SWEET 30
«Buongiorno, papà trent'enne»
Questo sussurrai a Matteo quella mattina, quando lo vidi aprire gli occhi e puntarli su di me.
Dopo quella mia frase poi fece un sorriso tenerissimo e ancora assonnato, che fece sorridere anche me.
Quanto era bello di prima mattina!
«Buon compleanno, amore della mia vita» gli sussurrai ancora, sporgendomi a lasciargli un bacio in fronte, poi uno sulla punta del naso, uno sulla guancia, uno sulla mascella e poi finalmente sulle labbra.
Il sorriso di Matteo si allargò.
«Grazie, amore mio» mi sussurrò, prima di sporgersi per un altro bacio «Mi porti a mangiare fuori oggi?» mi chiese poi con aria ammiccante.
Io lo guardai con un sorrisetto furbo.
«Forse» risposi, facendo oscillare la testa.
Matteo fece una risatina.
«E se per caso decidessi di portarmi fuori a mangiare, dove andremmo?» mi chiese poi curioso, ma mantenendo la sua aria ammiccante.
«Potrei optare per quel ristorante carino appena dietro il Duomo qui a Monza» risposi con finta noncuranza.
Matteo spalancò gli occhi.
«Quello che fa le cosce di pollo che piacciono a me?» mi chiese con aria speranzosa.
Io feci una risatina alla vista della sua espressione, poi annuii e confermai che era quello.
«Mamma mia quanto ti amo!» esclamò Matteo, prima di stringersi a me e iniziare a tappezzarmi il collo di baci a stampo rumorosi «Ti amo, ti amo, ti amo» iniziò a dire poi tra un bacio e l'altro.
Io non mi trattenni, e scoppiai a ridere, stringendo poi Matteo a me e lasciandogli un bacio tra i capelli.
«Potrai anche avere 30 anni, ma quando ti dico che andiamo nei tuoi ristoranti preferiti sembri un bambino che vede per la prima volta la neve» dissi tra le risate.
Scoppiò a ridere anche Matteo.
«Ma perché io infondo sono un bimbo» si giustificò poi, con voce e aria tenera.
Risi di nuovo.
Quanto era bello!
E sì, era davvero un bimbo.
Il mio bimbo.
«Andiamo a svegliare la Ginny? Così ti fa gli auguri anche lei» proposi dopo un po'.
Matteo annuì, poi si staccò da me per alzarsi dal letto e correre nella cameretta di Ginevra esclamando «Non vedo l'ora di ricevere la mia dose di baci dalla bambina più bella del mondo!» facendomi ridere di nuovo.
Poi mi alzai anche io e seguii Matteo.
«Ciao, amore del papà!» stava esclamando lui, mentre prendeva Ginevra in braccio per tirarla fuori dal suo lettino.
«Ginny, lo sai cos'è oggi?» le chiesi invece io, avvicinandomi a loro «È il compleanno del papà!» esclamai «Glieli diamo tanti baci al papà?» le chiesi poi.
Ginevra fece un urletto, prima di fare un sorriso smagliante a Matteo, allargare le braccia con cui gli cinse la testa e fiondarsi sul suo viso per riempirlo di baci umidi.
Sentii Matteo ridere, così come me, mentre guardavo i miei più grandi amore con tenerezza.
Quanto erano belli!
E come erano luminosi gli occhi di Matteo mentre si lasciava baciare e abbracciare dalla nostra bambina!
~~~
Questa storia misi quella mattina, mentre io, Matteo e Ginevra facevamo colazione, in compagnia di Simba e Nala, che gironzolavano tra le sedie o si accoccolavano ai nostri piedi di tanto in tanto.
«Hai postato una delle mie foto preferite di noi tre» mi disse Matteo dopo aver visto la mia storia instagram.
Io gli feci un sorriso.
Anche a me piaceva un sacco quella foto.
In quel momento Ginevra attirò la nostra attenzione battendo le mani sul piano del suo seggiolino e emettendo dei suoni indecifrabili con la bocca.
«Potresti anche dire "papà" visto che oggi è il mio compleanno» le fece notare Matteo, guardandola con un sopracciglio alzato.
Io feci una risatina.
«Ma se vuoi dire "mamma" non c'è nessun problema» dissi poi alzando le spalle con innocenza.
Matteo si voltò per guardarmi male.
«È il mio compleanno, non il tuo» disse con tono secco.
Io alzai di nuovo le spalle con aria innocente, mentre Matteo scuoteva la testa divertito.
Poi tornò a puntare gli occhi su Ginevra.
«"Papà"» iniziò a ripetere, cercando di farglielo dire «"Papà"» disse ancora, notando che Ginevra aveva emesso un suono simile a una lunga "P".
In quel momento sembrò proprio che Ginevra stesse per dire la sua prima parola sensata, e così io e Matteo ci preparammo a sentirle dire "mamma" o "papà".
