21
PVESMERALDA
Mi sento come se il buco dentro di me piano piano si fosse ingrandito, allargato. Come se avesse dato spazio ad ancor più di dolore.
Perché ovviamente tutto quello che c'era non era sufficiente quindi è meglio ricarica la dose,no?
E mi sento così e non né capisco neppure il motivo, mi sembra come se il nero e il buio intorno a me si fossero ripresentati da un momento all'altro come se i fantasmi del passato e forse anche del presente fossero di nuovo qui, di nuovo presenti, a risucchiarmi tutta me stessa.
E tutto questo perché?
Forse perché Cullen si è fidanzato?
Cosa?? No, no. Lui non centra, sono felice che lui si sia fidanzato ma io cosa centro? Forse non siamo neanche più amici, non lo so. Mi sembra come se la mia vita fosse stata in stan bye per due settimane e poi torna lui e rischiaccia il play.
E questa cosa non va bene.
Le prime 6 ore di scuola oggi sono passate molto velocemente ed io non ho ascoltato neanche una parola perché ero troppo impegnata a pensare.
Adesso è appena suonata la campanella, ed è ora di pranzo, ma io non ho fame anche se non mangio da ieri a pranzo.
Mi reco ugualmente alla mensa, 'magari il tempo passa più in fretta' penso.
Entro dentro e vedo che è già piena nonostante la campanella fosse suonata solamente da 5 minuti.
Almeno qualcuno ha ancora appetito.
Mi avvicino alla mensa e prendo uno dei vassoi rossi e mi avvicino al bancone.
- ciao bella- mi dice la cuoca che ancora dopo alcune settimane non ho ancora imparato il suo nome, pff.
- ehyy- dico con il suo stesso tono entusiasto
- la specialità di oggi è la lasagna, e il polpettone ti piacciono?-
- mm, la lasagna molto ma oggi ho lo stomaco chiuso,scusami. Non è che potresti darmi una prugna e una bottiglietta d'acqua?-
- mm sei sicura che non vuoi altro?-
- sicurissima-
-allora tieni - dice in tono amorevole.
- Grazie- dico con voce fredda e distaccata, neanche io mi aspettavo un tono del genere ma il suo tono così affettuoso, quasi materno, mi ha ricordato mia mamma.
Era la donna che amavo e rispettato sulla faccia della terra, adoravo tutto di lei.
Aveva gli occhi verdi, i quali lì ho ereditati pure io, ed i capelli castano scuro e un fisico da modella.
Mia mamma era la donna più bella della terra e non lo dico tanto per dire ma è solo la verità.
Io e lei avevamo un rapporto così stretto da sembrare delle gemelle siamesi, eravamo sempre incollate, dove c'era una c'era l'altra, facevamo sempre tutto insieme e non ci annoiavamo mai, e il ricordo di lei fa più male di 1000 coltellate tutte una dietro l'altra.
Mi sposto da lì e mi siedo in un tavolo vuoto e isolato da tutti, guardo la prugna e mi sale pian piano il senso di nausea, una lacrima solca il mio viso mentre i ricordi di me e di mia madre mi passano davanti agli occhi senza poterli toccare, sfiorare, senza poter tornare indietro e questo fa male.
Mi alzo di colpo dal tavolo cosa che fa cadere la sedia per terra e crea un silenzio assoluto e tutti si girano dalla mia parte.
Io prendo la mia prugna e con gli occhi pieni di lacrime la butto nel cestino e mi reco fuori da questo inferno.
Possibile che dopo la tempesta arrivi la luce e poi di nuovo la tempesta?
Perché i momenti brutti devono durare più dei momenti belli?
Perché non posso prendermi una pausa una volta ogni tanto e non pensare a nulla?
Perché semplicemente non posso tornare alla mia vecchia vita?
Esco dalla mensa e dalla scuola e mi reco sotto un grande albero lí vicino.
Mi siedo e cerco di prendere dei respiri profondi per evitare di avere un altro attacco di panico.
Respiro, respiro e respiro ma nulla sembra funzionare, anzi ogni respiro che faccio aumenta l'ansia che c'è dentro di me.
Mentre prendo un altro respiro sento due gambe di fianco alle mie ed un corpo dietro di me.
Quel corpo si attacca alla mia schiena e mi stringe i fianchi come segno di possesso.
- chiudi gli occhi- dice in modo sensuale
- adesso pensa ad una spiaggia, deserta. Pensa alle palme ai grumi di sabbia bianca e al suono delle onde che si infrangono negli scogli. -
E piano piano la mia ansia diminuisce, dentro mi sento più libera, come se si fosse appena tolto un peso.
Mi volto e vedo... Cullen?
L'ansia che pochi istanti prima era scomparsa adesso tutto d'un tratto è riaffiorata.
Mi alzo di scatto - che cosa fai qui?-
-qui dove?-
-qui, da me. Anzi dietro di me. Cosa fai? -
-nulla, semplicemente ho fermato un tuo attacco di panico. Non credevo di aver fatto chissà che cosa.-
Dice in tono infastidito.
- forse non mi sono espressa bene, cosa ci fai qui con me, quando dentro c'é tua ragazza? -
-lei non è la mia ragazza!-
-seh hahaha ed io sono la ragazza più bella del mondo- dico in modo sarcastico e poi mi volto dalla parte opposta,dandogli le spalle
-ma tu sei la ragazza più bella del mondo- mi giro di scatto e nel suo viso non c'é traccia di strafottenza o sarcasmo, è serio come quando deve fare una gara importante, come quando deve fare la visita dal medico. É incredibilmente e stranamente serio.
-smettila - dico ridandogli le spalle.
- ho detto solo la verità- dice e sento la sua voce sopra il mio collo.
Il mio corpo è scosso da mille brividi ed io istintivamente mi sposto in avanti.
- smettila. Per favore- le sue parole, la sua voce in questo momento potrebbero farmi fare un errore madornale.
Si riavvicina a me e mi cinge la vita da dietro e posa la sua testa sulla mia e poi dice - oggi ti accompagno io in ospedale-
Mi giro di scatto e lo guardo negli occhi per un millesimo di secondo cosa che mi basta per scoppiare a piangere e poi lo abbraccio subito.
C'è ma cavolo capite che si è ricordato della mia visita ? si è ricordato anche a distanza di tre settimane ?! E per giunta anche quando ha una ragazza,anche se lui nega.
-shh ci sono io per te e con te piccola. -
Forse mi sbagliavo, forse a qualcuno sotto sotto interessa di me. Ma ancora non ho capito il perché..
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