EUROPEAN CHAMPIONS

Era il giorno della semifinale per l'Italia. Semifinale che avremmo giocato contro la Spagna, quindi partita non facile. Ma era giusto così, perché eravamo in semifinale, e anche per la Spagna la partita non sarebbe stata facile contro di noi.

Spero di no, ma potrebbe essere l'ultima canzone 😘
Ti amo ❤🤍

In bocca al lupo 💪🏻😘

Ti amo anche io 🤍🤍🤍

Inutile dire che quella sera in casa nostra eravamo tutti con il fiato sospeso. Ma credo che tutta l'Italia fosse con il fiato sospeso.

Sì, da noi c'erano ancora i nostri amici. Aveva portato bene per le due partite prima, quindi ormai era tradizione (e un briciolo di scaramanzia).

Il primo tempo finì 0-0, ma fu nel secondo che iniziarono le vere occasioni: al sessantesimo Chiesa segnò un goal che fece esultare tutti. Quasi tremò la casa da quanta felicità c'era.

Felicità che purtroppo si spense poco dopo, quando Morata segnò il goal del pareggio per la Spagna.

«Sei molto carino, Alvaro, però questa non dovevi farla» disse Francesca scuotendo la testa e facendo ridere tutti.

Il secondo tempo finì 1-1, quindi supplementari, durante i quali il risultato non cambiò affatto.

Giocò anche Matteo, ma senza particolari spunti.

«E adesso cosa si fa?» chiese Vera una volta finiti anche i supplementari.

«Si va ai rigori» risposi io prima che uno dei ragazzi potesse parlare.

Mi guardarono tutti sorpresi.

«Hai studiato?» mi chiese Filippo divertito.

«Matteo mi ha detto che si stavano esercitando a tirarli» risposi.

«Lui è bravo?» mi chiese Davide.

«Non è tra i prescelti per tirarlo» risposi.

«Buon per lui. Deve essere terribile tirare i rigori in partite così importanti. Troppa ansia» disse Stefano scuotendo la testa.

Non aveva tutti i torti, e il primo rigore dell'Italia lo confermò. Lo tirò Locatelli, e lanciò la palla direttamente nelle mani del portiere spagnolo.

Lanciai un'occhiata preoccupata a Filippo. Più che dispiacermi per l'Italia mi dispiaceva per Loca. Aveva sbagliato un rigore a una semifinale in diretta europea. Non doveva essere felice. Per niente. 

Per nostra fortuna, e per rincuorare un po' anche Loca, anche lo spagnolo sbagliò il primo rigore, e lo sbagliò anche Morata, che concesse a Donnarumma una parata straordinaria.

Ultimo rigore, quello decisivo, lo tirò Jorginho.

"Dai, Jo. Dai, Jo" continuavo a ripetermi nella testa. 

Partì, fece un saltellino e poi calciò la palla. Fiato sospeso e poi la gioia. 

La palla era in rete!

La palla era in rete!

Eravamo in finale!

L'Italia si sarebbe giocata la finale dell'Europeo!

L'Italia si sarebbe giocata la coppa!

Per l'ennesima volta... che squadra!

~~~

Il giorno della finale arrivò in un attimo. Tempo di sbattere le palpebre dopo l'esultanza per aver vinto contro la Spagna ed era già ora di tornare con il fiato sospeso e tifare con ogni millimetro del corpo la nostra Nazionale. La partita era contro l'Inghilterra, a Wembley, quindi in casa loro.

No, non facile neanche stavolta.

Ma i nostri ragazzi erano un gruppo coeso e unito, avevano tutte le carte in regola per farlo. L'Inghilterra si sarebbe dovuta scontrare con un gruppo di amici che si volevano un bene infinito, e lo sappiamo tutti quanto sia difficile battere l'amicizia vera.

Poche ore prima della finale ricevetti un altro messaggio da Matteo.


Questa è definitivamente l'ultima, speriamo che porti fortuna 🍀🤍

Speriamo davvero 🍀❤
Però ricordati che comunque andrà per noi avete già vinto 🤍❤
E tu per me sei sempre un campione 🤍

Ero sicura che Matteo avesse bisogno di quelle parole, e poi gli avevo detto la verità. Lui era il mio campione, che quella sera avesse vinto la coppa o no.

«Non credo di essere mai stata così in ansia per una partita di calcio come oggi» ammise Francesca quando l'arbitro fischiò l'inizio della partita.

Non avevamo iniziato bene. Gli inglesi avevano fischiato durante tutto il nostro inno, e per quanto i ragazzi cercassero di non farci caso non doveva essere facile. Essere in casa dei propri avversari poi, con solo una piccola parte di tifosi italiani e tutto il resto dello stadio che sosteneva l'Inghilterra, era sicuramente stressante.

Infatti già al secondo minuto eravamo sotto di un goal.

Male.

Molto male.

«La partita è lunga, ragazzi, non è detta l'ultima parola» cercò di tranquillizzarci Filippo.

Ma probabilmente lo disse più per tranquillizzare se stesso.

Però aveva ragione, la partita era lunga.

E infatti al minuto 67 arrivò l'occasione anche per noi. Occasione che Bonucci colse senza pensarci due volte e segnò il goal del pareggio.

L'Italia era tornata a sperare.

Il secondo tempo finì 1-1, i tempi supplementari anche.

Era ora di tirare di nuovo i rigori.

Il primo andò a segno, ma purtroppo anche il primo dell'Inghilterra. Il nostro secondo invece Belotti lo sbagliò, mentre l'Inghilterra segnò di nuovo. Erano avanti di uno. Il terzo lo tirò Bonucci e il quarto Bernardeschi. Non avevano sbagliato contro la Spagna e non sbagliarono neanche questa volta. A sbagliare furono i due giocatori dell'Inghilterra: uno prese il palo e l'altro si fece parare da Donnarumma. Sul dischetto andò Jorginho per il rigore decisivo, ma questa volta il portiere era preparato e glielo parò. Aveva probabilmente passato tutti i giorni di allenamento a esercitarsi a parare quel rigore, non poteva lasciarlo passare.

«Se fanno questo si va a oltranza» disse Filippo con il fiato corto.

Avevo il fiatone anche io.

Palla sul dischetto, fischio, giocatore partito, calcio al pallone e... parata del nostro grandissimo Gigio Donnarumma!

Avevamo vinto!

L'Italia era campione d'Europa!

L'Italia era campione d'Europa!

Urla, abbracci, lacrime, urla e ancora abbracci.

Avevamo fatto vedere a tutti chi siamo.

