Capitolo 17
Mi alzai dal marciapiede, freddo come il mese di dicembre, e mi incamminai verso il negozio.
Dovevano farmi qualche scatto verso le 8 e un quarto.
Non volevo andarci con Lucy, volevo stare da sola a riflettere.
"Come devo fare per riavvicinarmi a Shay?"
"Dio, perchè a me?"
"Perchè questa sofferenza?"
"Io e Shay stiamo ancora insieme?"
"Perchè non ci siamo piú parlate?"
Queste domande mi passavano per la mente, mentre io, passo dopo passo, andavo a lavoro.
<< Che tortura è l'amore, gli fai prendere il possesso del tuo cuore e lui lo maltratta... >> dissi sottovoce.
"Ora mi metto a parlare anche tra me e me?!" pensai.
Forse stavo diventando matta.
Guardai i miei piedi.
"Destro avanti, sinistro avanti, destro avanti, sinistro avanti... viene naturale, non ce ne accorgiamo neanche. Eppure è il nostro cervello che ordina di camminare ai nostri piedi" pensavo "mica devo pensare << muovi il piene sinistro, ora quello destro >> eppure fa tutto il cervello. Come il cuore, quando è innamorato fa quel che cazzo li pare..."
Molti altri ragionamenti strani mi accompagnarono per tutto il viaggio.
Arrivai davanti al negozio verso le 6:30.
<< Che cazzo faccio per un ora e mezza? >> dissi.
Andai in un bar.
Era vuoto, c'ero solo io e una ragazza che era dietro al bancone.
Andai da lei.
<< Potrei avere una bottiglia di vodka alla pesca? >> domandai.
La ragazza mi squadró, e mi mandó una specie di occhiataccia.
<< Sí >> rispose, alla fine.
Pagai e uscii fuori dal locale.
Andai sul retro dell'hollister, nel parcheggio, e mi sedetti sul marciapiede.
Pensavo solo a Shay, e stavo male per questo.
Non riuscivo a togliermela dalla testa. Mi faceva soffrire, e speravo che con l'alcool sarei riuscita ad affogare quei pensieri.
Incominciai a bere, sorso dopo sorso.
Bevevo e pensavo... verso la fine della bottiglia bevevo e basta. Non riuscivo piú a pensare.
Quello che successe dopo non me lo ricordo. Ero ubriaca, non potró mai ricordarmelo. So solo che quando mi svegliai ero distesa su una brandina, tipo un'amaca, ed ero stordita per colpa di un forte mal di testa.
Riuscivo a malapena a muovermi.
Vedevo solo il soffitto, grigio e pieno di luci a neon.
Pensai alla canzone di Demi Lovato:" Baby when they look up at the sky,
We'll be shooting stars just passing by,
You'll coming home with me tonight,
and we'll be burning up like neon lights"
Se mi avrebbe visto Demi in quelle condizioni... non sarebbe stata fiera di me.
Sentivo le braccia indolenzite, non riuscivo bene a muoverle. Ne alzai una, e vidi che era fasciata in diversi punti. Alzai anche l'altra, ed era fasciata anche quella.
<< Che cazzo mi è successo... >> dissi con un tono di voce abbastanza alto.
<< Ti ho trovata in brutte condizioni, Naya >> mi rispose una voce.
Non capii chi era. Ero ancora stordita dai postumi della sbornia.
Poi si avvicinó.
Era un modello.
<< Tu chi sei? >> chiesi.
<< Sono Sean O'Donnel >> rispose << dovevo fare con te gli scatti, questa mattina >>
"Oddio, gli scatti..." pensai
<< Questa mattina? Che ore sono ora? >>
<< Sono le tre, del pomeriggio... >>
"Cazzo, il mio capo mi ucciderà"
Sembrava che mi avesse letto nel pensiero: << Tranquilla, gli scatti sono spostati a domani! >> disse sorridendo.
Meno male erano stati spostati, se no cazzo...
<< Mi puoi dire che cosa è successo? >> gli domandai.
<< Quando sono arrivato nel parcheggio tu eri ubriaca fradicia, ed eri sul bordo del marciapiede. Ti riconobbi dopo qualche secondo. Prima che io riuscissi a parcheggiare, tu presi la bottiglia e la spaccai... con uno dei pezzi piú grandi hai incominciato a tagliarti le braccia... non ho parcheggiato, sono sceso di corsa e sono venuto da te. Ti ho strappato di mano il pezzo di vetro, ti ho presa in braccio e ti ho portato dentro il magazzino del negozio. Ti ho medicato e fasciato tutte le ferite che avevi >> spiegó.
<< Me le puoi elencare tutte? Io non riesco a vedermi... >>
<< Allora, ne hai una in testa, una sulla spalla, un pesto sulla schiena e 6 tagli in tutto sulle braccia >>
<< Merda >> sussurrai.
<< Ti ho messo una pomata speciale che ti cicatrizzerà tutte le ferite ed entro domani tornerai cone nuova... >> mi spiegó <<... peró ora mi devi dire perchè lo hai fatto >>
Sean era stato davvero gentile, e si meritava delle risposte.
<< Vedi, è complicato. Io e la mia ragazza eravamo una coppia felicissima. Poi per colpa di una sua amica abbiamo litigato. La sua amica mi bació davanti a lei... >> risposi.
Non riuscii ad andare avanti...
<< È qualcuno che conosco? >> domandó.
Per rispondergli ci misi quasi 20 secondi. Sembrava che non avessi il coraggio di pronunciare il suo nome.
<< L-Lucy >> << Lei ha mandato all'aria tutto, cazzo. Ora per colpa sua mi sono ubriacata e ho fatto stronzate peggiori... quasi perdevo il lavoro. Tutta colpa di quel cazzo di bacio >> urlai.
Mi stavo sfogando da dio. Mi sentivo sempre meglio.
Alla fine dell'urlata mi sentivo in paradiso. Mi ero tolta un peso enorme dallo stomaco e dalla coscienza.
<< Brava, ti sei sfogata! Ora come ti senti? >> mi domandó Sean.
<< Alla grande! >> risposi << Peró non so cosa fare con Shay >>
Prima che Sean potesse rispondermi, sentimmo dei passi venire verso di noi.
Riuscii a rotare la testa e a vedere chi era...
<< Merda >> dissi sottovoce.
Era Lucy, e aveva sentito tutta la mia sclerata.
Singhiozzata.
Ora mi sentivo in colpa.
Lucy se ne andó via correndo.
Sean si giró a guardarmi, e io ricambiai lo sguardo.
Sapevamo entrambi che ero in una situazione molto complicata e che non sarebbe stato facile far ritornare le cose com'erano prima.
... la storia continua...
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