Le Regole della Casa
Era passata una settimana da quando Harry e Louis avevano avuto il loro piccolo momento di confusione. E d'allora Harry era stato distante. Aveva mantenuto la sua promessa che nessuno avrebbe infastidito Louis perché nessuno l'aveva lontanamente fatto. Ma il riccio riusciva a malapena a guardarlo.
Non che Louis lo volesse.
Niall aveva mostrato a Louis come svolgere il suo lavoro nella casa. Come comportarsi, come parlare agli altri, quando non parlare agli altri, dove fosse tutto, e il più importante: nella casa nessun segreto poteva essere raccontato. Molte figure importanti dell'esercito e del senato entravano in quei muri e spesso diffondevano segreti che gli schiavi e altri servi della casa potevano sentire. Ogni cosa doveva essere riportata al Dominus, ma non bisognava mai dirla a qualcun altro.
Nessuno di loro sapeva quale sarebbe stato il lavoro ufficiale di Louis nella casa, così diventò solamente l'ombra di Niall, e il lavoro di Niall era di seguire Harry e fare ogni cosa che diceva. Era difficile per Louis sistemarsi con la sua nuova vita con questo, voleva solamente che Harry smettesse di fissarlo.
Tuttavia il peggio arrivò quando Niall fece irruzione nelle loro camere, completamente arrabbiato per qualcosa, ma dicendo soltanto a Louis che avrebbe dormito da qualche altra parte.
"Quindi dove dovrei dormire?" Louis chiese.
"Avrai una camera singola in fondo al corridoio."
Louis sospirò. "Sono gli ordini del Dominus?"
"Sì. Continui a lavorare con me, ma non vuole che nessuno ti tocchi." Niall si sedette sul bordo del letto, ridendo tra sé. "Come se io potessi farti qualcosa."
Louis si alzò e camminò per inginocchiarsi tra le gambe di Niall. "È tutto okay? N-non penso che ti sei arrabbiato perché cambio camera. Sai, non mi hai mai detto nulla di te. Mi parli solo della Casa, delle regole e altre cose simili."
Niall si guardò nervosamente le mani. "Non c'è niente -non molto da dire. Sono uno schiavo da quando sono nato, mi sono spostato da famiglia a famiglia. Questo è stato il miglior posto in cui ho lavorato."
"Okay, ma ci deve essere un'altra ragione per cui sei così arrabbiato."
Niall finalmente guardò Louis, stava per piangere. "Non sono arrabbiato perché lavoro qui. Sono arrabbiato perché dopo tutto questo tempo il Dominus non si fida di me, non si fida che io stia da solo con te, qualcuno che vuole. Mi piaci, Louis. Penso che potremmo diventare amici, lo penso davvero. E il Dominus non sarebbe nemmeno così, se sapesse -" Niall s'interruppe, tenendosi la mano sulla bocca. Spinse Louis via e si alzò. Iniziò a camminare velocemente, facendo uscire dei bei respiri. "N-non posso dirti perché sono arrabbiato. Nessuno può saperlo, mi metterei nei guai."
"Okay! Okay. Non devi dirmi tutto." Louis disse, correndo e stringendo Niall. "E possiamo essere amici. Voglio dire, non mi ha cambiato lavoro, ma solo dove devo dormire."
"Lo so, mi dispiace di essermi comportato così. Tutto quello che posso dire è che sono stato un po' in disaccordo con qualcuno." Pronunciò, accettando l'abbraccio di Louis. "C'è qualcos'altro che devo dirti. Gli ufficiali militari stanno arrivando alla Villa. Il Dominus vuole allenarli ed eliminare subito quelli deboli."
"Bene, cosa vuol dire?"
Niall sospirò e fece correre una mano tra i capelli biondi, "il nostro lavoro è uguale, ma devi fare attenzione: le nuove reclute non sono simpatiche come molti ufficiali. Non importa quello che dicono, non puoi lasciare che ti tocchino. Non hanno il permesso di scopare chi vogliono, ma a loro non importa. Diventa abbastanza pauroso quando arrivano qua." Spiegò. Come se Louis non fosse già abbastanza terrorizzato dalle persone che gli si avvicinavano. "Le guardie dovrebbero aiutarti, ma non lo fanno. Fa' attenzione."
