venticinque
Hitoshi diede un'ultima occhiata alla sua immagine riflessa nello specchio prima di uscire di casa. Aveva nascosto l'appuntamento a quattro ai suoi genitori, giustificando la sua uscita come un 'giro al centro commerciale in compagnia di amici', per evitare che si facessero troppe domande su chi potesse essere la sua fidanzata.
Accertandosi di essere in orario, si diresse verso la fermata dell'autobus vicina a casa sua, fermata abituale, in quanto andava lì ogni mattina per prendere il bus che lo avrebbe accompagnato a poca distanza dalla scuola.
A differenza del solito, invece che prendere l'autobus la mattina, lo avrebbe preso la sera, anche se la meta era sempre la stessa, in quanto (T/n) aveva deciso di incontrarsi tutti in un bar poco distante dalla U.A., dove Hitoshi stesso si era fermato innumerevoli volte dall'inizio dell'anno, per ordinare dei panini per la pausa pranzo, nel caso non volesse fermarsi alla mensa del liceo.
Preso posto sul mezzo pubblico, Hisothi si sedette comodamente sul sedile vicino al finestrino, prese il suo cellulare dalla tasca per controllare l'ora, notando poi diversi messaggi da parte di coloro con cui avrebbe passato la serata.
Il primo a scrivergli fu Midoriya, dando sfogo al suo disagio per l'appuntamento incombente e chiedendogli disperatamente aiuto per evitare di fare qualche figuraccia colossale di fronte ad Uraraka.
La seconda chat era proprio quella della castana, che condivideva le stesse incertezze del ragazzo dai capelli verdi. A Hitoshi venne spontaneo chiedersi se non lo avessero scambiato per uno psicologo o consulente matrimoniale, a giudicare dell'innumerevole quantità di messaggi inviatigli da Uraraka e Midoriya.
Non erano suoi amici e non poteva neanche definirli conoscenti, in quanto ci avesse parlato veramente poco e sapesse poco o nulla che li riguardassero, oltre al nome e all'unicità. Non che gli interessasse molto di averli come amici, anzi, non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a dirgli chiaramente che avrebbe preferito la serata a casa, in solitudine, piuttosto che con loro.
Se avesse realmente fatto una cosa del genere, sapeva che (T/n) non avrebbe gradito; nel caso si fossero ritrovati a litigare, però, non avrebbe trovato difficoltà nel giustificare il motivo del suo astio. Semplicemente quelli non erano suoi amici e non era assolutamente obbligato a frequentarli solo per fare un favore alla sua ragazza.
Sarebbe uscito di scena, lasciando (T/n) arrabbiata e stupita dalla sua sfacciataggine, e probabilmente single, oppure la (c/c) si sarebbe fatta una rista e con calma, gli avrebbe detto: "Dopo dobbiamo parlare." facendogli così gelare il sangue nelle vene e preoccupandosi di avere a che fare con l'unicità della ragazza, temendo la possibilità di trovarsi in compagnia dei robot del test d'ingresso piuttosto che con gli studenti della 1 A.
Aprì l'ultima chat, ovvero quella con (T/n), un semplice messaggio, breve e coinciso: "Sii puntuale."
Le rispose immediatamente, affermando di essere già in viaggio e che in massimo mezz'ora sarebbe arrivato a destinazione. Non aveva perso tempo, scrivendo delle risposte anche agli altri due studenti, cercando di rassicurarli con qualche frase fatta, ma che avrebbe funzionato sicuramente, considerando gli individui con cui aveva a che fare.
Chiuse gli occhi, seguendo il consiglio di (T/n), secondo cui avrebbe dovuto cercare di riposarsi di più. Non aveva intenzione di addormentarsi, ma solo di riposare gli occhi per massimo una decina di minuti, per evitare il rischio di mancare la fermata vicino alla scuola.
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