PARTY ALL THE TIME

«Cecilia, mi hai promesso una canzone» mi disse quella sera Jorginho avvicinandosi con un sorriso «Abbiamo vinto, questa è la festa della vittoria, dobbiamo cantare insieme» aggiunse con aria innocente.

«Veramente te lo aveva promesso lui» lo corressi io indicando Matteo.

«Sì, ma tu non hai opposto resistenza» mi fece notare Jorginho.

Io sospirai.

«Tu sei pazzo. Non posso cantare davanti a tutta questa gente» dissi scuotendo la testa «C'è anche Giuliano San Giorgi» aggiunsi allarmata.

Sì, il leader dei Negramaro era invitato per "animare" e farci cantare a quella festa.

Non potevo cantare con Jorginho sotto gli occhi di un talento come quello di Giuliano San Giorgi!

«Ma dai!» esclamò Jorginho «Cantiamo qualcosa di facile» mi assicurò «La sai "Count On Me" di Bruno Mars?» mi chiese poi.

Io annuii.

È una delle mie canzoni preferite.

«Perfetto! La suono e la cantiamo insieme!» esclamò Jorginho con un sorriso.

«Non lo so, Jo...» provai a dire.

«Ti prego, ti prego, ti prego!» mi implorò Jorginho.

«E dai, Ceciu! Cosa ti costa?!» esclamò Matteo dando man forte al suo amico.

Io sospirai.

In effetti avevano ragione, perché non avrei dovuto cantare?

"Forse perché c'è un sacco di gente tra cui un cantante professionista?!" mi chiesi con aria ovvia. Ma in un attimo scossi la testa cercando di scacciare quel pensiero.

«Silenzio Bruno» mi sussurrò Matteo all'orecchio.

Io lo guardai stranita poi feci una risatina.

Lo aveva detto davvero?

Era una citazione da Luca, il film della Disney ambientato in Italia. Lo avevamo visto pochi giorni prima che lui partisse con la Nazionale, ma non mi aspettavo quella frase in quel momento. Ci stava però, e mi convinse ad alzarmi.

«Silenzio Bruno» dissi decisa, prima di seguire Jorginho fino alla chitarra e ai microfoni.

«Scusate, io e Cecilia abbiamo deciso di rubare la scena a Giuliano per qualche minuto, perché vorremmo cantare una canzone che mi piacerebbe dedicare a tutti i miei compagni di squadra» annunciò Jorginho al microfono.

Nel frattempo gli occhi di tutti si erano girati verso di noi, e dopo un attimo di panico io feci un sorrisetto imbarazzato. Poi incontrai gli occhi di Matteo che mi fece l'occhiolino per incoraggiarmi.

"Silenzio Bruno, silenzio Bruno, silenzio Bruno" mi ripetei in testa.

Sembra una cosa stupida, ma devo dire che funziona.

«Come sei sdolcinato, Jorgi!» esclamò Insigne prendendo in giro Jorginho e facendo ridere tutti.

Anche io e Jorginho facemmo una risatina, poi lui prese la chitarra e iniziò a suonare proprio "Count On Me". Lo ammetto, andò tutto benissimo e mi divertii molto, e i nostri spettatori sembrarono apprezzare un sacco.

Finita la canzone mi girai verso Jorginho e gli feci un sorriso. 

«Grazie di avermi convinto» gli dissi mentre tornavamo ai nostri posti.

«Guarda che hai fatto tutto da sola» mi fece notare lui «E lo hai fatto anche bene» aggiunse annuendo.

Io sorrisi di nuovo.

Ma quanto era carino?

«Ragazzi! Wow!» esclamò in quel momento una voce, mentre Bernardeschi ci raggiungeva e metteva una mano sulle spalle a entrambi «Siete stati bravissimi!» esclamò spalancando gli occhi «Vi voglio al mio matrimonio! Dovete cantare al mio matrimonio!» esclamò ancora scuotendoci un po'.

Io aggrottai le sopracciglia.

Matrimonio?

Perché? Si sposava?

«Sì, domani» rispose Bernardeschi.

Ah!

Caspita!

Subito!

«Comunque seriamente, potrei avere dei problemi con l'animazione, quindi ho bisogno di qualcuno che intrattenga la gente per un po' e ci canti qualche bella canzone d'amore e da festa» ricominciò a dire Bernardeschi «Voi siete perfetti!» esclamò «Vi pago, davvero» aggiunse serio.

