Capitolo 5
*🦋Sun-terza persona🦋
Per Sun quella sera arrivò troppo velocemente, man mano che il cielo si faceva sempre più scuro la tensione le cresceva dentro.
Era più che sicura che la sua band fosse pronta ad affrontare quella gara, non avrebbero potuto esercitarsi meglio. Ma non poteva fare a meno di pensare che quella serata fosse nelle sue mani: era la chitarrista del gruppo e l'unica voce, il suo ruolo era fondamentale. Se si fosse permessa degli errori tutto il pubblico l'avrebbe notato, per non parlare della giuria.
Sun si trovava nel dietro le quinte del piccolo palco che la mattina era stato installato in aula mensa. Tutte le band di tutti i corsi erano già presenti e quella di architettura sembrava più agguerrita che mai.
La cantante tra le mani reggeva una bottiglietta d'acqua sperando che il bere potesse in qualche modo smorzare la sua ansia, ma più beveva più si rendeva contro che la sua teoria era errata.
Max la raggiunse, attirando l'attenzione di Sun afferrandole il braccio, sembrava fin troppo tranquillo.
«Se ti agiti in questo modo adesso quando saremo in finale che cosa farai?»
«Come fai a essere così tranquillo?» Chiese Sun spostandosi di dosso bruscamente la mano dell'amico.
«Pensa semplicemente che... in tutta l'università siamo il gruppo più famoso, nel pubblico ci sono centinaia di nostri fan che fanno il tifo per noi.»
«Non è il pubblico a farci passare il turno ma la giuria.» Rispose atono la cantante prendendo un altro sorso d'acqua.
Max sbuffò sonoramente, la sua amica era davvero insopportabile quando si lasciava prendere dal panico.
Il ragazzo si aggiustò l'uniforme e si passò una mano tra i capelli per fermare il nervosismo causatogli da Sun. Strappò la bottiglietta d'acqua dalle mani dell'amica che lo guardò sconvolta.
«Senti... in questi ultimi giorni le prove sono state fantastiche, non parlare come se fossimo l'ultima ruota del carro qui, la nostra band vale tanto quanto tutte le altre, non devi lasciarti intimidire da quelli là.» Con un cenno della testa Max indicò il gruppo di architettura il quale sfoggiava orgogliosamente i nuovi strumenti che sembravano molto costosi.
«La tua voce è semplicemente meravigliosa e perfetta per la nostra canzone, sei una chitarrista nata e io un bassista di talento. Gun con le dita fa miracoli sulla tastiera e Mint è gasata e pronta a spaccare tutto come al solito.
Ma se tu crolli, crolliamo tutti perciò smettila di autocommiserarti prima del tempo e vieni di là a riscaldare la voce.» Detto ciò Max afferrò la compagna per il polso trascinandola via da quel punto dove tutti gli altri gruppi avevano deciso di ammassarsi.
Insieme raggiunsero i loro altri due compagni che, come Max aveva detto, erano più gasati che mai, nonostante non riuscissero del tutto a nascondere il nervosismo.
Sun alla vista dei suoi amici che sprizzavano sicurezza e voglia di far vedere a tutti chi comanda da tutti i pori, non poté fare a meno di sentirsi di nuovo carica. Tutta la paura che aveva provato fino a pochi minuti prima si era lasciata spazzare via da una grande sicurezza, non vedeva l'ora di salire sul palco e fare il culo a tutti.
*🦋 Ann-prima persona🦋
Quella sera ci misi il minor impegno possibile per prepararmi.
Dopo avermi gettato addosso il bicchiere d'acqua, Sun non si era più fatta vedere in stanza. Ottima scelta, se l'avessi vista di nuovo l'avrei pestata e col cavolo che quella sera sarebbe riuscita ad esibirsi.
Per quanto riguarda me, ho passato tutto il giorno a studiare e a fare i compiti approfittando di un po' di tempo libero dal calcio, ma la sera alla fine era arrivata insieme a tutto il mio malumore.
