Capitolo 13

*🦋Ann-prima persona🦋

Il mattino seguente arrivò troppo in fretta per i miei gusti, lo spiraglio di luce che si faceva strada tra le tende della finestra arrivava dritto dritto sui miei occhi come a volermi disturbare di proposito. 

Quella notte dovevo aver dormito solo poche ore e la sveglia sul comodino me lo confermò: erano solo le otto di mattina, non era il massimo svegliarsi così presto la domenica. Tuttavia il sonno abbandonò presto il mio corpo e mi misi a sedere strofinandomi gli occhi per farli abituare alla luce del mattino.

Sun doveva essersi svegliata pochi minuti prima di me dato che la vidi uscire dal bagno più raggiante del solito. Sapevo benissimo che tutta quella situazione la divertiva da matti ma poteva anche evitare di spiattellarmelo in faccia a quel modo.

Come una mamma dispettosa si avvicinò alle finestre spalancando le tende e permettendo così al sole di entrare violentemente nella stanza, la luce si rifletté sulle pareti bianche causandomi non poco fastidio.

I miei occhi ancora abituati al buio non poterono sopportare quell'improvvisa ondata di raggi solari e tentai di ripararmi sotto le coperte con un lamento, niente da fare la luce si percepiva anche attraverso il tessuto.

«Giù dal letto! Questo è un giorno importante per la nostra piccola calciatrice bigotta del quartiere!» Urlò Sun quasi canticchiando.

Se fosse stato lunedì il nostro vicino di stanza sarebbe entrato furioso per il rumore.

Lanciai il mio cuscino in faccia a Sun per farla stare zitta e lentamente mi resi conto a cosa la mia coinquilina si stesse riferendo.

Era il mio ultimo giorno per convincere Virote a scrivere un nuovo articolo su di me da mettere in prima pagina per lunedì. Per convincerlo avrei dovuto far finta di essere la ragazza di Sun e amarla con tutto il cuore, non riuscivo davvero a capire se la cosa mi disgustasse o innervosisse, forse entrambe le cose ma di certo non era una sensazione piacevole.

La mia coinquilina sembrava felice della cosa, non capivo cosa ci trovasse di bello nel fingere di essere la ragazza della sua peggior nemica, ma dopotutto era da quando ci eravamo conosciute che tutto ciò che infastidiva me divertiva lei e viceversa, quindi non mi feci troppe domande e mi diressi anche io in bagno per lavarmi e cambiarmi.

Riflettendomi allo specchio vidi subito due enormi occhiaie che decoravano in un macabro stile gotico i miei occhi dandomi la parvenza di un fantasma, non era affatto l'aspetto che ci si aspetterebbe da un'adolescente pazza per amore. Era, però, esattamente l'espressione da ragazza pronta a mettere in atto una messinscena nella quale non credeva neppure lei.

Cercai di coprire quell'obbrobrio (ovvero la mia faccia) con una bella dose di fondotinta. Non amavo truccarmi, specialmente la domenica, ma dopotutto anche i migliori attori si mettono una quantità indicibile di roba in faccia prima di entrare in scena, e quel giorno avrei dovuto essere la migliore attrice di tutti i tempi.

Uscii dal bagno senza aver ancora ben in testa una scenetta abbastanza convincente per far cambiare idea sul mio conto a Virote, non me ne preoccupavo troppo però dato che di solito me la cavavo meglio improvvisando.

Ricordai con un po' di malinconia tutte quelle volte che avevo fatto finta di stare male per non andare a scuola o quando io e Pharn inventavamo scuse per non tornare a casa troppo presto (secondo la nostra concezione) dal parco vicino casa. 

Mentire è uno spasso.

«Andiamo a cercare quel moccioso?» Mi chiese Sun che mi stava aspettando seduta alla scrivania a sfogliare non so bene cosa per passare il tempo mentre mi aspettava.

«Assolutamente sì.»

Ma prima che riuscissimo anche solo ad uscire dalla stanza il mio stomaco decise di darci dentro con suoni degni di un vulcano attivo che quasi spaventarono anche me.

In effetti non ho mangiato nulla dopo la partita di ieri sera.

Sun mi guardò divertita e non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere. Sentendomi un clown non potei fare a meno di arrossire completamente, una risata sfuggì anche a me quando sentii lo stomaco di Sun seguire a ruota il mio.

Ferma Ann, non siamo amiche.

Smorzai in fretta il sorriso che mi era comparso sul viso e tornai ad assumere un'espressione seria e decisa.

