Capitolo 26 - C'è un morto nel cortile

Neville's pov.
Non sto ascoltando la lezione, non sono dell'umore. Mi giro intorno in cerca di quel viso familiare, ancora e ancora una volta.
"Luna non comparirà così dal nulla." penso.
Lo so.

"...non è vero signor Longbottom?" Flitwick si rivolge a me con sguardo di rimprovero.
"Ehm-"
Proprio in quel momento (non mi ricapiterà mai tutta questa fortuna) la porta si spalanca, ed entra un ragazzo, forse del primo anno. Tutti ci giriamo, al suono della porta, e lo guardiamo incuriositi. Lui è impaurito e ha il respiro affannato, sicuramente ha corso diverse rampe di scale. Ha i capelli corvini, e il viso pallido - non si capisce se è la sua carnagione, o lo sconcerto evidente che ha subito - è piuttosto basso, e porta la divisa di Tassorosso. Qualcuno deve avergli raccomandato di venire qui ad avvisarci di...qualunque cosa sia.
"Si...si...gnore" affanna rivolgendosi a Flitwick "c'è...un..." il suo respiro è corto, lui si appoggia alla parete per sorreggersi, poi ritenta invano di spiegare.
"Calmati, Rivers," dice il professore dall'alto della sua cattedra "prendi dei bei respiri, stai tranquillo, e poi dimmi cosa succede. Spero sia una cosa importante, visto che ha interrotto la mia lezione."
Il ragazzino fa vigorosamente cenno di 'sì' con la testa. Dopo una trentina di secondi, riesce a parlare.
"C'è un...morto! Nel cortile! Professore, mi hanno mandato da lei, io non so-"
Si accende un brusio generale, tutti che parlano tra loro: "un morto? Chi? Come è possibile? Che paura!"
"Un...cadavere?" alle parole di Flitwick, tutti si zittiscono "Oh, Merlino, vengo subito!" poi si blocca "E però..." guarda noi ragazzi con preoccupazione "come faccio con la mia classe?" ci pensa qualche secondo, poi fa un cenno di assenso "Venite tutti con me, STATE CALMI, e NON fate rumore." esclama "Un cadavere...un cadavere!" dice poi tra sé e sé.
Tutti, capitanati dal professore e da quel Rivers, ci dirigiamo in cortile, i miei compagni sono eccitati, vogliono vedere... "Il morto! Il morto!" tutti tranne me: dov'è Luna?
Poco prima di arrivare, però, Flitwick svolta, e bussa alla porta dell'ufficio di Gazza.
"È aperto" grugnisce una voce dall'interno. Non mi è mai piaciuto, quest'uomo, mi ha sempre fatto molta paura.
"Signor Gazza, se fosse così gentile da tenere i miei ragazzi...c'è stato un incidente e mi hanno chiamato a controllare."
"Non si preoccupi, professore." pronuncia quest'ultima parola con un lieve senso di ripudio, con quella vocetta gracchiante che mi fa rabbrividire.
Flitwick lascia la stanza e si dirige a passo svelto nel cortile, accompagnato dal ragazzo Tassorosso.
"Allora" comincia Gazza "che è successo di tanto terribile?"
Di nuovo, si accende il brusio e tutti parlano contemporaneamente: "Una cosa terribile! Un morto! Una figata: è morto qualcuno!"
"SILENZIO!" gracchia lui, che in tutto quel caos non aveva capito una parola "Tu." esclama indicando me, l'unico che non aveva detto nulla "Che cosa è successo?"
Non capisco questa moda di interpellarmi: perché io, che non ho la benché minima voglia di proferir parola?
"C'è un morto, nel cortile." dico con voce flebile e impaurita.
"Un cadavere??"
"S-sì" rispondo.
I suoi occhi si illuminano appena, forse di curiosità, forse di approvazione...non credo di volerlo sapere. Mi afferra un braccio ferocemente, mi trascina fuori e chiude tutti gli altri in quello sgabuzzino che chiama 'ufficio'. I miei compagni da dentro cominciano a protestare, a battere la porta, ma Gazza non li considera, e inizia a camminare a passo svelto e zoppicante, sempre tenendomi stretto il polso.
"Ma che fa?"
Lui non risponde.
Raggiungiamo il cortile, dove professori e prefetti sono stretti in cerchio attorno a qualcosa, o meglio: qualcuno.
Da lontano non riesco a vedere nulla, ma scorgo una mano, pallida, minuta: il corpo è di una ragazza.

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