IX. Inespugnabile
Le parole del Gran Maestro furono presto prese alla lettera. Aegon venne isolato nel fortino di Maegor, con due guardie alle porte per impedirgli di scappare.
Si dice che le urla di rabbia di Aegon riempirono il cielo di parolacce, di bestemmie e di ogni sorta di imprecazione. Gli amici del principe furono arronzati con scuse di vario genere; la spiegazione più diffusa fu che Aegon avesse contratto una malattia contagiosa e che tutti i maestri fossero con lui a curarlo.
Ma Myra sapeva bene che non era così. Le impedirono di entrare, dicendole la stessa cosa. Se non avesse origliato quel consiglio non avrebbe mai scoperto la crudeltà verso quella scelta.
Passarono tre giorni da quell'evento e dalle mura del fortino di Maegor non si avvertivano più le urla. Forse Aegon si era arreso a quella prigionia. Cosa gli avevano detto? Come lo avevano convinto a salire fin lì? In che stato era?
La regina reggente non salì mai lì in alto. Aemond il guercio ogni tanto alzava lo sguardo verso la torre e poi sorrideva.
La sua famiglia lo aveva abbandonato per il bene del reame e così d'un tratto, Myra si ritrovò senza nulla da fare. Nessuna delle serve poteva avvicinarsi al fortino. Si trovò a servire un lord delle terre del nord, gentile e ben curato.
Myra attraversava il cortile con passo leggero, cercando di non attirare l'attenzione. Tra le braccia stringeva un sacco colmo di lana grezza che avrebbe dovuto cardare per tutto il pomeriggio, poi avrebbe dovuto filare quella lana al lume di candela. Il sole era basso all'orizzonte, gettando lunghe ombre sulle pietre antiche del castello. Gli occhi scuri di Myra da sempre vigili, erano stanchi, mentre il vento caldo di fine estate le scompigliava i capelli castani.
Ad un tratto, un urlo squarciò l'aria, forte e disperato, la provenienza le fu subito chiara: era proprio la torre del fortino di Maegor. Il cuore di Myra si fermò per un istante, il sangue gelò nelle vene. Non poteva ignorare quella voce, la voce di Aegon, era puro dolore e rabbia. Le gambe si fermarono da sole, e per un momento si sentì paralizzata. Strabuzzò gli occhi e lasciò cadere il sacco di lana a terra, per poi poggiare le mani sulla fronte e alzare lo sguardo fino alla torre. Era impossibile da scavalcare. Non poteva abbandonarlo così, non come avevano fatto gli altri.
Lo avevano rinchiuso nel fortino di Maegor. Nel luogo più buio di tutta la Fortezza Rossa, trattandolo al pari di uno dei re più crudeli della storia Targaryen.
Con un respiro profondo, Myra decise che avrebbe trovato un modo per raggiungere Aegon. Doveva aiutarlo, doveva capire cosa stesse succedendo. Ma come? Le guardie reali erano sull'attenti e la sorveglianza era stretta. L'unica porta che concludeva all'interno di quel luogo era stato sbarrato.
Rifletté su Maegor Targaryen e sulle poche informazioni che sapeva su di lui. Era stato proprio lui a fare costruire la fortezza rossa ed era uno dei re più crudeli... ma perché? Aggrottò le sopracciglia cercando di ricordare e d'un tratto tutto le fu chiaro: Maegor aveva ucciso tutti i costruttori della fortezza rossa per proteggere la segretezza dei passaggi segreti del suo castello. Oltre a tutti i morti che aveva fatto in battaglia si intende.
C'erano passaggi segreti ovunque. E d'un tratto le fu tutto più chiaro. Ecco perché nessuno entrava dalla porta principale. Qualcuno serviva il principe dai sotterranei. Era impossibile che stessero lasciando Aegon senza cibo.
Uno di questi passaggi si diceva iniziasse nei sotterranei, vicino alle cucine, un labirinto oscuro e umido che si snodava sotto le fondamenta del castello.
Con il cuore che batteva all'impazzata, Myra si diresse verso le cucine, cercando di non farsi notare. Le serve erano occupate con i preparativi della cena, e nessuno prestò attenzione a lei mentre si infilava in un angolo buio, dove una pesante porta di legno conduceva ai sotterranei. La porta cigolò leggermente quando la aprì, ma il rumore fu coperto dal trambusto delle cucine.
Scese le scale in fretta, quasi correndo e rischiando di inciampare ad ogni passo. Il buio era totale e l'aria umida e fredda le invase i polmoni. C'era odore di muffa. Si mosse al buio, camminando a tentoni e appoggiandosi continuamente alle mura.
Avanzò cauta, si ritrovò molte volte con i piedi a mollo in quella che sembrava acqua non troppo pulita. L'odore delle fogne si diffuse ben presto. Trovò finalmente una porta nascosta dietro una pila di casse. Era vecchia e arrugginita, ma con uno sforzo riuscì ad aprirla. Trattenne un urlo di dolore quando sentì delle schegge conficcarsi nelle sue mani. Un corridoio stretto si aprì davanti a lei, le pareti ricoperte di muffa e ragnatele.
Se l'avessero trovata sarebbe finita.
Non aveva tempo da perdere. Poi si inoltrò nel passaggio segreto, guidata solo dal suono lontano delle gocce d'acqua che cadevano ritmicamente. Camminò per quello che sembrò un'eternità, finché non sentì di nuovo le urla di Aegon, più vicine questa volta.
Il passaggio terminava con una scala a chiocciola che si arrampicava ripida verso l'alto. Con il cuore in gola, Myra salì, passo dopo passo, finché non trovò una piccola botola di legno. L'aprì lentamente, sbirciando fuori. Era nella torre del fortino di Maegor.
Senza esitazione, si arrampicò fuori e si ritrovò in un corridoio stretto e mal illuminato. Le urla di Aegon erano ora chiare, provenivano dalla stanza in fondo. Myra corse, il cuore le martellava nel petto, finché non raggiunse la porta. L'aprì di colpo, trovandosi di fronte Aegon, il viso contorto dal dolore e dalla rabbia.
- Aegon! - mormorò pentendosi subito di non averlo chiamato "mio principe" come faceva sempre.
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