domandò ancora la bambina abbandonando definitivamente la forchetta nel piatto.

- Adesso non parliamone, va bene? Vuoi dormire un po' oppure giocare con me? - propose Myra alzandosi e prendendola in braccio. Jaehaera sbadigliò e quella fu una risposta sufficiente.

- Mi piace la tua voce. Perché non parlavi mai? -

La serva sorrise e disse che non le era concesso parlare.

Il tragitto verso la stanza che avevano riservato alla piccola fu breve, avevano deciso per questioni di sicurezza di dormire in camere comunicanti e c'era sempre una guardia vicino alla porta. Myra si era accorta che ogni tanto, nella notte, Aegon si alzava di soprassalto e ansimante, raggiungeva il letto di sua figlia. Le rimboccava le coperte e le accarezzava la fronte prima di tornare a dormire. Aveva iniziato a usare un bastone, proprio come Larys, per sorreggersi e camminare un po' più velocemente.

Il respiro leggero della bambina le riscaldava il collo, sentiva di volerla proteggere con tutta sé stessa. La piccola tuttavia assomigliava molto di più a sua madre, la regina Heleana, che a suo padre. Tuttavia nonostante gli occhi enigmatici identici alla mamma, aveva le stesse fossette di suo padre.

Quando Myra la depose sul suo letto e le rimboccò le lenzuola, la piccola Jaehaera si stropicciò le palpebre e parlò con sicurezza.

- Tu lo ami? - domandò senza filtri.

Myra rimase pietrificata a quelle parole. Il loro era stato un amore complicato, pieno di sotterfugi e tragedie. Eppure ogni volta che ci pensava ripeteva dentro di sé alcune parole: se lui morirà, io sarò con lui. E se per proteggerlo dovessi morire, lo farò volentieri. Non è questo l'amore?

- Sì, io amo Aegon. - confessò Myra, un po' preoccupata per quella domanda. - Perché me lo chiedi? - e così dicendo si inginocchiò vicino al letto accarezzandole una ciocca di capelli argentei.

- Perché ora puoi essere mia mamma. - rispose senza esitare, stringendo la copertina al petto.

D'un tratto si sentì trascinata nel passato. Non trovava le parole per rispondere e anche se le avesse trovate, sentiva come se la sua lingua si riufiutasse di articolare qualsiasi frase.

- Ma, Jaehaera... Tu hai già una mamma. - sussurrò con dolcezza Myra. Doveva mancarle tanto anche se fino a quel momento non aveva mai chiesto di lei.

- Lei non c'è più. - ribatté con occhi pieni di una consapevolezza che non dovrebbe mai appartenere a una bambina così piccola.

Myra voleva rispondere che presto l'avrebbe reincontrata, che Heleana soffriva quella distanza quanto lei. Ma a quel punto, la piccola si era già voltata su un fianco e aveva chiuso le palpebre celando al mondo le sue magnifiche iridi violacee.

La stanza era silenziosa, ma la serva sentiva dentro la sua testa riecheggiare quelle parole e ad ogni frase sentiva il cuore sprofondare.

Sistemò con cura i vestiti della bambina nell'armadio, poi uscì dalla stanza ma il peso che provava la seguì lo stesso. Quando arrivò davanti a Aegon lo trovò sdraiato sul letto, con la fronte aggrottata per il dolore.

- Vuoi un massaggio, Aegon? - domandò gentilmente lei, togliendo il fermaglio che teneva fissa la sua acconciatura. Vide un piccolo cenno di assenso provenire dal re, a quel punto si avvicinò. Si spalmò un po' di unguento sulle mani e iniziò a massaggiare la gamba del suo re, con delicatezza. I suoi gesti erano precisi e attenti, per nulla inesperti.

Aegon era caduto più volte da quando era stato bruciato dal fuoco di Vaghar. Ogni caduta gli spezzava il fiato e man mano i legamenti del suo ginocchio avevano finito per cedere. Non avrebbe mai più camminato come una volta, questo era sicuro.

- Il dolore non passa? - domandò Myra rompendo il silenzio.

Aegon sospirò senza rispondere subito. Aveva riflettuto molto e sembrava cambiato in peggio dalla morte di Maelor.

- Non posso fuggire dal passato e il futuro non vuole essere clemente con me. Moriremo tutti, presto o tardi. - rispose acido socchiudendo gli occhi per via di quel dolore che man mano si attenuava. Myra sistemò due cuscini sotto la sua gamba e poi proseguì a togliergli la camicia.

