Capitolo 22: Party or Not?
Lysabeth P.O.V
Il ragazzo in auto abbassa il finestrino.
<<Ciao belle, salite su.>> ci dice.
Annah sale davanti, io dietro. Mentre andiamo Ethan ci prova spudoratamente con Annah, prima mettendole le mani sulle gambe, poi sulle spalle e dicendole frasi carine. Lui continua invano fino a quando non arriviamo a destinazione.
Scendiamo dall'auto ringraziando per il passaggio e poi scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.
<<Hai visto come ci provava?>> dice Annah ridendo.
<<Secondo me era solo per non mostrarsi da solo alla festa.>> continuo ridendo anche io.
Mentre parliamo ci incamminiamo per il lungo vialetto della casa.
C'è un verde e ampio giardino affollato di persone che bevono e ridono.
A destra c'è un tavolino con molte bevande esclusivamente alcoliche, a sinistra una piscina dove alcune ragazze ubriache ci sguazzano dentro.
Continuiamo a camminare, all'entrata della porta ci sono ragazzi con in mano bottiglie di birra e sederi di ragazze.
Alcuni si baciano, altri si toccano, nessuno fa conversazione senza un contatto fisico.
Entro e la prima cosa che vedo è un divanetto bordeaux in pelle circolare, su cui ci sono sedute due o tre ragazze e il doppio dei ragazzi.
Li guardo tutti, fino ad arrivare ad un ragazzetto con degli occhiali neri, che nascondono i suoi adorabili occhi verdi innocenti. I capelli marroni sono un po' scopigliati, ma si nota poco grazie al suo taglio corto di lato e più lungo sopra. Non parla con nessuno ma guarda e ascolta attentamente, come se potesse trarre istruzione da quei discorsi.
Ha un cardigan verde e marrone a scacchi ed un'aria dispersa. Mi ricorda me stessa, non si sente a suo agio e glielo si legge in faccia.
Si accorge che lo sto guardando e si tocca la montatura dei suoi occhiali, mi sorride arrossendo.
Lo saluto facendo un gesto con la mano e riprendo a guardare i ragazzi seduti.
Subito dopo il ragazzetto c'è seduto Justin e, appena lo noto, me ne vado.
Mi giro per chiamare Annah ma è sparita tra la gente.
Vado dritta per il corridoio, poi giro un angolo e mi ritrovo in una cucina completamente sotto sopra.
Ci sono bicchieri rovesciati sul piano del tavolo in marmo, le ante degli armadietti in legno sporche di schizzi di bevande, patatine frantumate per terra e il caos più totale.
D'istinto apro un'armadietto e prendo i primi sacchetti che trovo.
Inizio a buttare i bicchieri vuoti in uno e le bottiglie di vetro in un altro quando sento qualcuno che mi tocca il sedere.
<<Hey piccola donna di casa, vai pulire pure quella stanza da letto laggiù, così sarà più accogliente quando ti scoperò.>>
Mi volto disgustata da quelle parole e un ragazzo molto alto, con una robusta e scolpita corporatura mi guarda soddisfatto.
È biondo e i suoi occhi azzurri sono agghiaccianti.
Subito dietro di lui vedo Justin arrivare freneticamente.
<<Lei no, Lewis, lei no.>> dice Justin.
<<Vado a trovarne un'altra allora, ma solo perché sei tu.>> sbuffa.
Esco dalla stanza e Justin mi prende il polso.
<<Grazie Justin non dovevi. Troppo gentile. Di niente Lysa non ti preoccupare.>> dice lui ironico.
<<Fai lo spiritoso?>> rispondo.
<<Come scusa? Ti ho appena fatto evitare di andare a letto con quel bastardo e mi tratti con sufficienza? Che cazzo ti ho fatto adesso?>>
<<Cosa mi hai fatto? Ti ho visto in corridoio con quella troia del terzo anno. Ma tanto tu puoi farlo e poi fare finta di nulla giusto? Tu puoi fare quel cazzo che ti pare perché tu sei Justin Bieber vero? Ma vaffanculo.>>
Questa volta riesco ad andarmene, percorro il corridoio senza fermarmi.
Qualcuno mi riprende ancora, questa volta non il polso ma i fianchi, apre una porta e mi spinge dentro, dopo essere entrato anche lui chiude la porta a chiave.
Lo guardo in faccia ed è Justin.
Mi siedo sul letto, anzi mi lascio cadere su di esso sbuffando.
Justin si siede accanto a me, con le mani sulle ginocchia.
Il suo sguardo studia mie scarpe, poi percorre le mie gambe, osserva il vestito e finalmente arriva ai miei occhi.
Lo guardo anche io senza dire nulla.
<<Sei perfetta.>> dice alzandosi e quasi sussurrando.
Va verso la porta e la apre, prima di entrare mi guarda un ultima volta.
Si rigira e sta per uscire, quando cedo.
<<Perché vai dalle altre ragazze? Non ti basto? Sono troppo poco per te vero?>>.
<<Mi fai arrabbiare quando dici queste cazzate. Te l'ho già detto, tu sei stupenda, e ti voglio, ti voglio sempre con me e sempre per me. Guardati, le tue gambe sono qualcosa di magnifico, I tuoi fianchi, cazzo i tuoi fianchi fanno perdere la testa.>>
<<E perchè fai così?>> dico.
