ventitré

Izuku si era guardato allo specchio, per controllare di essere un minimo decente, nonostante si fosse ormai rassegnato, dopo aver tentato invano di sistemarsi i capelli.

Si era trovato involontariamente in una situazione da cui sarebbe uscito più che volentieri lanciandosi dalla finestra che aveva lasciato aperta in camera sua.

Mancavano ormai poche ore all'appuntamento in cui (T/n) lo aveva coinvolto pochi giorni prima, ad un orario improponibile, rendendogli impossibile rifiutare a causa della stanchezza. Sperava di riuscire ad uscirne prima di fare una figuraccia di dimensioni colossali.

Aveva pregato, parlando al telefono con (T/n) quando Shinsou era presente, che il ragazzo riuscisse a distoglierla dal suo intento, fallendo. Infatti, Shinsou, piuttosto che allearsi con Izuku per evitare quella situazione decisamente imbarazzante, gli si era schierato contro, collaborando con la fidanzata e costringendolo ad accettare, seppur a malincuore.

Ciò che lo rendeva così riluttante a prendere parte all'evento organizzato dalla (c/c) non era l'appuntamento di per sé, né la presenza di Ochaco, di cui era grande amico; o meglio, ciò che lo disturbava era il fatto che (T/n) la avesse definita un'uscita a quattro, invece che una semplice serata da passare tra amici.

Era estremamente a disagio. Non era mai uscito con una ragazza e non voleva che lui ed Uraraka venissero scambiati per una coppia. Insomma, Izuku era troppo innocente per anche solo prendere in considerazione l'idea di uscire con qualcuno, per non parlare della sua amica, a cui era molto legato.

A malapena aveva in passato parlato al telefono con una ragazza, la prima era stata infatti proprio la castana a chiamarlo al telefono. Non avrebbe mai retto una serata con Ochaco, soprattutto nella non tanto remota possibilità che (T/n) decidesse di andarsene con Shinsou per prendere un po' d'aria fresca e fare in modo che Izuku ed Ochaco potessero avere un po' di privacy.

Questo era ciò che Izuku temeva di più, l'imbarazzo di dover parlare con Ochaco in quello che era a tutti gli effetti un appuntamento. Faticava a parlare con le sue compagne di classe a scuola, come si sarebbe dovuto comportare?

Prima che potesse effettivamente concretizzare i suoi pensieri riguardo il lanciarsi dalla finestra con grande stile e scappare il più lontano possibile, senza essere più rintracciato, e stabilirsi in un'isola tropicale a fare castelli e ricostruzioni a grandezza di All Might con la sabbia, il citofono di casa sua. 

Sua madre, Inko, aveva aperto immediatamente la porta, senza dare al figlio il tempo di nascondersi nell'armadio.

(T/n) si era immediatamente diretta nella stanza del ragazzo dai capelli verdi. Aveva spalancato  la porta poco delicatamente, senza premurarsi di controllare che potesse esserci dietro il suo amico.

"Visto che sono gentile, ti aiuterò a prepararti!" esclamò (T/n), sedendosi sul letto e dando un'occhiata alla stanza tappezzata da poster ed action figures di All Might.

"Non ce n'è bisogno (T/c)-san... non vorrei esserti di disturbo..." 

"Sai cosa sarebbe di disturbo, caro Izuku? Il fatto che io abbia speso soldi per il biglietto dell'autobus in modo che potessi venire da te e farti il piacere di aiutarti... se non vuoi essermi di disturbo, ti conviene accettare." spiegò (T/n) con un tono falsamente gentile, convincendolo a prendere in considerazione la sua proposta.

"S-sì... grazie..." rispose Izuku, senza la minima speranza di poter fuggire in presenza della (c/c). "Non sei venuta con Shinsou?" domandò poi notando l'assenza del fidanzato della sua compagna.

"Oh no, aveva un impegno e non è potuto venire con me, ci incontriamo direttamente alle otto al bar." rispose (T/n). "Ora, però mettiamoci al lavoro! Sei un caso disperato, senza di me non ce la farai mai!" esclamò sorridendogli.

"Forse hai ragione."

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