#1 FAN

Prima partita di Matteo vista allo stadio: SPAL-Verona, nulla di ché. Partita finita 0-0, Matteo aveva giocato il secondo tempo senza particolari spunti.

«Sono tutte così noiose le partite?» gli avevo chiesto quando aveva raggiunto me e Filippo fuori dallo stadio dopo essersi lavato e cambiato.

Ricevetti un'occhiataccia, prima di sentirlo fare una risatina e ricevere un bacio.

«Il bello è che poi non c'è nulla da fare e si può andare a bere!» aveva esclamato allargando le braccia.

Io e Filippo sorridemmo e accettammo di uscire a bere qualcosa con lui e alcuni suoi compagni di squadra. Non ricordo i nomi, li ho rimossi quando Matteo ha smesso di giocare nel Verona.

«Nuova fiamma, Pess?» chiese uno.

«Nuova fiamma» confermò lui guardandomi con un sorriso che io ricambiai.

«Cosa ne hai fatto di Alessandra?» chiese un altro.

"Per essere appena diventati compagni di squadra si conoscono abbastanza" pensai, stupita che sapessero anche il nome della ex di Matteo.

«Si è spenta la passione» si limitò a rispondere lui alzando le spalle con innocenza.

«E con lei la passione è tornata?» chiese ancora uno dei suoi compagni.

«Come se fosse la prima volta» rispose Matteo, guardandomi di nuovo con un sorrisetto complice.

Fece sorridere anche me, mentre si sporgeva per lasciarmi un bacio a fior di labbra.

«Tu fai parte del pacchetto?» chiese uno dei ragazzi a Filippo.

«È il tipico "Prendi due paghi uno"» rispose mio fratello facendoci ridere.

«Non ti abbiamo chiesto come ti chiami» fece notare l'altra ragazza che era uscita con noi, guardandomi con un sorriso gentile.

«Cecilia» risposi io.

«Piacere, Anna» disse lei porgendomi la mano.

Mentre la stringevo pensai che fosse davvero carina, di una bellezza naturale. 

Forse non ero l'unica ragazza comune a stare con un calciatore.

«Quanti anni hai?» mi chiese ancora Anna.

«18» risposi io.

«Uuuh! Te le scegli giovani, Pess!» esclamò uno dei suoi compagni.

«Sono solo quattro anni di differenza, cosa sarà mai?» chiese Matteo alzando le spalle.

«Pochi mesi fa la cosa sarebbe stata illegale» gli fece notare un suo compagno.

«Beh, ma non lo è» ribatté Matteo serio.

Lo vidi muovere una gamba nervosamente mentre mi lanciava sguardi preoccupati, così allungai una mano e la posai sulla sua gamba.

«Sto bene, Teo, tranquillo» gli sussurrai in modo che mi potesse sentire solo lui.

Si voltò verso di me e mi fece un mezzo sorriso, prima di lasciarmi un bacio sulla tempia.

«Siete proprio carini» disse Anna con un sorriso «Come vi siete conosciuti?» chiese poi curiosa.

«Cena di lavoro dei nostri genitori» risposi io ricambiando il sorriso.

«E state insieme da?» chiese ancora Anna.

Io e Matteo ci guardammo titubanti.

Quello non era facile da dire.

Dovevamo contare da quando ce lo eravamo detto ufficialmente o dal nostro primo bacio?

«Un mesetto e mezzo» rispose Matteo.

«Sono cinque settimane dalla nostra prima uscita, Teo» gli sussurrai io «E quattro settimane e mezzo dal nostro primo bacio» aggiunsi.

Matteo abbassò lo sguardo per puntare i suoi occhi nei miei.

«Come sei precisa, Ceciu» sussurrò quasi scocciato.

Io feci una risatina.

«È la mia prima relazione, finalmente posso contare i giorni per dei mesiversari o degli anniversari, lasciami essere pignola!» ribattei io divertita.

Fece una risatina anche Matteo, prima di lasciarmi un bacio in fronte. 

Poco dopo uscimmo dal locale per tornare a casa, e proprio in macchina Matteo annunciò a me e a mio fratello che il primo settembre sera eravamo prenotati.

«C'è la prima partita di campionato contro il Lecce, e anche se saremo in trasferta vi voglio allo stadio» spiegò quando lo guardammo straniti.

Dopo quella affermazione io e Filippo spalancammo gli occhi.

«Vuol dire che ci stai invitando a venire con te a Lecce per vedere la tua partita?» chiesi sorpresa.

