Capitolo 15
*🦋Ann-prima persona🦋
Non so per quale motivo ma avevo l'impressione che avrei continuato ancora per diverso tempo a recitare nel ruolo della fidanzata della mia coinquilina.
Non conoscevo precisamente il modo di ragionare di Tina (sempre se effettivamente avesse un cervello), ma se io fossi stata in lei una semplice cena non mi avrebbe dimostrato assolutamente nulla.
Specialmente considerando il fatto che lei sapesse benissimo del rifiuto che fin dal nostro primo incontro avevo dimostrato di provare nei confronti degli omosessuali.
Mi trovavo nel bagno della mia stanza del dormitorio e non smettevo un attimo di sbuffare, ero una brava bugiarda ma il pensiero di fingere apertamente per un'intera sera mi innervosiva, non mi era concesso nemmeno un errore.
L'outfit che avevo scelto era abbastanza semplice ma non per questo sciatto. I capelli li avevo arricciati leggermente e raccolti in una coda alta, indossavo un vestito azzurro leggero e svolazzante con dei sandali bianchi. Un look molto innocente accompagnato da un trucco soft: ombretto azzurro leggero e un lucidalabbra color pelle.
Proprio per quanto riguarda quest'ultimo avevo combinato un disastro, mentre lo stavo applicando non avevo potuto fare a meno di starnutire e una buona parte di esso mi era finito poco sotto il naso.
Imprecando per il nervosismo già presente iniziai a togliermelo con attenzione quando sentii la porta aprirsi all'improvviso facendomi sussultare.
«Quanto ti ci vuole? Sei davvero peggio di me e non credevo esistesse qualcuno in grado di esserlo.»
Fece il suo ingresso in bagno Sun già pronta per uscire. Indossava anche lei un vestito ma nero e molto aderente, persino il suo look lasciava intendere di non essere una da prendere sottogamba.
Indossava dei pendenti oro che si notavano subito e ne rimasi stupita, non le avevo mai visto indossare gli orecchini.
«Cosa c'è?» Mi chiese dopo che per un po' rimasi incantata ad osservarla senza rendermene conto.
«Non sapevo avessi i buchi.» Dissi arrossendo e distogliendo lo sguardo da lei subito dopo.
Che figura di merda.
Non mi rispose ma sentivo che mi stava guardando e quando tornai ad avere un colorito normale mi decisi a vedere cos'avesse da fissarmi. Sun aveva un sorrisetto che era un incrocio tra l'intenerito e il divertito e come se i miei sforzi non fossero serviti a niente ricominciai ad arrossire senza motivo.
«Ti sei sbavata.»
«Lo so.» Risposi tornando a guardarmi allo specchio per sistemarmi.
Sun mi fece voltare verso di lei afferrandomi con due dita il mento, si leccò due polpastrelli e iniziò a togliermi il lucidalabbra di troppo.
A quel gesto non rimasi disgustata come mi aspettavo, anzi al contrario sentii brividi di emozione corrermi per tutto il corpo. Lo sguardo di Sun era concentrato sulle mie labbra mentre il mio sui suoi occhi, eravamo davvero vicine e il mio respiro cominciò a diventare irregolare.
Finalmente finì e notando le reazioni del mio corpo la mia finta fidanzata sposto l'attenzione verso i miei occhi come se avesse notato solo in quel momento la tensione che si stava creando e la nostra vicinanza.
Avrei tanto voluto baciarla.
Merda.
La spinsi via con suo disappunto e uscii dal bagno in tutta fretta confusa più che mai.
«Ti aspetto giù!» Le urlai, ormai con un piede già fuori dalla stanza.
Avevo bisogno di prendere aria, non aspettai nemmeno che mi rispondesse e mi precipitai fuori dal dormitorio.
A Pharn non avevo detto nulla di quelle strane sensazioni che avevo cominciato a provare ogni volta che Sun mi si avvicinava. Pensandoci bene non sapeva nemmeno che quella sera sarei uscita a cena con lei, in quel momento avrei tanto voluto andare da lui a sfogarmi, parlagliene e chiedergli che cosa ne pensasse, magari anche qualche consiglio per uscirne.
