BAD MOOD

Quanto era stato bello vedere Matteo sorridere come quando aveva scoperto di essere stato convocato in Nazionale!

E, nonostante un po' di ansia ci fosse sempre, infondo avevo scoperto che quelle cene con i calciatori e le loro famiglie mi piacevano. Si facevano due chiacchiere, ci si vestiva bene, si beveva qualche calice di vino, si faceva festa... insomma, gradevole. E poi, alla prossima cena avrei conosciuto i giocatori della Nazionale, cioè i grandi del calcio italiano: Chiellini, Immobile, Insigne... wow!

Ero così entusiasta di andare a una cena questa volta, e avevo già organizzato la serata con Francesca e Beatrice per scegliere l'outfit adatto. Ma purtroppo per me non se ne fece niente.

Un giorno di metà novembre Matteo arrivò a casa mia nero di rabbia, con gli occhi bassi e la mascella serrata per il nervoso. Entrò in casa e lanciò giacca e sciarpa sul divano con foga, poi si fermò in piedi davanti alla porta senza salutare e senza alzare lo sguardo su di me.

«Teo? Tutto bene?» chiesi stranita.

Come eravamo passati dalla gioia immensa di poche settimane prima a quello?

«No, tutto una merda» rispose Matteo senza guardarmi.

Io aggrottai le sopracciglia.

Cos'era successo?

«Hai presente la Nazionale? Quella che mi aveva convocato per le qualificazioni europee e mondiali e con cui dovevamo andare a cena?» mi chiese per rispondere «Beh, non se ne fa più niente» disse freddo.

Io lo guardai confusa.

«In che senso non se ne fa più niente?» chiesi.

Matteo sbuffò.

«In che senso! Nel senso che non se ne fa più niente! Niente!» rispose esasperato.

Poi sbuffò di nuovo e si sedette sul divano mettendosi le mani in faccia.

Io seguii i suoi movimenti spaesata.

Ma che cosa gli era successo?

E cosa voleva dire che non se ne faceva più niente?

Sembrava davvero distrutto, doveva essere seria la cosa.

«Teo, non... scusa, non capisco cosa intendi» dissi mestamente.

Non volevo infastidirlo ulteriormente, ma doveva essere consolato in qualche modo, quindi io avevo bisogno di sapere cosa fosse successo.

Matteo sospirò, poi finalmente sputò il rospo.

«Le qualificazioni, stop. Solo a quello servivo. Giocate quelle e fatta qualificare l'Italia mi mandano a casa» iniziò a dire «Ora non servo più a niente perché "L'Europeo lo giocano i grandi", "Ci vuole più esperienza"» continuò prendendo in giro qualcuno «Sono anche stati capaci di dirmi "Matteo, ti sei appena ripreso da un infortunio, non vorremmo forzarti troppo e fare danni"» disse ancora «Col cazzo che mi sono appena ripreso da un infortunio! Ho giocato le ultime partite del campionato e ho fatto anche goal! Mi sono più che ripreso!» esclamò con rabbia.

Io sospirai e lo guardai con apprensione. Mi stavo per avvicinare, ma lui non aveva finito.

«Tra l'altro, anche la cena è per i grandi, cioè per chi è sicuro di essere convocato agli Europei, e quindi anche in questo Sensi e Barella mi hanno scavalcato» continuò infatti «Solo perché loro giocano nell'Inter e io invece ho fatto una fottuta stagione nel Verona!» esclamò «Che poi, Barella ha la mia stessa età, giocavamo insieme nell'under 21! Se c'è lui in Nazionale potrei tranquillamente esserci anche io!» aggiunse serrando poi la mascella e tornando a nascondere la faccia tra le mani.

Odiavo vederlo così, allora decisi finalmente di muovermi per raggiungerlo e sedermi sulle sue gambe.

«Teo, guardami» gli dissi, ma lui non le fece «Hai giocato le qualificazioni, è già un grande traguardo. E ricordati che hai solo 23 anni, ne hai di tempo per giocare nella Nazionale» continuai a dire comunque io.

Matteo scosse la testa.

«Ho giocato sì e no mezzo tempo delle qualificazioni» mi corresse «E ho 23 anni esattamente come Barella» aggiunse con rabbia.

Io sospirai.

Non sapevo cosa dirgli, non sapevo come consolarlo.

«Il mio sogno in Nazionale è finito ancora prima di iniziare» disse in quel momento Matteo con voce rotta.

A quel punto mi strinsi un po' di più a lui e gli feci affondare il viso nell'incavo del mio collo per cercare di consolarlo come meglio potevo. Gli misi una mano tra i capelli e una sulla schiena, e lo accarezzai delicatamente. Stava piangendo, lo sapevo, anche se lui cercava di farlo in silenzio. Infatti io non dissi nulla, mi limitai a lasciarlo sfogare e cercare di fargli capire che io ero lì con lui anche in un momento così difficile.