Indossai dei jeans blu scuro lunghi e un maglioncino bianco corto che lasciava leggermente visibile la pancia, orecchini d'argento e mi truccai leggermente con toni il più naturale possibile, lasciai sciolti i capelli, lisci come al solito. In tutto ci misi venti minuti, il minimo indispensabile.
Finito di prepararmi qualcuno bussò alla porta della stanza.
Se è Sun la prendo a calci.
Andai ad aprire ma fortunatamente era solo Pharn. Indossava dei jeans anche lui, una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati e le maniche arrotolate sotto i gomiti.
Stava davvero bene, persino io gli sarei saltata addosso se non fosse che era il mio migliore amico da quando avevamo nove anni e che ero presente quando mi corse incontro piangendo dopo che la sua prima ragazza aveva deciso di lasciarlo.
Al ricordo risi leggermente e lui ne rimase offeso.
«Cosa c'è? Sono ridicolo?» Mi chiese preoccupato osservandosi ansiosamente i vestiti.
«No, stai molto bene. Tul e gli altri sono già alla mensa?»
«Non lo so, credo di sì... In ogni caso siamo d'accordo di incontrarci direttamente là.»
Annuii come segno che avevo capito e sbuffai sonoramente.
Non avevo alcuna voglia di andare a quella ridicola gara, non avevo alcuna voglia di incontrare di nuovo Sun, non volevo rischiare di dover conoscere i suoi amici probabilmente gay e passare un'intera serata circondata da froci.
Al solo pensiero rabbrividii, Pharn in qualche modo capì a cosa stessi pensando e mi tirò una pacca sulla testa come a dirmi di farla finita.
Insieme ci avviammo nell'aula mensa e una volta arrivati la festa era già iniziata.
Sembrava di stare in discoteca o ad un concerto decisamente caotico, era pieno di ragazze e ragazzi vestiti fin troppo bene e io mi imbarazzai leggermente per i miei vestiti semplici. Le luci erano basse e si faticava a vedersi in faccia a vicenda. Sembrava in tutto e per tutto una serata in un pub.
Mi aggrappai al braccio di Pharn per non rischiare di perdermi e insieme raggiungemmo il punto dove tutta la squadra si era radunata. Ci salutammo e con dispiacere notai che a noi si erano aggiunte delle ragazze, tra cui una con capelli arcobaleno, davvero una tipa assurda.
La cosa peggiore fu che tra di loro c'era anche Leo che venne subito a salutarmi. Con un sorriso nervoso ricambiai il saluto.
Non riesco ancora a credere quanto facilmente mi ero tolta quel ragazzo dalla testa.
L'unica cosa che ricordavo della serata precedente era il modo in cui mi era stato appiccicato per tutto il tempo. Mi teneva ferma e quasi mi forzava a restare seduta sulle sue gambe nonostante più volte avessi cercato di alzarmi, mi aveva trattata come se fossi il suo cagnolino e la cosa mi aveva dato immensamente fastidio.
Leo non riuscì neanche a iniziare una conversazione con me che sul palco il presentatore della serata iniziò a darci il benvenuto zittendo tutti i presenti.
«Benvenuti a tutti e grazie di essere qui!» Iniziò, seguito subito dopo da applausi da parte di tutto il pubblico tranne me, che non volevo decisamente essere lì. «Questa sera gareggeranno le band migliori di tutta l'università per contendersi il premio scolastico di musica! A valutarli sarà la nostra giuria più che diligente presente qui stasera!»
Presentò tutti i membri della giuria che a turno ricevettero un caloroso applauso, non prestai per niente attenzione ai loro nomi infatti non li ricordo affatto.
«Ma ricordate, questa sera non ci sarà solo musica, non ci sarà solo competizione! Ma siamo qui prima di tutto... per divertirci come pazzi!»
Un altro giro di applausi accompagnato persino da qualche urlo al quale io alzai solo gli occhi al cielo annoiata a morte.
«Dopo la gara siete tutti invitati ad abbuffarvi al banchetto che abbiamo calorosamente preparato per voi. Buona serata e buon divertimento!» Concluse guadagnandosi altri inutili applausi.
