Capitolo 3

Una voce, una figura che emana un alone di luce, si avvicina verso di me, la luce è troppo forte i miei occhi non reggono e automaticamente le palpebre si chiudono... una voce risuona nel mio inconscio <<jimin..ti ho trovato finalmente, l'attesa è finita>>. Un suono improvviso storpia quella voce soave, quel suono assordante si ripeteva all'infinito, come in un loop. Quel suono fu accompagnato da una nuova voce, molto familiare, mi ripeteva di svegliarmi. <<Jimin,svegliati,dormi da troppo tempo>>. Le mie palpebre si sollevano lentamente, sono pesanti,stanche e il mio corpo tutto intorpidito.
<<jimin ti sei svegliato!,sono io Jin, oddio mi sei mancato tantissimo sono stato in pensiero per te in questa settimana>> termina protendendosi con un caloroso abbraccio verso di me.
<<Hey Jin hyung non preoccuparti sto bene, almeno credo>>
mi giro e rigiro confuso per capire il luogo in cui mi trovo e riconosco quel rumore fastidioso proveniente dalla macchina del monitoraggio dei parametri vitali." Ah giusto sono in ospedale"
i medici entrano improvvisamente per controllare i valori dei miei parametri vitali.
<<Bene jimin, lei è fortunato, è stato per più di una settimana in coma a causa di un intossicazione da monossido di carbonio ragione dell'incidente a cui è stato coinvolto>>espone il medico.
una fitta parte dallo stomaco ricordandomi di Alex e del mio tentativo vano di salvarlo. Titubante chiedo notizie di lui, ma la risposta di Jin hyung mi lascia spiazzato.
<<Jimin...... purtroppo Alex non ce l'ha fatta, il corpo ha bruciato con il resto della casa, mi dispiace tantissimo>>
dai miei occhi fuoriescono lacrime amare che incidono il mio viso, lacrime che prestabiliscono un percorso già segnato.
Forse la mia vita doveva andare così, forse non meritavo di essere felice.

