Capitolo 11: Secrets

Lisabeth P.O.V
Lui si fa sempre più vicino, sta per chiudere gli occhi quando gli metto una mano sul petto. Faccio un passo indietro e scuoto la testa scusandomi.

<<No scusami davvero, non so cosa mi sia preso, è forse per il momento o forse perché...>> mi dice lui.

<<Perché cosa?>> la curiosità mi sta mangiando viva.

<<Perché mi piaci, io non capisco come faccia Justin a non vederlo.>> continuò lui.

<<Vedere cosa?>> sono sempre più perplessa.

<<Che sei perfetta...>>.

Dopo averlo detto si gira e va a sedersi sul divano, mentre io me ne resto lì  davanti al tavolo. Prendo una delle tante sedie e mi siedo, lo guardo ed è molto ansioso, si sta mangiando le unghie e continua a sfregarle fra loro.

Decido di alzarmi e andare verso di lui, mi ci siedo accanto e gli tiro via la mano dalla bocca. Lui mi sorride.

<<Scusa>> mi sussurra.

Senza dire niente lo abbraccio, lui rimane stupito, ma in questo momento ho solo bisogno di un abbraccio. Lui ricambia stringendomi di più, facendomi sentire apprezzata, facendomi capire che anche lui ne ha bisogno di quell'abbraccio, di quella semplice unione di cuori, dell'avvicinarsi dei petti e del calore altrui.

Sono stata così stupida e ingenua a non capire che piaccio ad Austin, e l'ho illuso per tutto questo tempo. Ora capisco perché non mi metteva mai in imbarazzo, ora capisco perché mi aveva difeso oggi in bagno, ora capisco perché mi faceva sempre ridere, voleva vedermi felice; nonostante io non lo amassi.

Il silenzio lo interruppe lui.

<<Ti prego, restiamo amici...>>.

Lui mi sta supplicando, Austin Anderson sta supplicando Lysabeth Walker di restare amici. E io che credevo che non fosse una brava persona, è invece la migliore del mondo.

Gli prendo il mento e con un dito glielo alzo, mi guarda negli occhi con speranza.

<<Deve essere stata proprio una stronza quella che hai picchiato eh? Tu sei la persona migliore del mondo, non potrei stare neanche un secondo senza di te; sappilo.>> le parole mi escono tranquillamente dalla bocca e lui ne sembra divertito.

<<Io ti adoro.>> mi dice ridendo.

Ci riprendiamo dal momento "dolce" e gli chiedo della ragazza.

Austin P.O.V
Mi chiese della ragazza.

Flashback:
Erano le 8.00 e dovevamo andare ai corsi, io mi stavo fumando una sigaretta con gli amici e fra noi c'era anche Justin. Vedo arrivarmi incontro una ragazza, era bionda chiaro, i capelli tutti da un lato e rasati dall'altro. Aveva diversi piercing sul viso, il dilatatore ad entrambe le orecchie e un trucco nero molto forte. Aveva le DVS e pantaloni neri a cavallo basso, una felpa molto larga copriva le sue notevoli curve. Mi avevano spesso parlato di lei, è sempre stata la badgirl della scuola e tutti le hanno sempre portato rispetto; dicevano che fosse in uno strano circolo. La sua direzione era verso di me, andava con passo spedito e mentre si avvicinava i miei amici se ne andavano; io non capivo il perché.

<<Dammi la sigaretta sfigato.>> disse diretta, io ero ancora ai primi corsi, nonostante dovessi stare ai secondi. La mia corporatura però mi tradiva, sembravo dei terzi corsi per questo lei mi trattò così. Era sempre stata cattiva, ma i ragazzi 'piccoli' li aveva sempre lasciati stare. Gliela passai e mi voltai per andare.

<<Dove credi di andare mezza sega? Tu mi vai a comprare un pacchetto intero adesso hai capito?>> la sua aria si faceva minacciosa.

<<È suonata e sono già entrati tutti, non sto a prendere un ritardo per colpa tua.>> mi rivoltai e me ne andai.

Lei mi venne dietro e mi spintonò a terra, mi voltai e le tirai un cazzotto in faccia. Lei si accasciò a terra, e i professori ovviamente, avevano visto solo l'ultima parte. Io gli spiegai l'accaduto ma fu tutto inutile, lei era brava a mentire e ogni cosa io dicessi la smentiva, trovava sempre una storia più credibile di quella realmente accaduta. Io finii nei guai e i miei genitori non credettero alla mia versione. Lo fece solo mio fratello, Luke.
Fine flashback

<<Lui aveva fatto questa università e anche lui l'aveva incontrata. Lei si chiamava Clara ed era in quinta superiore. Non osò mai dire "sfigato" a mio fratello, era più grande e sapeva che da lui non sarebbe andata bene.>> continuo.

Lysabeth P.O.V
<<Wow>> dico.

<<Beh adesso magari è anche morta, oppure sarà in qualche stato in cui la marijuana è legale.>> rispose lui.

Sono esterefatta, lui è sempre stata una persona onesta e il mio pregiudizio era solo una stupida ambizione. Non gli chiedo della seconda espulsione, per oggi mi basta così.

Guardo il mio Casio e leggo "18:00".
Non so come ma il tempo è passato.

Chiamo mio fratello per farmi venire a prendere mentre pulivo il tavolo della cucina.
Dopo il "bacio non avvenuto" avevo messo in forno la pizza ed erano circa le 17:40. Adesso era pronta.

Mentre mio fratello sta vendendo a prendermi, mangiamo la pizza. Era buona.

Mike suona il campanello, mi dirigo in corridoio e Austin mi accompagna. Prima che lui apra la porta gli stampo un bacio sulla guancia, prendo il mio casco nero opaco ed esco.

Percorro tutto il cortile e saluto mio fratello. Mi volto e Austin è appoggiato sullo stipite porta. Con i suoi pantaloncini da calcio rossi, maglia verde chiaro e in calzini bianchi. I suoi capelli sono scompigliati e gli danno un aria tenera. Lo saluto con la mano prima di partire con la moto.

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