Per diversi minuti il presentatore non si fece vivo e di nuovo tutti i presenti ricominciarono a parlare e ridere tra di loro. Molti, compresa me, ne approfittarono per andare a prendersi qualcosa da mangiare al buffet.
Arrivata ai tavoli imbanditi di cibo riuscii ad ottenere una piccola visuale della zona riservata agli sfidanti di quella sera.
Sbirciando nel mentre che cercavo di addentare una fetta di torta notai una chioma nera divisa da una ciocca bianca e subito capii di chi si trattasse.
Sun stava ridendo con i suoi amici e mi dava le spalle. La tentazione di afferrare la torta e lanciargliela addosso fu enorme e a un tratto quasi trovai il coraggio di farlo, se non fosse che il mio piano di vendetta venne rovinato dalla ragazza con i capelli arcobaleno che afferrandomi per il maglione cercò di attirare la mia attenzione.
«Tu... sei Ann giusto? La coinquilina di Sun?» Mi chiese timidamente.
Annuii perplessa, non credevo di averla mai vista prima nonostante fosse una ragazza così appariscente.
«Io sono Tina, un'amica di Sun.»
Tina, questo nome mi è famigliare...
Ad un tratto ebbi l'illuminazione.
Tina! La ragazzina innamorata persa che aveva lasciato quel biglietto sdolcinato a Sun.
Un'altra lesbica...
Mi voltai intenta ad andarmene ma ancora una volta venni fermata da quella ragazzina che mi afferrò di nuovo per la manica.
«Sun mi ha parlato di te, anche se non molto bene.» Mi informò.
Per quanto quelle come lei mi facessero schifo non potei che provare tenerezza verso quella ragazza che non aveva nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi.
Il presentatore si rifece vivo e iniziò ad annunciare la band che per prima si sarebbe esibita quella sera.
Mi distrassi un attimo guardando verso il palco e in quell'attimo di distrazione una mano calda, con degli anelli freddi al tatto, si appoggio su una parte del mio fianco scoperta dal maglione.
Al contatto improvviso sussultai e rabbiosa guardai verso Tina che ora mi osservava con un ghigno malevolo, non era come il sorrisetto che ogni tanto Sun mi rivolgeva. Sotto quello sguardo si nascondeva il male puro.
«Mi ha detto che hai problemi con le lesbiche... Che c'è? Per caso sei repressa?»
Cercai di togliermi quella mano schifosa di dosso ma senza successo, per quanto fosse piccola quella ragazzina era decisamente più forte di me.
Non volevo fare una scenata lì in mezzo a tutti perciò cercai semplicemente di allontanarmi senza però riuscirci.
Tina tenendomi stretta per il fianco mi si avvicinò facendo scontrare i nostri petti con uno strattone.
«Gli omofobi come te dovrebbero solo marcire all'inferno, non ti permetterò di infastidire la mia Sun.»
Con cattiveria fece risalire la mano verso l'alto sotto il mio maglione, mi lasciò dei graffi e fu quando arrivò a toccarmi il reggiseno che non ci vidi più.
Con uno spintone la allontanai lasciandola visibilmente scossa.
«Non provare a toccarmi!» Urlai.
Le tirai un pugno dritto sul naso che la fece cadere all'indietro, alcuni dei presenti si voltarono verso di noi ma io li ignorai.
Fortunatamente ero riuscita a moderare la forza e alla mocciosa non usciva neanche una goccia di sangue, tuttavia iniziò a piagnucolare come una bambina e in tutta fretta si allontanò da me superando le transenne che dividevano il retro le quinte dal pubblico e dai tavoli del buffet.
Vidi Tina precipitarsi in lacrime tra le braccia di Sun che la accolse come se fosse un cucciolo smarrito.
Mi allontanai da quella scena patetica raggiungendo Pharn e gli altri, tremavo come una foglia dal disgusto e dalla rabbia nel mentre che mi riaggiustavo i vestiti.