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Sono passati due anni da quell'incidente e la mia cosiddetta sanità mentale non migliorava. Molto spesso ho cercato di spiegare la situazione ai miei genitori, ma purtroppo né io, né loro riuscimmo a trovare soluzioni. Tutt'ora pensano sia solamente malato di mente a causa dello stress, ma io non mi faccio dissuadere da queste affermazioni, sono ancora convinto che ci sia un nesso a tutte le situazioni e le figure che mi frullano nella mente devo solo scoprire l'essenza di quegli avvenimenti.
I miei hanno deciso di trasferirmi in una nuova università più precisamente un istituto correttivo. "Grandioso, andrò in questo istituto dove verrò segregato a vita e costretto a prendere psicofarmaci, in più sarò circondato da forsennati".
Oggi è il mio compleanno e mi ritrovo in macchina scrutando il temporale imminente dal finestrino posteriore. Attualmente mi dirigo verso l'istituto mentre i miei parlavano entusiasti delle tante attività da poter fare in questa università .Siamo arrivati, sembra una chiesa del 700, sormontata sulle punte delle cupole da statue di angeli e demoni.
<<Chimmy ti voglio bene, vedrai che starai meglio e mi raccomando fai attenzione>> mi stringe mia madre in un abbraccio, mentre mio padre mi saluta con una pacca sulla spalla.
Mi ritrovo di fronte all' entrata dell'istituto con le valigie riposte al mio fianco, "Eccoci, spero di sopravvivere a quest'inferno", un sospiro fuoriesce involontario dalle mie labbra.
Mentre porto una mano tra i capelli noto una persona che mi osserva dal finestrone dell'istituto, non riconosco il viso poiché dista molto lontano da me."Cos'ha da guardare quel tizio? Penso non sia la prima persona ad entrare qui".
<<Benvenuto alla Sword and Light, da più di settantacinque anni prestiamo servizio per adolescenti che a causa delle sfide sociali o emotive che non riescono a superare, non sono più in grado di crescere in un ambiente accademico tradizionale. In questo istituto offriamo servizi clinici all'avanguardia e luoghi in cui svolgere attività didattiche come nuoto, danza e scherma, mi presento sono il custode e direttore dell'istituto Kim Namjoon>>.
D'un tratto la mia attenzione si sposta verso una volante della polizia fermatasi di fronte all' entrata dell'istituto. Un ragazzo scende dalla porta posteriore della volante chiudendola con un piede dietro di sé, un ragazzo dall'aria misteriosa, vestito di giacca di pelle nera,pantalone dello stesso colore strappato alle ginocchia, un fisico asciutto e slanciato,taglio di capelli medio lunghi di un colore biondo acceso leggermente ondulati, una carnagione molto chiara e un viso curato e candido velato da indifferenza, mistero, ma in me suscitava interesse,curiosità e non so che attrazione verso di lui. Mentre passa scortato dalla polizia lungo il corridoio porta alla bocca in modo indiscreto un bombolone giallo e intanto non stacca lo sguardo rivolto su di me, uno sguardo interessato ed insolito.
Con uno schiocco di dita il signor Namjoon richiama la mia attenzione verso di lui facendomi consegnare la roba vietata nell'istituto come aggeggi elettronici e armi da taglio. Il signor Kim richiama l'attenzione di una ragazza che passava per i corridoi ordinando di farmi strada sul piano dove avrei alloggiato.
<<Ciao, tu devi essere quello nuovo, piacere Arienne>> allunga il braccio per una stretta di mano <<piacere, Jimin>> ricambio il saluto.
<<Ho notato che osservavi con aria MOLTO incuriosita Yoongi, ti consiglio di stare alla larga da lui perché porta guai, quelli veri>>dice mentre mi guarda con aria quasi di disgusto mentre sfila dalle mie mani un foglio donatomi dal direttore <<Ah quindi fai parte della mia stessa categoria e quindi nel mio stesso piano, ottimo>>.
<<categoria?>> chiedo incuriosito
<<beh,noi dovremmo essere quelli più sani di mente, invece tutti i malati mentali gravi si trovano al terzo piano, la chiamiamo "farmacolandia", li separano da noi....ecco la tua stanza 308>>.
"questa stanza sprigiona felicità da tutti pori. È spoglia, spenta, senza personalità,cosa potevo aspettarmi da un manicomio" mi accascio sul letto, cercando di cancellare la stanchezza della giornata passata.
Il giorno seguente già vengo convocato dallo psicologo che cerca di capire qualcosa della mia attuale sanità mentale.
<<parlami delle tue allucinazioni Jimin, da quanto tempo si presentano e se sono tutt'ora persistenti>>
<<io le chiamo semplicemente ombre, si sono manifestate da quando ero piccolo circa all'età di cinque - sei anni e adesso non si mostrano più>> mento palesemente.
Il dottore mi guarda con aria insospettita e porge in un piccolo bicchiere di vetro tre pillole trasciandole dalla scrivania verso di me. Io con sguardo indifferente lo osservo e protendo le pillole verso di lui.
<<Jimin conosco la tua situazione clinica e so che hai bisogno di una mano per risolvere le tue paranoie,anche se tu non avessi questi problemi prendendo semplicemente i farmaci sarai mandato a casa dai tuoi genitori>>
<<preferisco essere me stesso che fingere di diventare un'altra persona e comunque non sono paranoie, sono degli avvenimenti reali che riuscirò a comprendere senza il vostro aiuto, visto che mi reputate tutti pazzi qui dentro>> detto questo mi alzo di scatto e cordialmente saluto il dottore e mi incammino verso l'uscita.
<<scommetto la mia vita che Jimin morirà di nuovo tra le fiamme>> confida con aria compiaciuta Arienne verso i suoi amici mentre mi osserva allontanarmi dalla stanza dello psicologo
<<dai Arienne non scherzarci forse andrà diversamente questa volta>> la interrompe l'amica. <<Vedremo>>.
Entro nella stanza adibita alle prove di ballo, intento a sfogarmi e liberarmi dal peso della situazione ma mentre mi cingo ad entrare intravedo un ragazzo dormiente, sdraiato a terra. La prima cosa che occupa la mia mente è la sua bellezza non una qualsiasi, una bellezza quasi angelica, che purifica l'anima e placa la confusione che offusca la mia mente. Lo osservo in silenzio, contemplo il suo fisico distinto, addominali ben pronunciati, spalle possenti, un viso perfetto contornato da capelli neri come la pece ma viene addolcito da un piccolo neo sulla punta del naso. "Assomiglia ad un coniglietto palestrato AAW, mado Jimin la smetti di essere così perverso? Non puoi fare cosi con tutti i ragazzi, calmati", ritorno al mondo reale dandomi piccoli colpetti sul viso,cerco di avvicinarmi di più per contemplare quello spettacolo in una visuale migliore, ma ovviamente nei momenti migliori si presenta la mia sbadataggine. Mentre mi avvicino inciampo sui lacci delle mie scarpe cadendo su quel corpo marmoreo e una parola esce istintivamente <<merda>>. "Oddio sono caduto cazzo, proprio su di lui, devo ammettere che da quel che ho percepito non è niente male".
Il ragazzo che precedentemente dormiva si siede di scatto osservandomi con aria perplessa e scocciata contemporaneamente.
<<Scusami colpa mia sono molto impacciato, stavo guardando questa stanza adibita al ballo non volevo disturbarti e casualmente sono inciampato cadendo su di te>> dico mentre cingo a rialzarmi.
<<Non fa niente tanto stavo per andarmene>> pronuncia mentre frettolosamente si incammina verso la porta di uscita.
Mi distraggo per il tono della sua voce .Una voce sublime, molto pura e fin troppo familiare.
<<Aspetta dimmi almeno come ti chiami!>> Grido di sfuggito mentre lui ha già oltrepassato l'uscio della porta."Vabbè è andato via che peccato volevo tanto sapere il suo nome"
D'un tratto lo rivedo sbucare tra gli infissi della porta <<Piacere .... Mi chiamo Jungkook>> e si riallontana.
Questo nome risuona nella mia mente, forse questa persona riuscirà finalmente a porre fine ai miei dubbi e incubi.

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SALVEEEE, SPERO QUESTA STORIA VI STIA PIACENDO, SCUSATEMI PER EVENTUALI ERRORI MA IN QUESTI GIORNI SONO VERAMENTE INCASINATA. VI SPAMMO IL MIO PAPPAGALLO PERVY PERCHE SE LO MERITA HAHAHA, UN BACIONE 💕

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