- So quanto dolore risiede in te, Aegon. Conosco quello sguardo e non promette niente di buono. -

- Hanno ucciso i miei eredi. Non avrò più una discendenza. La mia linea di sangue si estinguerà con me, con il mio corpo putrido che marcisce come quello di mio padre. - ribatté scorbutico fulminando con lo sguardo Myra.

- C'è pur sempre Jaehaera. Lei chiede di te e ha bisogno di te. - mormorò la serva accarezzandogli il petto con dolcezza. Aegon con un gesto brusco chiuse la camicia.

- È una femmina, Myra. Sai come funziona. Non riesco neppure a guardarla, mi viene da piangere ogni volta che mi fissa. È identica a lui e rivivo quella scena ogni notte. - il re deglutì e abbassò lo sguardo, cercando di non far notare le lacrime che si stavano accumulando e minacciavano di fuoriuscire.

Avrebbe voluto ribattere, ma proprio in quel momento un rumore alla finestra la fece sussultare. Un corvo, nero come la notte, batté il becco contro il vetro della finestra e scrollò le ali con fare impaziente.

Myra aprì la finestra e fece entrare il corvo, poi slegò la piccola pergamena che era legata alla sua zampa.

- Devono essere i tuoi alfieri. Saranno notizie da Approdo del re... O forse riguarda l'alleanza con la triarchia. - tentò lei. Aegon si sollevò dal letto con una smorfia di dolore e cercò alla cieca il bastone.

- Leggi ad alta voce, mi bruciano gli occhi. - ordinò lui.

- È Ser Criston Cole... - cominciò Myra guardando il sigillo sulla ceralacca. Sperò in buone notizie ma quando i suoi occhi iniziarono a scrutare quell'inchiostro e le sue labbra iniziarono a parlare, tutte le sue speranze crollarono nell'abisso.

- Le navi della triarchia sono state accerchiate dai draghi dei neri, il principe Jacaerys Velaryon e il suo drago Vermax sono gli unici sconfitti della fazione avversaria. Intanto Rhaenyra Targaryen siede sul trono di spade e ha messo delle taglie sulle nostre teste. Paga profumatamente chiunque parli di Aegon e di Ser Larys. - mormorò Myra mentre le mani iniziarono a tremarle. Ogni parola che leggeva era una coltellata nello stomaco.

- Continua. - ordinò Aegon digrignando i denti.

- Alicent Hightower è stata imprigionata, adesso si trova nelle segrete. Heleana Targaryen invece... - Myra fece una pausa. Sentì la vista offuscarsi.

- Heleana? Cosa? -

Seguì un lungo silenzio.

- Si è suicidata. Si è gettata dal fortino di Maegor. -

La stanza sembrava girare intorno a lei, sentiva la terra mancarle sotto i piedi. Aegon camminò verso di lei, le strappò il biglietto dalle mani, rilesse velocemente il contenuto e lo strappò in mille pezzi.

Gridò di rabbia e ruppe tutto ciò che era fragile intorno a lui, mandando in frantumi bicchieri, unguenti, vasi e candelabri.
La sua furia divenne incontrollabile.

- Aegon, ti prego... - lo supplicò lei dopo qualche minuto, quando ritenne abbastanza il caos che avevano intorno. Lo bloccò da dietro con facilità e lo tenne stretto a sé mentre lui si dimenava.

- Avrai la tua vendetta, Aegon. Vendicherai la tua famiglia, avrai il tuo trono. Ma non è questo il momento. Aspettiamo che Aemond faccia la sua mossa, poi toccherà a noi. - mormorò Myra al suo orecchio. Il riflesso delle loro figure in quell'abbraccio di contenimento fu l'oggetto dei suoi incubi per anni, ripensò sempre a quegli occhi viola infuriati che la fissavano con odio.

Spazio autrice
Allora? Cosa ne pensate? Perdonate gli aggiornamenti un po' lenti, purtroppo fino al 23 sarà così. Ho alcuni esami e il lavoro mi sta togliendo davvero troppo tempo. Però vi prego, quando volete lasciare un commento o anche un messaggio in bacheca fatelo pure senza problemi, mi fa molto piacere sapere che pensate a Myra e Aegon💚
Un abbraccio,
Signor Jingles

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