# +1


Le sere di Marzo iniziano a farsi sempre più calde.

Per quello, alla vigilia del compleanno di Simone, si trovano sdraiati sul prato accanto alla piscina di casa Balestra, a guardare le stelle.

Hanno una coperta leggera sulle gambe e due bottiglie di birra in mano.

Aspettano semplicemente la mezzanotte e, quando arriva, brindano a Simone.

Brindano alle stelle e a Jacopo, la più luminosa di esse.

Forse è proprio per lui che hanno deciso di aspettare la mezzanotte alla piscina, oltre  per il fatto che sia una cosa loro ormai.

Un'altra della lunga lista di cose che contraddistinguono Simone e Manuel. In quei mesi, alla fine, erano diventati un loro a tutti gli effetti. Non che avessero dovuto specificarlo, visto che l'avevano capito tutti, ma erano scesi a patti con il fatto che loro erano quei tipi.

Gli stessi tipi che facevano finta di nulla qualche mese prima, durante le serate cinema.

Gli stessi tipi che ora si baciano davanti a tutti, come se nulla fosse.

Di passi in avanti ne hanno fatti, di abbracci un po' meno.

Quella però è la prima volta che Manuel abbraccia Simone e quest'ultimo non la dimenticherà mai.

Guardano il cielo, senza nuvole, sopra la loro testa e a Simone le parole escono da sole. «Sai, darei qualsiasi cosa, qualsiasi, pur di abbracciare ancora una volta Jacopo. Solo per un momento»

Manuel ascolta in silenzio, sembra che Simone voglia ancora dire qualcosa.
Poco dopo, infatti, riprende «Per dirgli che andrà tutto bene, anche se non sarà così, ma magari sarà meno spaventato» gli occhi di Simone si fanno lucidi e li chiude per trattenere le lacrime.

«Solo un abbraccio. Avrei bisogno solo di abbracciarlo» soffia fuori alla fine, come se dirlo potesse renderlo reale.

Manuel si sente inerme davanti a quella riflessione.
Non sa che dire, non sa che fare.

Non lo sa perché qualsiasi cosa non sarebbe abbastanza e non sarebbe quello che cerca.
Resta, quindi, in silenzio per un po'. Gli stringe la mano, per dargli più forza possibile, e gira la testa verso di lui.

«Alziamoci un attimo, Simò» lo sguardo di Simone e confuso e Manuel si tira su per primo allungando una mano all'altro ragazzo per aiutarlo.

Manuel aspetta di essere esattamente davanti a lui e, guardandolo negli occhi, lo tira a sé.

Lo abbraccia, forte, come mai avrebbe pensato di fare. Gli circonda il busto con un braccio e con l'altro gli cinge le spalle portando la mano tra i capelli.

Manuel ha la testa sulla spalla di Simone, lo sta tenendo stretto anche se non Simone dev'essere rimasto spiazzato perché ancora non ha ricambiato l'abbraccio.

«Me dispiace de non poterti dà ciò che desideri, Simò. Te voglio dì 'na cosà, però. Un posto, tra queste braccia, 'o troverai sempre. Anche quando la mancanza di Jacopo si farà più soffocante» le sussurra quasi tutte quelle parole.

Le sussurra per cercare di portare delicatezza ad un momento che ne richiede una quantità infinita.

Le sussurra perché se qualcuno gli avesse detto che avrebbe iniziato ad abbracciare un ragazzo riccio poco più alto di lui, non ci avrebbe creduto.

Le sussurra perché sentire le braccia di Simone che si aggrappano a lui, gli scalda il cuore come poche cose al mondo.

Manuel Ferro non è il tipo di persona che abbraccia, ma, per far star bene Simone Balestra, è disposto a farlo.
















Grazie, sempre!

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