Chapter 13
Zach
A few weeks later
Amo Jack Avery, è definitivo.
Lo so quello che abbiamo fatto non credo sia proprio aver fatto l'amore, ma proprio quell'episodio mi ha fatto riflettere bene e sì, amo Jack Avery.
Quel freddo, stronzo, menefreghista di merda, sì lui, colui che però, nonostante la sua carriera da algido re delle nevi, ha pianto per me, si è allontanato non per lui stesso ma per me, lo amo.
* * *
È martedì e sto andando a scuola, felice di poter vedere un certo nano riccioluto con un piecing al naso fan di Selena Gomez, appena arrivai lo vidi ma non come avrei voluto.
Jack era accompagnato da una ragazza alta quanto lui, bella anche lei, si vestiva bene e si vedeva che era una ragazza sveglia, lui e lei si stavano baciando, molto appassionatamente, mi si ruppe il cuore in miliardi di pezzi, cambiai strada istintivamente, o meglio posizione, per non vederli e soffrire silenziosamente da solo.
Una volta fui solo feci scendere le lacrime ma non singhiozzai, solo feci uscire le mie lacrime salate dai miei occhi sedendomi a terra e chiudendomi a riccio come facevo a Dallas per nascondermi da mio padre, mi coprii le orecchie
"soffrirai per tutta la vita, anche coloro che ami inizieranno ad odiarti, e tu pressato dalla ti solitudine ti chiuderai e mi ammazzerai, per questo ti lascio vivo, perché vivere è la peggiore delle pene"
le parole di mio padre che risuonano del mio subconscio, e sì soffro per qualcuno che forse non ha mai provato nulla nei miei confronti, e fa un male atroce al petto, e fa male nel profondo dove solo in pochi posso toccare, Jack non mi ha mai amato, sono stato solo una delle sue tante troie, sono uno della lista, ed io che sto qui a soffrire per lui, ma anche per me perché io lo amo veramente. Sentii la campanella suonare ed io entrai mettendomi gli occhiali da sole per coprire i miei occhi rossi e gonfi ed entrai in aula.
At the lunch time
Mi sedetti sul tavolino con il mio vassoio, da solo, ho di nuovo gli occhiali da sole addosso, non ho più pianto ma non voglio mostrare i miei occhi, iniziai a mangiare quando Jack e la ragazza di prima di sedettero di fronte a me
-ciao Zach! Lei è Gabriella la mia ragazza- disse entusiasta il nano riferendosi alla troietta... la ragazza che gli sta a fianco
-piacere- disse lei "cordiale" squadrandomi, si sente a chilometri che è disgustata da me, già ora sanno tutti che sono dalla parte e parte del LGBT+ ma sapete cosa? I DON'T GIVE A FUCK STUPID MOTHER FUCKERS!
-tsk-
-ehi che ti prende amico?- amico... MA VAFFANCULO UN PO' PIÙ IN LÀ! Guarda se mi devi far partire l'embolo!
-avevi detto che non volevi nessuna relazione seria o sbaglio, amico- marcai "amico" incazzato nero guardandolo con uno spiraglio omicida
-guarda che a lui non interessi frocietto- blaterò la ragazza oca, guarda un po' chi mi sta già sul cazzo? E guarda un po' a chi non frega un emerito cazzo della tua opinione?
-guarda che il tuo "uomo" si è fatto questo frocietto quindi non giudicare che sei sono una troia dal cazzo- battei il pugno sul tavolo, o per meglio dire diedi un pugno al tavolo, per poi alzarmi dal tavolo ed allontanandomi dalla mensa
-Zach!-
-vattete! Va' dalla tua ragazza su! Tanto sono solo uno della lista, solo una troietta per te- dissi scoppiando in lacrime girandomi verso di lui
-Zach... Io...-
-tu un cazzo, Jack! Sai cosa volevo dirti 'sta mattina?! Che TI AMO! IO TI AMO FOTTUTAMENTE MA NO TU STAI CON QUELLA, VIENI A DIRMI CHE NON VUOI UNA RELAZIONE SERIA PER POI METTERTI CON UNA RAGAZZA, È MEGLIO DI ME LO SO PERFETTAMENTE, MA IO MI CHIEDO PERCHÉ, MA PERCHÉ DEVO SOPPORTARE TUTTO IO! MA PERCHÉ DEVO SOFFRIRE SOLO IO! È VERO VIVERE È LA PENA PEGGIORE CHE UN UMANO POSSA PATIRE ORA LASCIAMI IN PACE, lasciami morire da solo in questo mare infinito delle mie lacrime salate che rigano le mie guance come se di acido, vattene- lo supplicai piangendo, lui mi guardò con sguardo supplichevole e lui ,come è sempre stato, mi fu empatico e se ne andò lasciandomi da solo... come lo sono sempre stato... solo destinato a soffrire continuando a vivere.
