lovers

Il sole di primo mattina filtrava dalle finestre, la stanza era illuminata solo da quella luce. L'aria era carica di quella pesantezza che accompagna ogni addio, un misto di malinconia e tristezza che rendeva difficile ogni movimento, ogni parola. Le pareti erano ricoperte di poster scoloriti, ricordi di una gioventù che si stava concludendo, e gli oggetti sparsi un po' ovunque – libri, magliette, scarpe – raccontavano la storia di chi aveva vissuto lì per tanti anni, senza mai davvero immaginare di dover partire.

Liam era al centro della stanza, i capelli arruffati che cadevano sugli occhi azzurri, ancora assonnato. Si passava una mano tra i capelli, cercando di svegliarsi completamente, ma la stanchezza emotiva rendeva ogni sforzo vano. Fissava la valigia chiusa sul pavimento, come se l'oggetto in sé fosse un qualcosa di troppo grande da affrontare, troppo carico di significati per essere solo un contenitore di vestiti e ricordi.

Theo era appoggiato alla porta, una figura familiare e confortante in un mondo che sembrava improvvisamente troppo grande. Indossava i soliti jeans e una maglietta nera che gli cadeva morbidamente sulle spalle larghe, e i suoi occhi erano fissi sull'amico, in un misto di preoccupazione e affetto.

"Dovresti sbrigarti, sai? Se non ti muovi, perderai il treno e dovrai restare qui per sempre," disse Theo, tentando di alleggerire l'atmosfera con il suo solito tono sarcastico. Ma c'era una nota di serietà nella sua voce, un accenno di preoccupazione che non era mai stato lì prima.

Liam alzò lo sguardo, l'ombra di un sorriso che si insinuava sui suoi lineamenti malinconici. "Non so nemmeno se voglio prendere quel treno," mormorò, la sua voce un sussurro carico di dubbio. "Non sono sicuro di essere pronto a lasciare tutto questo," continuò, "pronto a lasciare te."

Theo si staccò dalla porta e si avvicinò lentamente, ogni passo misurato, quasi esitante. "Lo so," rispose semplicemente, fermandosi di fronte a Liam e guardandolo dritto negli occhi. "Ma devi farlo. Non puoi restare qui per sempre, e lo sai." gli rispose freddo, poi distolse lo sguardo dal ragazzo, puntandolo verso la finestra, "è solo che fa schifo pensare che non ci sarai più ogni giorno, che non potrò semplicemente bussare alla tua porta e chiederti di uscire con me e di allenarci, o di attuare dei piani che fanno sempre schifo," sorrise la chimera.

Liam abbassò lo sguardo, le dita che stringevano il bordo della maglietta che aveva in mano. "Non è solo per te che è difficile, sai? Anch'io ho paura di andare. E se là fuori scopro che tutto quello che sono qui non significa nulla?"

Theo sorrise, un sorriso che era una via di mezzo tra comprensione e un pizzico di ironia. "Beh, questo non succederà. E anche se dovesse succedere, troverai un modo per essere fantastico anche lì. Sei tu, Liam. Sei sempre stato speciale, anche quando non lo sapevi."

Il silenzio calò tra loro, un silenzio denso di emozioni non dette, di promesse che non avevano bisogno di parole per essere fatte. Erano sempre stati così, Liam e Theo, legati da qualcosa di molto più profondo di una semplice amicizia. Era un legame che andava oltre l'amore romantico, qualcosa di più puro, più duraturo. Un'affinità elettiva, un'intesa che li aveva resi inseparabili fin dal primo momento.

Liam annuì lentamente, la decisione che finalmente si faceva strada nella sua mente. Chiuse la valigia con un movimento deciso, come a sigillare anche tutte le sue paure e insicurezze al suo interno. "Okay," disse con un sospiro, come se con quella parola stesse rassegnandosi al destino che lo attendeva. "Andiamo.". Il beta indossò la sua maglietta, per poi prendere la su valigia e il borsone dal pavimento.

Theo si mosse immediatamente, afferrando il borsone dalle mani di Liam, mettendoselo in spalla. "Andiamo a conquistare il mondo," disse, tentando di alleggerire ancora una volta l'atmosfera. Ma entrambi sapevano che quel "andiamo" significava molto più di un semplice accompagnare Liam alla stazione. Significava affrontare un cambiamento che li avrebbe separati, fisicamente, ma mai realmente.


Il viaggio verso la stazione fu stranamente silenzioso. Theo guidava la sua vecchia auto con una mano sul volante e l'altra appoggiata sul bracciolo, le dita che tamburellavano nervosamente sul cuoio consumato. La radio era spenta, ma nessuno dei due sembrava voler rompere il silenzio con parole vuote o forzate.