Non può piacermi una ragazza, assolutamente non può.
Avendoci passato più tempo del solito negli ultimi due giorni mi ero resa conto che alla fine Sun non era male come ormai mi ero abituata a pensare. Il mio odio verso gli omosessuali aveva ovviamente influenzato la mia opinione sul suo conto ma fino ad allora non avevo mai avuto il dubbio che forse la mia opinione fosse sbagliata.
Io e Sun eravamo diventate quasi "amiche" a pensarci bene, amiche che si minacciano ogni giorno e che si aiutano solo se hanno qualcosa da guadagnarci in cambio, ma era già qualcosa rispetto al semplice e crudele odio dei primi giorni.
Il fatto che fosse diventata sopportabile però non significava che mi piacesse, dopotutto quella cagata che dall'odio nasce l'amore è solo una stronzata che esiste nei romanzi rosa no? Roba da inguaribili romantici. Non succedeva nella vita reale.
Poi io la odiavo ancora, no?
Certo che sì!
Tentai di fare appello a tutto l'odio che avevo provato nei confronti di Sun dal momento in cui avevo scoperto che fosse omosessuale ma sembrava essere esaurito.
«Odiala, solo odiala come hai sempre fatto!»
Niente da fare.
Alle mie spalle sentii la porta dell'ingresso del dormitorio aprirsi e subito dopo dei passi che producevano il tipico suono che fanno i tacchi quando incontrano il pavimento, non serviva voltarsi per capire di chi si trattasse.
«Stupida, hai lasciato la borsa e la giacca in camera.» Disse per poi lanciarmeli con delicatezza.
Sbuffai, quella sera non ero in me, tutto era così maledettamente strano e imbarazzante.
«Stupida è il termine più carino che tu abbia mai usato per definirmi.» Risposi in tono sconsolato.
Perché adesso sono triste? Che cavolo mi prende?!
Sentii Sun ridere, non era una di quelle risate cattive o subdole che faceva di solito, era una risata sincera ed aveva un suono bellissimo che mi rilassò all'istante.
«Allora lasciami rimediare...» disse pensierosa guardandomi da capo a piedi «Sei bellissima.»
Feci finta di vomitare per la troppa sdolcinatezza del tono che aveva usato scatenandole altre risate. Ormai sapeva anche lei quanto odiassi il romanticismo sfrenato.
«Comunque devi rilassarti, sei troppo nervosa per una finta cena.»
«Non è solo una finta cena, dobbiamo far credere a una stronza, pazza, follemente innamorata di te che stiamo insieme! Una stronza pazza che sa quanto io odi i gay, che non si farebbe alcun problema ad uccidermi e che sono sicura si sia già immaginata mille modi diversi per farlo questa sera.» Mi sfogai.
Sembravo quasi sincera ma in realtà erano tutte scuse che la mia bocca aveva sputato pur di non ammettere quale fosse il vero problema.
«Forse hai ragione, in ogni caso ti prometto che dovrà passare sul mio cadavere per ucciderti.»
Probabilmente si trattava solo del suo modo per mettermi a mio agio mantenendo comunque il sarcasmo che la contraddistingueva, ma quella dichiarazione mi fece sorridere sinceramente e anche se sapevo stesse solo scherzando per un po' ci credetti.
Sun porse verso di me un suo braccio in modo che potessi afferrarglielo e come una coppia particolarmente intima e innamorata iniziammo ad incamminarci.
«Lo sai? Ci vedo noi due sul giornale: 'Due ragazze diciottenni trovate morte in un anonimo marciapiede, l'assassina è una ragazza dai capelli arcobaleno ancora in circolazione, si fa chiamare Rainbow Dash.'» Scherzai.
Sun scoppiò a ridere quasi piegandosi in due, con le lacrime agli occhi cercò di riprendere fiato ma ci riuscì solo dopo qualche minuto. Non le avevo mai sentito fare una risata così genuina e non poté fare a meno di contagiarmi.
«In effetti... ci somiglia, non ci avevo mai fatto caso.» Commentò con profondi respiri tra una parola e l'altra.
