Capitolo 3
*🦋Ann-prima persona🦋
Passai il resto del tempo a rimettere in ordine ciò che Sun aveva sparso per tutta la stanza.
Pharn mi chiamò per chiedermi se volessi raggiungere lui e gli altri al bar, ma dovetti rifiutare e gli ricordai di non bere nulla di alcolico perché avrebbero dovuto ubriacarsi in camera mia più tardi... possibilmente vomitando sul letto di Sun.
Pulendo tutto le ore passarono velocemente, la cosa peggiore da sistemare fu il letto pieno di polvere, cartacce e persino cibo buttato. Che schifo, quella stronza aveva esagerato più di me.
Dopo aver finito andai in bagno per darmi una lavata e presi l'occasione per guardarmi meglio allo specchio.
Pharn mi aveva detto che quella sera ci sarebbe stato anche Leo, il ragazzo a cui avevo confessato il mio amore e che mi aveva rifiutata per il mio essere troppo "maschiaccio" a detta sua.
Certo che anche lui aveva avuto un bel coraggio ad accettare l'invito di quell'idiota del mio migliore amico.
Mi guardai attentamente e sì, mi resi conto che con la divisa maschile sembravo una ragazza con dei complessi di genere. Sbuffai sonoramente, che ci potevo fare se la divisa femminile era così... femminile?
L'unica cosa che volevo era non indossare quella gonna praticamente inguinale!
Ricordai improvvisamente di essermi portata da casa dei pantaloncini in jeans niente male, insieme ad altre magliette piuttosto sexy.
Sono troppo maschiaccio? Adesso ti faccio vedere io.
Con una sicurezza che mi ero dimenticata di avere mi precipitai nel mio armadio recuperando i vestiti, i trucchi e anche gli accessori. Avrei fatto un figurone quella sera.
Andai in bagno e iniziai a truccarmi, misi un paio di orecchini pendenti in oro e un bracciale dello stesso materiale che era troppo largo per restarmi fermo sul polso, andava su e giù per tutto il mio braccio ad ogni movimento. Presi la piastra e mi arricciai leggermente i capelli in fondo per poi annodarli in una coda alta, sandali argento ed ero pronta.
Il look era decisamente esagerato per una serata da sbronza in camera ma quella sera, oltre che alla mia vendetta, avrei ottenuto Leo, così avevo deciso.
Il primissimo ad arrivare fu ovviamente Pharn che rimase scioccato nel vedermi per una volta vestita come una ragazza.
«Non pensi che sia esagerato?»
«Per niente.» Risposi.
«Ti si vedono troppo le gambe!»
«Smettila di fare l'iperprotettivo e vai a sederti!»
Dopo circa un'ora che io e Pharn avevamo passato a parlare del più e del meno, arrivarono anche Nok e Gulf che ebbero circa la stessa reazione del mio migliore amico nel vedermi. Infine arrivò Leo e ovviamente gli aprii io.
«Hey c- wow.» Disse esattamente questo, guardandomi stupito e incantato.
«Cosa c'è? Non ti piace?» Chiesi in modo provocante.
«N-no anzi, sei davvero carina... ehm cioè... ho portato della birra.»
La sua reazione fu adorabile ed era esattamente ciò che mi aspettavo, presi la birra ringraziandolo e lo invitai a sedersi.
Passò un'ora, Gulf e Nok erano già ubriachi ma purtroppo non abbastanza da vomitare. Mi stavo davvero divertendo specialmente per il fatto che Leo aveva iniziato a parlarmi tranquillamente, con qualche battuta qui e là esattamente come facevamo prima che gli confessassi il mio amore.
Era bello il fatto che riuscissimo a parlare come sempre nonostante la situazione che stavamo passando, a quel punto speravo solo che se proprio non fossi riuscita a piacergli avremmo comunque potuto continuare ad essere amici.
Nell'esatto momento in cui Leo appoggiò la mano sulla mia coscia la porta della stanza si aprì, facendomi ricordare improvvisamente per quale motivo avessi organizzato quella piccola festa e rovinando completamente il momento.
«Cosa sta succedendo qui?» La voce scontrosa di Sun mi penetrò le orecchie facendomi abbassare la testa con rabbia.
«Oddio, tu sei Sun? La cantante del gruppo della scuola?!» Chiese Leo fin troppo entusiasta per i miei gusti, togliendo la mano dalla mia coscia sotto la mia disapprovazione.