«Proprio così» confermò Matteo annuendo «Possono venire anche i vostri genitori se vogliono ovviamente» aggiunse.

Io e Filippo ci guardammo sorpresi, poi acconsentimmo.

«Almeno, per noi due, poi sentiremo mamma e papà» precisai io arricciando il naso.

Chissà se avrebbero detto di sì...

«E sti cazzi?» chiese Filippo quando lo dissi «Abbiamo 18 anni, Ceci, possiamo fare quello che ci pare!» protestò con aria ovvia.

«Voglio vedere se quando papà ti dice di no parti lo stesso» dissi scettica.

«Ceci, è una partita del tuo ragazzo! Devi andare!» esclamò Filippo con aria ovvia.

«Lo so, Fillo, ma è comunque a Lecce» gli feci notare io con il suo stesso tono.

«E sti cazzi di nuovo?» chiese ancora Filippo «La scuola non è ancora iniziata, quindi sarà come un ultimo weekend di vacanza primo dell'ultimo anno di liceo» disse «È legittimo» aggiunse.

Io scossi la testa sospirando.

«Tieniti le scuse per mamma e papà, io sono dalla tua parte» gli consigliai divertita.

Filippo e Matteo fecero una risatina.

Che belli i miei uomini!

~~~

Che bella Lecce!

Il mare, i monumenti, l'aria!

E poi camminare mano nella mano con il mio Matteo rendeva tutto ancora più meraviglioso!

Sì, i miei genitori si erano convinti a fare un weekend a Lecce per permettere a me e Filippo di vedere la partita di Matteo, e avevamo approfittato dei giorni liberi per visitare un po' la città giustamente. A volte eravamo solo noi quattro perché Matteo si allenava, a volte c'era anche lui.

Insomma, fu un weekend da sogno!

E la partita... beh, la partita fu vinta dal Verona per 1-0, e chi fece l'unico goal?

Sì, esattamente il mio bellissimo Matteo!

Quanto era bello mentre correva per il campo esultando, raggiungendo le transenne poche file sotto a dove ero seduta io. Mi mandò un bacio da lontano, che io afferrai per portarmelo al cuore prima di ricambiare il gesto mentre Matteo mi faceva l'occhiolino. 

Quanto era bello!

«Andiamo a bere qualcosa?» chiese Matteo una volta finita la partita e dopo averlo ricompensato per il goal con un lungo bacio appassionato.

«Credo che io andrò in albergo, sono un po' stanco» disse Filippo arricciando il naso «Buona serata» aggiunse salutandoci, facendomi l'occhiolino con aria complice.

Io feci un sorrisetto divertito.

«Che ne dici se allora prendiamo una birra nel primo bar che troviamo e ci sediamo in spiaggia?» mi propose Matteo prendendomi per i fianchi e avvicinandosi al mio viso con aria ammiccante.

Io feci una risatina, gli lasciai un bacio a fior di labbra e poi acconsentii.

Che bello stare seduti in spiaggia di sera, con il rumore delle onde, la testa appoggiata alla spalla del ragazzo migliore del mondo e una corona fredda in mano! 

«Era dedicato a me il goal che hai fatto?» chiesi a Matteo dopo alcuni attimi di silenzio.

«Non era abbastanza chiaro?» mi chiese lui alzando un sopracciglio.

Io feci una risatina.

«Sì, lo era» risposi, sporgendomi per lasciargli un bacio sulla mascella.

Vidi Matteo sorridere.

«Nessuno mi aveva mai dedicato un goal» ammisi con un sorrisetto soddisfatto «In realtà nessuno mi aveva mai dedicato nulla» mi corressi poi.

«Te l'ho già detto che è assurdo che tu non abbia mai avuto un ragazzo?» mi chiese Matteo aggrottando le sopracciglia.

Io feci una risatina.

«Sì, al nostro primo appuntamento» risposi divertita.

«Beh, lo ridirò» disse Matteo «Sei troppo bella, troppo tenera, troppo... troppo perfetta per non aver mai avuto nessuno» continuò scuotendo leggermente la testa.

Io rimasi un attimo senza fiato, e prima di accorgermene alzai la testa dalla sua spalla per guardarlo negli occhi.

Lo aveva detto davvero?

Matteo si girò verso di me un po' spaesato e mi fece un sorrisetto.

«Che c'è?» mi chiese.

«Nessuno... nessuno mi aveva mai detto queste cose così belle» risposi.

Il sorriso di Matteo si allargò.

«Sono lusingato di essere il primo» disse in un sussurro, avvicinandosi al mio viso.