«Prima direi di andare a fare colazione.» Dissi.

Era una vera fortuna che nella nostra scuola la mensa rimanesse aperta anche nel weekend. La cosa probabilmente non faceva molto piacere ai cuochi ma di certo al mio stomaco sì, con tutto quello che costava la retta poi l'ultima cosa che potevano fare era lamentarsi.

Una volta arrivate notammo subito che i tavoli erano praticamente vuoti e che la cuoca che consegnava i pasti fulminava con lo sguardo chiunque entrasse nella stanza, si vedeva che aveva zero voglia di lavorare e iniziai a temere che ci avrebbe sputato nei piatti. 

Guardandola meglio però la riconobbi e tirai un sospiro di sollievo. Fortunatamente (per qualche motivo) quella cuoca mi adorava e quando arrivai davanti a lei con un sorriso sincero questo mi venne ricambiato.

Passarono cinque minuti buoni prima che riuscissi a raggiungere Sun al tavolo dove aveva deciso di sedersi.

Minuti che passai ad ascoltare la cuoca lamentarsi della poca attenzione che il preside riservava verso i bisogni dei suoi dipendenti, tutti i dipendenti all'infuori ovviamente dei professori. A quei figli di puttana il preside concedeva qualsiasi cosa... Parole sue non mie.

«Era ora!» Esordì spazientita Sun una volta che mi sedetti di fronte a lei.

«Non prendertela con me, ho dovuto fermarmi con la cuoca a sparlare del preside per un po'.» Dissi divertita dal modo in cui la diretta interessata avesse insultato quello che alla fine era il suo capo.

«La cuoca? Ma sai almeno come si chiama?» Mi chiese Sun stranita mentre apriva la sua bottiglietta di latte alla fragola.

«In mia difesa non si è mai presentata e comunque, non so se hai notato, ma farla sfogare mi porta dei vantaggi.»

Era evidente la differenza tra il mio vassoio e quello di Sun: nel mio le porzioni erano più equilibrate e in ordine mentre il suo era molto più disordinato e le quantità erano state fatte proprio a casaccio. Se non lo faceva a parole la cuoca sfogava la sua frustrazione in altri modi.

«Beh a me ha dato più carne almeno.»

Detto ciò Sun prese in mano le bacchette ma invece di cominciare a mangiare iniziò a spostare dei pezzi di carne dal suo al mio piatto.

«Che stai facendo?»

«Hai pensato a cosa fare quando riusciremo a trovare Virote?» Ignorò la mia domanda.

«No, sto parlando del cibo... Che fai?»

Sun sembrava confusa da ciò che le stavo chiedendo, ma sapeva benissimo cosa significasse scambiarsi il cibo nel nostro paese.

«Ha dato più carne a me che a te.»

«Quindi?»

«Quindi... te ne do' un po'.» Rispose con naturalezza.

«No, lo sai che queste cose si fanno solo tra amici.»

«E noi non lo siamo?» Mi chiese esitando un po'.

Sembrava quasi dispiaciuta, il fatto che avevamo passato gli ultimi due giorni a elaborare piani insieme per tirarmi fuori dai guai doveva averle fatto credere che ormai tra noi due fosse nato un rapporto che andava oltre il semplice odio reciproco.

Non risposi, sinceramente ormai non ci capivo più niente. Non sapevo cosa fossimo, eravamo passate dall'essere nemiche giurate al farci dispetti degni di bambine delle elementari per poi tornare a essere nemiche e concludere col far finta di essere fidanzate. La nostra relazione era un casino, ma amiche? Forse non sarebbe mai successo.

Continuai a non rispondere anche se era evidente che Sun stesse aspettando, iniziai a far vagare lo sguardo ovunque tranne che nei suoi occhi e alla fine la mia attenzione venne attirata da una figura ormai troppo familiare.

Virote era seduto a un tavolo parecchio lontano dal nostro e nonostante fossimo davvero in pochi nella stanza non sembrava averci ancora notate.

Da sotto il tavolo diedi un calcio leggero a Sun che essendosi arresa aveva cominciato a mangiare, le feci cenno perché si voltasse verso il ragazzino seduto completamente da solo mentre scriveva qualcosa su un quadernino. Probabilmente delle tracce da usare per i prossimi articoli del giornalino scolastico.

Sun si girò verso di me, con un bagliore di eccitazione negli occhi.

«Improvvisiamo?»

«Improvvisiamo.»