"Lo farò, grazie Niall." Louis sussurrò. Iniziò a camminare verso la porta, ma si girò e gli diede un bacio veloce sulla guancia. "Sei l'unico che non mi spaventa."
+
Le nuove reclute erano cattive, proprio come Niall aveva raccontato e molti di loro erano solo un paio di anni più grandi di Louis. Lo deridevano e gli fischiavano quando Harry non era in giro. Alcuni di loro erano abbastanza coraggiosi da palpargli il sedere e la cosa peggiore era proprio che Harry non era in giro per vederli, quindi quando Louis doveva portarli in giro era liberamente molestato.
Era rivoltante ed imbarazzante, Louis si sentiva così disgustoso.
In un giorno particolarmente brutto dove l'avevano chiamato troia e lo avevano toccato, tornò nella sua piccola e sola cameretta e pianse, appallottolato su quella dura e patetica sottospecie di letto.
Sapeva di doverlo dirlo a Harry, ma il suo Dominus era sempre arrabbiato. Così, Louis doveva portare a Harry il vino pomeridiano senza dire una parola.
Il Legatus aveva iniziato una cosa strana ultimamente. Di solito quando Louis gli portava il vino, era seduto e quando il più piccolo glielo porgeva, Harry stringeva la sua mano per molto tempo.
Ogni volta sembrava che volesse dire qualcosa, ma era troppo esausto per farlo. Quello che confondeva Louis era come un piccolo tocco potesse fargli battere così tanto il cuore, anche se aveva visto Harry urlare e frustrare i soldati. Per non menzionare di come Harry aveva promesso che nessuno gli avrebbe dato fastidio, ma non faceva nulla.
L'ironia della sorte arrivò dopo che le reclute erano rimaste alla villa per tre settimane. Louis stava diventando insensibile al loro orribile comportamento, ma in qualche modo questo rese peggiore tutto. Prima era solo una cosa individuale, ma ora lo facevano in gruppo. Si approfittavano dello schiavo carino e cercavano di molestarlo. Niall non lasciava Louis spostarsi dalla sua vista quando lavoravano.
Ma un giorno Harry ordinò a Louis di accompagnare da solo un gruppo particolarmente disgustoso di soldati per l'allenamento nel giardino. Louis non sapeva che quei soldati erano già sul filo del rasoio, erano i peggiori del gruppo e il Dominus aveva deciso che se mandavano ancora tutto a puttane, non sarebbe stato gentile nella punizione.
Erano vicini al giardino, solo un'altra curva e sarebbero arrivati; e Louis sarebbe stato salvo da loro. Ma i Fati a quanto pare non lo volevano e prima dell'ultima curva, Louis fu preso da dietro e spinto in una stanza chiusa. Provò ad urlare, ma uno dei soldati gli coprì la bocca con la mano. Erano tre contro il minuscolo, piccolo Louis.
"Finalmente! Abbiamo provato a prenderti per tutte queste settimane." Ghignò uno di loro ed i suoi compagni risero dietro di lui quando tolse la tunica a Louis, mostrando a tutti il suo corpo. Gli girarono attorno e spinsero la sua faccia contro il muro. "Cazzo, sei carino."
"Il Legatus deve amare il tuo sedere."
"Scommetto che sei strettissimo."
Continuarono a dirgli cose orrendamente sessuali, sculacciandogli il sedere abbastanza da farlo diventare rosso. Louis stava così male che non si era quasi accorto che la sua bocca era stata scoperta. Quasi.
"Aiuto! Per favore Harry!" Louis urlò e i soldati gli coprirono di nuovo la bocca, premendolo duramente contro il muro.
"Chiudi quella cazzo di bocca, puttana."
