ventotto
L'aria serale aveva provocato i brividi a Hitoshi, nonostante l'arrivo del periodo estivo. (T/n) lo aveva notato e, sorridendogli gentilmente gli porse la sua sciarpa rossa, da cui non si era mai separata fino a quel momento.
Gliela avvolse intorno al collo, notando che il ragazzo non accennava a capire che dovesse indossarla.
"Grazie..." disse il ragazzo, accennando un sorriso, quasi commosso dalla costante gentilezza della (c/c) nei suoi confronti.
"Non è nulla! E poi non sento il freddo, se vuoi puoi tenerla tu!" esclamò (T/n), benché non fosse per nulla abituata a dare ad altri la sua amata sciarpa, che fino a quel giorno era stata la sua più fedele compagna.
"Dici sul serio?" chiese il ragazzo, ricordandosi di come fino a quel momento non avesse mai visto (T/n) privarsi di quell'oggetto.
"Sì, sì! Dico sul serio!" rispose affermativamente lei, per poi spronarlo a continuare a camminare, in quanto Hitoshi si era fermato poco prima, per potersi sistemare meglio la sciarpa intorno al collo.
"(T/n), mi stavo chiedendo..." cominciò Hitoshi, per poi fermarsi a metà frase, esitando sul parlale o meno di alcuni dubbi che lo affliggevano dal loro incontro.
"Cosa c'è che non va? Evita i giri di parole."
"Perché hai così tanta fiducia in me?"
Lo disse tutto d'un fiato; e ora aspettava una risposta.
L'espressione improvvisamente seria di (T/n) lo lasciò interdetto, domandandosi se avesse fatto realmente bene a porgerle una domanda così semplice.
"No, lascia perdere..." liquidò il tutto, Hitoshi, con un gesto della mano, riprendendo nuovamente a camminare verso una meta non definita.
"Non è che io abbia fiducia in te... però penso che chiunque possa diventare un eroe, te compreso." spiegò il suo ragionamento (T/n), affiancando il ragazzo che l'aveva preceduta di pochi metri.
"Chiunque, dici?" Hitoshi non era completamente d'accordo con quanto detto dalla ragazza.
"Sì, chiunque, anche io, anche te. Pensa a quell'idiota di Mineta, se ce l'ha fatta lui, puoi farcela anche tu, no?"
"Però a differenza mia, lui ha passato il test d'ingresso."
(T/n) sospirò rumorosamente, "Sei proprio una seccatura. Ne abbiamo già parlato! In quell'esame la tua unicità era completamente inutile, hai intenzione di autocommiserarti in eterno oppure tenterai di migliorare, in modo da avere anche solo una minima possibilità di entrare nella sezione per eroi?" chiese (T/n), non contenendo il suo fastidio verso l'eccessiva insicurezza di Hitoshi.
"Cosa dovrei fare?!" domandò Hitoshi, alzando la voce, cosa inusuale per lui, che era solito mantenere sempre la calma.
"Questo devi capirlo da solo... non so con esattezza quali siano i tuoi punti deboli, dovresti provare a parlarne con gli insegnanti, loro sapranno consigliarti cosa è meglio per te..." rifletté (T/n), pensando ad una possibile soluzione, "Dovresti migliorare negli scontri ravvicinati, o cose del genere, per evitare di trovarti in difficoltà nel caso qualcuno riuscisse a neutralizzare la tua unicità, almeno penso..."
"Non intendo questo, (T/n)." la fermò Hitoshi, impedendole di proseguire il suo ragionamento.
"Allora qual è il problema?"
"Tu pensi che io possa farcela, ma ci sono tante persone che-"
"Che pensano tu sia più portato ad essere un villain? Pensi davvero che sia questo il problema? Un gruppo di idioti invidiosi della tua unicità e che cercano di farti dubitare di sé stesso?"
"Non è un problema?"
"No che non lo è!" esclamò (T/n), ridacchiando, di fronte all'espressione sorpresa di Hitoshi. "Sei così buffo!"
"Non sei d'aiuto! Non ridere!"
"Sei sicuro che io non sia d'aiuto?" domandò (T/n), per poi dare un'occhiata all'orologio che portava al polso, "Si è fatto tardi, devo tornare a casa... ti precedo, non ho bisogno che tu mi accompagni!" esclamò la (c/c), precedendo quanto il ragazzo avesse intenzione di dirle.
"Dovresti tornare a casa anche tu e farti una bella dormita, così riuscirai a fare un po' di ordine, intesi?"
Hitoshi annuì, prima che (T/n) scomparì, utilizzando la sua unicità.
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