THAT SMILE ON YOUR FACE
«No, guarda tu, non ce la faccio»
Sì, un paio di giorni dopo aver fatto il test d'ingresso era arrivato il risultato, ma non avevo il coraggio di aprirlo, quindi avevo detto a Matteo di farlo.
«Quindi?» chiesi guardandolo, quando mi accorsi che stava leggendo la pagina web su cui c'erano i risultati.
Matteo alzò lo sguardo su di me con aria impassibile, prima di avvicinarsi e stringermi a sé.
Io al contrario rimasi immobile, perché avevo capito già tutto.
Non mi avevano presa, era chiaro da come mi aveva guardata Matteo, da come mi stava stringendo e da come mi stava accarezzando i capelli. Lo capii da quel delicato bacio che mi lasciò in fronte, e lo capii da quel «Mi dispiace» sussurrato nel mio orecchio.
Non ero entrata all'università di Firenze.
Non ero entrata all'università di Firenze.
Non ero entrata all'università di Firenze.
In un attimo mi crollò tutto addosso, tutto, e le lacrime iniziarono a pizzicarmi insistentemente gli occhi. Prima che riuscissi a trattenerle stavano scendendo copiosamente sulle mie guance, mentre iniziavo a singhiozzare disperata.
«Ceciu, non piangere...» provò a dire Matteo, stringendomi più forte a sé.
Ma poi si accorse che le parole non sarebbero servite a calmarmi, quindi sì limitò a tenermi stretta tra le braccia e a coccolarmi un po'.
Il mio sogno più grande si era infranto, e non si sarebbe mai più ricomposto.
~~~
«Ehi, vuoi mangiare qualcosa?» mi chiese verso mezzogiorno Matteo, a bassa voce, quasi come se avesse paura di darmi fastidio.
Eravamo sdraiati sul divano insieme, ed era tutta la mattina che Matteo mi teneva stretta a sé per farmi smettere di piangere e cullarmi un po'. Le lacrime avevano finalmente smesso di scendere, ma l'umore era ancora completamente a terra.
Infatti dopo la sua domanda scossi la testa, senza staccarmi dal suo petto.
«Allora ti va di fare un giro?» mi chiese ancora Matteo.
Io scossi la testa di nuovo.
«Ceciu, non possiamo stare chiusi qui dentro tutto il giorno, facciamo solo peggio» mi fece notare allora Matteo con tono tenero ma deciso.
Io sospirai.
Aveva ragione, non era il caso di stare a piangersi addosso tutto il giorno, e forse effettivamente uscire mi avrebbe tirata su di morale. Così mi alzai dal petto di Matteo e mi misi i primi vestiti che trovai.
«Come sei carina con questo cappello» mi disse Matteo quando uscii dalla camera con il cappello che mi aveva regalato Carlotta al mio compleanno.
Io abbozzai un sorriso poco convinto.
Matteo allora si avvicinò per darmi un bacio, poi prese la sua felpa rosa e il cappellino, e insieme a Simba e Nala uscimmo per una passeggiata.
Era inizio novembre, ma l'aria era ancora decisamente tiepida, sopratutto a mezzogiorno, e il sole sulla pelle era più che gradevole.
«Grazie di avermi convinta a uscire. Sto decisamente meglio» dissi a Matteo quando ci sedemmo sugli scalini di un palazzo, mentre lui mangiava un gelato.
L'ho detto che non faceva freddo.
«Sicura che non ne vuoi un po'?» mi chiese lui dopo avermi fatto l'occhiolino e indicandomi il suo gelato.
«Che gusti hai preso?» gli chiesi.
«Fiordilatte e mascarpone e nutella» rispose lui guardandomi con aria furba.
Mi scappò un sorrisetto.
«I nostri gusti preferiti» dissi.
«Ho scoperto che stanno davvero bene insieme. Come noi» disse Matteo con un sorriso.
Ne feci uno anche io.
«Una cucchiaiata» cedetti poi, prendendo il cucchiaino che mi stava porgendo Matteo per assaggiare il suo gelato.
Dopo aver messo in bocca quel poco di gelato che presi però, mi accorsi di avere fame, e quindi continuai a prendere cucchiaiate dal gelato di Matteo, fino a che rimase solo il cono.
«Vuoi anche questo?» mi chiese a quel punto Matteo.
Io alzai le spalle con innocenza e poi accettai.
«Perché prendere un gelato quando puoi mangiare tutto quello del tuo ragazzo?» chiese Matteo ironico.
Io feci una risatina e poi un sorrisetto innocente.
Anche Matteo sorrise, poi si sporse per darmi un bacio, prima di alzarsi in piedi, restando accanto a me.
Finito il cono alzai lo sguardo su di lui con un sorrisetto.
«Ma quanto sei bella?» mi chiese, prima di prendere il cellulare e scattarmi una foto.
«No, Teo! Avrò gli occhi gonfissimi!» lo rimproverai, cercando di rubargli il telefono.
Ma lui era più in alto di me, quindi non ce la feci.
«Dai, Teo!» provai ancora.
«Sei bellissima, amore» mi disse lui guardando la foto.
Io lo guardai male.
Non era sicuramente vero, perché mi sentivo gli occhi gonfissimi per aver pianto tutta la mattina, quindi non potevo essere bella.
«Non hai gli occhi gonfi, guarda» mi disse Matteo mostrandomi la foto «Allora? Sei abbastanza bella? Posso metterla nelle storie di instagram?» mi chiese poi.
Io sospirai e poi annuì.
Non era male infondo.
E infatti poco dopo ricevetti la notifica di tag nelle storie di Matteo, con tanto di canzone romantica di sottofondo.
