Capitolo 6
*🦋Ann-prima persona🦋
Arrivata in camera mi chiusi la porta alle spalle, sperando con tutto il cuore che Sun non mi avesse seguita. Mi ci appoggiai sopra con il fiatone, mentre le lacrime non ne volevano sapere di fermarsi. Mi aggiustai il maglione che era ancora un po' sollevato e corsi in bagno dopo essermi assicurata di non essere stata seguita da nessuno.
Davanti allo specchio notai di avere davvero un aspetto terribile, dei succhiotti che non avevo chiesto erano comparsi sul mio collo, ricordandomi quanto morbide e disgustose fossero le labbra della mia compagna di stanza.
Ma non era finita lì, sul labbro inferiore avevo un taglio dove il sangue si era già seccato, probabilmente causato dai denti di Sun, quando nel bacio aveva cercato di farmi aprire le labbra con la forza.
Aprii il rubinetto e iniziai a sciacquarmi la faccia furiosamente, come se quei segni potessero scomparire semplicemente con un po' di acqua e sapone. Ricominciai a singhiozzare, il cuore non ne voleva proprio sapere di rallentare, stavo rischiando un attacco di panico.
Di nuovo no, non ne ho uno da anni.
Mi buttai sotto la doccia senza pensarci due volte.
La pressione dell'acqua mi colpì quasi a volermi graffiare la pelle, non avevo aspettato che diventasse calda e avevo iniziato a spogliarmi solo dopo che i vestiti furono completamente fradici.
Mi sedetti a terra respirando affannosamente, nascosi il viso tra le ginocchia e lasciai che l'acqua scorresse lungo la mia schiena. Dovevo calmarmi, liberare la mente da ogni pensiero negativo e opprimente.
Sapevo che sarebbe successo, tutte quelle come lei si comportano così, prima o poi sarebbe successo.
Ricominciai a piangere e a urlare senza preoccuparmi di chi avrebbe potuto sentirmi, dovevo sfogarmi altrimenti sarei impazzita sul serio.
Tremavo come una foglia nel mentre che mi tornavano in mente i ricordi del 2008. L'anno più terribile della mia vita.
Ci avevo messo anni per riprendermi da ciò che mi era successo in quel periodo, solo in quel momento mi resi conto che in realtà non l'avevo mai completamente superato e che non ci sarei mai riuscita.
Stetti così, sotto la doccia per almeno un'ora senza insaponarmi né lavarmi effettivamente. il getto d'acqua iniziò a riscaldarsi e presto il vapore mi appannò la vista, iniziai a rilassarmi.
Quando uscii mi sentivo solo un corpo vuoto, senz'anima e senza emozioni. Non sapevo cosa provare, non sapevo come avrei dovuto reagire.
Per un attimo avevo creduto che Sun fosse diversa. La odiavo, ma per tutto quel tempo avevo sperato che mai avrebbe potuto farmi una cosa del genere con tanta cattiveria. Capire che mi sbagliavo fu un colpo terribile.
Dopo essermi asciugata tornai in camera sollevata nel notare che fosse ancora vuota, Sun doveva essere tornata a godersi la festa.
Indossai il pigiama e mi misi sotto le coperte sperando di addormentarmi in fretta.
Per quel giorno non volevo più vedere quella stronza. Non sapevo se rivedendola avrei iniziato a prenderla a calci, o avrei avuto un colpo e sarei morta di paura.
Era tutto così tremendamente confuso, semplicemente non volevo vederla e speravo di addormentarmi prima del suo rientro in camera.
*🦋Sun-terza persona🦋
Sun si rese conto della gravità di ciò che aveva fatto solo dopo che Ann l'aveva spinta via con un potente calcio, il quale in realtà non le aveva neanche fatto poi così male.
Il fatto che fosse una donna non la giustificava a commettere atti del genere, quella volta aveva esagerato e lo sapeva.
Ma qualcosa in Ann la faceva uscire di testa. Il fatto che avesse colpito Tina l'aveva fatta incazzare come mai si sarebbe aspettata, tanto che aveva pensato che limitarsi al semplice picchiarla non sarebbe stato abbastanza.
Tuttavia quando vide lo shock che aveva causato ad Ann stampato nei suoi occhi, si rese conto che c'era qualcosa che non andava in quella ragazza. Non poteva reagire così solo perché omofoba, doveva esserci qualcosa di più.
Sun decise di tornare alla festa dove tutti gli studenti della scuola si erano riuniti.
Non sarebbe riuscita a godersi di nuovo i festeggiamenti e la vittoria dopo tutto quello che era successo, ma era sicura che in quel momento Ann avesse più che bisogno di restare da sola.
Ritornata alla festa venne accolta a braccia aperte dalla sua band, che ancora esultava per essere riuscita a passare il turno e ad andare in semifinale. Anche Tina aveva smesso di piangere per la gioia e le era saltata al collo nel suo solito modo adorabile.
