Chapter 11








Jack

-Momma I'm so sorry I'm not sober anymore and daddy please forgive me for the drinks spilled on the floor...- sentivo Zach canticchiare Sober di Demi Lovato mentre si stava facendo una doccia nel bagno della mia stanza.
È il secondo giorno che sta a casa mia, decisione puramente mia ovviamente, non so perché e non voglio nemmeno saperlo sinceramente, ma voglio che rimanga qui a casa mia e lui ha già avvisato tutti, che sarebbero solo Corbyn e Eben ma questi sono solo dei futili dettagli, della sua prossima prolungata assenza

-MA DIO CRISTO!- urlò Zach dal bagno facendomi quasi sussultare sul posto

-che succede?- chiesi una volta davanti la porta del bagno ed aver bussato per avvisarlo della mia presenza

-lo shampoo di merda mi è finito nell'occhio, porca pitta a, fa male cazzo- imprecò il castano dentro il bagno, ridacchiai per il comico contrattempo nella doccia del ragazzo e lo lasciai stare tornando dove mi trovavo pochi minuti fa.

* * *

Dopo un quarto d'ora Zach uscii dal bagno raggiungendomi in camera mia con solo l'asciugamano alla vita, distolsi subito lo sguardo in luoghi poco contorti, forse anche un po' arrossito sulle guance

-Ho bisogno di vestiti- se ne esce tenendosi l'asciugamano in vita

-ma no, per me puoi stare anche nudo- sbottai ironico realizzando ciò che dissi subito dopo averlo visto arrossire violentemente e coprirsi una guancia rossa bordeaux con una mano visibilmente a disagio
-tsk, idiota conosci l'ironia te?- dissi per poi dargli, o per meglio dire tirargli, una semplice maglietta a tinta unita nera, dei boxer e degli jeans blu

-si che la conosco- borbottanti mettendo su un mini broncio che mi fa scordare del discorso che avevamo iniziato e del resto del mondo in un nano secondo fin quando il ragazzo in questione non svanisce dalla mia vista.

Cazzo ancora questa sensazione, questo senso di tachicardia, ogni fottuta volta che fa il bambino, ma che cazzo mi sta succedendo, non mi è mai successo prima di lui, ma mi piace questa sensazione strana.

* * *

Sono le 10:30 di sera, abbiamo appena finito di cenare con della pizza da asporto, ed io e Zach ora ci stiamo guardando un fottuto film alla scazzo alla televisione, e giustamente come poteva non passare un film rosa o romantico zuccheroso da diabete e un colato di vomito compreso nel pacchetto, a lui piaceva e pure molto a quanto pare, a me, invece, faceva cagare più del fatto che Williams possa scomparsi persino tutte le nerd di scuola nostra.
E per la noia lo osservo, Zach, anche se con la coda dell'occhio, nelle scene dei baci passionali si girava leggermente verso di me a darmi delle occhiatine innocenti per poi arrossire leggermente e puntare di nuovo gli occhi sullo schermo della televisione di casa mia, ah per la cronaca questo ragazzino mezzo troglodita stramaledetto gay bullizzato del cazzo sta così comodo su di me che gli sto facendo a da poggia testa, manco per piangere ma per provocarmi, odio quando qualcuno mi provoca, sono io quello che provoca le altre persone, cazzo.
Così non va! Soprattutto se si è Jack Avery!
Ed Ecco finalmente i titoli di coda ed il castano a fianco a me sospirò

-bello questo film- disse stiracchiandosi con i miei occhi bramosi su di lui, a scrutarlo in ogni sul movimento come un predatore con la sua piccola ed indifesa preda

-certo, io se non fosse finito avrei vomitato la pizza di poco fa- lui sbuffò girandosi poi verso di me guardandomi

-possibile che tu non trova mai un momento in cui lasci il tuo lato dolce fuori?- disse arrabbiato ma con tono abbastanza rilassato, strinsi la mandibola stringendo gli occhi

-no-

-va bene algido re delle nevi- ruotò gli occhi il diciassettenne, e li mi parte l'embolo, lo presi per la maglietta e di scatto lo posizionai sotto di me sul divano standogli letteralmente a cinque centimetri di distanza facendolo arrossire e leggermente tremare

-chi hai chiamato freddo, ragazzino?- gli ringhiai ad occhi ridotti ad una fessura, il ragazzo iniziò a tremare con più frequenza ma non gli diedi molta importanza
-è vero non ti conosco, ma non pensare che tu possa conoscermi veramente tanto da darmi nomignoli del genere- sbottai dando un pugno dal divano molto vicino al viso del ragazzo di fronte a me che sussultò all'urto, lo lasciai sedendomi lontano da lui

-s scusa...- balbettò ancora tremando il ragazzo, rilassai i muscoli della faccia, addolcendo il tono della mia voce.
Forse ho esagerato un po'.

-è colpa mia, lascia stare- sospirai poggiando la testa sul divano chiudendo gli occhi stando in silenzio

-hai avuto vecchie esperienze per diventare così?- chiese dopo minuti di un silenzio quasi sacro, semplicemente annuii senza spiccicare parola
-vuoi raccontarmelo?- scossi la testa in negazione
-ok, scusa ancora-

-quando la smetterai di scusarti?- dissi con occhi ancora chiusi, concentrato sul suono della sua voce

-non ci sperare molto mi scuso molto spesso-

-l'ho notato sai?- dissi con tono ironico ricevendo un leggero sbuffare

-antipatico- aprii gli occhi guardandolo fare il suo broncietto da bambino...





Zach

-antipatico- dissi facendo il mio solito broncietto da finto offeso ed osservai Jack che ora mi stava osservando ma più intensamente rispetto a come facevo io con lui; era come bramoso, quasi fosse l'alpha che bramava sul corpo di un'omega, la sua omega, come una leonessa brama una gazzella per cibare i propri cuccioli, e lo vidi avanzare verso di me, lentamente, come farebbe un ghepardo che adocchia la sua preda, lentamente si avvicina a me continuando costantemente il contatto visivo con me, si avvicina e quasi non me ne accorgo, quasi non mi accorgo della sua grande vicinanza al mio viso, ma mi accorgo dopo un po' che Jack Avery posò le sue labbra sulle mie.

Baciandomi

Un bacio casto, caldo e dolce allo stesso momento, non uno di quei baci violenti che mi sarei aspettato da uno come lui, dal suo carattere, dall'immagine ch mi ero costruito su di lui, quello era un bacio sincero, pieno delle sue migliaia emozioni, sentivo che in quel momento lo sentissi per la prima volta veramente nel suo profondo, nonostante sappia che lui pianse per me, questa volta sento la sua insicurezza e la quasi paura di approcciarsi ad un qualcuno

-potrò sembrarti algido ma ho un cuore anche io- mormorò al mio orecchio dopo essersi staccato da quello che sembrava un interminabile e bellissimo bacio amoroso

-io non ti conosco bene Jack, ma vorrei aiutarti a far uscire questo tuo lato- dissi guardandolo alzarsi

-non puoi- mi disse abbattuto con il solito tono piatto

-perché no?-

-sono stato già ferito quindi non mi fido-




. . . I've been hurt so I don't trust. . .

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