Chapter 3
Two weeks after
Driiiiin
Il suono della campanella di fine ora echeggia nei corridoi diffondendo il messaggio in tutta l'istituto musicale.
Era ora di tornare a casa.
Ed echeggia anche il rumore degli alunni che sistemano il proprio materiale nei rispettivi contenitori/zaini.
Questa era ormai una routine per me. Suona la campanella, esco di scuola, saluto Corbyn e i ragazzi, torno a casa, faccio i compiti ed altro.
Un circolo vizioso che mi piaceva però.
Stavo sistemando le ultime cose nel mio armadietto fin quando qualcuno non iniziò a ridere dietro di me, girai la testa d'impulso ad 180 gradi per vedere chi emetteva quel suono. Jackson Williams, il solito giocatore di football circondato da oche nonché bulletto di turno.
-bello l'arcobaleno Herron- ridacchiò guardando l'arcobaleno che era attaccato nella parete frontale del mio armadietto. Beh l'ho messo perché... beh 1 perché sono gay e si sa la bandiera del LBGT è proprio l'arcobaleno e 2 perché mi piace fin da quando ero piccolo quindi non ci vedo nulla di male
-il gatto ti ha mangiato la lingua frocietto?- biascicò il biondo facendo una sorta di smorfia o era il suo viso, ah boh
-come?- mi girai guardandolo ad occhi ridotti a due fessure e stringendo la mandibola
-che c'è il nostro Dean Herron si è arrabbiato?- disse esponendo il labbruccio come fanno i bambini, patetico
-senti idiota preferisco non farti del male perché non mi abbasso al tuo lurido livello quindi vattene che fai un favore a tutti- ricevetti con risposta una fragorosa risata
-sei esilarante Herron. Comunque no, non mi muovo. Ammettilo che vorresti prendere in culo il mio cazzo, piccolo frocietto- dopo quello gli saltai addosso iniziando a picchiarlo sul volto e lui subiva cercando di allontanarmi e qual volta prendeva il sopravventò ma non mi davo per vinto. Mai.
-tu non sei nessuno per parlarmi così, tu non puoi capire cosa si prova ad essere rifiutati per questo- ad ogni parola gli tiravo un pugno al volto fin quando qualcuno mi allontanò da lui, mi girai verso chi mi stava allontanando da quel pezzo di vacca, mi rilassai subito, era Corbyn
-so che sei orgoglioso Zach, Ma non abbassarti al suo livello non ne vale la pena- mi disse il biondo tranquillamente guardando furtivamente Williams che si alzava da terra, semplicemente gli annuii. Fortunatamente nessuno scoprì di quello che successe così il resto del giorno andò avanti tranquillamente, lasciando tutti all'oscuro di tutto.
At the sound of the bell of the next day
Ed Ecco che è passato un altro giorno di scuola. Come ieri sono al mio armadietto fin quando qualcuno non mi tappò la bocca con la mano trascinandomi all'esterno dove nessuno ci avrebbe visto e il mio aggressore si fece vedere con due "scagnozzi" a presso. Di nuovo Williams come mi sembrava ovvio dopo tutto.
-ed Ora paghi, Herron, per quello che mi hai fatto ieri- detto questo si avvicinò a me ordinando ad uno dei ragazzi di bloccarmi dalle spalle
-che lo spettacolo abbia inizio- ghignò iniziando a picchiarmi.
Presi il conto dei pugni che ricevetti sia sullo stomaco che sul viso, l'unica cosa che sapevo era che faceva un male atroce. In quel posto isolato dell'istituto si sentivano solo i miei gemiti di dolore e i suono dei pugni che Jackson mi stava infliggendo su tutto il busto, mi chiesi quando sarebbe finito tutto quello, cercai di divincolarmi tra le braccia di quel ragazzo che fisicamente era 3 volte me ma poi Williams mi diede un pugno più forte sullo stomaco e il ragazzo dietro di me mi fece cadere a terra, sanguinante, esausto a gemere piegato in due ma non era finito lo "spettacolo" infatti i tre iniziarono a darmi calci allo stomaco e alla schiena e caddi su un fianco. Smisi di lamentarmi, non mi avrebbe sentito nessuno, subii in silenzio facendo delle lacrime dai miei occhi che chiusi anzi serrati, ormai esausto.
-ehi Jackson idiota imbecille cretino Williams- disse qualcuno dalla voce non Troppo straniera come familiare poi sentii il rumore di un pugno e la voce di Jackson che gemette dal dolore
-lascialo stare o sarai te a subire il dolore che gli stai infliggendo e sai perfettamente che io non mi tolgo mai i miei anelli, quindi o vai a fare in culo o io ti faccio il culo- poi sentii dei passi allontanarsi ed aprii gli occhi pesanti. Vidi delle vans a scacchi bianco e neri e alzai lo sguardo su chi mi "salvò". Certo l'ultima persona al mondo a cui avrei pensato...