"Scusati." La voce profonda, e chiaramente arrabbiata, di Harry tuonò dietro di loro. Era calma e uniforme ma minacciosa. Tutti i soldati saltarono via da Louis, facendolo cadere sul pavimento in un casino singhiozzante.
"Legatus noi-"
"Silenzio!" Urlò Harry, i soldati s'irrigidirono e restarono sull'attenti. "Tutte voi reclute siete un insulto all'armata dell'Impero. Siete un insulto al mio nome e casata. Ma voi, tre piccole merde, avete oltrepassato la linea."
"Signore, per favore-"
Harry l'afferrò, lo stesso soldato che aveva picchiato Louis, dalla gola e lo buttò addosso al muro. "Ho detto di stare in silenzio! I soldati dovrebbero sapere come ubbidire. Dovrebbero imparare il rispetto. Una parte di quel rispetto è di non toccare mai ciò che non vi appartiene. Avete capito?"
Annuirono.
"Bene. Sfortunatamente per voi, in questa casa non posso tollerare questo modo di mancare di rispetto." Disse minacciosamente, scrocchiando le nocchie. Liam corse dentro la camera, rimanendo dietro di lui e chiese cosa stesse succedendo. "Beh, Liam, ho deciso che questi uomini, se puoi chiamarli così, non sono adatti a servire. Portali nelle prigioni e invia un messaggio a Zayn."
"Non li lasci diventare soldati, ma li porti nei Ludus a diventare gladiatori?" Liam chiese, confuso dalle intenzioni di Harry.
"No. Dì a Zayn che abbiamo dei sacrifici per l'arena. Voglio scommettere su come e quanto velocemente moriranno," Harry ribadì.
I soldati boccheggiarono e stavano per protestare ancora, ma quando videro lo sguardo scuro di Harry e il ringhio sulle sue labbra, indietreggiarono. Liam chiamò alcune guardie e scortò gli ora-prigionieri fuori nel corridoio. Non appena Harry fu sicuro che fossero soli, il suo corpo si addolcì e si piegò vicino a Louis. Il ragazzo aveva smesso di piangere, ma continuava a tremare.
"Filius Veneris sei salvo ora." Disse in una delle più dolci voci. "Non ti faranno male di nuovo."
Louis iniziò ad assimilare che Harry aveva condannato tre uomini, nonché soldati, a morte per lui. A malapena guardò Harry, anche quando il suo Dominus iniziò ad avvolgere le braccia attorno al suo corpo e lo strinse in un abbraccio stretto e caldo. Louis odiava la morte. Odiava lottare, uccidere e tutte quelle cose di cui Harry era conosciuto. Odiava che Harry lo facesse sentire al sicuro.
"Quanto lontano sono andati, Louis?" Chiese Harry in un sussurro. Non voleva turbarlo ancora di più.
Louis scosse la testa. "M-mi hanno solo spogliato e colpito. E mi chiamavano con quegli orrendi nomi. È arrivato prima che peggiorassero."
Harry sospirò e alzò Louis come si fa con una sposa, uscendo dalla stanza, dove molte guardie e un po' di reclute erano ferme. Niall avanzò fino ad arrivare di fronte a loro e fece scendere Louis dalle braccia di Harry.
"Puoi camminare, piccolo?" Chiese Harry, e si rilassò quando Louis annuì. "Niall, aiutalo a lavarsi, poi portalo nelle mie camere."
"Sì, Dominus." Niall mise il braccio attorno alle spalle di Louis e uscirono dal corridoio.
Sentirono Harry urlare alle altre reclute sul loro comportamento. Sputava minacce, dicendo che non sarebbe stato così magnanimo la prossima volta. Louis smise di piangere quando arrivarono nei bagni, ma restava appoggiato a Niall come supporto.
Niall abbassò attentamente Louis nelle vasche, poi lo spogliò ed entrò con lui. "Stai bene, Lou?"
"Sì, mi fa solo male il culo."