Camminammo fino a finire in un parcheggio nei pressi della scuola, non era troppo distante ma io non capivo cosa ci facessimo lì, mi ero lasciata trascinare da Sun credendo ci stessimo dirigendo verso il ristorante da lei scelto.
Guardai la mia coinquilina con aria confusa ma lei mi sorrise soltanto, con un ghigno furbo ma senza nulla di malizioso.
Alla fine ci fermammo di fronte a una macchina che definire di lusso era dire poco. Sembrava nuova di zecca, non aveva neanche un po' di polvere addosso. Spalancai la bocca per lo stupore una volta che vidi Sun far scattare la chiusura dell'auto con un paio di chiavi.
«Hai una macchina?!» Chiesi sconvolta.
«Certo, non te l'avevo mai detto?»
Con fare elegante si avviò verso la porta del passeggero e l'aprì per farmi entrare come un perfetto gentiluomo. Alzai gli occhi al cielo vedendo quanto si vantasse del suo giocattolino, non ero veramente infastidita infatti sbuffai una risata dopo aver preso posto dentro la macchina.
Sun mi raggiunse poco dopo dal lato del guidatore e atteggiandosi da guidatrice professionista iniziò a fare le manovre per uscire dal parcheggio mettendo una sola mano sul volante, o polso per essere precisi.
«Se facciamo un incidente e muoio mi avrai sulla coscenza per il resto della tua vita lo sai?» La minacciai.
«Non potrei sopportarlo, probabilmente deciderei di raggiungerti nell'aldilà.»
«Cosa siamo diventate? Romeo e Giulietta?» Risi cercando di spegnere il rossore che andava a formarsi sulle mie guance.
«Potremmo esserlo se mi lasci fare Giulietta.»
«Scordatelo.»
Il viaggio non fu molto lungo o forse semplicemente il tempo volò in fretta passandolo a cantare tutte le canzoni, anche le più stupide, che passavano in radio. Ormai l'amicizia che era nata tra noi due era innegabile, me ne rendevo conto e non sapevo se esserne felice o delusa.
Era inutile continuare a tentare di odiarla, ci avevo già provato prima dell'inizio del viaggio e non aveva funzionato. Io e Sun avevamo un senso dell'umorismo molto simile e scoprirlo solo in quel momento mi fece rendere conto di quanto tempo avessi perso litigando con lei.
Alla fine arrivammo davanti all'entrata di un ristorante molto intimo, illuminato soltanto da calde luci artificiali e preceduto da un giardino perfettamente ordinato. Non c'erano tavoli all'esterno e un po' mi dispiacque, faceva abbastanza caldo per cenare all'aperto e con le stelle e la luna che brillavano nel cielo sarebbe stato molto più romantico.
Aspetta cosa? Tina, devi ingannare Tina concentrati! Non è un vero appuntamento.
La mia coscienza mi risvegliò trascinandomi fuori da quei pensieri romantici che mi sconvolsero.
Da quando avevo iniziato a preoccuparmi di cose così stupide?
Scendemmo dall'auto e mentalmente ringraziai Sun per non aver scelto un ristorante eccessivamente di lusso che mi avrebbe solo messa a disagio.
«Tina è già arrivata?» Chiesi, infastidita già solo al pronunciare il suo nome.
«Le ho inviato un messaggio ma non mi ha ancora risposto.» Disse Sun controllando per la millesima volta il suo cellulare.
Un colpo di tosse improvviso e palesemente finto ci colpì alle spalle facendoci sobbalzare per lo spavento entrambe.
Tina dietro di noi, con un vestito bianco e i capelli arcobaleno raccolti in una coda alta, ci squadrava da capo a piedi con uno sguardo dubbioso e infastidito. La fulminai immediatamente con lo sguardo facendole capire che anche io come lei non ero per niente felice di trovarmi lì in quel momento.
Ora che ci pensavo non avevo mai detto a Sun quante volte Tina mi aveva toccata senza il mio permesso solo per provocarmi. Prima non l'avevo mai fatto solo perché sapevo che non mi avrebbe mai creduto ma ora che eravamo diventate "amiche" forse mi avrebbe ascoltata.
