Capitolo 5
Pochi centimetri di distanza dividono me dal viso di Jungkook, l'emozioni mi sopraffanno e cado in uno stato di annichilimento, il mio corpo non reagisce a tanta bellezza e possanza, purtroppo ritorno in me quando di scatto Jungkook si alza e velocemente va via con il suo gruppo.
In un momento mi ritrovo sommerso da persone che chiedevano se fossi ferito o avessi riportato traumi, persino Yoongi mi osservava in disparte da una finestra dell'istituto con sguardo serio, distaccato ma simultaneamente timoroso e turbato per l'accaduto. Io continuavo ad osservare da lontano quel ragazzo che in un flash è balzato di fronte ai miei occhi salvandomi la vita, era umanamente impossibile spostarsi a certa velocità.
Mi dirigo verso la cabina telefonica dell'istituto per poter chiamare i miei genitori, il tempo limite è di soli 15 minuti a settimana, sembra essere rinchiuso in una prigione.
<<Eomma ciao>>
<<Mio piccolo Chimmy come va, tutto bene? Come ti trattano in quest'istituto?>>
<<Tutto bene, la mia cura sta andando bene, gli incubi sono del tutto scomparsi, le persone qui sono molto cordiali >> racconto menzogne a mia madre per non allarmarla, mentre un ragazzo colpisce con furia il vetro della cabina telefonica pretendendone l'uso.
<<Mi fa piacere Chimmy, vedrai che tra un po' tornerai a casa ne sono sicura>>
"Si riceverò la pensione qui dentro, non riuscirò mai a scappare da questa topaia di pazzi"
La sera è calata e mi ritrovo disteso sul materasso del letto a castello, mentre Hobi poggiato alla scrivania è intento a terminare alcune sintesi della lezione di oggi. Si gira osservandomi, notando la mia aria turbata.
<<Hey Jimin, sei ancora sotto shock per l'accaduto o qualcos'altro ti sconcerta?>>
<<Hobi nulla a che vedere con stamattina .... È che non posso aspettare una settimana per parlare con i miei, non ho nemmeno avuto il tempo di salutarli>> sbuffo e affondo la testa nel cuscino.
<<Puoi usare il mio di tempo per parlare con i tuoi parenti, io non lo uso, tutti quelli con cui voglio parlare sono qui, in questa stanza>> termina con un sorriso caloroso ricevendo da me lo stesso sorriso.
<<Hobi , e i tuoi genitori? ..... beh volevo chiedertelo da un po' .... Insom ->>
<<Come sono finito qui? Beh dopo che i miei genitori hanno divorziato nessuno dei due mi voleva davvero con sé, così hanno deciso che quest'stituto fosse la cosa migliore e appena mia madre ha visto la brochure ha deciso così ... ed eccomi qui>>
<<Quindi non sei un cleptomane, maniaco depressivo, autolesionista anoressico ?>>
Mi guarda divertito e si avvicina sedendosi sul mio letto
<< ma no, la mia diagnosi è di gran lunga peggiore ed incurabile ... ho una GMM>>
"GMM e cos'è, non ho mai sentito una cosa del genere", lo guardo sbigottito e in interrogativo
<<Genitori Mortalmente Menefreghisti, già uno schifo di genitori, ma c'è una piscina qui e ne vale la pena .... Ah giusto spesso però soffro di sonnambulismo quindi fai attenzione che potrei strozzarti la notte>>.
Il mio sorriso improvvisamene si incupisce e lo guardo con inquietudine,
<<Scherzo, non potrei fare nulla di male al mio amichetto>> conclude con l'arruffarmi i capelli e ritornando alla postazione di studio.
L'alba sorge dalle nubi che ricoprono l'orizzonte, illuminando la foresta che circonda quest'istituto, mentre io mi incammino per i viali dei giardino assaporando la brezza mattutina. Intanto che mi incammino noto il direttore Kim che ordina lo sgombero della statua che ieri andò in mille pezzi. Un ragazzo mi osservava in disparte sempre poggiato sulla soglia del finestrone con una gamba piegata e una distesa, quel ragazzo era Yoongi, in questi ultimi giorni non scrollava i suoi occhi da me, mi eccepiva come se volesse controllarmi, proteggermi.
<< stai facendo sul serio? .... non mi dire, Yoongi si è innamorato? ... questo ti renderà le cose più difficili, non dimenticarti per chi lavori>> proferisce di sfuggito con fare disgustato il ragazzo che mi aveva infortunato. Yoongi non si mosse di un millimetrò continua ad osservarmi come se quelle parole fossero state un piccolo brusio impercettibile.