Ci alzammo in contemporanea più decise che mai, pronte a prendere posto in una delle molteplici sedie vuote allo stesso tavolo del ragazzino. 

Camminammo nella sua direzione portandoci appresso i vassoi, stavamo quasi marciando per l'eccitazione del momento. Almeno da parte mia, non vedevo l'ora di entrare in scena.

Fortunatamente Virote non si rese conto della nostra presenza finché non ci sedemmo di fronte a lui causandogli un sobbalzo per lo spavento, se ci avesse notate prima sicuramente se la sarebbe data a gambe.

Finalmente il moccioso dedicò la sua totale attenzione a noi lasciando perdere il suo quadernino e non appena capì la situazione sbiancò assumendo una tonalità simile ad un lenzuolo, da dietro gli occhiali il suo sguardo era terrorizzato. Si capiva da lontano che era un ragazzo timido ma sembrava che si fosse trovato davanti due leoni invece che due ragazze del suo stesso anno.

Forse ci siamo sedute con troppa enfasi...

Pensai iniziando a preoccuparmi  di averlo spaventato troppo.

«N-non sono autorizzato a prendere decisioni senza Raylay.» Fu la prima cosa che ci disse, spaventato come un bambino che provava a scusarsi con i genitori dopo aver combinato una marachella.

Come sospettavo fin dall'inizio, non era di certo lui il capo che guidava il lavoro.

«Credevo che il giornalino scolastico si dirigesse in gruppo.» Dissi con un velo di superiorità.

Il suo farsi piccolo piccolo mi faceva sentire potente e la cosa mi piaceva, ma sapevo che ero lì per convincerlo e non per farlo scappare in lacrime. Sbuffai frustrata.

«È-è così infatti, io penso alle foto e agli appunti, Raylay alle interviste e poi gli altri ragazzi del club alla scrittura e le idee.»

«Sembra comunque che sia tu a lavorare più di tutti.»

«B-beh...» Disse lui imbarazzato, iniziando a grattarsi il capo.

Sapevo di aver centrato il punto dolente, Virote sembrava il classico ragazzo innocente e timido al quale tocca sempre tutto il lavoro nei compiti di gruppo e che non ha il coraggio di ribellarsi. La cosa giocava a mio vantaggio.

«Sembri davvero un bravo ragazzo Virote... e immagino che non ti piaccia scrivere articoli che possano causare guai ad altre persone.»

Non so perché ma quella frase mi uscì quasi come una minaccia dal tono che usai, Virote sicuramente la percepì come tale dato che iniziò a scuotere la testa violentemente come per dire "Ma chi io? Mai e poi mai!"

«Noto anche che a scuola oggi ci sei solo tu, il tuo club non si riunisce la domenica?»

«F-facciamo a turni per scrivere il giornalino del lunedì.»

«Capisco... beh, Virote, immagino tu sappia che il giornalino di ieri mi ha causato parecchi problemi vero?» Notai il moccioso deglutire e iniziare a sudare freddo «Ma oggi sono qui per dirti che ciò che è successo con Tina è stato tutto un malinteso, so che questa notizia potrebbe destabilizzarti un po' ma io in realtà sono fidanzata.»

Il ragazzino sembrava confuso, non capiva cosa centrasse il mio fidanzamento con l'articolo che mi aveva rovinata, ma non osava mettere in dubbio le mie parole né tantomeno interrompermi. 

Diedi una leggera gomitata a Sun in modo che dicesse anche lei qualcosa, sembrava essersi incantata per qualche motivo.

«Oh... sì, io e Ann stiamo insieme da diversi mesi in realtà.»

Detto ciò circondò con un braccio la mia spalla nella maniera più romantica possibile, ma non sembrava convinta neanche lei.

Quel mezzo abbraccio era teso come una corda di violino e così facendo sembravamo più che altro amiche. La cosa mi innervosì.

Che pessima bugiarda.

Si vedeva benissimo che Virote non se la stava bevendo per niente, specialmente a causa delle pessime prestazioni di Sun che si guadagnò un'occhiataccia da parte mia.

«Vedi Virote... a me e a Sun non piace sbandierare troppo la nostra relazione. Specialmente a me in realtà, non mi sono mai piaciute le ragazze e quando è arrivata lei il mio mondo si è confuso totalmente. Avevo bisogno di tempo per pensare a... A come rendere i miei amici partecipi della mia nuova relazione.» Notai che stavo iniziando a catturare la sua attenzione «Sun è molto dolce e ha deciso di aspettare fino a che non fossi stata pronta e beh...»