* * *
The next day
Ancora non ci credo che l'avrei riutilizzata, che l'avrei rivista e che avrei avuto di nuovo bisogno di usarla.
La tirò fuori dalla cover del mio cellulare, non è cambiata di una virgola, piccola, lucida, fredda e tagliente.
E miliardi di ricordi mi invadono la mente, dalla prima volta che la utilizzai, il dolore che provai utilizzandola, la seconda, la terza e l'ultima quando mio padre se ne andò di casa, ho smesso per la mia famiglia, ma ora mi rendo conto che ormai la lametta e il dolore fanno parte di me.
E come feci anni fa, poggiai la punta della lametta sul mio polso e mi tagliai il polso, una, due, tre, quattro volte es il sangue che scende dai tagli va dal polso e tutto il mio avambraccio, feci lo stesso con l'altro, otto tagli, bruciano come sempre ma ormai il dolore più profondo è quello emotivo e non quello fisico, ed il sangue scarlatto dal mio braccio cade sulla ceramica bianca del bagno di scuola ed io lo guardo incantato dal sua colore acceso ma non troppo, cupo ma non troppo scuro e mi tocco il polso aprendomi i tagli facendo uscire più sangue, poi qualcuno mi toglie di mano la lametta e mi spinge al muro
-CHE CAZZO HAI INTENZIONE DI FARE CON QUESTA?!- mi urlò in faccia Jack mostrandomi la lametta sporca del mio sangue
-io...-
-seriamente Zach?! Una lametta? Sei rincoglionito o cosa?!- mi si fecero gli occhi lucidi ed abbassai il viso guardando per terra
-rispondimi!- sussultai iniziando a tremare, trenta miliardi di ricordi a galla, di nuovo, ed il dolore ai polsi si fa più intenso come volevo, e soffro in tutti i sensi, iniziai a piangere a dirotto però silenziosamente come ho imparato a fare fin da neo adolescente, piansi silenziosamente per non attirare l'attenzione, per non rendere il tutto pubblico, per rimanere nel mio cantuccio scuro a soffrire e a pingere
-Zach... guardami- non feci nulla- ho detto di guardarmi!- mi urlò, feci uscire un gemito strozzato della mia bocca tremante ed alzai lo sguardo su di lui -perché ti stavi tagliando i polsi- mi chiese addolcendo il tono -cosa è successo-
-nu nulla che ti r riguardi- singhiozzai mentendogli, riguarda specialmente lui il motivo delle mie recenti lacrime e dei miei tagli
-sicuro?- annuii -riguarda Gabriella?- feci spallucce, non sopportavo più tutta quella pressione tanto vale dirgli tutto
-quindi è lei il problema per te- annuii
-perché non parli più, non vuoi?- annuii, lui sospirò -giurami che non utilizzerai più al lametta- scossi la testa in negazione -ti fai solo del male Zach, finirai per suicidarti-
-forse è proprio quello che voglio fare della mia vita- dissi guardandolo negli occhi più profondamente di prima
-non puoi continuare a farti del male Zach, lo faccio per te-
-forse non voglio un aiuto, forse preferisco stare da solo, ora ti chiedo io una cosa. Perché continui a starmi vicino nonostante io continui a ribadire di voler stare da solo-
-perché io ti... ti voglio bene- disse con uno sguardo leggermente spento come se malinconico
-non dirmi cazzate Jack-
. . . It was a lie . . .
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