Io e Jorginho ci guardammo straniti e poi puntammo gli occhi su Bernardeschi.

«Io non ho problemi, amico. Non mi devi neanche pagare, credo di aver guadagnato abbastanza» disse divertito «E poi, abbiamo una bella intesa io e lei, non ci saranno problemi anche se non abbiamo preparato nulla» aggiunse alzando le spalle con innocenza.

Io feci oscillare leggermente la testa, d'accordo con lui.

«Beh... va bene anche per me, ma... ecco, io forse avrei bisogno di qualche soldino» ammisi io arricciando leggermente il naso.

Bernardeschi e Jorginho fecero una risatina, poi Berna mi assicurò che mi avrebbe pagato e tornò al suo tavolo a bere ancora.

Io restai un attimo spaesata invece.

Ero davvero appena stata ingaggiata per cantare al matrimonio di Federico Bernardeschi?!

Come ero passata dal cantare in chiesa a essere l'animatrice di un matrimonio di uno dei ragazzi della Nazionale che aveva appena vinto l'Europeo?!

~~~

Wow! 

I matrimoni delle persone famose sono completamente diversi da quelli delle persone normali!

Insomma, c'era tantissima gente, un sacco di tifosi in festa fuori dalla chiesa in cui era stato celebrato il matrimonio e la location era da urlo.

Era una vera e propria festa!

«Non sono mai stata a matrimoni del genere» ammisi io rivolta a Matteo, mentre mangiavamo «E ho partecipato a un sacco di matrimoni» aggiunsi divertita.

Fece una risatina anche Matteo.

«Nemmeno io sono mai venuto a un matrimonio del genere. Ma Berna è Berna» disse poi ridendo.

Io gli diedi ragione.

Berna è Berna.

E la sua ormai moglie non era da meno. Sono una bella coppia.

«Comunque, ho una sorpresa per te» mi annunciò Matteo con un sorrisetto furbo.

«Mi piace quando inizi così» dissi io curiosa «Ma una sorpresa per cosa?» chiesi poi confusa.

«Beh, sai, ho appena vinto una coppa europea, il che significa un bel po' di soldi» rispose Matteo con aria ovvia.

Io feci una risatina.

«In effetti» ammisi poi «Quindi? Cosa mi regali?» chiesi poi curiosa.

Matteo mi fece un sorrisetto complice.

«Un viaggio in Grecia, solo io e te, una bella villetta con piscina, un giro in barca e un sacco di sesso» rispose Matteo con aria ammiccante.

«Teo!» esclamai io indignata, tirandogli una manata sul braccio.

«Dobbiamo recuperare tutte le settimane perse» si giustificò lui con aria ovvia.

Io sospirai scuotendo la testa e feci una risatina. Poi però guardai Matteo un po' confusa.

«Ma non dovevamo andare a Firenze quest'anno?» chiesi.

«Ceciu, ho preso una sacco di soldi dopo questo Europeo, e sono libero fino a inizio agosto. Abbiamo tempo di andare ovunque!» esclamò Matteo con aria ovvia.

Io feci un sorrisetto.

«Questo significa Grecia e Firenze?» chiesi.

«Sì, questo significa Grecia e Firenze» confermò Matteo annuendo con un sorriso.

Poi si sporse verso di me e mi lasciò un bacio a fior di labbra.

«Partiamo dopodomani» mi informò poi.

Io feci un sorriso smagliante.

Che meraviglia!

Non vedevo l'ora delle vacanze!

~~~

Quando fu ora di iniziare la vera festa, quindi quando fu ora di cantare, io e Jorginho prendemmo i microfoni e la chitarra per poi iniziare a dare il meglio di noi. Fu strano, lo ammetto, ma super divertente, e davvero davvero bello. Mi piaceva cantare con Jorginho, anche se non tutto veniva perfetto noi ci divertivamo e sdrammatizzavamo la cosa con una risata che rendeva il tutto più normale. D'altronde non avevamo provato nulla prima di cantare, quindi quello che veniva veniva. Come aveva detto lui il giorno prima, avevamo una grande intesa musicale, quindi ci voleva poco a capirsi.

Io mi stavo divertendo, così come gli altri invitati alla festa, ma forse non tutti stavano apprezzando lo show che io e Jorginho stavamo facendo. 