Sun annuì facendosi avanti.
«Cosa state facendo qui ragazzi?»
«Ci stiamo divertendo, qualche problema?» Chiesi io voltandomi nella sua direzione, lei mi guardò con espressione infastidita ma che subito mutò in quel ghigno che ormai avevo imparato a odiare.
«Niente affatto,posso unirmi a voi?»
«Sì!» Acconsentì Leo ricevendo un'occhiataccia da parte mia che non notò neppure, troppo impegnato a guardare con occhi da cerbiatto quella stronza di Sun.
La stronza in questione si fece avanti e con poca grazia si sedette esattamente tra me e Leo per la gioia di lui.
La gamba mia e la sua erano fastidiosamente e pericolosamente vicine, mi voltai verso Pharn alla ricerca di aiuto ma lui in tutta risposta fece spallucce godendosi lo spettacolo e sgranocchiando i salatini.
Leo e Sun avevano iniziato a parlare come dei vecchi amici e io a quel punto non riuscivo proprio più a sopportare la situazione, mi alzai in piedi e mi diressi verso la porta d'entrata.
«Dove vai?» Mi chiese Pharn.
«A prendere una boccata d'aria.»
«Non hai paura di raffreddarti vestita in quel modo?» Mi chiese Sun in modo provocatorio guardandomi sempre con quel dannato sorrisetto. Le alzai il dito medio e uscii.
Non è possibile! Perché non me ne va bene una?!
Mi ritrovai di fronte alla porta d'entrata del dormitorio ed effettivamente quella sera faceva leggermente freddo, ma col cavolo che sarei tornata dentro.
Più freddo fa, meglio è! Fa bene alla pelle!
Non so se fosse effettivamente vero ma poco me ne importava, iniziai a sbuffare e a battere i piedi per terra come una bambina a causa della rabbia.
Ci manca solo che una lesbica mi ruba il ragazzo adesso!
Rabbrividii all'ennesimo colpo di freddo ma probabilmente di lì a poco la mia rabbia mi avrebbe riscaldata.
«Ti avevo detto che c'era freddo.»
Sussultando mi voltai verso quella voce che ovviamente apparteneva a Sun, venuta per infastidirmi ancora.
«Che cosa sei venuta a fare?»
«La festa non è divertente se non ci sei tu da prendere in giro.»
«Cos'hai detto?!» Mi avvicinai di nuovo a lei afferrandola nuovamente per il colletto, ma la mollai subito dopo che notai di non starla spaventando per niente.
«Non eri invitata.»
«Ai tuoi amici sta bene.»
«Non gli starebbe bene se sapessero quanto tu sia gay.» La presi in giro ricalcando con disgusto l'ultima parola.
Sun per un po' mi osservò in modo serio senza dire nulla, poi scosse la testa facendo riapparire quel ghigno e iniziando ad avvicinarsi troppo. Troppo, come faceva sempre.
«Quindi vuoi dirglielo?» Portò il viso a pochi centimetri dal mio, ma non avrei abbassato lo sguardo neanche se mi avesse pagata per farlo «E cosa penserebbero nel sapere che per tre settimane hai dormito in mia compagnia?»
Indignata la spinsi via.
«Cosa cazzo stai dicendo? Io non sono gay!»
«Lo so, ma loro potrebbero pensare che dopo tre settimane ti abbia attaccato i miei germi.»
Sun mi afferrò per i polsi, cercai di liberarmi senza nessun successo, quella stronza era forte.
Il mio respiro iniziò ad accelerare.
«E dopotutto, tu stessa hai detto che sono una che scoperebbe tutte, quindi non ci sarebbe nulla di strano se decidessi di provarci anche con te.»
Detto ciò mi tirò tra le sue braccia e io mi ritrovai improvvisamente a contatto con il suo petto mentre mi stringeva bloccando ogni mio tentativo di liberarmi.
«Lasciami andare!»
«Mmh... no.»
E mi schioccò un forte bacio sulla guancia che mi fece rabbrividire e sbiancare in un colpo solo. Le gambe iniziarono a vacillarmi e il respiro diventava sempre più veloce insieme al mio battito cardiaco.
Essendo così vicine Sun sentì chiaramente il mio cuore che aveva iniziato a battere all'impazzata contro il suo petto e con espressione stupita ma compiaciuta e vittoriosa mi lasciò andare. Per un po' barcollai all'indietro finché non riuscii a riacquistare l'equilibrio.