Mi voltai verso la diretta interessata e la guardai intensamente negli occhi con un sorriso da innamorata, o da ebete come preferivo definirlo io. Da sotto il tavolo le strinsi la mano, Virote forse non poté vederlo ma sicuramente aveva percepito il movimento del mio braccio.

«Adesso sono pronta.» Dissi in un sospiro.

Potrei vomitare.

«Ma Tina ha rovinato tutto, in qualche modo ha scoperto la nostra relazione prima che potessi farne parola anche solo con il mio migliore amico. E ti giuro che da quel momento ha fatto di tutto per rovinare il mio rapporto con Sun.»

«Perché voleva rovinarlo?» Mi chiese a quel punto Virote completamente rapito dalle mie parole e dall'ammontare di stronzate che mi stavo inventando.

Sembrava star seguendo una specie di soap opera spagnola... Anche se, considerando la pessima recitazione della mia partner, direi più indiana.

«Perché è innamorata di me ed è gelosa.» Affermai rischiando seriamente di scoppiare a ridere.

Bomba sganciata.

Notai come Virote rimase sconvolto da quella piccante notizia e nei suoi occhi già leggevo il fiume di parole nella sua testa che sarebbe andato a comporre l'articolo, articolo che speravo lunedì sarebbe stato pronto. 

Anche Sun sembrava stupita dalla mia sceneggiata, ma più che altro sembrava starsi sforzando di non scoppiare a ridere. Iniziò a mettere in scena una finta tosse per soffocare le risate sul nascere causando una certa ilarità anche in me che cerai in tutti i modi di sopprimere.

Siamo in due ma per favore lasciami lavorare.

«Oddio, oddio!» 

Virote aveva abbandonato ogni traccia di paura e ormai l'emozione che la mia storia gli aveva causato lo governava. si mise quasi a saltellare sul posto come una ragazzina di fronte al suo idolo.

Rischio davvero di scoppiare se non la smette di agitarsi.

Pensai sentendomi quasi a disagio per quella sceneggiata da fanboy arrapato.

«Non avevo idea di tutto quello che stessi passando Ann. Mi dispiace molto e sarei più che onorato di scrivere la tua storia in un articolo per il giornalino di lunedì se me ne dessi il permesso.»

La timidezza aveva quasi completamente abbandonato il corpo di Virote e quasi mi piaceva di più così, averlo intorno sarebbe stato anche divertente se non fosse stato uno dei motivi per cui la mia vita scolastica si era rovinata.

«Certo, se servirà a far capire alla gente che non sono omofoba come credono tutti, potrai usare le informazioni che ti ho dato come meglio credi.»

Virote sembrò essersi seduto su una molla poiché non appena pronunciai quella frase si alzò dalla sedia in totale euforia e di corsa uscì dalla mensa, probabilmente si stava dirigendo verso la stanza che il club del giornalino scolastico usava come aula per le loro riunioni.

Quel ragazzino era davvero un sempliciotto, non so se davvero credesse alla storia che mi ero inventata ma ad un giornalista spesso non interessa la verità ma quanto è interessante la semi-notizia,  fake o no che fosse, e Virote non era da meno.

«Sei una bugiarda incredibile.» Disse Sun lasciando libero spazio alle risate che aveva trattenuto fino a quel momento.

«Tu invece sei pessima.» Le risposi io massaggiandomi le tempie per riprendermi dallo sforzo.

Come diavolo ha fatto quel moccioso a non capire che era una sceneggiata?

Io e Sun eravamo rimaste completamente sole.

In mancanza di Pharn e del resto della band di Sun, nessuna delle due aveva idea di come passare il resto del tempo che ci rimaneva del weekend.

Potrei approfittarne per allenarmi...

Pensai con leggerezza.

Dopo aver finito di mangiare mi alzai dal tavolo senza neanche salutare la mia compagna di stanza. Ci misi un po' per rendermi conto che quest'ultima mi stesse seguendo a passo felpato, quasi come se avesse paura di farsi notare da me.

Quando mi resi conto della sua presenza eravamo ormai già al campo da calcio deserto e io mi voltai verso di lei con sguardo interrogativo.

«Che stai facendo?» Le chiesi.

È la seconda volta che le faccio questa domanda. 

Sun sobbalzò, come se non si aspettasse di venir colta in flagrante prima o poi.

«Stavo pensando... Dato che né tu né io abbiamo con chi passare il tempo, potrei stare qui ad allenarmi con la chitarra mentre tu prendi a calci il tuo pallone.»