~~~

«Scusate, voi siete i ragazzi della Nazionale?» 

Il giorno dopo la vittoria i ragazzi erano già tornati a Roma per festeggiare qui in Italia. Alloggiavano all'Hotel Parco dei Principi, e quella sera ci sarebbe stata la festa alla quale ci saremmo finalmente ricongiunti tutti. 

Io, Benedetta e Thessa eravamo arrivate quel pomeriggio all'hotel, e avevamo deciso di fare una sorpresa ai nostri ragazzi che non sapevano fossimo già lì.

Volevamo raggiungerli nelle loro camere, ma li avevamo individuati in un corridoio. Ci davano le spalle ed erano solo loro tre, era il momento perfetto. Così Benedetta pronunciò quella frase facendo la finta tonta, per attirare la loro attenzione.

Matteo, Fede e Loca si girarono nello stesso momento tutti e tre leggermente spaesati ma pronti a rispondere di sì. Quando però puntarono lo sguardo su di noi rimasero senza parole. In un nano secondo avevano spalancato gli occhi e poi si erano illuminati in un sorriso smagliante.

Sorridemmo anche io, Benedetta e Thessa, prima di correre incontro ai nostri ragazzi e iniziare a baciarli con passione.

Che meraviglia!

Ero di nuovo tra le braccia di Matteo!

Lo stavo di nuovo stringendo a me!

Lo stavo di nuovo baciando!

Ero in paradiso!

«Ciao, amore mio» mi sussurrò Matteo dopo avermi baciata per bene.

Io persi un battito.

Mi aveva appena chiamata "amore mio"?

Era la prima volta che lo faceva, ed era un'emozione unica.

«Ciao» sussurrai anche io facendo un sorriso.

«Abbiamo vinto» disse poi Matteo con un sorriso smagliante «Abbiamo vinto» ripeté al settimo cielo.

«Siete stati pazzeschi. Pazzeschi» dissi io «Vi meritate questa vittoria» aggiunsi annuendo con un sorriso.

Poi tornai sulle labbra di Matteo, che mi erano mancate tantissimo.

Quando mi staccai mi strinsi a lui e affondai la testa nell'incavo del suo collo. Presi un bel respiro per riempirmi le narici del suo profumo e sorrisi ancora.

Ero a casa!

«Uuuh! Si fa l'amore qui!» esclamò in quel momento una voce divertita.

Erano appena arrivati Immobile e Insigne, che passarono lo sguardo su noi tre coppie e si guardarono con aria maliziosa.

«Tranquilli, tra poco lo fate anche voi» disse Locatelli ridendo.

Facemmo tutti una risatina, poi Matteo mi prese per mano e mi portò fuori dall'albergo, in giardino.

«Mi sei mancata da morire» mi disse stringendomi di nuovo a sé appena fummo soli. 

«Anche tu mi sei mancato tantissimo, amore. Tantissimo» dissi io.

«Grazie di esistere. Grazie, grazie, grazie» mi sussurrò Matteo «Credo davvero che da quando stiamo insieme il mondo sembri perfetto» confessò poi annuendo e citando la prima canzone che mi aveva mandato.

Io alzai lo sguardo su di lui e incontrai i suoi bellissimi occhi pieni di sincerità.

«Sai perché il mondo è perfetto da quando stiamo insieme?» chiesi retoricamente «Perché noi insieme creiamo la perfezione, Teo» mi risposi «Il nostro amore migliora il mondo, e ci migliora il modo di vedere le cose. Siamo più forti della distanza e di tutte le difficoltà che può portare, e questo perché ci amiamo davvero» continuai annuendo leggermente.

Matteo fece un sorrisetto, poi mi lasciò un bacio in fronte, uno sul naso e poi si concentrò sulle mie labbra.

Che bello essere di nuovo insieme!

«Sono a casa» dissi sospirando quando Matteo si staccò.

Lui mi guardò confuso.

«Veramente siamo a Roma, e comunque sono io quello che è stato via fino a poche ore fa» mi fece notare.

Io feci una risatina.

«Vero, ma tu sei la mia casa, e adesso che siamo insieme di nuovo mi sento finalmente a casa» spiegai poi.

Matteo fece un sorrisetto sorpreso e leggermente stupido.

«Ti amo» mi disse, strofinando il suo naso con il mio per poi appoggiare la sua fronte alla mia.

Io chiusi gli occhi per godermi al massimo quel momento così magico e pensai che avevo trovato un tesoro in Matteo. Avevo trovato quello che non avrei mai potuto trovare in nessuno. Era unicamente speciale.

Ed eravamo così felici in quel momento!

Talmente tanto felici che iniziammo a farci foto a caso, che non esitammo a postare nelle storie di instagram.

Eravamo felici di aver vinto ed eravamo felici di essere di nuovo insieme, e niente e nessuno poteva spegnere quella nostra felicità!

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