«🎶Si diceva che eran pazzi e si baciavan sui metro. Per poi litigare ancora e darsi un altro abbraccio🎶» canticchiai io.
«🎶Ignoravano la gente, che rideva sempre un po'. Quando si vestivano da sposi un giorno sì e uno no🎶» continuò Matteo.
«🎶Quando lei piangeva e lui cantava un pezzo malinconico, stranamente le tornava all'improvviso, come sempre...🎶» cantai ancora io.
«🎶Quel sorriso in volto🎶» concluse Matteo con un sorriso.
Sorrisi anche io, poi mi alzai per baciarlo.
«Non sei male a cantare» gli dissi con un sorrisetto «Certo, non sei bravo quanto Jorginho, però...» aggiunsi, apposta per provocarlo.
Lui mi guardò con gli occhi ridotti a fessura, facendomi fare una risatina.
«Hai comunque una bella voce» dissi poi facendo un sorrisetto innocente.
«Allora alla prossima festa con la Nazionale lo faccio io il duetto con te al posto di Jorginho» disse Matteo tirandosela.
Io feci un'altra risatina.
«Va bene, gelosone» dissi poi.
«Basta chiamarmi così, non sono tanto geloso» mi rimproverò Matteo mettendo un finto broncio.
«Beh, quando si parla di Jorginho però diventi più rigido di un palo» gli feci notare facendo oscillare la testa.
Matteo alzò gli occhi al cielo.
«Ti sei mai vista mentre le ragazzine mi chiedono foto e autografi?» mi chiese poi alzando un sopracciglio.
Io feci un sorrisetto colpevole, facendo ridacchiare Matteo. Poi gli lasciai un altro bacio a fior di labbra e mi strinsi al suo petto mentre guardavo Nala e Simba rincorrersi.
Che bella i miei amori!
E quanto gli volevo bene!
~~~
Questa storia misi su instagram una volta tornati a casa.
«Mano nella mano come sempre, in tutto e per tutto» mi disse Matteo guardandomi con un sorriso.
Sorrisi anche io, grata di averlo al mio fianco in un momento del genere.
«Ceciu, posso farti una domanda?» mi chiese dopo un po' Matteo «Cosa hai in mente di fare adesso?» mi chiese quando io annuii.
Sospirai.
Sapevo che si stava riferendo all'università, e soprattutto al fatto che il mio sogno fosse stato infranto.
«Continuerò gli studi qui a Milano, come doveva essere dal principio» risposi alzano le spalle con finta noncuranza.
Ma non era vero che non mi importava, perché per quanto amassi Milano, niente sarebbe stato come studiare e vivere a Firenze. Niente.
Matteo annuì leggermente.
«E poi?» mi chiese ancora «Insomma, sapevo che il tuo sogno era lavorare agli Uffizi» precisò.
«Beh, non è detto che studiando a Milano non possa arrivare a lavorare agli Uffizi» gli feci notare «Però anche Brera non sarebbe male no?» chiesi poi retoricamente.
«Certo che non sarebbe male!» esclamò Matteo con aria ovvia.
Io feci una risatina.
«E comunque, lavorare agli Uffizi non era l'unico sogno che avevo, e direi che, ora che quello l'ho quasi definitivamente accantonato, posso concentrarmi su cercare di realizzare l'altro grande desiderio che ho» dissi poi, alzando le spalle con innocenza.
«E sarebbe?» mi chiese Matteo aggrottando le sopracciglia.
Io lo guardai con un sorrisetto furbo.
«Fare una famiglia con te» risposi io.
Matteo mi guardò per un attimo sorpreso, poi gli si illuminarono gli occhi mentre un sorriso compariva sul suo volto.
«Davvero?» mi chiese con un sorrisetto stupido.
Io annuii.
Fare una famiglia con Matteo era davvero un mio desiderio, e sì, è vero, avevo ancora due anni di università davanti a me, ma con famiglia non intendevo per forza fare un bambino. Intendevo concentrarmi sulla mia relazione con Matteo e metterci il meglio di me, in modo da rendere quella convivenza più perfetta che potevo.
«Sai cosa renderebbe la convivenza davvero perfetta?» mi chiese Matteo dopo che gli dissi tutte queste cose «Una bella princiPessina» rispose con finta noncuranza.
Io lo guardai male.
«È ancora troppo presto, Teo» dissi seria.
Matteo sbuffò.
«E comunque, qui non ci vedo ancora nessun anello» gli feci notare mostrandogli la mano sinistra.
Matteo mi guardò con gli occhi ridotti a fessura.
«Lo sai che non c'è bisogno per forza di un anello per fare un bambino vero?» mi chiese.
«Credo che nel mio caso sì» risposi io fingendomi dispiaciuta.
Matteo mi guardò male.
«Ok, allora niente più sesso fino a che non ti faccio la proposta» sentenziò con aria di sfida.
Io alzai le sopracciglia stranita e con aria divertita.
«Ho come la sensazione che se accettassi questa condizione mi faresti la proposta domani stesso» ipotizzai guardando Matteo scettica.
Voleva ribattere, era evidente, ma non aveva nulla da dire in sua difesa, perché sapeva anche lui che quello che avevo appena detto era più che vero.
Così si limitò a guardarmi con gli occhi ridotti a fessura un'altra volta, prima di alzarsi a prendere qualcosa da mangiare.
Io invece feci un sorrisetto soddisfatto.
Lo conoscevo troppo bene!
Spazio autrice:
Ciaooo! Questa volta due capitoli in anticipo perché domani sono un po' impegnata. Scusate l'ora un po' tarda e scusate se vi ho fatto penare 🙈
Vi voglio bene e buonanotte 🤍❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top