SURPRISES

«Ho due sorprese per te!» esclamò Matteo quel pomeriggio, appena prendemmo posto sul telo che avevamo steso sul prato.

Era un mercoledì, e avevamo deciso di andare di nuovo al parco di Monza, senza correre però questa volta. Avevamo deciso di stenderci sotto un albero per ripararci dai caldi raggi del sole di un giorno di inizio agosto.

«Due sorprese per me? A cosa le devo?» chiesi io sorpresa.

«Beh, è quasi un mese che usciamo insieme, perché non farti una sorpresa?» chiese Matteo in risposta, alzando le spalle con innocenza.

Io feci un sorrisetto e non protestai.

Come avrei potuto protestare all'idea di avere due sorprese tutte per me?

«In realtà una è da condividere con Filippo, perché ho pensato di non poterti proporre una cosa del genere senza invitare anche lui» ammise Matteo arricciando leggermente il naso.

Io feci una risatina.

«Immagino che questa sorpresa comprenda vedere qualche tua partita» supposi fingendo di pensarci.

Fece una risatina anche Matteo.

«Immagini bene» ammise «Settimana prossima iniziano le amichevoli, e so che non giochiamo contro delle grandi squadre, ma come prima partita non è male» spiegò meglio alzando di nuovo le spalle con innocenza.

«Non credo che a Filippo importi se è un'amichevole o meno» dissi io scuotendo la testa «Gli basta guardare ventidue stupidi che corrono dietro a un pallone» aggiunsi con finta noncuranza.

«Come ci hai chiamati?» mi chiese Matteo aggrottando le sopracciglia.

Io scoppiai a ridere, poi gli misi una mano sulla guancia per accarezzarla dolcemente.

«Ventidue stupidi che corrono dietro a un pallone» ripetei con un sorrisetto angelico.

«Ehi! È del mio lavoro che stai parlando! Io sono uno di quei ventidue stupidi che corrono dietro a un pallone e vengo pagato per questo!» si lamentò lui «E vengo pagato anche bene!» aggiunse annuendo.

«Oh questo lo so» dissi io annuendo «E infatti, anche se trovo ingiusto che semplicemente correndo dietro a un pallone prendiate tutti quei soldi, non me ne lamento più di tanto finché li usi con me» ammisi alzando le spalle con innocenza.

Matteo mi guardò con gli occhi ridotti a fessura.

«Ho appena trovato la prima somiglianza con tuo fratello» disse con aria di sfida «Quando volete sapete essere veramente antipatici» aggiunse stizzito.

Io feci una risatina, poi mi sporsi verso di lui per lasciargli un bacio sulla guancia dove fino a poco prima c'era la mia mano.

«Mi sembra che avessi un'altra sorpresa per me» dissi staccandomi, ma senza allontanarmi dal suo viso.

Avevo il naso a pochissimi millimetri dal suo e potevo sentire il suo profumo e il suo respiro.

«Non so se te la meriti ancora» disse Matteo passando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.

Feci un sorrisetto.

Mi stava provocando?

Forse ero inesperta nella pratica, ma dopo aver visto tutti i film e le serie Tv d'amore che il mondo propone sapevo come far impazzire un ragazzo.

«Ok» mi limitai a dire, avvicinandomi ancora di più al suo viso, facendogli intendere che volevo baciarlo.

Ma a un millimetro dalla sua bocca mi fermai, sfiorandola solamente con le mie labbra, e poi mi allontanai considerevolmente dal suo viso.

Con la coda dell'occhio vidi Matteo restare spiazzato da quel movimento, e rimase immobile per qualche secondo con aria spaesata. Quando si riprese si spostò a sedere più vicino a me in modo che non potessi allontanarmi di più, mi mise le mani sulle guance e mi portò a sé per baciarmi con passione.

Io rimasi spiazzata per qualche secondo, poi ricambiai il bacio, consapevole di provare qualcosa di nuovo dentro di me.

Era quasi un mese che uscivamo, è vero, ma non ci eravamo mai baciati così. Erano sempre stati piccoli dolci baci e qualche carezza. In quel momento le nostre lingue stavano danzando su una musica tutta loro e dentro di me sentivo come un fuoco che non sembrava voler smettere di ardere.

«Ok... dopo... dopo questo bacio potresti... meritarti l'altra sorpresa» disse Matteo dopo un po', lasciandomi dei piccoli baci sulle labbra e poi dandomi l'ultimo in fronte.

Mi presi tempo per respirare e regolare il battito, poi alzai gli occhi su di lui. Lo vidi con in viso un sorrisetto soddisfatto e angelico. Aveva ancora le mani sulle mie guance, così mentre sorridevo anche io portai una mano sulla sua per accarezzarla dolcemente.

Quanto mi piaceva quel ragazzo!

Matteo mi lasciò un altro bacio in fronte, poi si avvicinò ancora un po' e si preparò a parlare.