«Non... non farti strane idee.» Ripresi il controllo di me e decisi che era arrivato il momento di rientrare.
«Non sarai mica una di quelle represse vero?!» La sentii urlare alle mie spalle ma la ignorai totalmente.
Risalii le scale diretta verso la mia stanza con Sun alle mie spalle a debita distanza, meglio per lei perché se mi fossi girata il quel momento l'avrei presa a pugni.
Mentre tornavo verso la mia stanza una serie di immagini e di voci iniziarono ad affollarmi la mente, il problema era che non erano frutto della mia immaginazione ma ricordi.
"Ciao Ann, io e papà stiamo partendo,*** si occuperà di te finché non torniamo" una porta che si apre e il mio incubo che entra.
Scossi la testa scacciando via quei ricordi che avevo deciso di non riconsiderare mai più e continuai a marciare verso la mia stanza.
Entrai e mi richiusi la porta alle spalle prima che Sun potesse entrare insieme a me, respirai pesantemente, ero ancora pallida.
«Hey, va tutto bene?» Mi chiese Pharn raggiungendomi preoccupato, mi afferrò un braccio e mi calmai all'istante, come succedeva sempre quando eravamo piccoli. Sollevai lo sguardo verso di lui e annuii quasi impercettibilmente sorridendogli.
Poi vidi solo una cosa davanti a me, oltre che a Leo che ubriaco si divertiva con Nok e Gulf, ovvero alcol alcol e alcol.
*🦋Sun-terza persona🦋
Sun rimase ferma per un po' prima di rientrare nella sua stanza, era rimasta più che compiaciuta della reazione che era riuscita ad ottenere da Ann solo pochi minuti prima eppure sentiva che c'era qualcosa di strano.
Non ci volle pensare troppo, tanto ormai si odiavano, non aveva senso preoccuparsene.
Senza troppe cerimonie aprì la porta trovandosi davanti uno spettacolo che sperava di non dover vedere.
Ann era seduta sulle gambe di Leo, il ragazzo del terzo anno con il quale stava parlando prima di scendere alla ricerca di quella ragazzina. Entrambi sembravano già ubriachi marci eppure non le era sembrato di aver perso Ann di vista per tanto tempo.
Sun notò che Pharn sembrava essere completamente fuori luogo e si sedette vicino a lui.
«Come va?» Gli chiese.
«Credevo che mi sarei divertito di più.» Sbuffò lui bevendo un altro sorso di birra e passandone una a Sun che l'accettò volentieri, facendo scontrare le due bottiglie in un brindisi.
«Come fai ad essere amico suo?» Chiese Sun infastidita dalla vista di Ann fra le braccia di quel Leo, quando solo pochi minuti prima era tra le sue di braccia.
«Lo so che adesso ti sembra terribile, ma in realtà è una brava persona. O forse sono io che ti sembro più buono di quello che sono.»
«La seconda mi sembra più facile da credere.» Rise Sun seguita dal ragazzo che aveva iniziato ad essere leggermente brillo.
«Hey! Lascia stare il mio amico!» Se ne uscì dopo un po' Ann, dopo che i due avevano già brindato un paio di volte.
La ragazza si alzò dalle gambe dell'amato che protestó leggermente, cercando di trattenerla per i fianchi ma con scarsi risultati. Barcollando Ann si diresse verso Sun puntandole un dito contro.
«Tu non mi hai attaccato nessun germe!» Affermò Ann con decisione per poi crollare una volta per tutte facendosi prendere al volo dalla povera Sun che cerò di sorreggerla. Ritrovandosi seduta a terra con Ann mezza addormentata sulla spalla.
«Ti odio.»
«Lo so...»
«Non mi toccare!»
Sun sorrise non lasciando la presa neanche per un secondo. Anche da mezza addormentata la sua compagna di stanza era insopportabile, ma almeno non alzava le mani.
Dopo qualche minuto Ann prese a giocherellare con le dita della compagna di stanza e per la prima volta da quando si erano incontrate sembravano davvero amiche. Sun la lasciò fare, consapevole che quello sarebbe stato l'unico momento in cui avrebbe visto l'altra comportarsi in modo così adorabile.
«Però penso che sia figo suonare in una band.» Mormorò Ann.
Sun a quella frase sorrise soltanto, non sapendo bene cosa rispondere.
«Lo vedi quel tipo? Ieri mi ha friendzonato solo perché mi comporto da maschiaccio.» Continuò Ann indicando Leo che si stava avvicinando, intento a riprendersi quella che già considerava la propria ragazza.
