Chapter 5
Corsi, non so per quanto, tanto meno dove, ma corsi, corsi come se ne valesse la mia vita, come se qualcuno mi stesse seguendo, ma nessuno lo stava facendo.
Correvo per necessità, per scappare da tutto e da tutti, nella speranza di trovare uno spiraglio di luce in questo tunnel infinito di oscurità.
Corro fino allo sfinimento, corsi fino a quando le gambe non mi cedettero e caddi a terra in ginocchio e piansi, piansi per il dolore, per la rabbia, per la frustrazione. Piango per gli anni passati nel dolore, piango per la mancanza di una figura paterna, piansi perché mi sentivo inutile, mi sentivo stupido, mi sentivo vuoto, mi sentivo solo, mi sentivo privo di un qualcosa importante, anche se non so precisamente di cosa. Singhiozzo senza badare a dove sono e di come posso risultare, singhiozzo come per volerla finire qui per togliermi il respiro in un secondo, singhiozzo perché è l'unica cosa che il mio corpo mi permette di fare.
Alzai la testa dopo tempo passato a piangere, alzo la testa come ho sempre dovuto fare nonostante non stessi mai veramente bene, alzai la testa per continuare non per me ma per la mia famiglia, per Reese per Ryan per mia madre, per coloro che ora sono a chilometri di distanza da me, alzo la testa per guardarmi intorno ma non riconosco il posto, non riconosco nemmeno me stesso, forse dopo tutti questi anni passati a fare da padre, tutore e fratello ai miei fratellini e a fare da supporto morale ed economico a mia madre. E come se tastassi ogni cicatrice del passato, vedo io che dico a mio padre che mi piacciono i ragazzi, vedo come mio padre mi urla che sono sbagliato o malato, vedo e sento di nuovo le ferite procuratami da mio padre, vedo come soffrivo al solo sguardo che mi lanciava quell'uomo, vedo come mio padre esce da casa per sempre, vedo come mia madre cade a terra in grosse lacrime, vedo come mio fratello e mia sorella crescono senza padre e infine vedo me che ora sono tutt'altro ragazzo, un ragazzo con una maschera da indifferente, vedo questo ragazzo però togliersi la maschera e rivelare le lacrime quasi di sangue, lo sento piangere. Ed urlai. Urlai per sfogarmi.
Iniziò a piovere intorno a me.
E mi sfogai con me stesso
-perché sono così?! Perché sono dovuto crescere con una figura sbagliata del mio essere! Perché devo sempre subire tutto io?! Perché?! PERCHÉ?!- urlai ed urlai, non ce la faccio più, non sopporto più nulla di tutto questo. Mi guardai finalmente intorno con gli occhi semi asciutti.
Ero vicino ad un ponte non so precisamente dove, era tardi ed era meglio rimanere dove ero così andai sotto il ponte e presi il telefono
Chiamata persa da: Eben (5)
Chiamata persa da: Mommy❤️
Messaggio da: Jack (2)
Non risposi a nessuno dei tre. Sbloccai il telefono e andai sulla rubrica e cercai la lettera C. Chiamai Corbyn che dopo due squilli mi rispose
-pronto bro?-
-ehi C Corbyn, come ti ti va?- dissi cercando di coprire i miei singhiozzi, inutilmente, come sempre
-ehi ma che hai Zach? Dove sei che sento la pioggia di sotto fondo?- disse iniziando a preoccuparsi
-s sto bene Be Bean tranquillo ma non s so dove mi te trovo-
-spero tu mi stia prendendo per culo Zach mi sto preoccupando...- cominciai a piangere non sopportavo più nulla di tutto quello stress, mi venne un attacco d'ansia, mi sentii morire dentro, è quasi potevo sentire la preoccupazione del ragazzo dall'altra parte del telefono
-ti prego vienimi a prendere- dissi tra le lacrime -ti prego rintraccia questa chiamata, ti prego- lo supplicai, non sopporto più questo dolore, non sopporto questa solitudine è tutto così confuso così complicato. Perché?
