III. Inadeguato

Le umiliazioni ai danni di Myra continuarono per settimane. Quando la serva si ritrovava nella stanza del principe Aegon, provava una sensazione simile all'asma. Aveva cercato di parlare più volte con le altre cameriere, ma il principe era stato piuttosto chiaro sull'argomento: voleva che fosse lei a subire i suoi soprusi.

Quella sensazione di potere che l'uomo provava era capace di distrarlo da tutto il resto. Myra, dal canto suo, aveva appreso tante cose sulla famiglia che serviva e cercava di essere quanto più discreta possibile.

Aveva capito sin da subito che la regina Alicent non fosse una persona con cui poter parlare e aveva il terrore di Aegon e Aemond. Il fratello minore, quello con la benda sull'occhio, la spaventava a morte. Era taciturno, passava tutto il tempo a cavalcare il suo drago e ad addestrarsi.

Quei due fratelli non passavano mai del tempo insieme, se non quando venivano costretti.

Myra aveva capito poco del principe Aemond, ma quel suo modo di fare le incuteva un terrore diverso da quello che le faceva provare Aegon. Il fratello maggiore era senz'altro malizioso, altezzoso e spregiudicato, mentre l'altro era più riflessivo, più introverso e aveva tutta l'aria di essere una testa calda.

Quando vide i due raggiungere gli appartamenti del suo padrone, trasalì un attimo e continuò a sistemare il letto. Stirò per bene con le mani le lenzuola, facendole aderire al materasso senza curarsi dei due. Le loro voci si fecero sempre più vicine.

- Cosa fai ancora qui? Dovresti aver già finito da un pezzo. Levati, forza. - ordinò Aegon facendole cenno di uscire dalla stanza, e lei, senza pensarci, annuì, fece un mezzo inchino e poi eseguì l'ordine.

Fece mente locale cercando di ricordare cos'altro avrebbe dovuto fare quella mattina: aveva già vuotato il vaso da notte, aveva cambiato le lenzuola, aveva sistemato i vestiti del principe e aveva spazzato il pavimento. Cosa restava? Mentre rifletteva su ciò, portò le sue dita al collo, cercando il medaglione di rame che aveva sempre con sé. Fu colta dal panico quando si rese conto che non c'era.

Come aveva fatto a perderlo? Era piccolo, certo, ma aveva un valore affettivo ineguagliabile. Come avrebbe fatto senza?

Non si era ancora allontanata dalla stanza del principe, e dopo essersi assicurata che nessuno fosse nei paraggi, si accostò alla porta. Non aveva intenzione di origliare, voleva solo rientrare in quella stanza per riprendere il suo medaglione. Era senz'altro lì dentro, lei lo sapeva bene.

- Tocca a te, fratello. Sei tu il maggiore, spettano a te queste cose. -

La voce bassa di Aemond stentava a farsi strada nella stanza ed era a malapena udibile oltre quell'enorme porta di legno intagliato.

- Lo so. Dovrò farlo prima della fine dell'anno. L'idea di sposarla mi fa venire il vomito. - ammise l'altra voce, quella che aveva un tono ancora ebbro.

- Bada a come parli, è pur sempre nostra sorella. Poteva finire in mani sbagliate... come in quelle di Jacaerys. -

Myra fece fatica a comprendere quelle parole. Chi era Jacaerys? Non ne aveva mai sentito parlare e nei pochi mesi di servizio aveva solo capito che ci fosse un'altra sorella, o meglio sorellastra di Aegon. Era la figlia del re Viserys e della prima e defunta moglie Aemma Arryn. Da ciò che aveva sentito, quella sorella non viveva lì con loro.

- Quel bastardo di uno Strong. - ringhiò il principe per poi urtare qualcosa.

- Prima o poi pagheranno. -ribadì soltanto l'altro. - Sposa Heleana. È tuo dovere. -

Myra indietreggiò sentendo i passi dell'uomo vicini. Si nascose dietro una colonna e aspettò che l'uomo fosse andato via. Quando il corridoio fu finalmente silenzioso, si avvicinò alla porta della stanza e, con un respiro profondo, entrò.

Non si soffermò più di tanto sulla conversazione che aveva origliato, l'unica cosa a cui pensava era il suo medaglione. Non valeva neppure due monete eppure era l'unico ricordo di lei. Perderlo significava perdere la sua stessa memoria.

La stanza era in penombra e Aegon era seduto su una sedia vicino alla finestra, giocherellando con qualcosa tra le dita. Myra si avvicinò cautamente, il cuore che batteva forte nel petto. Quando fu abbastanza vicina, vide che ciò con cui il principe stava giocando era il suo medaglione di rame.