Quando fu abbastanza vicino Ann gli tirò un calcio leggero che lo fece cadere addosso a Gulf, il quale se ne stava tranquillamente lì da solo a mangiare per poi scoppiare a ridere di gusto.
«Sei terribile.» Commentò Sun.
«Non è vero, tu lo sei! Mi fai uscire di testa.»
A quell'affermazione Sun non poté fare a meno che tornare a ghignare e decise di approfittare di quel breve momento di debolezza della rivale.
«Davvero? E perché ti faccio uscire di testa?»
Ann per un attimo si deconcentrò e prese a guardare un punto fisso di fronte a se. Per farla tornare nel mondo degli esseri umani Sun dovette darle una leggera spinta con la spalla.
«Mh?»
Ann si ripigliò. I suoi occhi e quelli di Sun si incrociarono per un attimo e sembrò l'attimo più lungo delle loro vite. Uno sguardo più profondo Sun non l'aveva mai sperimentato con nessun'altra.
«Smettila di guardarmi così pervertita!» Rise Ann, spingendo via la coinquilina facendo pressione sulla sua fronte con l'indice.
Il momento toccante si concluse immediatamente, e tutta la magia scomparve nel momento in cui Leo prese per mano Ann costringendola ad alzarsi e a risedersi sulle sue gambe.
Il resto della serata fu alquanto noioso per Sun che per fortuna non si ritrovava da sola in quel covo di ubriachi, dato che Pharn si era ripreso quasi subito dalla leggera sbronza.
Dopo mezzanotte tutti gli invitati ritornarono nelle loro stanze anche se ci volle un po' prima che Leo si decidesse a staccarsi da Ann.
Alla fine rimasero solo Sun, Pharn e l'ideatrice della festa, collassata nel letto della sua nemica giurata.
L'amico era andato brevemente in bagno per poi tornare armato di struccante e delicatamente iniziò a rimuovere il trucco dal viso della sua migliore amica, a quella scena Sun ridacchió divertita.
«Perché sembra che tu sia abituato a farlo?» Chiese anche se in realtà sotto sotto era invidiosa del legame che esisteva tra i due.
Sun non aveva mai avuto un amico o un'amica con cui potesse essere considerata normale una cosa del genere.
«Lo faccio da quando Ann ha scoperto la magia dell'alcol. Per mia grande sfortuna mi ci vuole una vita per ubriacarmi e ciò mi porta spesso a spendere un sacco di soldi. Lei invece non ha troppi problemi.» Sbuffò Pharn anche se pure lui era divertito dalla situazione.
Consapevole di quanto la vicinanza che c'era tra lui e la sua migliore amica spesso lasciava le persone intorno a loro sconcertate.
«Ho notato.» Mormorò Sun pensando e ripensando al fatto che alla sua coinquilina erano bastati quei cinque minuti in cui si erano perse di vista per ubriacarsi.
Finito il lavoro Pharn si sedette di fianco alla sua migliore amica ormai persa nel mondo dei sogni e Sun lo raggiunse sedendosi poco distante.
«Posso chiederti una cosa?» Chiese Pharn.
«Dimmi.»
«Perché... perché insisti a voler restare qui? Ti renderà la vita un inferno e lo sai. Sarebbe molto più facile fare a cambio con una tua compagna di corso non credi?»
Sun sbuffò pensierosa, non era infastidita dalla domanda, era la risposta a darle fastidio.
Spostò lo sguardo su Ann notando che la maglietta le si era leggermente sollevata sopra l'ombelico e velocemente provvide ad abbassargliela.
«Vedi... se me ne andassi sarebbe come confermare che in me ci sia qualcosa di sbagliato.» Sun riportò l'attenzione sul suo interlocutore che la stava ascoltando attentamente.
«Io non ho fatto nulla di sbagliato e non mi vergogno di ciò che sono.» Concluse non sentendo il bisogno di aggiungere altro.
Pharn resse lo sguardo di Sun per qualche secondo ma poi abbassò la testa sorridendo e scuotendola.
«È una questione d'orgoglio quindi eh? Okay, ti auguro buona fortuna. Sai, in fondo non sei così male.»
Pharn si diresse verso il letto vuoto di Ann e prese da sotto il cuscino il suo pigiama.
«Lascia stare, ci penso io.» disse Sun.
Il ragazzo la guardò dubbioso.