Sorrisi malignamente pensando di sputare il rospo una volta tornate in stanza, dopo aver concluso quella cena che si prospettava straziante.
«Ciao Tina, sei sola?» Le chiese Sun facendo finta di essere felice di vederla.
«No, la mia accompagnatrice arriverà più tardi.» Rispose lei con tono arrogante riservandomi un'occhiata acida.
Io ricambiai lo sguardo senza dire una parola, se l'avessi fatto non sarei stata in grado di controllarmi. Avevo troppo veleno accumulato dentro da sputarle addosso.
Tina ci superò, avviandosi a testa alta dentro il ristorante come fosse la donna più orgogliosa di questo mondo.
Prima di entrare anche noi rivolsi a Sun uno sguardo interrogativo per capire cosa fosse quella storia dell'accompagnatrice.
«Le ho detto che poteva portare qualcuno.» Mi spiegò.
Io annuii semplicemente non molto interessata alla cosa. Ero del tutto sicura che questo qualcuno sarebbe stato un'altra ragazzina che Tina voleva usare per far ingelosire Sun, un piano decisamente infantile.
Che illusa.
Ghignai pensando a quanto Rainbow Dash, tutta in tiro per attirare l'attenzione della mia coinquilina, fosse ridicola ai miei occhi.
Il cameriere di turno ci portò verso un tavolo a quattro vicino alla finestra, la luce all'interno del ristorante era molto tenue probabilmente a posta per dare all'ambiente un'aria di intimità ancora più intensa di quella percepibile dall'esterno.
Sarebbe stato perfetto e incredibilmente romantico se davanti a me non ci fosse stata quella faccia da schiaffi di Tina.
Ovviamente la serata iniziò con un silenzio carico di tensione, l'atmosfera si poteva tagliare con un coltello per quanto era tesa ma sia a me che a Tina non poteva importare di meno. Era molto più importante cercare di far avere all'altra un attacco di cuore tramite l'uso di solo lo sguardo.
Sun cercò di smorzare la tensione iniziando a fare domande banalissime a Tina: come stai? Che hai fatto di bello negli ultimi giorni? Come va la scuola? Noia mortale. Sembravano le domande che la zia ti fa alle cene di Natale, unica occasione che avete di incontrarvi.
Tina rispose quasi a monosillabi senza argomentare nulla. Arrivò il suo turno di fare domande e ovviamente tutte le sue domande riguardavano noi come coppia.
Io e Sun potevamo essere stupide ma fino ad un certo punto, ovviamente prima di presentarci alla cena ci eravamo messe d'accordo sulla scelta delle risposte da dare alle domande più scontate e inizialmente filò tutto liscio come l'olio.
Addirittura ad un certo punto io e Sun avevamo iniziato a prenderci per mano e giocare l'una con le dita dell'altra, le appoggiai la testa sulla spalla con un sorriso da innamorata che forse era troppo persino per quella sceneggiata.
Il suo profumo è così... intenso.
Sollevai sconvolta la testa di scatto non appena formulai quel pensiero, lasciando le due stranite dal mio movimento improvviso.
«Comunque... Come avete capito di piacervi?» Chiese Tina con tono scocciato.
«Beh... Dopo aver litigato alla festa della prima gara tra band della scuola ci siamo chiarite, abbiamo iniziato a parlare fino a conoscerci meglio e dopo un po' abbiamo capito che tra noi due c'era qualcosa in più dell'amicizia.»
Tutto quel discorso toccante Sun lo fece tenendomi le mani e guardandomi dritta negli occhi come se fosse innamorata persa di me.
Sì... fa schifo a mentire. Persino nelle commedie romantiche spagnole quello sguardo perso è un cliché.
Cercai in tutti i modi di evitare di scoppiare a ridere vedendo quanto Sun fosse convinta di star recitando bene e per fortuna con due colpi di tosse nessuno si accorse di nulla.
«Allora quando arriva il tuo accompagnatore?» Chiesi impaziente, ormai stavo iniziando a credere che non sarebbe arrivato proprio nessuno.
Tina ignorò la mia domanda, da quando avevamo iniziato a conversare aveva deciso di far finta che io non esistessi.