<<Così come?>>
<<Come sempre. Dovevo lasciarti stare fin dall'inizio, non ci siamo mai voluti allo stesso modo. Ma sai cosa? Ora mi sono stancata, io me ne voglio andare da qui, io mi voglio allontanare da te. Sono stanca, ora basta.>>
Esco e me ne vado, gli occhi iniziano a mostrarsi sempre più lucidi mentre cammino per il corridoio. Entro in una delle prime stanze che trovo, esco subito quando vedo una coppia che si ama.
Si baciano, lui le accarezza il viso, la guarda dolcemente.
È cauto nei movimenti, lento nei baci, felice quando la guarda.
Il dolore cresce ancora di più in me.
Continuo a camminare e cerco di nascondermi il viso con i capelli che mi cadono davanti alla visuale mentre guardo per terra.
Un ragazzo mi viene addosso e alzando lo sguardo mi accorgo che è Austin.
Appena nota l'espressione cupa del mio viso mi prende per mano e mi porta in una stanza.
Mi fa sedere sul letto e inzia a chiedermi cosa è accaduto.
<<La solita storia>> dico.
Lui esce dalla stanza dopo aver cercato di consolarmi, avrei voluto passare ancora un po' di tempo con lui ma poi decido di andare a bere qualcosa...
Vado a bere, vado a bere per dimenticare.
Justin P.O.V
La vedo uscire dalla stanza, cammina veloce per un corridoio e io non faccio più nulla per cercare di parlarle. Le sue parole sono più che sufficienti, e io da solo ho capito che le sto dando solo fastidio, le sto complicando la vita, essendo io il primo ad essere complicato.
Mi volto e vado nella direzione opposta, subito dopo vedo Austin e vado da lui.
<<Lei mi vuole dimenticare...>> dico.
<<Ma la vedi? No che non lo farà.>> dice lui indicandola rassegnato.
Ora è la che beve, uno, due, tre bicchieri mandati giù tutto d'un fiato.
Sta male, sta male e si vede.
<<Invece si che mi vuole dimenticare, altrimenti adesso sarebbe qui con me.>>
<<E secondo te non c'è un motivo per cui ora non è qui?>> mi dice.
Ci rifletto, ma sto in silenzio.
<<Te lo dico io. Ogni giorno vive nella speranza di un tuo messaggio, ogni giorno fissa il tuo online, ogni giorno a scuola, durante le lezioni mi parla di te, di quanto cazzo ti odia ma di quanto cazzo ti ama quando la fai stare bene.
Lei si sta distruggendo da sola, amare te, la distrugge.
Lei non vuole dimenticarti, lei non lo vorrà mai e mai lo farà. Ora sta solo cercando di provarci, invano. Lei ti ama veramente, lei lotterebbe contro tutti pur di star con te. Eppure tu mille volte l'hai lasciata e mille volte l'hai ripresa. Non può continuare così. Ora guardala, sta sorridendo. Ma credi che sia felice? Oh andiamo, adesso vorrebbe solo andarsene a casa e piangere, è solo sotto l'effetto dell'alcool che le fa spuntare quel magnifico sorriso. Adesso sta solo cercando di rimanere forte, di distruggere il pensiero di te prima che questo distrugga lei.
Ora ti prego, guardala, guardala per un'ultima volta e vattene. Dimenticala, sparisci dalla sua vita, tu non l'hai mai amata e mai lo farai giusto? Tanto vale finirla qui.
<<Posso dire una cosa io?>>
<<Certo.>>
<<La guardo, ed è bellissima, ma bellissima veramente. Così nel suo sorriso finto, mezza ubriaca sul bancone, con i suoi capelli spettanti e coi laccetti delle scarpe allacciati male. Posso assicurarti che neanche per un secondo io l'ho presa in giro e quando lei mi ha amato, anche io l'ho fatto. Ma lei non lo saprà mai, sai? Perché non glielo dirò mai.>> dico e vado via.
Ma non vado via del tutto, vado verso di lei, mi avvicino, mi avvicino sempre di più.
Lysabeth P.O.V
Sento la mia mente inziare ad essere sempre più confusionaria, rido con ragazzi che non conosco ma poco importa. I bicchieri scorrono una dopo l'altro, la gola brucia sempre di più ma non mi fermo, non m'importa.
Il pensiero di lui torna all'improvviso quando lo vedo venire verso di me.
Lui torna, lui torna sempre. Quando riesco a ridere, quando un altro ragazzo riesce a farmi sorridere lui torna, per far vedere che c'è. Ma io non voglio andare più da lui, perché so che non mi amerà, che mi prenderà solo in giro.
"Ora basta" gli ho detto, e basta sarà davvero.
Spazio Autrice:
Scusatemi se ho aggiornato dopo un'eternità *si giustifica* ma in questi giorni ero davvero molto impegnata. Commentate se vi va, e se volete un prossimo capitolo al più presto mettete stellineee :3.
V.a.t...
...Nel senso che vi amo tanto c:
Mi dileguo. Bye
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