Rimasi un po' offesa dal modo in cui aveva definito il calcio ma non ne valeva la pena di aprire un dibattito con lei sull'argomento, è uno sport che o ti piace o non ti piace. Feci spallucce totalmente disinteressata alla cosa e, a quanto pare, lei lo prese come un "va bene".

La vidi correre via e io scossi la testa stranita dal nuovo modo di comportarsi di Sun, sembrava quasi timida e la cosa mi infastidiva.

Presi a fare dei palleggi aspettando il suo ritorno.

Spero non ci metta troppo.

...

Cosa?

È che deve vedere quanto io sia un fenomeno con il pallone!

Cercai di autoconvincermi.

Non ti piace, Ann, non ti piace!

Quasi mi arrabbiai con il pallone e presi a calciarlo con violenza correndo per tutto il campo allo scopo di scaricare il nervosismo.

Dannazione perché la mia testa deve essere così tanto un casino?!

«Hai intenzione di  strappare tutta l'erba finta con i piedi?»

Sun era tornata con la chitarra legata alla schiena e un paio di spartiti. Mi fermai per guardarla mentre si faceva strada verso di me, dopo avermi raggiunta mi lanciò un codino che afferrai al volo.

L'avevo dimenticato.

Arrossii per il suo gesto di gentilezza e vidi che anche lei ne indossò uno uguale per poi sedersi sull'erba e iniziare a concentrarsi  sulla sua musica.

Io ripresi a calciare il pallone senza giocare però seriamente, sapevo che Sun non mi stava guardando ma la consapevolezza che comunque fosse lì mi innervosiva. in generale non riuscivo a dare il meglio di me con troppi occhi addosso ma se erano i suoi la cosa era anche peggio.

Dopo qualche ora di palleggi e goal senza portiere iniziai ad annoiarmi e riportai l'attenzione su Sun,  stava suonando ininterrottamente da tutto il tempo tenendo in bocca una matita e alternandola con il plettro nuovo quando doveva appuntarsi qualcosa sugli spartiti.

Mi avvicinai a lei con l'obbiettivo di infastidirla e feci finta di lanciarle una pallonata senza però spostare il pallone di un millimetro, ma solo muovendo velocemente la gamba. Sun, presa alla sprovvista, si riparò la faccia con le mani inutilmente.

«Ahahah!» Scoppiai a ridere come un'idiota.

Sun mi fulminò con lo sguardo per poi riprendere a ignorarmi e tornare a concentrarsi sulla sua chitarra. la presi in giro ancora più volte, mi faceva troppo ridere il fatto che ci continuasse a cascare.

«Ma quanto sei stupida?!» Le chiesi a una certa ridendo.

«Questo dovrei chiederlo io a te!»

Era arrabbiata, lo si sentiva dal suo tono di voce e la cosa mi divertiva ancora di più. Si alzò improvvisamente in piedi con la chitarra in mano, iniziò a seguirmi brandendola come se me la volesse spaccare in testa e io scappai senza smettere di ridere.

Ci inseguimmo fino a stancarci e alla fine ci sdraiammo sul prato una di fianco all'altra per riprendere fiato.

Mi stavo divertendo con Sun, faticavo a crederlo.

Dopo esserci riprese con diverse estenuanti moine riuscii a convincere la mia compagna di stanza ad allenarmi in porta. Era una schiappa totale, i suoi tiri avrebbe potuto parlarli anche un bambino di dieci anni, ma mi divertii nel provocarla.

Passammo il resto della giornata così: tra giocare a calcio in maniera patetica (arrivando persino a farci male a seguito di qualche caduta) e cantare a squarciagola qualche canzone tradizionale thailandese accompagnate dal suono della sua chitarra.

Fu il primo giorno dopo tanto tempo che riuscimmo a passare senza saltarci alla gola ogni secondo e devo ammettere che era da parecchio che non mi sentivo così rilassata.

Il cielo iniziò a scurirsi velocemente e tornate in stanza, dopo due lunghe e calde docce, ci mettemmo pochissimo ad abbandonarci entrambe tra le braccia di morfeo con un sorriso sincero sul viso.

***

Finalmente un po' di pace, se avete voglia di dare un'occhiata ho appena inserito nel prologo delle foto che potrebbero aiutarvi ad immaginare meglio i personaggi🤗. Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate con commenti e stelline e noi ci rivediamo (forse) domani.🦋❤

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