- È permesso? Posso entrare? - mormorò Myra, la voce tremante. - Ho dimenticato una cosa nella stanza. Potrei riprenderla, per favore? -

Aegon alzò lo sguardo, i suoi occhi pieni di malizia.
-Ah, intendi questo piccolo gioiello? È tuo, immagino. - Disse, facendo dondolare il medaglione davanti a lei. Doveva essere caduto mentre sistemava il letto, ne era sicura. La catenina era rotta in un punto, era logico che fosse scivolato e l'avesse perso.
- E perché dovrei restituirlo? -

Myra deglutì, cercando di mantenere la calma.
- È molto importante per me, mio principe. Lo chiedo come un favore. -

Aegon la guardò per un lungo momento, poi si alzò, tenendo il medaglione ben stretto nella mano.
- Forse potrei restituirtelo, - disse lentamente, avvicinandosi a lei. -Ma dovrai guadagnartelo. -

Myra sentì il cuore sprofondare. Sapeva cosa voleva dire Aegon, e il pensiero la riempì di disperazione. Ma quel medaglione era tutto ciò che le restava del suo passato, l'unico legame con una vita che ormai sembrava lontana.

Con un nodo in gola, annuì, preparandosi a ciò che sarebbe venuto.

- Vieni avanti e spogliati. - ordinò senza mezzi termini, con un sorrisino sornione dipinto sul volto.

- Dovete sposarvi eppure volete vedere me nuda. - mormorò a bassa voce, torturandosi le cuticole fino a farsele sanguinare.

- Cosa hai detto? - ringhiò Aegon scattando in avanti, fino a raggiungerla e sovrastarla con la sua corporatura maschile.

- Dovete sposarvi eppure volete vedere altre donne nude. È una mancanza di rispetto dalle mie parti. - ribatté Myra, stavolta alzando lo sguardo e fissando senza paura le iridi chiare dell'uomo. I capelli mossi e biondissimi gli contornavano il viso e l'espressione di stupore che era impressa.

- Una mancanza di rispetto è rivolgerti in questo modo al tuo principe. Ti ho detto di spogliarti! - ringhiò ancora, allungando una mano fino a raggiungere il cinto di lei. Ma Myra non si mosse, fredda e dura come una statua di marmo.

- Quel medaglione è l'unico ricordo del mio passato. Ma se volete tenerlo fate pure. Ne avete bisogno del resto, no? La vostra famiglia ha dovuto vendervi perché non riusciva più a sfamarvi come la mia? Voi non avete un briciolo di rispetto per chi vi sta difronte, né per i nobili né per noi. - sbottò Myra.

- Come osi? - negli occhi aveva una scintilla di rabbia, non l'aveva mai visto così.

- Oso perché non ho niente da perdere, mio principe. -

Aegon lasciò la presa sul cinto di Myra e la spinse leggermente all'indietro.
- Tu non sai niente di me. Né della mia famiglia. - sussurrò minaccioso.

- Della vostra famiglia qualcosa si sa in tutto il regno, anche se non bene. Voi di me non sapete nulla. -

Stava tirando la corda, stava partecipando a un gioco più duro del solito che poteva condurla dal boia.

- Io so cosa significa perdere tutto. E non permetterò che voi mi tolgiate anche quel poco che mi resta. - ribatté indicando il medaglione che ancora Aegon stringeva nella mano.

Il silenzio riempì la stanza per un po', ma il principe finalmente si allontanò andando a sedersi sul suo letto. Appoggiò la collana sul suo comodino e poi procedette a togliersi gli stivali, con calma.

- Sei ostinata. - concluse lui, senza l'ombra di un sorriso. Myra non capì a cosa stava pensando, non riusciva a tradurre quel volto tanto imperscrutabile.

- Lo sono sempre stata. - mormorò lei deglutendo. Perché non le aveva restituito semplicemente il medaglione? Perché lo aveva affrontato così, a viso aperto? E soprattutto perché lui l'aveva graziata?

Le avevano detto che il principe era crudele. Le avevano raccontato del modo in cui aveva punito un'altra cameriera solo per aver versato un po' di vino per terra.

Non ebbe il coraggio di allungarsi e di prendere ciò che era suo, sapeva bene che stava già rischiando. Raccolse gli stivali da terra e li portò con sé, sapendo che avrebbe dovuto lavarli per bene e passare della cera. Si toccò ancora il collo sentendosi nuda senza il suo medaglione.

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