Chapter 4




Jack

-allora Jack Ora mi spieghi chi cazzo l'ha ridotto così?- mi chiese Eben continuando a guardale il petto del minorenne addormentato sul divano

-un bulletto, Jackson si chiama, il solito ragazzo "fico" giocatore di football biondo occhi azzurri, con tutte le troie della scuola sul cazzo, letteralmente parlando- dissi ricordando la scena di più o meno un'ora fa.
Il biondino rimase in silenzio, forse stava pensando, forse no, non si sa.

-precisamente cosa è successo?-

-beh il bulletto stava ridendo di Zach per un qualcosa che ancora non ho ben capito, ed ha continuato a prenderlo per il culo, Jackson, e da lì Zach non si è più controllato e l'ha "picchiato" e oggi ha ricevuto la rivincita da pere del biondo ed ora si trova come lo puoi vedere- spiegai velocemente poi il silenzio piombò nella stanza che venne rotto dall'ennesimo lamento di Zach, il ragazzo davanti a me strinse la mandibola guardando di scatto il viso del castano, e il liscio aprì finalmente i suoi occhi visibilmente stanchi

-Dean quanto sei idiota!- urlò il maggiore al minorenne tirandogli uno schiaffo in faccia sulla guancia, sgranai gli occhi. Cosa cazzo stava succedendo davanti ai miei occhi?!
-sei veramente idiota a picchiare un bullo, sei uno stupido coglione senza cervello- gli diede un altro schiaffo all'altra guancia. Ma quanto può essere stronzo questo tizio?!

-i io...- balbettò il diciassettenne con il viso bianco guardando ad occhi sgranati il biondo

-tu un cazzo, sei un idiota poi ti lamenti che tuo padre se n'è andato di casa, grazie al cazzo sei un rincoglionito di merda- al castano gli vennero gli occhi lucidi

-n non hai il diritt tto di parlare d di mio padre- cercò di dire, ma si vedeva che si pentì di averlo detto, si vedeva la sua insicurezza, la si poteva quasi toccare e tagliare con un coltello

-e perché ti manca il tuo vecchio? Beh sappi che non gli sei mai piaciuto, considera più me come figlio che te- gli sputò acido

-come cazzo ti viene in mente di parlargli così?!- sbottai io stufo di vederlo prendere in giro il minore senza un cazzo di motivo
-scusami ma non penso che gli farebbe bene parlare del padre dopo essere picchiato a sangue- quasi ringhiai dalla rabbia

-ma chi cazzo ti credi di essere ricciolino?!-

-ok uno tu non mi chiami ricciolino...- non finii la frase che un Zach in lacrime non mi bloccò

-Jack p per favore non ri rispondergli- strinsi la mandibola poi sospirai rassegnandomi. Questo stronzo è fortunato ad avere in affinazione un ragazzo sensibile, se fosse per me starebbe già in ospedale da giorni

-Zach viene a dormire da me sta sera- affermai dopo un po', il ragazzo messo in causa girò a fatica la testa verso di me con espressione confusa

-come vi pare non me ne può fregare di meno- sputò acido il maggiore che andò in camera sua lasciandoci da soli

-p perché?-

-perché mi devi spiegare un paio di cose- dissi con il mio solito tono distaccato

-n non è vero i io non ti devo spiegare nulla- balbettò

-preferisci stare a casa tua a subire quell'idiota che definisci il tuo tutore e che ti maltratta o preferisci venire a casa mia rilassarti e spiegarmi cosa cazzo succede?- sospirò questa volta il liscio tirandosi su con il busto

-de devo prendere i vestiti...-

-non ti preoccupare per quello, te li presterò io- dissi avvicinandomi a lui aiutandolo ad alzarsi e lo portai in macchina dove lo feci sedere sul sedile e gli misi la cintura di sicurezza ed entrai anche io al posto del guidatore, e partimmo verso casa mia

-perché mi tratti così?- chiese all'improvviso il ragazzo a fianco a me rompendo il silenzio creatosi nella vettura

-tutte le persone con un cervello lo farebbero- dissi indifferente guardando la strada davanti a me continuando a guidare

-credevo ce l'avessi con me- affermò guardando la strada

-mi fai pena Herron smettila di dire cazzate varie e adesso spiegami perché hai preso a pugni Williams- dissi leggermente incazzato

-non sono affari tuoi- disse guardano fuori dal finestrino, frenai la macchina di colpo facendolo sussultare

-vuoi che ti riporti da quell'idiota del tuo tutore?!- scosse la testa abbassando lo sguardo
-quindi mi spieghi perché tutto questo è successo?- dissi rilassando il tono della mia voce facendo ripartire la macchina

-tu non hai visto dentro il mio armadietto vero?- scossi la testa. Che c'entrava ora il suo armadietto ora?
-beh ho appeso una bandiera LGBT nel fondo del mio armadietto e Williams mi ha preso per il culo iniziando a chiamarmi frocietto- disse con sguardo indecifrabile, diviso tra triste e arrabbiato

-e tu lo sei?- chiesi distrattamente

-ti interessa veramente?- mi chiese degnandomi di uno sguardo velato di lacrime, annuii. Lui sospirò e annuii poco dopo. Ah.