Arrivò un certo punto della giornata in cui puntai gli occhi su Matteo e lo vidi spento. Aveva lo sguardo basso, stringeva la mascella nervosamente e cercava in tutti i modi di non puntare gli occhi su me e Jorginho che cantavamo.

Ma cosa stava succedendo?

Passò così gran parte del tempo, confondendomi molto le idee, che però non riuscii a chiarirmi tanto in fretta.

Verso sera per fortuna Jorginho decise di cantare "All Of Me" di John Legend da solo, quindi io tornai al mio posto accanto a Matteo.

«Balliamo?» gli chiesi con un sorriso.

Lui mi lanciò un'occhiata disinteressata.

«Ah, non mi hai cagato per tutta la festa e ora vuoi ballare?» chiese infastidito, più a sé stesso che a me.

Io aggrottai le sopracciglia.

«Teo, cosa c'è?» chiesi confusa.

«Niente» rispose lui secco.

«Non è vero, hai appena detto una frase che ha fatto premusere che invece c'è molto» lo smentii io.

Matteo sospirò.

«Mi vuoi dire che sto sbagliando?» mi chiese guardandomi con aria di sfida.

«Su cosa?» chiesi io ancora confusa.

«Mi vuoi dire che non è vero che non mi hai cagato per tutta la festa?» mi chiese Matteo «Hai cantato canzoni d'amore occhi negli occhi con Jorginho fino ad adesso, e ora che lui canta da solo ti ricordi di avere un ragazzo?» chiese ancora con rabbia.

Io lo guardai spaesata.

Era per caso geloso del fatto che avessi cantato con Jorginho?

E poi, non era vero che non lo avevo calcolato per niente. Avevo cercato il contatto con i suoi occhi durante ogni canzone, non trovandolo per la maggior parte delle volte perché lui cercava di evitarlo invece. Non ero io quella che non lo aveva calcolato per tutta la festa.

«Non dire cazzate, Cecilia» disse Matteo dopo che glielo feci notare «Non hai mai incontrato i miei occhi perché li avevi sempre fissi in quelli di Jorginho» aggiunse.

«Ma sei impazzito?» chiesi «Quanto hai bevuto?» gli chiesi indicando il suo bicchiere in quel momento vuoto.

«Non abbastanza per inventarmi le cose» rispose Matteo.

«A me sembra che invece tu stia sparando un sacco di cazzate» ribattei io.

Matteo sbuffò e distolse lo sguardo dal mio.

«E comunque, io e Jo stavamo solo cantando, e visto che siamo a un matrimonio le canzoni devono essere d'amore. Non trovi?» aggiunsi con aria ovvia.

«Ora è diventato "Jo"?» mi chiese Matteo alzando le sopracciglia.

«Anche tu lo chiami così» gli feci notare io.

Matteo sbuffò di nuovo e lasciò perdere.

Io sospirai.

Ma che cosa diavolo aveva?

«Volevo solo ballare» dissi mestamente e abbassando lo sguardo.

«Non ne ho voglia» rispose Matteo freddo.

«Siamo gli unici che non lo stanno facendo» gli feci notare io «E ci stanno guardando tutti» aggiunsi guardandomi intorno.

Matteo sospirò, poi si alzò e mi porse la mano.

Quando alzai lo sguardo su di lui però lo vidi più serio che mai, ancora con la mascella serrata.

Mi lanciai un ultimo sguardo intorno e poi accettai la sua mano e mi feci condurre in pista. 

Mentre ballavamo non posò neanche per un attimo gli occhi su di me.

«Posso sapere che cos'hai?» chiesi cercando il suo sguardo.

«Non ora. Non è il momento» rispose Matteo sempre senza guardarmi.

«E quando lo sarà?» chiesi io.

«Quando avrò voglia di parlarti di nuovo» rispose.

Basta, la nostra conversazione finì lì. Continuammo a ondeggiare tra le altre coppie, ma la festa si concluse senza più una parola tra di noi, nemmeno in macchina mentre tornavamo in albergo e nemmeno quella notte o la mattina dopo. Ci salutammo a malapena quando fu ora di prendere direzioni diverse per tornare ognuno a casa propria, e non ci sentimmo più per l'intera giornata.

Chissà se il giorno dopo avrebbe avuto voglia di parlarmi.

Altrimenti cosa avremmo fatto?

Una vacanza in Grecia nel più completo silenzio?

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