Solo dopo aver rivisto i suoi amici a Sun tornò il sorriso, anche se ancora si sentiva in colpa. Era decisa a capire le motivazioni della reazione esagerata di Ann, se qualcuno lo sapeva doveva per forza essere Pharn.
Dopo essersi fermata a parlare con il suo gruppo e aver mangiato una generosa fetta di torta, decise che era arrivato il momento di indagare.
Nella folla scorse la squadra di calcio di ingegneria dove avvistò Pharn, che se la rideva con alcuni compagni e qualche ragazza.
Senza timore Sun si avvicinò al gruppo avvisando i suoi amici che sarebbe tornata subito. In qualche modo riuscì a farsi strada tra la folla e a raggiungere il ragazzo, attirando la sua attenzione colpendolo più volte sulla spalla.
«Hey Pharn, posso parlarti?»
«Ciao bella, congratulazioni per essere passata, vuoi fermarti con noi?» Le chiese Pharn esaltato.
«No grazie, volevo solo chiederti una cosa... Posso parlarti in privato?»
Anche se non molto entusiasta della cosa il ragazzo la seguì. I due si allontanarono il più possibile dalla folla, rifugiandosi nel dietro le quinte dove poche ore prima Sun aspettava con ansia il suo turno di prendere il controllo del palco.
«Allora, cosa volevi chiedermi?»
«Si tratta di Ann.»
Pharn divenne improvvisamente serio e poggiò il bicchiere che aveva in mano su un tavolino lì vicino.
«Ti ha dato ancora fastidio?»
No, l'esatto opposto in realtà.
«No... solo che volevo capire per quale motivo Ann odia così tanto i gay.»
Pharn guardò la compagna di stanza della sua migliore amica perplesso, per poi sbuffare una risata, sollevato che non fosse successo nulla di grave.
«Perché me lo chiedi adesso?» Chiese ridendo e riafferrando il bicchiere per prendere un altro sorso della bevanda.
Sun fece spallucce.
«Sono solo curiosa di sapere il vero motivo per il quale la mia vita all'università verrà rovinata... E sono anche un po' brilla.»
«Io pure tesoro, ma non abbastanza da rivelarti un segreto di così grande importanza ahah. Se vuoi puoi chiederlo a lei anche se dubito che ti risponderebbe.»
Sun sbuffò, infastidita di non essere riuscita a ricavare informazioni utili da quel ragazzo. Sperava che con l'alcol la lingua gli si sarebbe sciolta come capitava a chiunque, si era scordata che Pharn non si ubriacava molto facilmente.
Tuttavia almeno aveva avuto la conferma che sotto sotto ci fosse davvero qualcosa, non solo semplice odio dovuto ad una mentalità ristretta.
I due tornarono alla festa e se la godettero finché non finì, fino a quando i professori iniziarono a rispedire gli alunni nelle loro camere.
*🦋Ann-prima persona🦋
Sapevo che quella notte non poteva essere una notte tranquilla, considerando i casini che erano successi durante il giorno.
Verso le tre di notte mi svegliai e non riuscii più a riaddormentarmi. I ricordi mi tormentavano e la presenza di Sun di fianco a me, anche se dormiva, non aiutava.
Mi misi a sedere osservando quella figlia di puttana. Anche mentre dormiva sembrava la poco di buono quale era, con un'espressione corrucciata come se fosse concentrata in qualcosa di particolare.
Spero stia facendo un sogno orribile.
Dopo averla osservata con odio per diversi minuti notai di fianco al suo letto la chitarra, probabilmente dopo l'esibizione se l'era portata in camera senza preoccuparsi di lasciarla nella stanza che usavano per le prove. Grande sbaglio.
Se gliela distruggessi non le causerei neanche la metà del dolore che lei ha provocato a me.
Tuttavia ragionai sul fatto che non sarei mai riuscita a spaccarle la chitarra senza svegliarla, e l'ultima cosa che volevo era avere di nuovo un faccia a faccia con lei in quel momento.
Osservai, però, che la custodia dello strumento possedeva una tasca sul davanti e mi venne in mente un'altra idea.
Mi alzai dal letto il più silenziosamente possibile e mi avvicinai a quello di Sun, mi inginocchiai davanti alla chitarra e aprii la tasca, sollevata nel notare che il rumore della cerniera non aveva disturbato il sonno di quella stronza.
Non può permettersi di dormire così tranquillamente dopo ciò che ha fatto.
Infilai una mano nella tasca e riuscii ad afferrare due piccoli oggetti piatti di plastica, già sapevo cosa fossero.
Con un sorrisetto di vittoria estrassi i due plettri, probabilmente nuovi, che Sun aveva comprato. Andai in bagno e a mani nude li spezzai a metà per poi gettarli nel cestino.
Quell'azione non poteva considerarsi neanche una minima parte della vendetta, e della sofferenza, che progettavo di causargli. Era solo un piccolo dispetto che le dovevo.
Tornai a letto e riuscii finalmente ad addormentarmi.