-non ho hai detto a nessuno vero?-

-esattamente, sei il primo o meglio il secondo... a saperlo- disse con un po' di rabbia, ero tra i primi a cui ha fatto coming out

-onorato- ridacchiai ma non si unì a me, non si girò nemmeno per lanciarmi uno sguardo infuocato. Nulla. Ha continuato a guardare fuori dalla finestra della macchina fin quando non dovemmo scendere ed entrare a casa mia.
Presi le chiavi di casa mia e aprii la porta annunciandomi dicendo "sono a casa" e dopo qualche secondo una piccola e selvaggia Isla viene correndo da me abbracciandomi dandomi il benvenuto

-ciao fratellone!- sorrise a biondina

-ciao nanetta- sorrisi anche io incasinandole i capelli

-Ehi- disse teatralmente offesa poi posò lo sguardo su Zach che era rimasto in silenzio fin ora -lui chi è J?- chiese dolcemente curiosa, ho già detto che amo mia sorella minore?

-Isla lui- dissi indicando Zach -si chiama Zach, è un mio compagno di corsi- le risposi e lei si staccò dal mostro abbraccio andando verso Zach che arrossì leggermente

-ciao io mi chiamo Isla!- disse felice la bambina

-Zach piacere- sorrise il castano timidamente, ora è pure timido questo ragazzino?

-ti va di conoscerci bene?- chiese mia sorella e Zach semplicemente annuì e segui la biondina verso il divano dove si sedettero, beh mia sorella si sedette, Zach ci provò ma sembrava che gli avessero appena spaccato il culo a metà. Iniziarono a parlare di molte cose, io rimasi ad ascoltare senza dire nulla.
Zach ha una sorella e un fratello minori che abitano a Dallas la sua città natale, il padre non vive più dalla famiglia e il ragazzo dovette mantenere la famiglia essendo l'uomo di casa o almeno il più grande dopo che la madre ebbe un crollo emotivo, dice che lavora tutt'ora in un bar a Los Angeles, sembrava giù di morale mentre parlava della famiglia o forse me lo sono totalmente inventato sta di fatto che ora lui è mia sorella minore stanno giocando insieme e lei sembra apprezzare la presenza del castano.
Sto un po' con il cellulare fin quando qualcuno non apre la porta e vado ad aprire e mi ritrovo mia sorella Ava con due valigie in mano e non un sorriso a trentadue denti cosa che feci pure io abbracciandola fragorosamente

-ehi ehi sono appena arrivata fammi respirare- ridacchiò ricambiando l'abbraccio e poi sentimmo le piccole urla di Isla che venne ad assalire Ava e dietro di lei un Zach ancora un po' a disagio
-sei mancata anche tu a me biondina- ridacchiò prima di adocchiare il castano
-con chi ho il piacere di parlare?- chiese co un pizzico di malizia, ah povera illusa lui è gay, mi dispiace per te sorellina

-ehm... Zachary, Ma p puoi chiamarmi Zach... se vuoi ovviamente- disse timidamente il diciassettenne

-come mai tutta questa insicurezza Herron?-

-è è che mi sento di troppo- disse abbassando la testa, sospirai ruotando gli occhi. Quanto è disagiato questo ragazzo

-beh Ava vai a sistemarti che preparo la cena-

-ai suoi ordini capitano!- disse ridacchiando e andò in camera sua

-vale anche per te nanetta- dissi ad Isla che corse in camera sua ridacchiando un "va bene riccio". Una volta soli mi girai verso Zach, quest'ultimo arrossì leggermente
-Ma che ti prende?-

-nulla che ti riguardi- disse freddamente distogliendo lo sguardo, sbuffai

-ti fatto venire qui per darti una minima libertà cazzo ora vedi di collaborare- sbottai al ragazzo che strinse la mandibola visibilmente irritato

-allora potevi lasciarmi a casa mia-

-no se hai con tutore uno che ti picchia e ti abbassa l'autostima già di per se bassa- urlai irritato -e questa tua fottuta maschera da cattivo ragazzo davanti a me fa quasi pena quindi smettila che fai solo schifo in questi panni, ti ho visto mentre parlavi e giocavi con mia sorella e sono sicuro che sia quel ragazzo timido, semplice il vero Zachary Dean Herron- sbottai

-tu non sai come sono, non sai niente di Zachary. E non pensare che solo per le tue cazzo di parole io cambi- unì i nostri sguardi mostrandomi i suoi occhi un'altra volta velati dalla lacrime -tu non sai un cazzo della mi vita, nessun può compatirmi, tutti che cercano di essere empatici con me, ma sapete io non sono un idiota, so bene cosa aspettarmi da voi persone merdose quindi smettila di sapere quello che sai perché tu non sai un cazzo, ed ora tu cena con la tua felice famiglia io me ne vado- disse prendendo il suo zaino uscendo da casa mia sbattendo la porta in quel momento esatto Isla camminò verso di me

-dov'è andato Zach? Tornerà vero?- chiese leggermente triste, strinsi la mandibola incazzato contro il ragazzo appena uscito di casa mia

-no si è ricordato che era impegnato sta sera è dovuto tornare a casa- mentii. Zach Herron sei più complicato di quanto abbia pensato in passato.

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