Jack Robert Avery
-p per...- non riuscii a dire nulla che lo stomaco come il resto del corpo non ebbe una fitta tremenda che mi face gemere
-perché ti ho aiutato ragazzino?- annuii cercando di alzarmi fallendo miseramente, Jack mi si avvicinò e mi mise seduto appoggiando la mia schiena al muro
-beh perché so cosa si prova ad essere picchiati, e perché mi facevi pena- ridacchiò alla sua battutina
-devo a andare a c ca casa- balbettai dolorante alzandomi in piedi sempre se: stare curvo con le gambe che tremano, tenendosi lo stomaco e appoggiato ad un muro fosse una posizione considerata "eretta"
-ti ci accompagno io, ho la macchina- disse andando verso una Fiat 500 nera e gialla poco lontana da noi. Cercai di camminare verso essa ma caddi in ginocchio strizzando gli occhi dal dolore e gemendo in ennesima volta
-ah scusa- disse tornando da me prendendomi in braccio a mo' di sposa e mettendomi nel sedile anteriore. Non dissi niente durante il viaggio, ero stanco, dolorante e in più era imbarazzante stare in macchina di un compagno di corsi che ti ha appena salvato la pelle
-dove abiti?- mi chiese dopo poco che partimmo
-a abito a Ho Hope stre street numero 2 285- balbettai con le mie poche Forse buttando la testa all'indietro strizzando gli occhi, Jack fermò la macchia dopo poco costeggiando fuori dalla strada
-fammi vedere quanto è grave, su- disse prendendo il lembo delle mia maglietta, lo lasciai fare, mi feci scoprire lo stomaco che era pieno di lividi ormai viola e gonfi
-dovrei avere una bottiglietta di acqua fredda- prede il suo zaino e ne estrasse la bottiglietta che appoggiò sullo stomaco facendomi gemere e sussultare allo stesso tempo
-tranquillo è normale, il tuo tutore sta a casa?- scossi la testa in negazione
-bene ti aiuterò con le ferite ora dormi se riesci di sveglierò quando sarà necessario- disse facendo ripartire la macchina. Feci come mi disse, o almeno ci provai all'inizio, tra dolore e stanchezza c'era un pari merito il dolore mi lasciava sveglio ma la stanchezza mi trascinò lentamente nelle braccia di Morfeo.
***
Aprii gli occhi lentamente accorgendomi di non essere più seduto sul sedile della macchina di Jack ma sdraiato sul divano di casa mia, mi guardai in torno per vedere dove fosse Jack ma non lo trovai
-ben svegliato Zachary- disse Jack uscendo dal bagno. Cercai di mettermi seduto ma l'addome come i muscoli della schiena ebbero una fitta che mi fece gemere un'altra volta
-sta fermo non ti conviene muoverti in quelle condizioni, dimmi dove avete il chit delle emergenze che ti medico-
-sta al bagno superiore, la porta al fianco ad un'altra con la scritta "maledetti oh voi che entrate" nel cassetto alla destra dello specchio- dissi con voce roca chiudendo gli occhi.
Sentii i passi di Avery allontanarsi e ritornare in salotto e avvicinarsi al divano dove si sedette vicino a me
-hai bisogno di aiuto o te la togli da solo la maglietta?- mi chiese indifferente. Con un po' di fatica riuscii a sollevare il mio busto ma per togliere la maglietta ci fu un mini problema perché la mia fottuta schiena non voleva aiutare quindi mi presi solo il lembo della maglietta cercando di sollevarlo
-ok ho capito- disse poi il ricciolino posando il chit a terra e aiutandomi a spogliarmi della maglietta.
Mi osservai il busto, solitamente è di una colorazione leggermente ambrata dato il pigmento della mia pelle ma ora era di un viola inquietante e per di più è come se ci fossero delle colline su alcuni punti, mi toccai qualche livido e ogni volta sussultai dal dolore
-sta fermo, quanto sei autolesionista- borbottò prendendo un sacchetto del ghiaccio che poi poso sul mio addome come fece con la bottiglietta d'acqua, ed io sussultai nuovamente strizzando gli occhi
-toglilo- biascicai
-fidati ti aiuta-sbuffai in risposta e lui continuò a medicarmi/alleviarmi il dolore. Dopo un po' mi si di fecero le palpebre incredibilmente pesanti e senza che me ne accorgessi mi addormentai. Di nuovo...
Jack
"Questo ragazzino dev'essere proprio coraggioso per aver sfidato Williams, beh come previsto non ne uscì così intatto" pensai guardando le varie ferite e i vari lividi sul corpo del diciassettenne sdraiato sul divano che si era appena riaddormentato, smisi di fare il lavoro che stavo facendo per farlo riposare ancora un po'. Se l'è vista proprio male, se non fosse per me ora starebbe lì a scuola svenuto e probabilmente con qualche osso rotto.
Sentii la porta principale aprirsi e una voce maschile dire un "sono a casa Dean" e scattai in piedi poi entrò in salotto un ragazzo sui 24 anni alto con i capelli biondi a caschetto
-chi sei te?- chiesi allo sconosciuto, arcuò un sopracciglio
-dovrei chiedertelo io visto che ti trovi a casa mia- disse minaccioso. Tsk non fa paura nemmeno ad un cucciolo di cane
-sono un compagno di corsi di Zach-dissi prima che il ragazzo spostò lo sguardo sul corpo di Zach a petto nudo dormiente, sgranò gli occhi a vederlo in quelle condizioni
-sei tanto tu a fargli quelli lividi?- ringhiò continuando a guardare Zach da lontano
-io gli ho salvato il culo dovresti ringraziarmi- dissi disinteressato distogliendo lo sguardo dal ragazzo e posandolo sul volto rilassato di uno Zach selvatico dormiente
-comunque mi chiamo Eben, sono il tutore di Zach- si presentò il ragazzo che in tanto si era spostato vicino a Zach
-Jack Avery-
-allora Jack Ora mi spieghi chi cazzo l'ha ridotto così?-
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