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PVESMERALDA
Ho corso come una matta per arrivare a casa, quello sguardo mi ha perforata l'anima.
Solo adesso mi rendo conto che averlo guardato negli occhi è stato uno sbaglio, lui aveva lo stesso colore e intensità degli occhi di mio fratello.
Come faccio ogni giorno a guardarlo in classe o a scuola e non sentirmi ulteriormente devastata? Come faccio a guardarlo in faccia ?
Questa sera il mio cuore ha perso un battito, ho sentito il respiro morirmi in gola, per un secondo, per un'istantane credevo che sarei scoppiata lí,davanti a tutti.
Non ho la forza sufficiente per andare avanti ogni giorno, ed incontrare sempre quello sguardo che un tempo mi faceva sentire amata e protetta, quando vorrei che fosse ancora qui, quando vorrei risentire il suo profumo o stare un'altra volta tra le sue braccia.
Come vorrei riabbracciarlo, mi manca come l'aria.
Arrivo a casa, parcheggio la moto e corro in casa.
Salgo in fretta le scale e mi butto sul mio letto e continuo a piangere e a piangere per tutta la notte finché Morfeo mi trascina nel mondo dei sogni, con la sostanziale differenza che non sogno nulla. Solo il nero davanti a me.
Ho passato la notte a piangere e in uno stato di dormiveglia.
Ogni giorno diventa tutto più complicato.
In passato molte persone mi hanno detto che col tempo si dimentica, si va avanti.
Ma sai che vi dico? Sono tutte cazzate.
Sono passati 3anni ed io sono nello stesso stato in cui stavo 3 anni fa. Mi sento nello stesso modo.
Cos'ha cambiato il tempo? Cos'hanno cambiato i giorni, i mese, gli anni?
Ve lo dico io, un cazzo.
Io sto male, ho un vuoto dentro che non passa neanche a morire, anzi forse lì potrebbe passare.
Il tempo serve solo a farti imparare a convivere con questa cosa, il tempo ti da la consapevolezza che anche se passano le ore,i giorni,i mesi e gli anni le persone che hai perso non torneranno più indietro e questa cosa ti fa crescere ancora di più il vuoto che c'è dentro di te e si impossessa di te fino ad arrivare a toglierti il respiro.
La sveglia suona, mi volto senza forze, perché è così che mi sento e la spengo.
Faccio tutto meccanicamente, come se fossi una macchina.
Scendo dal letto, bevo il mio caffè che dopo dieci minuti vomito, mi lavo,mi vesto e mi trucco per nascondere le mie occhiaie, prendo la borsa ed scendo giù.
Oggi ho optato per dei leggins neri molto attillati e una maglia larga bianca e per finire le mia giacca di pelle nere e le mie adorate alla star nere rialzate.
Esco di casa, metto il casco e salgo sulla mia piccola e parto.
Mi fermo in un rifornimento per far benzina e solo adesso mi ricordo dei soldi che ho in tasca, devo ricordarmi di darli alla zia.
Faccio rifornimento e parto, arrivo a scuola e sembra tutto come ieri a parte il fatto che la barbie non si è fatta viva stamattina.
Io sono ferma nello stesso punto di ieri, sono isolata da tutti, sono immersa nei miei pensieri e intanto fumo una sigaretta.
Qualcuno mi richiama dai miei pensieri - il cellulare ti sta suonando - fin in quel momento non mi ero neanche accorta che suonasse.
Nello stesso momento in cui lo presi smise di suonare.
- bella la suoneria comunque-
-grazie- tenevo ancora lo sguardo rivolto al pavimento.
- anche per me i green day sono degli idoli- alzai la testa di scatto e vidi che era lui.
Dio volevo sprofondare o anche semplicemente sparire in quel momento.
PVCULLEN
Alzò lo sguardo di scatto e poi mi guardò.
I suoi occhi erano rossi e arrossati, la sua espressione mutò in breve da fredda a vuota.
Nel suo sguardo vidi come se lei in quel momento volesse scomparire e questo è a causa mia?... Cosa cazzo le ho fatto?
-già sono bravi. Devo andare-
Prese la sua borsa e si allontanò da me.
Prese il cellulare e sorrise lievemente, cosa c'era scritto? Chi l'aveva chiamata?
Si spostò e in quel momento la campanella suonò ed entrai.
Mi sedetti al mio posto quando di fianco alla finestra vidi un posto in più, allora anche lei finalmente avrà il suo posto.
Iniziai a ridere e a scherzare con Adriano e Domenico finché lei non entrò e si guardò intorno e vide il banco e prese posto.
Ha le cuffiette nelle orecchie e guarda fuori dalla finestra come se stesse aspettando qualcosa da un momento all'altro.
La prof entrò ed io continuai a ridere con i due cretini.
Lei ha ancora lo sguardo perso nel vuoto e sembra davvero triste, cosa ti è successo piccola guerriera?
Continuai a ridere con quei due cretini fino a quando la prof diventò rossa in viso dalla rabbia - Cullen adesso basta. Da oggi in più cambierai posto.