«Teo, guardami» dissi di nuovo dopo qualche minuto di silenzio.

Sentii Matteo sospirare, prima di alzare i suoi lucidissimi occhi nei miei.

Dovetti prendere un bel respiro prima di parlare, perché i suoi occhi così tristi mi avevano tolto il fiato.

«Sai cosa fai tu adesso?» chiesi retoricamente, mettendogli le mani sulle guance «Giochi la stagione più bella della tua vita e fai vedere a tutti quelli che ti hanno lasciato a casa quanto vali» risposi «Fai vedere a Barella e a Sensi che è il caso di tremare per le convocazioni dei Mondiali dell'anno prossimo, perché hanno un rivale in più che non si farà buttare giù da un mancato campionato europeo. Anzi, tirerà fuori gli artigli e dimostrerà a tutti di che stoffa è fatto, e dimostrerà a tutti che la Nazionale sarebbe stata una squadra migliore con lui in campo» continuai «Fai vedere chi sei e non farti scoraggiare, io so che puoi farcela» conclusi annuendo.

Poi lasciai un bacio in fronte a Matteo e lo strinsi ancora un po' a me.

«Sei straordinaria» mi sussurrò lui dopo un po'.

Io feci un mezzo sorriso.

«Proprio come te» dissi poi, prima di lasciargli un bacio a fior di labbra.

~~~

«Allora?! Come sta il nostro eroe nazionale?! Belle qualificazioni! Adesso vai a prenderti L'Europeo?!» 

Sì, in casa mia era appena entrato Filippo, che come al solito aveva sparato le sue frasi fuoriluogo.

Io e Matteo eravamo sul divano, e lo sentii sospirare mentre abbassava di nuovo lo sguardo. Ero riuscita a convincerlo a guardare uno dei film di Jurassic Park per distrarlo un po', ma ora quelle affermazioni di mio fratello avevano riportato tutto all'inizio. Insomma, non credo abbia mai smesso di pensare a quello che era successo, però almeno non lo dava più troppo a vedere, e a me veniva risparmiata la vista dei suoi occhi spenti.

«Cosa ho detto di male?» chiese Filippo notando la reazione di Matteo e dopo che io lo fulminai con gli occhi.

Io sospirai, e stavo per rispondere ma lo fece prima il mio ragazzo.

«Non giocherò agli Europei» si limitò a dire con voce spenta.

Filippo aggrottò le sopracciglia.

«In che senso?» chiese.

Io sospirai.

Non volevo che Matteo parlasse di nuovo della sua delusione, io ne avevo sentito abbastanza e lui aveva pianto abbastanza.

«Nel senso che l'Europeo lo giocano i giocatori esperti e io non sono tra quelli» rispose Matteo. 

«E chi gioca scusa?» chiese ancora Filippo «Te pareva! Interisti! Sono dappertutto! E sai cosa? Sono sicuro che quest'anno vincono anche il campionato, perché se vince ancora la Juve poi ci dicono che compriamo gli arbitri!» si lamentò quando Matteo rispose.

«Fillo, non adesso» gli dissi io con rimprovero.

Avevamo un problema più grande di chi avrebbe vinto il campionato quell'anno.

«Comunque, Matteo, le liste mica escono a giugno?» chiese Filippo.

«Sì, quelle ufficiali sì» rispose Matteo.

«E allora! Ti stai fasciando la testa per niente!» esclamò Filippo con aria ovvia.

«Beh, ma credo che loro sappiano già in anticipo le cose. Parlano direttamente con il mister» feci notare io.

«Sì, ma non c'è nulla di certo» ammise Matteo «Forse davvero mi sto fasciando la testa, ma sono sicuro che Mancini sceglierà Sensi al mio posto. Ha più esperienza» disse poi.

«E gioca nell'Inter» aggiunse Filippo.

Io sospirai.

«Ragazzi, non buttiamoci giù prima di sapere effettivamente come andranno le cose» consigliai «Quando sapremo davvero se Matteo è convocato o no per gli Europei potremo piangere di gioia o di rabbia, ma per ora godiamoci le cose come sono» continuai «Tu hai davanti una stagione nel campionato italiano e in Champions League con l'Atalanta, non è il caso di vedere tutto grigio» conclusi rivolta a Matteo.

Lui e Filippo mi guardarono per un attimo spaesati, poi mio fratello fece un sorrisetto annuendo e Matteo sospirò.

«Hai ragione» ammise «Mi godrò il campionato e la Champions, per la Nazionale si vedrà» continuò annuendo.

Abbozzò addirittura un sorriso, e ne feci un anche io, fiera di lui.

Quello era il mio Matteo!

Spazio autrice:
Si inizia a parlare di Nazionale!
Pronti? Perché tra poco arrivano gli Europei! 🥰🥰🥰
Grazie mille per le visualizzazioni, i like e i commenti. Mi piace un sacco leggere le vostre reazioni!🤍🤍🤍
Grazie mille di tutto 🤍❤

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