Liam guardava fuori dal finestrino, le case e gli alberi che scorrevano veloci come un film a rallentatore. Ogni scorcio familiare lo colpiva con una nostalgia improvvisa, il dolore al solo pensiero che stava per lasciare tutto dietro di sé. Anche il semplice cartello della scuola che avevano frequentato insieme sembrava avere un peso nuovo, come se tutti quei momenti passati insieme si concentrassero in quell'istante, pronti a sfuggirgli tra le dita.

Theo lo osservava di sfuggita, cogliendo ogni espressione che attraversava il volto di Liam. Sapeva che non sarebbe stato facile per nessuno dei due, ma c'era una parte di lui che voleva disperatamente fermare il tempo, impedire a Liam di salire su quel treno, convincerlo a restare. Ma Theo non era egoista, non lo era mai stato con Liam. Almeno non dopo essere tornato dall'inferno e aver imparato a fare gioco di squadra.

Sapeva che il suo amico aveva bisogno di questo, aveva bisogno di scoprire il mondo fuori dalla loro piccola città, di trovare sé stesso in modo che potesse tornare più forte, più sicuro.

Quando finalmente arrivarono alla stazione, Theo parcheggiò la macchina e spense il motore, ma nessuno dei due fece subito per uscire. Rimasero seduti in silenzio, come se sperassero che il tempo si fermasse, che il mondo si piegasse al loro desiderio di non dover affrontare quel momento.

Alla fine, fu Liam a rompere il silenzio. "Dovremmo andare," disse, ma la sua voce era esitante, come se nemmeno lui volesse davvero pronunciare quelle parole.

Theo annuì lentamente, ma non si mosse subito. "Già," rispose, prima di aprire la portiera e uscire.


Camminarono fianco a fianco verso il binario giusto, il suono delle loro scarpe che batteva ritmicamente sul pavimento di cemento. Il treno era già lì, immobile e in attesa, con le sue porte aperte che sembravano invitare Liam a salire e andarsene, lontano da tutto ciò che conosceva.

Theo camminava accanto a Liam, le mani infilate nelle tasche dei jeans. Per lui non era mai stato difficile parlare con Liam, macule giorno esitava a farlo, ogni parola gli sembrava troppo pesante o inutile, troppo carica di significato. Si trovava a cercare disperatamente qualcosa da dire, qualcosa che potesse rendere quel momento meno doloroso, ma nulla sembrava abbastanza.

"Quindi," iniziò Theo, con un tono volutamente leggero, "hai capito tutto sul tuo piano di viaggio? Voglio dire, non vorrei che ti perdessi alla prima stazione."

Liam alzò gli occhi al cielo, ma non riuscì a trattenere un sorriso. "Theo, è un treno diretto. Non c'è modo di perdermi, e tu lo sai."

"Beh, sai com'è," continuò Theo, cercando di mantenere quel tono scherzoso. "Non è che sia abituato a lasciarti andare così lontano. Chi lo sa, potresti finire per dimenticare tutto una volta là fuori."

Liam si fermò di fronte al treno, la valigia stretta nella mano destra. Si voltò verso Theo, e per un attimo sembrò che stesse per dire qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe potuto cambiare tutto. Ma alla fine, le parole si fermarono sulla punta della lingua, e ciò che uscì fu solo un sospiro.

"Non dimenticherò nulla," disse Liam, la sua voce più calma di quanto si sentisse. "Soprattutto non dimenticherò te."

Theo annuì, un movimento lento e deliberato. "Lo so," rispose, il suo tono finalmente più serio. "Ma non posso fare a meno di preoccuparmi."

Liam sorrise di nuovo, ma stavolta c'era un po' di tristezza in quel sorriso. "Sì, lo so. E apprezzo che tu lo faccia, davvero."

Il treno emise un suono basso, un avviso che stava per partire, e quel suono fece sì che il cuore di Liam saltasse un battito. Era davvero arrivato il momento. Si voltò di nuovo verso Theo, e per un lungo momento i due si fissarono senza parlare, lasciando che il silenzio parlasse per loro. Era un silenzio che racchiudeva quegli anni di amicizia, di risate, di momenti condivisi, belli o brutti che fossero.

"Mi mancherai, Theo," disse finalmente Liam, rompendo il silenzio con una voce che si spezzava leggermente.

"Anche tu mi mancherai, Liam," rispose Theo, la sua voce un po' roca. "Ma questa non è una fine, capisci? È solo un nuovo inizio. Per entrambi."