Andrai vicino ad esmeralda-
-ma...-
-non voglio sentire nessun ma è così e basta. -
E così adesso sapevo il suo nome...Esmeralda.
PVESMERALDA
Appena sentí le parole: Cullen, vicino, Esmeralda, il mio cuore perse un battito, sentivo lo stomaco contrarsi di dolore e le fitte si fecero più dolorose quando lui mi affiancò. Ho la nausea, la testa mi gira e mi sembra di essere tornata al passato.
Lui si volta e mi guarda i suoi occhi, dio i suo occhi, sono identici a mattew.
Ho una fitta allo stomaco e lui mi allunga la mano.
- piacere Cullen tu quindi sei Esmeralda? -
Lo sentì avvicinarsi e solo adesso noto che usa lo stesso profumo di mattew.
Mi sale un conato in gola e corro via senza chiedere il permesso.
Mi accascio al water e vomito tutto, dopo pochi secondi sento qualcuno tenermi i capelli e consolari toccandomi la chiesa.
In questo momento non ci feci molto caso e poco dopo finì di vomitare.
Le lacrime mi rigano le guance ed io non riesco più a respirare da quanto forti sono i miei singhiozzi.
Sento qualcuno stringermi come se non ci fosse un domani e solo adesso sento che è il profumo di... Di mattew anzi di Cullen.
Mi sposto bruscamente da lui come se fossi scottata ed esco fuori dal bagno e dalla scuola.
Dio non respiro.
Esco e mi appoggio sulle mie ginocchia per cercare di prendere fiato e di regolarizzare di nuovo il respiro.
Faccio respiri profondi e in poco tempo mi calmo e torno a respirare normalmente.
Sento qualcuno stringermi i fianchi da dietro e poi sussurrare qualcosa- fai respiri profondi e pensa a qualcosa che ti faccia stare bene-
Subito il mio pensiero andò alla moto, alla mia piccola la quale mi dava quella scossa che mi serviva per sentirmi ancora viva.
Poco dopo mi sentì più leggera, più vuota.
So che è lui, so che mi ha rincorso per tutta la scuola, so che ha le sue mani sui miei fianchi ma io non mi nuovo, è riuscito a calmare il mio attacco di panico quando era stato lui stesso a causarlo.
- piacere io sono cullen-
- piacere-
-tu sei Esmeralda?-
-così pare-
-come stai? -
-devo andare. - mi strinse ancora più forte i fianchi.
- come stai? -
-bene-
- voglio la verità Esmeralda,come stai?-
- COSA CAZZO VUOI DA ME EH? COME CAZZO DEVO FARTI CAPIRE DI LASCIARMI IN PACE? VAFFANCULO CULLEN, FANCULO- sono scoppiata.
Sono scoppiata con un palloncino scoppia quando un ago lo punge, ecco io adesso sono scoppiata e me la sono presa con lui che colpa non ha.
Che colpa può avere se non quella di avere gli occhi e il profumo di mio fratello? Nessuno.
Però cazzo mi ha fatto scoppiare, anche mattew lo faceva era il solo modo che aveva per farmi aprire e per farsi dire cosa c'era che non andava e lui lo sapeva.
Tornai in classe molto frustrata e chiesi scusa alla prof.
Mi sedetti e sperai con tutta me stessa che lui non estrasse più da quella porta,almeno per oggi.
PVCULLEN
Non l'ho mai vista così indifesa,così fragile, non l'ho mai vista così...
Mi è venuto istintivo seguirla, quando lei è uscita di corsa dalla classe io la seguì senza neppure chiedere il permesso.
La trovai china sul water che buttava via persino l'anima.
Le presi i capelli e le coccolai la schiena per allenare un pó il dolore.
Appena finì l'abbracciai e la strinsi forte a me, ma dopo alcuni secondi lei si staccò da me come se si fosse appena scottata.
Io la rincorsi e la vidi china sulle ginocchia che cercava di prendere fiato.
Le strinsi la vita e le dissi di fare respiri profondi e di pensare a qualcosa che la faceva sentire bene.
Lei dopo poco si rilassò e allora io provai ad avere una conversazione con lei, ma era fredda, distaccata, come se non volesse stare vicino a me in questo momento come se l'averla vista così indifesa l'avesse dato fastidio.
Ho provato a chiederle come stava e volevo la verità, anche se la sapevo.
Mi è bastato guardarla negli occhi per capire che stava male, sia dentro che fuori e si vedeva, almeno io lo vedevo.
Quelle parole che mi ha urlato contro mi hanno lasciato di sasso. Io sono andata ad aiutarla, ho cercato di farle passare l'attacco di panico e lei mi urla contro quando non ho fatto nulla.
Mi siedo su un gradino e inizio a fumare una sigaretta per alleviare i nervi.
Poco dopo rientro in classe e la trovo con lo sguardo perso nel vuoto e che trema come una foglia.
Io mi siedo vicino a lei e le stringo una mano come per farle capire che io ci sono anche se non mi vuole ma io ci sono.
Lei inizialmente rimane stupita ma non mi ferma ma neanche ricambia.
So che ha bisogno di qualcuno che la salvi e quel qualcuno magari potrei essere io...
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