-si Z, ho appena trovato il tuo cellulare tranquillo sto arrivando ti porto qualche vestito, resiti ancora un po' piccoletto- disse per poi attaccare la chiamata. Mi misi in posizione fatale. Non riuscivo più a respirare, mi sentivo come intrappolato, come se il torace fosse stretto in un qualche modo, iniziai a respirare con la bocca, affannosamente, poi aprii le braccia e le gambe per poter inspirare più aria che mi era possibile, iniziai a vedere tutto sfocato, tutti i miei sensi stavano andando in tilt, i suoni mi arrivavano attutiti sentivo solo il mio respiro affannato è il rumore assordante del mio cuore che batteva all'impazzata terrorizzato e vedevo tutto sfocato, continuavo a guardarmi intorno ma nulla. Dopo svariati minuti vidi un qualcuno forse, sentivo qualcuno parlare, qualcuno cercare di parlarmi, qualcuno ne mi scuoteva quasi stessi dormendo, ma io, io non sentivo, non riuscivo ne a capire ne a dire nulla, mi faceva male il petto, la testa, la gola, le gambe, l'addome, mi faceva male tutto, l'unica cosa che percepii prima di svenire fu un urlo di disperazione quella voce famigliare, quella voce bassa, la penultima voce che sentii quella sera prima di arrivare, anzi correre, al ponte
-ZACH!-
Corbyn
After the phone call
Presi alla rinfusa una felpa calda e un asciugamano e chiamai Jack, so che i due si sono un po' avvicinati ultimamente ed ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a prenderlo e di scuotere Zach in caso stesse male
-pronto- rispose dopo poco il Ricciolo con la sua solita voce roca
-Jack sono io Corbyn-
-cosa succede Corb? Mi sembri agitato- vedi un po', amico, una persona a me cara mi ha chiamato in lacrime letteralmente pregandomi di venirlo a prendere in un posto che non conosce, quasi rido dal nervoso
-si è successo una cosa preparati con un ombrello e il cellulare andiamo a prendere Zach-
-Cos perché?-
-perché quel idiota si trova sotto un ponte a quattro chilometri e mezzo da Los Angeles, sta da solo ed è in panicato- spiegai velocemente e nervosamente
-spicciati sono pronto- e mi attaccò la chiamata in faccia. Uscii subito di casa e salii sulla mia macchina guidando a casa di Jack e dopo averlo fatto salire in macchina partii in quinta verso il posto dove si trovava Zach. Dopo 5 minuti arrivammo scendemmo dalla macchina e ci precipitammo sotto il ponte dove vedemmo Zach in una situazione di agonia, come se fosse stato torturato a morte, braccia e gambe aperte con il respiro affannato gli occhi sbarrati e la testa che si gira a destra e a sinistra, sembra quasi assatanato
-stagli vicino io chiamo il 911- dissi a Jack prendendo velocemente il mio telefono componendo il numero. Zach ti prego amico, resisti.
Jack
Mi accovacciai sul corpo di Zach subito dopo che Corbyn me lo ordinò. Era pallidissimo e ripensai a poco fa, a quando stava giocando con mia sorella minore, a come sorrideva, a come sembrava vero in quello momento, ed ora che lo vedo in queste condizioni mi viene da pensare che sia colpa mia, che che non mi fossi incazzato con lui ora non starebbe in questi panni. Cazzo ora sono incazzato con me, merda perché, provo a fare il bravo per una volta e la persona con cui interagisco va in panico come il mio cuore, cosa cazzo mi sta succedendo?!
-Zach mi senti? Sono qui, sono Jack. Ti prego resisti ancora un po' stanno arrivando i soccorsi non sei da solo, non ti lasceremo da solo, mai Dean- dissi mentre il senso di colpa si impadronisce del mio corpo e iniziano a pizzicarmi gli occhi -cazzo Zach ti prego, mi dispiace per quello che ti ho detto prima non volevo, non sapevo fossi così sensibile, non sapevo il tuo passato, hai ragione, hai fottutamente ragione Zach, io non ti conosco, e mai ti conoscerò bene, mi dispiace così tanto- ed ora mai le lascio sono uscite, in altre situazioni le avrei tenute dentro ma ora come ora non posso far altro se non chiedergli scusa e guardarlo chiudere lentamente gli occhi e vederlo fermarsi all'improvviso, non respispira a quasi più. Oh merda!
-Zach? Zach. NONONONONONO- andai nel panico totale, iniziai a scuoterlo ma nulla, lo richiamai ancora e ancora non dava alcun segno
-ZACH!- urlai il suo nome disperatamente, è tutta colpa mia cazzo un ragazzo come lui non si merita nulla di tutto quello che gli è successo, qualunque cosa brutta gli successe, lui non merita tutto questo dolore. Piansi sul suo petto non sapevo cosa fare, mi sentivo inutile, incapace di nulla, riuscivo solo a piangere per quel ragazzo che sembrava tanto sicuro e tanto fragile insieme, piangevo perché io lo avevo portato a questo. È stata tutta colpa mia, tutta colpa mia.
Sentii il rumore delle sirene dell'ambulanza ancheggiare tra la pioggia e le braccia di Corbyn allontanarmi dal corpo privo di sensi di Zach, urlai tra le lacrime, potrebbe sembrare un cliché ma non per me perché io l'ho trattato male, io merito di stare tra vita e morte, io solo io. Cercai di divincolarmi tra le braccia di Corbyn per raggiungere Zach nell'ambulanza ma il biondo mi strinse a se sussurrandomi più e più volte "starà bene, lo andremo a trovare domani, ora torniamo a casa e fa come se nulla fosse successo, nessuno di noi due vuole che Zach venga preso in giro più vero?" annuii ancora piangendo guardando i paramedici portare via Zach.
Tornammo a casa entrambi, ognuno a casa propria, arrivato a casa io mi precipitai in camera mia e mi isolai da tutto mettendomi gli auricolari e iniziai a pensare a Zach. Meriterei io tutto quello che sta succedendo a lui.
. . .Nobody gotta know. . .
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