9. Estirpare
"Smettila di pensare a lui, non ne vale la pena".
"Posso farti una domanda? Non mi devi rispondere, non a me".
"Cosa?"
"Come ti sei sentito quando è morto tuo papà?"
E il suo volto si tramuta in sofferenza.
"Capisci perché non puoi semplicemente dirmi così? Come ci si sente a lasciar andare chi non si è pronti a salutare? Come ci si sente a dire addio a una persona che ami con tutto te stesso?"
Mi stringe la mano. Fortemente.
Sono qui per te.
Lo dice senza emettente un fiato.
"Sai? Se esistesse un modo per estirpare le emozioni, io me lo lascerei fare... Anche a costo di non provare più nulla, neppure gioia. Lo farei, così manderei via tutto questo dolore. Così finirebbe di fare male. Così smetterei di contrarre i muscoli facciali in un sorriso che non voglio mostrare. Così..."
"Basta. Basta così".
Mi stringe in un abbraccio che libera all'istante la mia tristezza sottoforma di tantissime lacrime; mentre le ginocchia cadono forte sul pavimento duro e un urlo straziato mi esce fuori dal cuore espimendo tutto quel sentimento che cerco di annientare ma che riesco a malapena a reprimere. Col corpo racchiuso in sé stesso, incapace di ergersi.
"Come stai adesso?"
"Starò bene".
Non ci credo.
Non ci credo neppure un istante.
Sembra che passa e poi ritorna. Va e viene. Resta.
Fingo.
Estirpare via il dolore.
Stop.
Please.
Stop.
Oggi un altro 7.
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