Niall annusò, poi prese uno dei panni e iniziò a lavare lo sporco dalla pelle di Louis. "Per fortuna che il Dominus è arrivato quando stavano per..."
Louis annuì e guardò nel vuoto nell'acqua calda. "Prima di tutto però, non mi avrebbe dovuto mandare da solo."
"Hai ragione, ma non c'è nulla che tu possa fare ora. Sei vivo e perlopiù incolume." Niall sospirò e si spostò dietro Louis per pulirgli la schiena. "Scommetto che il Dominus cambierà le regole ora. Solo le guardie accompagneranno le reclute e ci saranno sempre più di uno schiavo. È intelligente, Louis."
"Non ti senti usato?" Louis sputò. "Non posso togliermi questo presentimento che sapeva cosa sarebbe successo. Che abbia usato me, e tutti gli altri, per testarli."
"Forse è vero, ma è il padrone. Siamo di sua proprietà e può fare quel genere di cose."
Ma mentre Niall finì di lavarlo. Louis non poté che pensare a una cosa; Ha detto che io ero diverso.
+
Louis era seduto sul letto di Harry in un'inquietante ripetizione della prima notte. Ma questa volta era definitivamente diverso, perché sapeva che il suo Dominus non avrebbe provato a far nulla dopo quel giorno. O almeno lo sperava.
Quando Harry entrò finalmente nella stanza, lasciò la porta chiudersi mentre camminava verso Louis. Louis si alzò in piedi e Harry prese le sue guance tra le mani, controllando la sua faccia per vedere se ci fossero dei lividi mentre il liscio non poteva che fissare la gentile preoccupazione di Harry, sentendosi in soggezione. Dopo un po' la mano di Harry scivolò sul collo di Louis e il suo pollice carezzò la pelle abbronzata, facendolo rabbrividire.
"Filius Veneris, m-mi dispiace per oggi." Il Dominus disse dolcemente. Baciò le guance di Louis e unì le loro fronti. Dopo un momento, lo lasciò andare e si sedette sopra il letto, facendogli segno di sedersi vicino a lui. Louis si sedette timidamente. "Dormirai qui con me da adesso. Finché questa casa non sarà vuota da quegli idioti di reclute."
"Cosa? D-Dominus non -"
"Louis! Solo... ti voglio qui e ti voglio al sicuro." Disse. Dopo un po' di silenzio, si alzò dal letto e camminò verso la porta. "Vai a letto, piccolo, devo mettere a posto alcune cose."
Il ragazzo si stese quando Harry andò via ed iniziò a trovare una posizione comoda sul letto. Tuttavia, non si addormentò quella notte. Era sveglio quando Harry tornò ore dopo, e si stese vicino al suo corpo.
Ed era sempre sveglio quando un momento dopo Harry si girò e unì i loro corpi, avvolgendo le sue braccia attorno alla vita di Louis.
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Da quando aveva iniziato a dormire nella camera di Harry, e dopo il piccolo incidente con le reclute, Louis si sentiva davvero protetto. Era anche diventato un po' più sicuro nella casa. Aveva iniziato a scherzare con le guardie che dovevano controllare e a spettegolare con Niall. Continuava a rabbrividire ogni volta che i soldati lo guardavano, ma non provavano ad avvicinarsi. Nessuno di loro voleva finire con lo stesso destino degli altri tre.
Anche Harry era diverso. Ogni volta che era fuori ad allenare nel giardino, era spietato, duro e spaventava Louis. Ma ogni notte, anche se a malapena diceva una parola, Harry era gentile con lui. Lo toccava dolcemente e lo stringeva quando dormiva. Louis si domandava sempre su cosa stesse provando o pensando quando era gentile con lui. Tuttavia c'era una persistente paura che incombeva su Louis e lo spaventava di chiederlo a Harry.
Persino Niall era diverso. Louis sentiva come se potesse dire tutto a Niall e non sarebbe stato giudicato. Tuttavia quando toccava a Niall ad aprirsi, difficilmente diceva qualcosa a Louis su di lui.