Il giorno dopo, quando mi svegliai, mi resi conto di essere da sola in stanza, il letto di Sun era vuoto e perfettamente in ordine.
Preoccupata di essermi svegliata in ritardo afferrai il telefono per vedere l'ora, ma mi ero svegliata cinque minuti prima che la sveglia iniziasse a suonasse.
Sun stava cercando di evitarmi, si era alzata e se n'era andata prima che mi svegliassi io, la cosa non poteva che farmi piacere.
Mi alzai, mi preparai e uscii anch'io con lo zaino in spalla, leggermente soddisfatta di averla fatta alzare prima.
Camminai tranquillamente per i corridoi, quando iniziai a notare qualcosa di strano.
Una volta aver iniziato a percorrere quelli riservati al corso di ingegneria, i vari studenti che incrociai avevano iniziato a guardarmi di sottecchi e a parlare sotto voce tra di loro.
Che succede? Ho qualcosa in faccia?
Guardai in fretta il mio riflesso sullo schermo del telefono ma non avevo nulla fuori posto. Cosa stava succedendo?
Persino gli studenti più grandi mi tenevano d'occhio con un'espressione che era un misto tra il dispiacere e il preoccupato.
Perché mi guardano così?
Arrivai in classe e la situazione non migliorò, appena misi piede nella stanza tutti i presenti si zittirono e iniziarono a guardarmi nello stesso modo preoccupante.
Anche io iniziai a guardarli malamente, ma le loro espressioni non cambiarono. Impedendomi così di ricavare qualche indizio sulla situazione.
Che Sun abbia raccontato a qualcuno ciò che è successo ieri sera e ora tutti nella scuola lo sanno? Perché avrebbe dovuto farlo?
Eppure non riuscivo a togliermi quell'idea dalla testa.
Man mano che mi avvicinai al mio solito banco, sotto lo sguardo di tutti, notai che c'era qualcosa di strano che era stato messo sopra. Arrivataci davanti capii che si trattava del giornale del giorno.
Strano, di solito qui a nessuno frega niente delle notizie del mondo esterno... Perché mi hanno messo questo giornale sul banco?
Lo girai in modo da osservare meglio la foto in prima pagina, e improvvisamente capii cosa stava succedendo.
"La criminale Mongrat Nari è stata rilasciata con una condizionale dopo aver scontato dieci anni di detenzione, per buona condotta e lavori sociali svolti tra le mura della prigione.
'La criminale nel suo passato si è macchiata di crimini gravi, quali rapimento e abusi sessuali ai danni di una minore. Ma ora, dopo aver scontato una pena ragionevole, è pronta per essere reinserita nella società.' Così ha dichiarato il suo avvocato."
A occupare il resto della pagina erano due grandi immagini, dove nella prima veniva mostrata la foto segnaletica della donna in questione. Nella seconda vi era una foto scattata da qualche paparazzo, raffigurante la stessa donna mentre veniva accompagnata fuori dalla prigione da alcuni agenti che cercavano di coprirle il volto.
Non può essere, non è possibile.
Buttai il giornale a terra urlando per la rabbia e zittendo tutti i bisbigli dei miei compagni di classe, i quali erano ricominciati, non ero riuscita a controllarmi.
Mi guardai intorno.
Lo sanno tutti. LO SANNO TUTTI.
Riafferrai lo zaino che avevo lasciato a terra per leggere quello stupido giornale e corsi fuori dalla classe.
Aprendo la porta per uscire mi ritrovai di fronte Pharn, piegato in due cercava di riprendere fiato. Anche lui aveva letto la notizia ed era corso in classe per vedere come stavo, si capiva.
Come stavo?
Avevo iniziato a tremare come al solito, la nausea era più forte che mai e le lacrime avevano ripreso a formarsi nei miei occhi. Avevo la gola secca e sentivo che sarei scoppiata da un momento all'altro.
Con una spallata scostai Pharn e cominciai a marciare per i corridoi, non sapendo esattamente dove andare.
«Ann aspetta! Ti prego!»
Pharn si mise a seguirmi ma io lo ignorai totalmente.
Non riuscivo a respirare, non riuscivo a controllarmi.
Non ce la faccio, non posso.
Sollevai lo sguardo dal pavimento, cercando di ignorare le occhiate degli altri studenti che ancora mi fissavano.
Improvvisamente nel corridoio apparve Sun, proprio davanti a me obbligandomi a fermarmi. In mano teneva i due plettri che le avevo rotto durante la notte.
«Eccoti qui!»
La testa mi girava vorticosamente, i ricordi del giorno prima e quelli della mia infanzia avevano preso a mescolarsi facendomi impazzire.
«Sei stata tu non è vero? Stronza di me-»
Non riuscivo a sentire più niente, non riuscivo più a pensare a niente. Sentivo solo le gambe iniziare a cedermi e la vista che si offuscava sempre di più.
***
Capitolo più corto del solito, per favore pazientate.😅 Ricordate di farmi sapere cosa ne pensate.🦋❤
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