Uscendo dall'aula riesco a malapena ad attirare l'attenzione di Jungkook.
<<Jungkook, non ho avuto modo di ringraziarti per ieri, beh grazie comunque .... Ci sarebbe un'altra cosa ma sono un po' imbarazzato a chiedertel->>
<<Allora non farlo>> blocca il mio discorso mentre continuiamo a camminare per i corridoio
<<Ormai ci sono , non ci metterò molto , è che hai un aria così familiare come se ci fossimo già conosciuti, è possibile?>>
<<No, mi sarei ricordato ... devo andare ora ci vediamo dopo >> Nega alla mia domanda con tono inquieto e si allontana.
"Non capisco perché mi distanzia da sé, ho qualcosa di sbagliato? Al suo sguardo mi sento protetto, non lo conosco a pieno ma ho come la sensazione di averlo già rivisto quello sguardo".
Allontanandoci a vicenda gira lo sguardo verso di me, uno sguardo di frustrazione, tristezza ed angoscia come se volesse dirmi qualcosa e alcunché lo impedisce.
Dirigendomi fuori all'entrata principale dell'istituo intento e prendere un ennesima boccata d'aria fresca per eliminare le mie angosce e ripetute sfortune con i ragazzi, un'improvvisa voce maschile mi chiama.
<<Hey ragazzo nuovo, primi giorni parecchio movimentati, stai pianificando la tua fuga?>>.
Era Yoongi, che un attimo fa era seduto sull'ampia ringhiera degli scaloni e l'attimo dopo si dirige verso di me con postura apparentemente intimidatoria.
<<Già, dovrei pensarci>>,
allunga la mano per estrarre un ramoscello impigliato nei miei capelli, <<Ti va di fare colazione?>> invitandomi a guardare col suo sguardo un sacchetto di carta con due cappuccini bollenti.
<<E' molto invitante, ma sono in ritardo, vado a lezione>>,
<<meglio mai che tardi>> mi afferra per la mano,mi fa cenno di seguirlo mentre scendiamo le scale. In poco tempo ci ritroviamo in una zona poco affluente dell'istituto: un'ampia balconata, incorniciata in alcuni punti da edera, che affaccia ad una bella veduta della foresta. Parliamo del più e del meno, i soliti discorsi sulla conoscenza, mi osserva, mi scruta con aria incuriosita mentre sorseggio il cappuccino.
<<Devo ammettere che questo cappuccino è molto buono, da dove arriva?>> dico mentre mi pulisco il baffo dalla schiuma con la lingua e mi giro per ricevere la risposta,
<<sono andato a rubarlo dalla sala professori, la loro macchina del caffè non è niente male>> accennando un sorriso.
<<sei proprio incorreggibile>> scuoto la testa e con un piccolo sorriso ritorno a gustare il mio cappuccino.
<<questo dicono di me>>,
<<e non sei d'accordo?>> interrompo
<<Io so quello che voglio>> dice mentre si avvicina con lo sguardo verso di me
<<Anche a costo di infrangere le regole?>>
<<Beh se vale la pena correre il rischio ..... perché non dovrei farlo?>> si abbassa e con lentezza afferra una nocciolina posta all'interno del sacchetto poggiato tra le mie caviglie. I nostri sguardi si incrociano, entrambi restiamo affascinati e ammaliati dalla situazione, ma lui ritorna a sedersi portando la nocciolina alla bocca.
<<E tu invece Jimin? Non sei finito alla Sword and Light seguendo le regole. Sei un piccolo ribelle?>>,
<<sono solo un incompreso>>,
<<No,la vedo .... hai la scintilla>>
<<Cosa vuoi dire>> dico con tono incuriosito
<<Che sei una persona che preferisce fare la cosa giusta invece di quello che le viene detto ..... voglio dire che porti guai>> si ravvicina col viso allungando il braccio verso il sacchetto
<<Pensi di conoscermi eh?>>
<<So quello che voglio>>.
L'atmosfera diventa alquanto silenziosa e imbarazzante, un velo di attrazione ricopre i nostri sguardi, lui che osserva le mie labbra e tenta di avvicinarsi sempre di più, io che resto immobile quasi come se fossi abbindolato da questa persona. La distanza che divide i nostri volti e le nostre labbra è minima e resta tale fin quando esco dall'ipnosi, mi allontano istintivamente al rintocco delle campane.
"Non so come abbia fatto ad abbindolarmi, sa dove colpire"
<<Devo andare>> definisco mentre entrambi ci alziamo e ci incamminiamo verso l'interno dell'istituto.
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