Il dominus gli aveva assegnato di pulire la cantina, che era davvero molto vicina alle stanze di Niall. Apparentemente in pochi giorni ci sarebbe stata un'importante festa con i membri dell'esercito e Harry aveva preso un'intera fornitura di vino solo per l'evento. Ma i ragazzi non si lamentavano poiché gli dava una pausa dallo stare immobili e camminare tutto il giorno, e gli dava anche la scusa di bere. Avevano il permesso di farlo solo nelle occasioni speciali, così nessuno di loro avrebbe rovinato l'evento.
Louis aveva fatto solo pochi sorsi qui e là mentre puliva, ma Niall era oltre l'ubriaco. Ridacchiava, saltellava e faceva cadere le coppe ogni volta che ne puliva una.
E continuava a fare commenti su Louis e Harry. "Alloraaaaaa..." singhiozzò, "che cosa fate davvero tu e il nostro caro padrone in quella stanza?"
Louis alzò gli occhi al cielo. Sapeva che normalmente Niall sobrio avrebbe capito che non succedeva niente, ma questo Niall ubriaco non ne voleva sapere. "Posso prometterti che tutto quello che facciamo è dormire. Ora forse tu dovresti dare una pausa al vino del Dominus."
Louis raggiunse la brocca nella mano di Niall, ma il biondo la strinse al suo stomaco con il broncio. "No, sto perfettamente bene." Singhiozzò ancora.
Louis sospirò solamente. Almeno Niall sembrava felice. Era stato lunatico da un po', ma migliorava ogni giorno. "Ehi Ni, ricordi quella notte quando Harry mi ha spostato dalla tua stanza? E tu eri davvero arrabbiato con qualcuno?"
La faccia di Niall mutò in pura confusione all'inizio ma dopo pochissimo urlò un "Oh!" cadendo sopra una panchina. Louis sussultò facendo cadere la tazza che stava pulendo e si sedette sul pavimento vicino al biondo. "È stato quando ho litigato con Liam. Liam. Amo Liam."
Niall ridacchiò ancora ma Louis rimase fermo, fissandolo con gli occhi spalancati e preoccupati. "Uhm, Liam? L'amico di Harry? Il soldato che è sempre qui?"
"Già," confermò, accentuando ancora di più la a. "Io e lui siamo diventati qualcosa da poco più di due anni, ma non dirlo al Dominus. N-non mi piace pensare a quello che potrebbe succedere, se fossimo scoperti."
Louis annuì, capendo. "C-com'è successo?"
"Circa un anno dopo che sono arrivato qua, Liam mi ha intrappolato quando lo stavo scortando fuori. Mi ha baciato e mi ha detto belle cose. Gli ho tirato uno schiaffo, così ha passato un po' di settimane a farmi regali e cercare di provare che non era un soldato incivile. Ovviamente ha funzionato." Aveva un sorriso da ebete sulla faccia e le sue dita giocavano con una collana d'argento attorno al collo.
Louis non sapeva come non avesse potuto vederla prima. "È da parte sua?"
"Sì, me l'ha data dopo che abbiamo litigato, come scuse. È il suo sigillo." Alzò il pendente alla fine, aveva una piccola incisione con il nome intero di Liam in latino e una fenice che stringeva un rametto di olivo. "Non ricordo il motivo della nostra discussione ora. Poi non importa, lo amo troppo per importarmene."
Louis sorrise con affetto, chiedendosi come fosse innamorarsi di qualcuno così. Non si era mai innamorato, non aveva mai avuto dei sentimenti per qualcuno. Amava la sua famiglia, amava gli dei, e la vita che gli avevano offerto prima di questo, ma tutti i suoi sentimenti erano diventati disillusi e confusi. E in qualche modo non poteva smettere di pensare a Harry.
"Ni?"
"Sì?" Chiese, risedendosi ora che stava smaltendo la sbornia.
"Il tuo segreto è al sicuro con me."
22/11/2015 Corretto da larryslaughs
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