«A inizio campionato ogni squadra fa una cena con dirigenti, mister e tecnici vari, così, per iniziare l'anno con del buon cibo e un po' di allegria» iniziò a dire giocherellando con la cerniera della tasca dei suoi pantaloni «Come a quasi tutte le cene delle squadre si portano anche le varie mogli e compagne» continuò evidentemente nervoso «E... ecco, io... io vorrei che venissi con me» concluse finalmente, alzando lo sguardo su di me per pochissimi secondi.

In un attimo infatti lo aveva riabbassato sulle sue gambe, evidentemente in difficoltà.

Io nel frattempo ero rimasta per qualche secondo senza fiato.

Stava scherzando?

Voleva davvero portare me a una cena del genere?

Insomma, era una cosa carina, ma non ero sicura di essere al settimo cielo e di aver capito perché avesse scelto me.

«Io?» riuscii a chiedere «In qualità di cosa?» chiesi ancora.

Matteo alzò lo sguardo su di me quasi sorpreso da quella mia domanda.

«Beh, è quasi un mese che usciamo, io... insomma... stiamo insieme no?» mi chiese alzando leggermente le spalle.

Mi si bloccò di nuovo il fiato, e non riuscii a trattenere un sorrisetto.

Stavamo insieme?

Wow! 

Faceva quell'effetto avere un ragazzo?

Oh, un attimo... quindi Matteo era il mio ragazzo?

Wow di nuovo!

«Perchè sorridi come la Gioconda?» mi chiese Matteo alzando un sopracciglio.

«Perché... beh, perché stiamo insieme» risposi ancora sorridendo.

Sorrise anche Matteo, prima di sporgersi a lasciarmi un bacio in fronte, poi uno sulla tempia, uno sulla guancia e poi un paio sulle labbra.

«Sei contenta che stiamo insieme ufficialmente ma non sei al settimo cielo per la mia proposta» notò sospettoso, guardandomi ancora negli occhi.

Io sospirai.

Aveva ragione, non ero contentissima di quella sua proposta. O meglio, ero lusingata che mi avesse chiesto di andare con lui a quella cena in qualità di sua ragazza, ma la cosa un po' mi spaventava.

«Lo sai che io ho solo 18 anni vero?» chiesi a Matteo.

«Credo di saperlo, sì» rispose lui annuendo.

«E sai che sono una semplice studentessa che non ha ancora finito il liceo e che fa l'animatrice nell'oratorio di un piccolo paesino fuori Milano?» chiesi ancora alzando le sopracciglia.

«Ceci, dove vuoi andare a parare?» mi chiese Matteo confuso.

Io sospirai di nuovo.

«Quello che voglio dire è che non sono come tutte le altre ragazze e donne che ci saranno lì. Sono una ragazza comune che in mezzo a tutte quelle modelle e donne in carriera farà solo brutta figura» iniziai a spiegare «I vestiti me li compro da sola, non me li regala nessuno, e quelli che ho non sono sicuramente di stilisti super famosi e chic. La maggior parte vengono dalle bancarelle del mercato» continuai «Non ho esperienze nel mondo della televisione o del business, e non ho esperienza neanche per quanto riguarda le relazioni. Sai che è la mia prima questa con te, e sai quante cose ho ancora da imparare» dissi ancora.

Matteo mi guardò con apprensione.

«Ceci, nessuno farà caso a queste cose» disse per rassicurarmi «È una cena di squadra, non una passerella della Tv» mi fece notare scuotendo leggermente la testa.

Io però lo guardai scettica.

«Vuoi dirmi che non ci saranno fotografi?» chiesi alzando un sopracciglio.

«Beh, quelli è ovvio che ci saranno» rispose Matteo.

«Quindi succederà esattamente quello che ho detto prima, con in più il fatto che tutta l'Italia saprà che sono la tua ragazza, Matteo» gli feci notare io.

«È proprio quello che voglio, Ceci» disse Matteo «Voglio che i miei amici, i tifosi, chiunque sappia che sei la mia ragazza» specificò.

Io sospirai.

«Beh, non so se è quello che voglio io» ammisi titubante.

Matteo restò spiazzato per un attimo, e mi sembrò anche di vederlo spostarsi un po' per allontanarsi da me.

Lo avevo offeso?

"Certo che lo hai offeso, Cecilia! Sei stata proprio stronza!" Mi rimproverai da sola.

«Scusa, io non volevo... mi sono espressa male» dissi di fretta, guardando Matteo dispiaciutissima «Sono la persona più felice della Terra adesso che sono sicura che stiamo insieme, e ti assicuro che trovo meraviglioso che siamo finalmente una coppia» spiegai «È solo che... non credo di essere pronta a essere conosciuta come "La nuova ragazza di Matteo Pessina" ecco. Non sono pronta a essere sotto i riflettori ed essere cercata da tutti su instagram per capire se stiamo davvero insieme o no» continuai sentendo l'ansia salire.

Man mano che pensavo a quello che sarebbe successo quella sera e a quello che avrebbe comportato essere la ragazza di un calciatore di serie A mi veniva il fiatone, ed entravo in panico sempre di più.

Non ero sicura di essere pronta a tutto quello.

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