Capitolo 10: Play Station and Pizza

Lisabeth P.O.V
Io ed Anna torniamo in classe, senza Austin, finito dal preside per colpa mia.

Sono distrutta, Justin mi ha mentito per tutto questo tempo, io non ci posso credere.

Entra Austin in classe.

<<Niente di grave, ha detto che questa volta chiuderà un occhio>> dice sussurrando dopo essersi seduto accanto a me.

Sorrisi alle sue parole, è un sollievo sapere che non gli sarebbe capitato nulla per colpa mia.

Durante la lezione sto in silenzio, rifletto su quello che mi è capitato e arrivo alla conclusione che Justin non mi ha mai detto che mi ama, non siamo fidanzati, noi due non siamo niente; quindi lui non ne ha colpa, è solo un puttaniere e io me ne sono innamorata. Lui non prova gli stessi sentimenti che io provo per lui, e lui non può capire che cosa è quel sentimento chiamato amore, perché lui non è un ragazzo da fidanzata lui è un ragazzo da zoccola.

La campana finalmente suona, non esco dalla classe, sto solo sull'uscio della porta, con una spalla appoggiata al muro mentre parlo con Annah e Austin. Parliamo del nostro "incontro" a casa sua, e mi ricorda dei suoi fratelli.

Finito la pausa Justin non lo vidi da nessuna parte.

Passano le altre ore rimanenti di università e torno a casa.

Dopo aver mangiato chiedo a mio fratello se verso le 15:00 avrebbe potuto portarmi da Austin.

<<Certo!>> urla prima di farmi finire di parlare.

Lo ripeto e continuerò a farlo per il resto della mia orribile vita, mio fratello è l'unica persona che mi capisce fino in fondo.

Mi cambio perché non voglio rimettermi i vestiti di questa mattina, prendo una felpa over-size grigia, un paio di leggins neri e le all-star bianche alte.
Pronta, mio fratello mi avvisa che dobbiamo andare, prendo il mio cellulare, il casco e andiamo.

Arrivati all'indirizzo che Austin mi aveva detto, scendo dalla moto ringraziando Mike e mi avvio per il lungo cortile.
La casa è rossa, con tre piani e due balconi.
È una bellissima villa con uno spazioso giardino.
Mentre cammino intravedo una piscina, arrivata alla porta suono il campanello e Austin mi fa entrare.
Wow, rimango a bocca aperta. La sua casa è ancora più bella da dentro.

<<Su, non è niente di che...>> afferma Austin con un sorrisetto divertito, vedendo il mio stupore.

Appena davanti alla porta c'è un anticamera dove ci sono delle scale che portano al piano superiore, un corridoio dritto e la cucina sulla destra. Proseguiamo per il corridoio e entriamo in salotto.

<<Che bella casa.>> affermo compiaciuta.

In salotto ci sono 5 ragazzi.

<<Lysa, ti presento i miei fratelli, Asher, Dylan, Luke, Noah e Ryder.>>.

Uno ad uno si alzano dal grande divano e mi stringono la mano. Devo ammettere che i suoi fratelli sono davvero belli.

<<Allora, Noah è il più piccolo, ha 15 anni, poi c'è mio fratello Ryder che ha 18 anni, Ashton che ha quasi 19 anni, poi ci sono io e infine Luke che ne ha 21.>>

Noah si alza ed usce dalla camera. Poco dopo fanno lo stesso anche gli altri, tranne Luke.

Lui è un ragazzo biondo, occhi azzurri e molto alto. Ha la stessa corporatura di Austin, con però più muscoli.

Si alza dal divano e si passa una mano fra i capelli, per sistemarsi il ciuffo dando una pacca sulla spalla a Austin.

<<Dò fastidio fratellino?>> chiede con un sorriso malizioso, facendomi tornare in mente Justin.

Austin mi guarda ed io alzo le spalle per poi mettermi a ridere.

<<No, devo solo batterla con la play.>> disse guardandomi e facendomi l'occhiolino.

Oh caro Austin, non sai con chi stai parlando.

<<Fa niente se mi aggrego?>> chiede Luke, e anche se Austin sembra contrario al suo restare, decido di rispondere io.

<<Sarà più difficile battervi, ma non crediate che vi lasci vincere.>> affermai con voce decisa.

<<Incominciamo allora.>> disse Luke.

Ci sedemmo sul divano.

<<Se vinci tu ci fai un obbligo, ci stai Lysa?>> disse Austin.
<<Ma se vinciamo noi, tu devi fare un obbligo che ti dico io.>> continuò lui.

Accetto e giochiamo a NBA.

[...]

<<Bene bene Anderson, ti toccherà fare un obbligo ehh.>> dico sfregandomi le mani dopo aver vinto.

<<Sii buona ti prego...>> mi dice lui facendo il labbruccio.

Ci penso un pò, e trovo la cosa perfetta. Sono le 16:45 e ho un pò fame...

<<Devi cucinare una pizza insieme a me.>> dico compiaciuta.

<<Ma scherzi? Sono le quattro del pomeriggio!>> dice Austin mentre Luke esce dalla stanza.

<<Non importa.>>

Lo prendo per mano e lo porto in cucina. Dopo aver preso tutto ciò che sarebbe dovuto servire, iniziamo con l'impasto. Guardo Austin e lui ricambia lo sguardo, mi avvicino sempre di più e dopo essere arrivata abbastanza vicino, prendo un mucchietto di farina e gliela butto in faccia.

<<Ah si? Vuoi la guerra? Okay ragazzina, che guerra sia.>> dice lui ridendo.

Iniziamo a lanciarci la farina, sono tutta sporca e il mio grembiule rosso ormai è bianco.

Lui si avvicina a me per pulirmi il naso, sempre sorridendo mi tira una ciocca di capelli dietro all'orecchio e con un dito mi alza il mento. Mi guarda negli occhi e io nei suoi, color verde smeraldo.
Sta per avvicinarsi, le sue labbra son quasi sulle mie, il mio fiato è sempre più affannato e lui sempre più vicino.

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