Liam annuì, ma sapeva che quelle parole non erano sufficienti a lenire il dolore del distacco. Sapeva che quella ferita avrebbe continuato a sanguinare per un po', che ci sarebbero stati momenti in cui avrebbe desiderato con tutto sé stesso tornare indietro. Ma sapeva anche che Theo aveva ragione: questo non era un addio, non realmente. Era solo una pausa, una pausa necessaria per crescere e scoprire chi erano veramente.

Theo si mosse, e prima che Liam potesse dire altro, lo abbracciò. Fu un abbraccio forte, quasi disperato, come se Theo volesse imprimere quel momento nella memoria di entrambi. Liam lo ricambiò, stringendolo a sé con tutta la forza che aveva, cercando di trasmettergli tutto quello che non riusciva a dire a parole.

"Ci vedremo presto," mormorò Theo, la sua voce appena un sussurro. "Non importa dove andrai, Liam, io sarò sempre qui per te."

"Lo so," rispose Liam, sentendo le lacrime che minacciavano di sgorgare. "Anch'io sarò sempre qui, per te."

Quando finalmente si separarono, entrambi cercarono di mascherare l'emozione che traboccava dai loro cuori. Liam afferrò la maniglia della sua valigia, il borsone nell'altra mano e fece un passo indietro, cercando di trattenere le lacrime che gli pungevano gli occhi.

Theo lo guardò andare via, il suo sguardo fisso sulla figura di Liam mentre si avvicinava alla porta del treno. Sentì un vuoto profondo aprirsi nel suo petto, un senso di perdita che sapeva non sarebbe andato via facilmente. Ma c'era anche un senso di orgoglio, una consapevolezza che Liam stava facendo esattamente quello che doveva fare, che stava seguendo il suo sogno, anche se questo significava allontanarsi da lui e lasciarlo nell'incertezza.

Liam si fermò alla porta del treno e si voltò un'ultima volta. I loro occhi si incontrarono e, senza bisogno di parole, si dissero tutto ciò che c'era da dire.

Poi, con un respiro profondo, Liam salì sul treno. Si sistemò al suo posto, lasciando la valigia e il borsone sul portapacchi sopra di lui. Il cuore gli batteva forte nel petto, un misto di eccitazione e paura, di dolore e speranza. Sapeva che quello era solo l'inizio di un viaggio che lo avrebbe cambiato per sempre.

Dalla finestra del treno, vide Theo che lo guardava ancora. Liam alzò la mano in un saluto, e Theo fece lo stesso, un sorriso triste ma sincero che gli illuminava il volto. Il treno iniziò a muoversi lentamente, poi sempre più veloce, e Theo diventò una figura lontana, fino a scomparire completamente dalla sua vista.

Liam si sedette, lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Il mondo esterno passava in un turbinio di colori, ma nella sua mente c'era solo Theo, solo il pensiero di quello che stava lasciando alle spalle. Eppure, nonostante la malinconia, sentiva una strana sensazione di leggerezza, come se stesse finalmente spiccando il volo verso qualcosa di nuovo, qualcosa di sconosciuto ma necessario.

Theo restò immobile per un lungo momento, anche dopo che il treno era scomparso. Sentiva il vento freddo del mattino sulla pelle, ma non se ne preoccupava. Aveva il cuore pesante, ma sapeva che era giusto così. Liam doveva andare, doveva scoprire chi era al di fuori del loro piccolo mondo, e Theo doveva lasciarlo andare, perché lo amava troppo per fare diversamente.

Alla fine, Theo si voltò e si diresse lentamente verso la macchina. Ogni passo sembrava pesare più del precedente, ma c'era una risoluzione nuova nel suo cuore. Sapeva che questo distacco non significava la fine di tutto. Significava solo che entrambi stavano crescendo, e che, una volta che avrebbero affrontato le loro sfide, si sarebbero ritrovati. Magari diversi, ma sempre legati da quel legame indissolubile che li aveva resi inseparabili.

Forse, pensò, quella distanza avrebbe rafforzato il loro legame. Forse, entrambi avrebbero trovato la loro strada nel mondo, e quando si sarebbero rivisti, sarebbe stato come se nulla fosse cambiato. O forse tutto sarebbe cambiato, ma il loro legame sarebbe rimasto intatto, perché, dopo tutto, erano anime gemelle.

Theo mise in moto e si diresse verso casa, con la consapevolezza che, nonostante tutto, non erano davvero separati. Il loro legame era più forte del tempo e della distanza, e niente avrebbe potuto spezzarlo. Non ora, non mai.























FINE.


S.A. — la storia è finita! come mia prima storia thiam, non avevo troppe idee, soprattutto sul fatto che io ho un'opinione tutta mia sulla loro ship ad essere sincera. quindi ho abbozzato questa storia in un mese e l'ho pubblicata. fatemi sapere se vi è piaciuta :)

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