Chapter 16
Zach
Oggi è il grande e inatteso giorno che il me interiore ha 'organizzato' da tempo.
È la vigilia di Natale e qui ed a Dallas nevica come fa ogni anno in fondo.
Uscito dal taxi mi diressi verso quella casetta piccola e modesta da me tanto conosciuta.
Sono le 2:29 p.m.
Ricordi di anni fa riportati a galla, un'altra volta, le tante risate che mi feci e le tante lacrime che versai qui in questa semplice ed accogliente casa del borgo di Dallas.
Suonai alla porta
Ding dong
Quelle due note così semplici mi fecero accelerare in battito cardiaco esponenzialmente facendomi agitare in un nano secondo, e non poco, iniziai a giocare con gli anelli alle dita, un mio gran segno di nervosismo.
Si sentono grandi passi pesanti che si avvicinano sempre più alla porta che mi sta davanti e che mi divide da egli.
Scocca la serratura della porta principale
Si apre la porta mostrandomi chi mi aprì ad essa...
"Merda"
-Zachary, da quanto tempo- mi ghignò ed io sgranai gli occhi
-che succede figliolo, non sei contento di vedere di nuovo il tuo vecchio?- "sono una Pasqua guarda, porca pittata tu figlio di una calzatura di campagna*"
-perché sei qui- dissi secco peggio del deserto del Sahara
-quanto gelo nel tuo tono, figlio, credevo ti mancassi, sono passati molti anni- disse con tono QUASI dispiaciuto gli mancava poco al fare anche il labbruccio come i ragazzini
-3 anni, 3 anni passati come se fossimo la famiglia più potente e benestante di tutta l'America- dissi corrucciando la fronte per la rabbia
-non dire così Zachy- disse innocentemente come fa solitamente mia sorella per supplicarmi quel nomignolo che solo lei usa per chiamarmi
-non osare minimamente chiamarmi in quel modo- strinsi la mandibola cercando di calmarmi
-dai su non farmi fare brutta figura davanti a mia moglie- disse entrando in casa come se nulla fosse scomparendo dalla mia vista ed attenzione
-Zach! Che ci fai qui! Che ci fai tu qui!- squittì mia madre venendomi ad abbracciare dolcemente, ma allo stesso tempo forte come solo una madre sa fare, con le lacrime agli occhi
-volevo farvi una sorpresa, ma a quanto pare la sorpresa più grande l'ho ricevuta io...-
-già tuo padre ci ha spiegato che era andato via per questioni lavorativi, non sei contento che lui sia di nuovo a casa? Ora siamo al completo come alle origini- sorride apertamente mia madre, guardai mio padre e strinsi la mandibola sforzando un sorriso
-felicissimo di rivedere mio figlio cara, quasi quasi me lo tengo tutto per me- disse stringendomi fin troppo dalle spalle
-tu non lo sei Zach?-
Sospirai -felicissimo di rivedervi felicemente uniti, dove sono le bestioline di Satana?- cambiai argomento
-Ryan e Reese sono nelle loro stanze- disse mia madre con un po' di rimorso, ha già intuito i sentimenti che provo nei confronti di quel pezzo di M
-grazie per l'informazione mamma ora li vado a salutare così vi lascio da soli- dissi schioccando un bacio sulla guancia di mia madre ignorando quella roba che dovrei chiamare papà andando poi al piano superiore prima in camera di Reese, la mia piccola ed innocente sorellina.
Bussai
-che c'è mamma?- disse la piccola venendo poi ad aprirmi la porta, una volta che mi vide urlò il mio nome è mi saltò in braccio
-mi sei mancata anche tu Riri- ridacchiai girando su me stesso con lei tra le mia braccia, lei poggiò la fronte sulla mia spalla abbracciando il mio collo
-ehi tutto a posto piccoletta?- dissi fermandomi
Lei annuì e si strinse a me, così mi avvicinai al suo letto singolo dalle sue morbidi e rosa coperte sedendomici sopra
-mi sei mancato tanto Zachy- piagnucolò la bambina stringendosi ancora di più a me leggermente singhiozzando
-tanto tanto, per favore non andare più via-
-ma Riri io vado a scuola lontano, non posso...- realizzai che io per lei sono come il suo tutore, l'ho cresciuta io, è comprensibile che reagisca così, infondo ha solo 7 anni, singhiozzò iniziando a piangere silenziosamente sulla mia spalla
-è tutto a posto piccolina, giuro che ogni volta che mi sarà possibile video chiamerò la mamma per vedervi- lei sollevò la testolina dalla mia spalla guardandomi con gli occhi rossi dal pianto ma ora luminosi sorridendomi
-lo farai davvero?-
-certo che lo farò, per te di tutto piccoletta- sorrisi e le baciai le guance asciugandogliele con le mani
-grazie fratellone-
-prego Reece, però ora!-la misi a terra
-fammi salutare l'ometto di casa- dissi con fierezza uscendo dalla camera di mia sorella dirigendomi in quella di Ryan.