È colpa di Sun! È sempre colpa sua! Cos'altro ha raccontato di me ai suoi amici? Mi molesteranno tutti?! Che schifo, che schifo, che schifo!
«Hey, tutto bene?»
«NO!»
Pharn mi guardò allarmato.
«Volevo dire... sì! Non è successo niente, sono solo arrabbiata perché volevo starmene in camera.»
«Sei sicura?»
Rassegnata annuii, era meglio non dire nulla a Pharn o avrebbe di sicuro dato più di matto di me. Mi avvolse le spalle con un braccio tenendomi vicina a lui e come sempre mi sentii immediatamente sicura e protetta.
Restammo così per tutte le esibizioni che seguirono le quali risultarono non essere affatto male. Esultai più di tutti nel notare che la band di ingegneria superava di gran lunga la band di architettura in talento, nonostante gli strumenti da loro usati non fossero nuovi di zecca.
«Chi è che avrebbe fatto il culo a chi?» Sentii urlare da Tul che si trovava poco più avanti a noi.
Alla fine con mio sommo dispiacere fu il turno della band di medicina, e con essa arrivò sul palco anche Sun.
La mia coinquilina salì sul palco a testa alta e si mise al centro dove era posizionato il microfono.
Aveva un'espressione accigliata come se fosse arrabbiata per qualche ragione. Il motivo non mi era difficile da immaginare, chissà cosa Tina le aveva detto.
L'espressione accigliata si sciolse in un meraviglioso sorriso che venne accolto calorosamente da tutti i fan in prima fila che si sbracciavano come se in qualche modo potessero riuscire a raggiungere il palco, se solo fossero riusciti ad allungarsi abbastanza.
A quella scena pietosa alzai gli occhi al cielo infastidita.
«Sembra che la band di medicina abbia già numerosi ammiratori.» Commentò il presentatore.
Distolsi lo sguardo fingendo di sbadigliare convinta che Sun avesse lo sguardo puntato su di me, voltandomi notai Leo che guardava verso il palco con gli occhi che brillavano.
Adesso lo odio ancora di più.
Il presentatore dopo averli annunciati si dileguò, le luci sul palco si abbassarono per poi tornare a splendere una volta che la musica partì.
Rock ovviamente... e che scherziamo?
Per quanto doloroso sia per me dirlo la voce di Sun era davvero perfetta per quella canzone, leggermente roca ma in una meravigliosa maniera, per un attimo mi passò quasi in secondo piano che era solo una lesbica maniaca e disgustosa.
Cantò con passione e con una forza che fino a quel momento non le avevo mai visto, devo dire che mi spaventò un po'.
Al momento del ritornello il suo sguardo si agganciò al mio lasciandomi senza fiato per qualche secondo, mi guardava con rabbia dall'alto del palco e io ricambiai con uno sguardo furioso.
«I. HATE. EVERYTHING ABOUT YOU...»
Beh, la cosa è reciproca amore.
«...WHY. DO I...LOVE YOU?!»
C-cosa? Cosa ha detto?!
Ancora con le braccia incrociate in segno di sfida abbassai lo sguardo completamente rossa in viso. Sun continuava a cantare come se non avesse detto niente di compromettente nel mentre che io mi fissavo le scarpe paralizzata.
Deve essere sicuramente un caso, non può essersi appena dichiarata sul serio, non ha alcun senso! Lei mi odia, io la odio e questa cosa non cambierà mai.
Pensai che dopotutto mi avesse guardato così intensamente mentre mi dedicava la prima frase che doveva essersi dimenticata che la canzone continuasse con un imbarazzante 'I love you', il quale ovviamente non ci riguardava affatto.
Finalmente la canzone terminò e con essa tutta la mia vergogna. Prima che le luci si abbassassero ancora una volta, sollevai nuovamente lo sguardo in quello di Sun e la guardai con tutto l'odio che mi era rimasto per quel giorno, dopodiché iniziai ad allontanarmi per niente interessata ai risultai della gara.
«Dove vai?» Mi chiese Pharn quando mi levai bruscamente di dosso il braccio con il quale mi cingeva le spalle.
