ventisette
(T/n) aveva lasciato il bar prima dei suoi due amici, in modo che potessero passare un po' di tempo da soli, nonostante entrambi si fossero lamentati della scelta della (c/c), presagendo che non si sarebbero divertiti come invece sarebbe accaduto se fossero stati tutti assieme, comprendendo Shinso in quel 'tutti assieme'.
Dal suo punto di vista, la (c/c) riteneva di aver fatto abbastanza per i suoi due impacciati amici, ritenendo che ce l'avrebbero fatta da soli a divertirsi, senza ulteriori aiuti esterni.
Certo, non avrebbe negato che le dispiaceva che Hitoshi non fosse potuto essere presente a causa di un suo pisolino non programmato.
'Insomma, non dorme mai e proprio quando deve essere sveglio, si addormenta, mi prende in giro?' pensò (T/n), dirigendosi alla stazione, preferendola il treno all'autobus come mezzo per tornare a casa.
Il suo telefono squillò e nuovamente lo schermo venne illuminato dal contatto di Hitoshi, che aveva amorevolmente salvato come 'Asociale insonne', seguito da un cuoricino, nonostante da quel momento avrebbe probabilmente lasciato solo 'Asociale', constatando che non fosse poi così insonne come potevano lasciare credere le sue occhiaie.
Sebbene tentata dal piantargli il telefono in faccia ancor prima di rispondergli per aver mandato a monte la serata che si era premurata di organizzare, (T/n) decise comunque di rispondergli, per sentire cosa avesse da dirle.
"Aspetta a salire sul treno." (T/n) si spaventò alle parole del fidanzato.
"Come fai a sapere che sono in stazione?!" domandò la (c/c), voltandosi, cercando con lo sguardo Hitoshi.
"Tranquilla, non sono uno stalker, semplicemente Uraraka mi ha detto che avresti preso il treno, quindi mi sono diretto qui." spiegò tranquillamente il ragazzo, per poi ripetere a (T/n) di non salire sul mezzo.
"A quanto pare la stalker è Ochaco..." commentò ridacchiando (T/n) per poi allontanarsi dai binari come dettole dal ragazzo dai capelli violacei. "Comunque, cosa aspetti a saltare fuori?"
"Sono seduto sui gradini." rispose il ragazzo per poi chiudere la chiamata, senza lasciare a (T/n) il tempo di domandargli a quali gradini si riferisse.
Girando per l'intera stazione, (T/n) ci mise un po' a trovare Hitoshi, per poi, una volta essersi avvicinata a lui, lamentarsi dell'inesattezza delle sue indicazioni.
Non aveva intenzione di litigare con lui, sapendo il perché della sua mancata partecipazione all'appuntamento, nonostante ciò l'avesse particolarmente delusa.
"Non so veramente come farmi perdonare." disse il ragazzo, seriamente dispiaciuto di essersi addormentato mentre si dirigeva al bar.
"Lascia perdere, è un bene che tu abbia dormito. Possiamo sempre vederci un'altra volta tutti assieme."
"Non è questo il punto! Eri così felice ed io ho rovinato tutto!" esclamò il ragazzo passandosi una mano tra i folti capelli viola.
"Ci siamo divertiti lo stesso, non farne un dramma, te l'ho già detto, sarà per un'altra volta! Ora non preoccuparti!"
"Se vuoi, possiamo fare un giro assieme, prima di tornare a casa, sempre che tu non sia arrabbiata con me..." propose timidamente Hitoshi, non ancora abituato al legame instaurato con la (c/c).
"Sei proprio duro di comprendonio! Ti ho appena detto di non preoccuparti! Se continui così, finisce che mi arrabbio, ma solo per darti la soddisfazione di vedermi arrabbiata!" si lamentò (T/n), per poi continuare con un tono più trattenuto, "Certo che mi va di fare un giro con te, Hitoshi."
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Perfetto! Attivate il conto alla rovescia! Nei prossimi giorni pubblicherò l'ultimo capitolo e l'epilogo di questa storia!
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