Bussai una seconda volta
-mamma non voglio altri biscotti- aprii la porta
-e perché dovrei dartene ingrasseresti soltanto e finiresti per esplodermi in casa- dissi giocosamente, mise in pausa il video gioco che stava facendo girandosi verso di me
-Zach!- disse venendomi ad abbracciare
-si sono mancato a tutti, ma come biasimarvi sono magnifico- ridacchiai e lui si unì a me
-ho tantissime cose da dirti bro, ma prima, sai che papà...-disse indulgendo un po'
-è tornato? Si lo so mi ha aperto proprio lui alla porta- dissi chiudendo la porta della camera a chiave accendendo le luci
-e che entrata ad effetto ha fatto- ironizzò
-già, ma seriamente, quanto è stato stronzo con voi finora?- chiesi diretto
-sembra pacifico per ora, secondo te è possibile che sia cambiato?-
-con voi? Probabilmente, molto probabilmente, con me ne dubito fortemente. Sono, e continuerò ad essere gay, Ryan e lui è omofobo- lui sospirò grattandosi dietro la nuca
-tu che hai intenzione di fare con... lui, con questa situazione tra voi due- mi chiese perplesso mio fratello guardandomi con in aria triste
-sinceramente parlando? Non ne ho la più pallida idea, ma sicuramente se rimarremo soli saranno cazzi per me- dissi guardando fuori dalla finestra
-è così assurdo pensare che sia di nuovo qui quello stronzo- sussurrai stringendo la mascella
Sospirò -già è strano, anche lui lo è, sembra cambiato in fondo solo che dopo quello che ti ha fatto- si fermò, non lo stavo guardando ma percepivo il suo rammarico la sua angoscia
-dopo quello che ti ha fatto vedo tutto in uno strano modo-
-ti sei accorto di come la vita possa essere strana, di come anche le persone più vicine a te possano odiarti e farmi più madre di altri- dissi guardando il giardino di casa mia
-sarò un depresso cronico del cazzo ma certe volte è così, magari tu non lo hai ancora provato, ma succederà almeno una volta nella tu vita, non ti dico di maturare ora, ma almeno vedi di prepararti mentalmente perché quando succederà sarà una di quelle botte dolorose come un calcio nei coglioni-
-lo ammetto Zach io... io ti comprendo più di quanto tu non sappia- disse
-se mi dici che stai scherzando posso anche tirare un sospiro di sollievo, se non lo è vado picchiare chiunque osa soltanto rivolgerti uno sguardo disgustato- dissi minacciosamente
-hai iniziato te Herman, dimmi, sai che lo faccio per te-
Lui sospirò -è che non mi piace il fatto che tu mi difenderesti al posto di me stesso, non mi va giù, per questo non l'ho detto mai a nessuno- disse mio fratello abbassando lo sguardo, gli alzai il viso con entrambe le mie mani
-e quale miglior persona di me per confidarti- sorrisi dolcemente come facevo quando si faceva male alle ginocchia quando cade a dalla bicicletta per rassicurarlo
-vengo bullizzato, non fisicamente, oralmente. Fa più male di quanto raccontano in giro-
-lo so piccoletto, ci sono passato molte volte anche io, non è facile nemmeno ignorarli ma cerca di diventare più forte emotivamente, pensa che io stesso ho pianto per ciò, e sai che non permetterei a nessuno di toccare il mio ometto, solo non mollare mai e non cambiare mai per gli altri, non meritano di conoscerti se ti prendono per il culo- dissi e lui mi abbracciò ed io ricambiai...
...farei di tutto per i miei due bambini
Spazio autrice
*se avete visto il video di Paola Cortellesi al David di Donatello potete capire e se non lo avete fatto guardatelo è bellissimo
. . . Love me for who I'm
and for who I'm gonna be . . .
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