«Non credo che a lei farebbe piacere sapere che l'hai spogliata.»
«Le dirò che sei stato tu a farlo. Vai, sembri stanco morto.»
Pharn si avvicinò a Sun e le passò il pigiama dell'amica ma prima di andarsene afferrò bruscamente il braccio di Sun attirando la sua attenzione.
«Non farle niente.» Il tono utilizzato dal ragazzo era così profondo da far sembrare l'intera frase una minaccia aperta.
«Tranquillo.» Lo ammonì Sun non avendo da principio alcuna intenzione di far qualcosa di strano alla suo odiosa coinquilina.
Dopo di che si salutarono e finalmente anche Pharn se ne andò dalla loro stanza.
Sun iniziò a spogliare la bella addormentata il più delicatamente possibile per fare in modo che non si svegliasse.
Prima di metterle il pigiama però indugiò a guardarle il corpo.
Ann sembrava già una donna fatta e finita all'età di diciotto anni, con tutte le curve al punto giusto e con anche un seno piuttosto prosperoso sul quale Sun si soffermò più del necessario prima di costringersi a distogliere lo sguardo.
Finì di metterle il pigiama, stava quasi per andare a dormire nell'altro letto quando poco prima di alzarsi Ann prese a parlare nel sonno.
«Lesbica di merda» Sun si sedette sconvolta dal fatto che venisse insultata anche mentre la sua nemica dormiva «ti farò cacciare dalla scuola.» Mugugnò infine Ann ridendo maleficamente.
«Oh ma davvero?» Chiese senza aspettarsi effettivamente una risposta.
Ricevette in cambio un sorriso soddisfatto da parte della dormiente. Chissà cosa stava sognando, probabilmente che uno dei suoi ridicoli tentativi di farla andare via avesse successo.
Sun le spostò una ciocca di capelli dal viso rivelando l'espressione sorprendentemente tranquilla della compagna che in quei giorni si era ormai abituata a vedere sempre arrabbiata.
«Muori puttana.» E il momento fu rovinato subito.
Sun iniziò ad innervosirsi anche se sapeva che non aveva alcun senso arrabbiarsi con una dormiente, specialmente se pure mezza ubriaca.
Tuttavia c'era qualcosa che la spinse a fare ciò che fece, forse il fatto che secondo lei fosse arrivato il momento di farla finita definitivamente con le stronzate della coinquilina.
Chissà come ci rimarrebbe se al suo risveglio credesse di aver scopato con una ragazza.
Il solo pensiero la fece ghignare come suo solito, ma c'era qualcosa in più nel suo sguardo, una scintilla di pura malvagità mista alla rabbia per essersi ritrovata ancora una volta ad essere vittima dell'omofobia. Per di più non poteva negare di sentirsi in qualche modo attratta dai tratti occidentali di Ann.
Iniziò baciandole la fronte per poi scendere sulla guancia e sulla mandibola fino ad arrivare al collo che iniziò a succhiare il più delicatamente possibile.
Ann si mosse leggermente lamentandosi ma senza svegliarsi lasciando alla sua attuale nemica il via libera.
Sun risalì osservando la compagna di stanza con sorriso compiaciuto, quando dormiva sembrava dieci volte più rilassata, come se tutto l'odio abbandonasse il suo corpo e soprattutto la sua espressione. Di un viso così angelico Sun avrebbe potuto addirittura innamorarsi.
Scese con tutta la calma del mondo e la baciò a stampo succhiandole delicatamente il labbro inferiore non ricevendo nessun tipo di risposta.
Le labbra di Ann rimasero immobili per tutto il tempo come ci si aspetterebbe da qualcuno nel mondo dei sogni e Sun ringraziò il fatto che quel momento non sarebbe stato rovinato dalla lingua biforcuta della rivale.
Quando si staccò decise di rendere un po' più credibile la scena e proseguì con il togliere ad Ann i pantaloni. Sorprendentemente non fu affatto difficile specialmente per il fatto che la compagna acconsentì ad ogni suo movimento lasciandosi spogliare sempre dormendo.
Sun si tolse la maglietta rimanendo in reggiseno e si distese al fianco della nemica tornando a rimirare ogni particolare del suo viso a una brevissima distanza fino ad addormentarsi.
***
Sto revisionando i capitoli, quindi se nei prossimi doveste trovare errori grammaticali portate pazienza per favore, sono umana😅. Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con commenti e stelline.🦋❤
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