Mi lasciò un bacio in fronte e uno sulla punta del naso, e prima che potesse fare altro io mi fiondai sulle sue labbra, quasi a cercare di ringraziarlo per tutte le belle cose che mi aveva appena detto.

Era così speciale il mio Matteo!

Dopo un'altra mezz'oretta a guardare e ascoltare il mare decidemmo di alzarci per tornare in albergo. Dormivamo nello stesso, ma Matteo aveva la sua camera e io invece la condividevo con mio fratello. I miei erano in un'altra ancora.

«Allora buonanotte» disse Matteo a bassa voce, quando raggiungemmo la porta della sua camera che era esattamente di fianco alla mia.

Io però non volevo andare a dormire, o meglio, non volevo andare a dormire nella mia camera.

«Sai, non devo rientrare nella mia camera per forza» dissi «Dormo solo con mio fratello, e non farà la spia se non dormo lì stanotte» spiegai alzando le spalle con innocenza.

Matteo fece un sorrisetto complice, poi aprì la porta della sua camera e mi fece entrare.

In un attimo era di nuovo sulle mie labbra, con più passione questa volta, e quando lo sentii prendermi in braccio per posarmi sul letto gli misi una mano tra i capelli per giocarci un po'. Lo sentii mettersi sopra di me senza smettere di baciarmi, mentre mi accarezzava un fianco con una mano, insinuandosi sotto la maglietta per accarezzarmi la pelle.

Avevo il cervello in tilt, un po' per la birra, un po' perché era l'effetto che mi provocavano le labbra di Matteo sulle mie. Però, dopo averlo lasciato fare per un po' decisi che dovevo fermarlo. Non avevo mai fatto nulla del genere, e per quanto mi stesse piacendo non ero pronta. Di sicuro non con mio fratello che dormiva nella stanza accanto e i miei al piano superiore.

«Teo... Teo» riuscii a dire, staccandomi dalle sue labbra.

Lo sentii sospirare.

«Lo so, mi fermo» disse con calma «Mi fermo» ripeté guardandomi con un mezzo sorriso.

Poi mi lasciò un bacio in fronte, prima di andare in bagno.

Io nel frattempo ero ancora sul letto, e in parte ero ancora su di giri per quello che era appena successo, però in parte mi sentivo male per averlo fermato. Insomma, lui mi aveva ascoltata e non aveva protestato, ma avevo visto un briciolo di delusione nei suoi occhi. 

«Vuoi una maglietta?» mi chiese in quel momento Matteo.

Io feci uno scatto. Non mi ero neanche accorta che fosse uscito dal bagno.

«Come?» chiesi.

«Vuoi una maglietta?» chiese ancora Matteo «Non puoi dormire con quelli» aggiunse indicando la mia gonna e il mio top.

Io gli diedi ragione, e appena mi passò una sua maglietta andai in bagno a cambiarmi. 

Che bello avere il suo profumo addosso!

Era un'altra cosa magica e unica che avevo iniziato a credere di non poter provare più, e invece eccomi lì, con addosso una maglietta del mio ragazzo.

«Posso spegnere?» mi chiese Matteo quando mi infilai nel letto accanto a lui.

Io annuii, ma quando calò il buio non riuscii a chiudere occhio, assillata dagli stessi pensieri di poco prima.

«Teo» lo chiamai.

«Dimmi» rispose lui.

«Ci sei rimasto male perché ti ho fermato poco fa?» gli chiesi.

Lo sentii muoversi nel letto prima di rispondere.

«No, Ceciu. So che bisogna andarci piano con queste cose, soprattutto con le persone che non ne hanno esperienza» rispose «Tranquilla, non ho fretta di fare nulla. Per ora mi basta quello che abbiamo, che è già più che magico» aggiunse con quello che immaginai un sorriso.

Ne feci uno anche io anche se non poteva vedermi, poi mi strinsi a lui per ringraziarlo.

«Ringraziarmi di cosa?» mi chiese quando dissi un "grazie".

«Di essere così meravigliosamente perfetto» risposi stretta al suo petto.

Matteo mi lasciò un bacio tra i capelli e mi strinse un po' di più a sé. Continuò ad accarezzarmi la schiena fino a quando si addormentò, io invece ci misi un po' di più, forse perché era la prima volta che dormivo così con qualcuno, o forse perché inconsciamente volevo gustarmi il più possibile il suo profumo e le sue braccia tra cui mi sentivo al sicuro.

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