«Torno in camera, sono stufa di tutte queste stronzate.»
«Ma il buffet...»
Non lo ascoltai e continuai per la mia strada, per farmi largo tra la folla di studenti che esultava dopo l'esibizione di Sun dovetti tirare un paio di gomitate.
È solo una ragazza che sa cantare e suonare la chitarra, quanto può essere rara una del genere? Questi qui sono proprio ridicoli.
Mi presi anche un paio di colpi accidentalmente e a una certa quasi cascai, ma per fortuna riuscii a reggermi in piedi attaccandomi ai capelli di un ragazzino nelle vicinanze, probabilmente aveva iniziato a imprecarmi contro nel mentre che io mi allontanavo completamente disinteressata a tutto quel casino.
Finalmente riuscii a districarmi dalla folla e ad uscire dall'aula mensa, iniziai a percorrere i corridoi della scuola sbattendo i piedi a terra per la rabbia.
Non vedevo l'ora di arrivare in camera mia, sdraiarmi di nuovo sul letto e dimenticarmi di tutta quella giornata.
Evidentemente però la mia rabbia non era abbastanza forte poiché con fin troppa facilità una mano mi afferrò per la spalla e mi tirò con forza indietro facendomi sbattere contro il muro violentemente.
Strizzai gli occhi per il dolore e mi afferrai la spalla con la quale avevo colpito la superficie di cemento, mi faceva un male cane. Aprii gli occhi e davanti a me ovviamente mi ritrovai la stronza lesbica per eccellenza.
Sun mi teneva bloccata al muro con entrambe le mani appoggiate ai lati della mia testa e mi guardava con rabbia pura, volevo togliermi il più velocemente possibile da quella situazione ma col cavolo che avrei distolto lo sguardo per prima.
Iniziai anche io a guardarla con odio come facevo di continuo negli ultimi giorni.
«Per quale cazzo di motivo hai colpito Tina, mh?»
«Sono cazzi tuoi questi per caso?!» Risposi cercando di toglierle le sue mani dal muro le quali mi impedivano una via d'uscita, ma non ci riuscii.
Quella bastarda era più forte di me per quanto mi facesse schifo ammetterlo.
«L'hai colpita perché è lesbica, vero? Una schifosa lesbica come me, non è così?!»
Sun mi stava praticamente urlando in faccia, ho sempre odiato le persone che mi urlano contro, neanche quando ho torto riesco a sopportarle. Quelle come lei credono di farmi paura solo alzando un po' la voce, beh si sbagliano di grosso.
«Credi che l'abbia colpita solo per quello? Che ti ha raccontato eh? Che, poverina, stava solo prendendo del cibo quando la cattiva Ann l'ha aggredita alle spalle?!»
«Vorresti farmi credere che se lo meritava?!»
«Non voglio farti credere niente! Io non mi devo giustificare con te!»
«È solo una ragazzina!»
«Anche tu lo sei! Eppure nulla ti impedisce di comportarti da maniaca come stai facendo.»
«Io sarei una maniaca? Ma davvero?»
Il suo sguardo stava iniziando a farmi paura, ma io potevo essere dieci volte più spaventosa di lei.
Non mi sarei lasciata sottomettere da una lesbica, mai e poi mai.
Mentre ci guardavamo con odio all'improvviso Sun cominciò ad avvicinarsi eccessivamente a me, i nostri petti si scontrarono e io ero intrappolata tra il suo corpo e il muro alle mie spalle. Non riuscivo a respirare.
«Lasciami cazzo!»
Non riuscii a dire altro poiché le mie labbra vennero intrappolate tra le sue.
Restai paralizzata per lo shock, sbiancai completamente e spalancai gli occhi.
Quando Sun iniziò a mordermi le labbra per costringermi ad aprire la bocca mi ripresi leggermente e iniziai a cercare di togliermela di dosso spingendo le mani sul suo petto ma era irremovibile.
È troppo forte...
Iniziai a sentirmi debole, oppressa e indifesa, odiavo quella sensazione e odiavo lei.