«Mmh... fammi capire Sun, avete capito che tra voi due c'era qualcosa prima o dopo essere venuta a letto con me?»
Cosa?
«Cosa?»
Mi voltai verso Sun di scatto, sconvolta e disgustata da quella notizia.
Davvero è andata a letto con questo sgorbio?
Sun sembrava essere rimasta presa di sorpresa da quella domanda ed arrossì bruscamente quasi sputando tutto il contenuto del suo bicchiere sul tavolo.
«Dopo, dopo.» Fu la sua unica risposta.
Tina annuì per dire che aveva capito.
A quanto pare l'unica stupida che non capisce sono io.
Mi estraniai completamente dalla conversazione che proseguì senza di me, d'altronde come ormai stava facendo da tutta la serata. Nella mia mente avevano cominciato a raffigurarsi immagini di Tina e Sun che si baciavano. Che si guardavamo con amore e che si spogliavano.
Mi viene da vomitare.
Più quelle immagini diventavano nitide nella mia testa più il nervosismo dentro di me cresceva, arrivarono anche le nostre ordinazioni ma io non ci feci neanche caso.
Stavo iniziando a sentire uno strano senso di gelosia, talmente forte che se la mia pelle avesse iniziato a prendere una tonalità verde non mi sarei stupita.
Come si è permessa quella nana odiosa che mi rovinava la vita ad ogni singola occasione andare a letto con Sun?! E come aveva osato Sun permetterglielo?!
Non riuscivo a pensare che effettivamente non fossero affari miei e il fatto che il nostro fosse un finto fidanzamento andò completamente in secondo piano.
«Scusate.» Mormorai alzandomi.
«Dove vai?»
Sun mi afferrò per un polso, senza metterci troppa forza, allo scopo di fermarmi. Mi guardava come per dirmi "Non lasciarmi da sola con lei, lo sai che non sarei in grado di ingannarla."
lo sapevo bene che non aveva speranze ma al momento non mi importava affatto, ero arrabbiata e ogni secondo in più passato a guardare quel sorrisetto vittorioso di Tina mi rendeva ancora più furente.
Quasi con cattiveria mi liberai dalla presa di Sun lasciandola confusa.
«Vado a prendere una boccata d'aria.»
Detto ciò mi allontanai dalla sala senza voltarmi indietro.
Che fastidio. Ma poi come si permette di guardarmi con quell'aria di superiorità quella nana? Chi cazzo si crede di essere?
Iniziai addirittura a marciare dal nervosismo e da fuori dovevo sembrare davvero ridicola. Stavo pianificando di prendere a pugni un albero una volta uscita ma non mi sembrava di averne visti arrivando.
Quando misi piede fuori dall'entrata l'aria gelida mi colpì il viso causandomi brividi ovunque, per qualche strano motivo aveva cominciato a fare più freddo e io mi ero scordata dentro la giacca. Non avevo alcuna intenzione di tornare indietro a prenderla e il gelo mi sarebbe stato utile per raffreddare i bollenti spiriti, perciò decisi di proseguire.
Cercai di riscaldarmi strofinandomi le mani sulle braccia per generare calore e iniziai a vagabondare per quel prato che inizialmente mi era sembrato molto più piccolo.
Vagai alla ricerca disperata di qualcosa da prendere a pugni, poco mi importava di rovinarmi le mani. Vestita così poteva non sembrare ma non ero una di quelle ragazze che si lasciava impressionare da qualche goccia di sangue, poi però sarebbe stato difficile spiegarlo alle altre due.
Camminai fino ad arrivare ai parcheggi probabilmente destinati al personale, sbuffai lasciando uscire dalle mie labbra una nuvoletta bianca di vapore, delusa di non aver trovato nulla di interessante.
Forse è meglio tornare indietro.
«Ann? Sei tu?»
***
Tensione... questo è il penultimo o terzultimo capitolo, devo ancora decidermi🤔. In ogni caso come già detto il precedenza ci saranno anche dei capitoli bonus che devo ancora scrivere. Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate con una stellina e commenti, chiunque sia arrivato fino a questo punto vi ringrazio infinitamente!🦋❤
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