Con una presa ferrea Sun mi afferrò la mascella stringendo sempre di più la presa, mi fece parecchio male e non riuscii più a tenere la bocca chiusa.
Appena lasciai un po' di spazio la lingua di Sun inondò la mia bocca contaminandola, la sua lingua si scontrò con la mia che non reagiva.
Era un bacio violento, un bacio arrabbiato. Non c'era amore ma odio puro. Sun mi stava attaccando nel peggiore dei modi.
Finalmente decise di staccarsi e entrambe cominciammo a prendere fiato con le gote arrossate per la fatica.
In quel momento di tregua riuscii a spingerla via di poco e le tirai il pugno più forte che riuscii a dare, inutile dire che non feci molto, girò solo il viso verso destra per l'impatto come se le avessi dato un normalissimo schiaffo.
«Mi fai schifo!»
Lei si voltò di nuovo verso di me con uno sguardo folle che non le avevo mai visto fare, mi stava spaventando sul serio.
«Oh davvero? Peccato che non me ne freghi niente.»
Sun mi afferrò per le spalle e con le gambe mi fece perdere l'equilibrio. Mi ritrovai distesa a terra, sul pavimento del corridoio, nessuno era nelle vicinanze.
Sun mi si gettò addosso sovrastandomi e con una mano sul mio fianco mi teneva ferma a terra, iniziai a scalciare e a cercare di allontanarla ma con la mano destra mi afferrò entrambi i polsi tenendomeli fermi sopra la testa.
«Lasciami, che cosa vuoi fare?!»
«L'hai detto tu che sono una maniaca no? È normale che faccia questo genere di cose se lo sono.»
con un ghigno terrificante iniziò a baciarmi il collo e a morderlo violentemente, con la mano che usava per tenermi ferma per il fianco iniziò a risalire.
«Lasciami, ti prego.»
La paura ormai aveva sopraffatto la rabbia, non potevo vincere in uno scontro di forza contro di lei, me ne resi conto solo in quel momento.
Mentre mi mordeva il collo aveva iniziato a toccarmi la pancia e poco sopra finché non arrivò al reggiseno, come Tina aveva fatto solo mezz'ora prima.
«Lasciami, ti prego... Mi dispiace okay? Mi dispiace.»
Sun ormai non mi ascoltava più, un'infinità di ricordi che credevo di essermi buttata alle spalle da tempo tornarono a invadermi la mente, iniziai a sentirmi soffocare ancora di più.
Nel momento in cui Sun iniziò a stringermi il seno destro andando sotto al reggiseno, mi scappò il primo singhiozzo e le prime lacrime.
È esattamente come lei, sono tutte come lei!
«Rilassati...» Mi sussurrò sensualmente all'orecchio. Come diavolo facevo a rilassarmi mentre lei mi toccava in quel modo?
«Non farmi male...per favore, non farmi male.» Quelle parole sfuggirono dalle mie labbra in un sussurro interrotto dai singhiozzi.
Sun bloccò ogni movimento e lentamente sollevo la testa per guardarmi negli occhi. Sembrava confusa, mi guardava come si guarda un bambino che fa i capricci per un motivo futile.
Futile? Secondo lei quello che mi sta facendo non è niente di che?!
Mi levò le mani di dosso e strisciando all'indietro riuscii ad allontanarmi di poco da lei .
«Stai... stai bene?» Mi chiese.
Con le lacrime agli occhi la guardai con rabbia e le tirai un forte calcio al petto che la fece allontanare totalmente da me di colpo.
Mi alzai in piedi e iniziai a correre il più velocemente possibile, mi fermai solo una volta arrivata in camera mia.
Perché...perché mi ha fatto questo?
***
I traumi all'ordine del giorno proprio, nei prossimi capitoli si scoprirà quali sono i ricordi che tanto tormentano Ann e spero siate curiosi di conoscerli😊. Come al solito fatemi sapere se torvate errori, commentate e se vi sta piacendo aspetto le stelline!🦋❤
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