Ma non andò esattamente come speravamo.
Ginevra disse sì la sua prima parola, ma non disse né "mamma" né "papà". Infatti allungò un braccio di fronte a sé, indicando qualcosa, e poi si lasciò scappare un «Nala!«, facendo anche un sorrisone.
Io e Matteo la guardammo spaesati, poi ci guardammo, e poi guardammo la nostra cagnolina.
«Ha appena detto "Nala"?» chiesi io.
«Sembra di sì» rispose Matteo.
«Nala» disse ancora Ginevra in quel momento.
Io e Matteo ci guardammo di nuovo, e poi guardammo ancora Ginevra.
«Ci ha presi in giro» disse Matteo con tono rassegnato.
«Ci ha presi in giro» confermai io annuendo.
Ma insomma!
Tra tutte le parole del mondo, tra cui "mamma" e "papà", che sono facilissime, Ginevra era proprio andata a dire "Nala"?
È vero, lei e la nostra cagnolina giocavano spesso insieme, ed era evidente che si volessero un bene dell'anima. Ginevra rideva come una matta quando Nala si rincorreva la coda, e Nala impazziva tutte le volte che tornavamo a casa con Ginevra dopo essere stati via qualche ora, facendo feste su feste. Più di una volta le avevo anche viste guardarsi intensamente negli occhi mentre Ginevra faceva dei movimenti lenti che Nala ricopiava, facendo scoppiare a ridere la mia bambina. Però addirittura dire il suo nome invece che "mamma" o "papà" mi sembrava troppo.
«Nala, Nala, Nala»
Mentre facevo tutti questi ragionamenti Ginevra si era lanciata nel ripetere senza sosta il nome della nostra cagnolina, che intanto si era avvicinata al suo seggiolino e aveva iniziato a leccarle un piede, facendola scoppiare a ridere.
«Non possiamo niente contro di lei» disse Matteo scuotendo la testa rassegnato.
Io sospirai.
Non potevamo davvero nulla contro Nala.
~~~
«Pronto a festeggiare con del buon cibo?» chiesi quella sera a Matteo, quando fu ora di uscire a cena.
Prima di andare però dovevamo portare la Ginny da Filippo, che l'avrebbe tenuta tutta la notte in modo da lasciare liberi me e Matteo.
«Pronto!» esclamò Matteo spalancando le braccia per farsi ammirare.
«Cosa devo vedere scusa? Sei vestito come al solito?» gli chiesi con aria ovvia.
Matteo mi guardò male, poi mi fece la linguaccia, prima di prendere il passeggino di Ginevra, metterci dentro la nostra bambina e spingerlo fuori di casa.
«La Ginny ha detto la sua prima parola» disse a Filippo, una volta arrivati a casa sua.
«Davvero? E cosa ha detto?» chiese lui spalancando gli occhi.
Io e Matteo ci guardammo, poi guardammo Filippo e dicemmo all'unisono «Nala» con tono scocciato.
Filippo spalancò ancora di più gli occhi, poi scoppiò a ridere.
«Ma cosa ridi?!» gli chiesi io con rimprovero, tirandogli una pacca sul braccio.
«Sei proprio la mia nipotina» disse lui a Ginevra, facendole il solletico sulla pancia «Anche io non ho detto né "mamma" né "papà" come prime parole» aggiunse.
«Va beh, ma un conto è dire il nome di tua sorella, un conto è dire quello del tuo cane!» esclamai io con aria ovvia.
Filippo scoppiò a ridere di nuovo, poi ci augurò una buona serata, facendoci salutare Ginevra prima di chiudersi la porta alle spalle.
Quando io e Matteo prendemmo l'ascensore per scendere gli dissi di mettersi in posa per una foto.
«Perché? Sono vestito come al solito» disse lui con tono stizzito.
Io lo guardai sospirando e scuotendo la testa divertita.
«Non fare l'offeso» gli dissi poi tirandogli una pacca sul braccio.
Matteo mi fece la linguaccia, poi acconsentì a fare la foto, facendo però delle pose da stupido.
«Una foto seria no?» gli chiesi guardandolo male.
«Come sei noiosa!» esclamò lui in risposta «E comunque no» rispose poi con tono secco e mettendo il broncio come un bambino.
Io non riuscii a trattenere una risatina, e poi decisi di postare la foto che mi piaceva di più tra quelle che avevo fatto.
Sarà stata anche stupida, ma era una di quelle spontanee che piacciono tanto a me.
~~~
«La finisci di guardare quelle ossa di pollo come se fossero diamanti rarissimi?» chiesi a Matteo verso la fine della cena.
Era quasi 10 minuti che guardava con occhi innamorati le ossa di pollo che aveva appena finito di mangiare, e vi assicuro che le stava guardando come non aveva quasi guardato nemmeno me.
«Mi hai portato a mangiare nel posto migliore in cui potessi desiderare di andare al mio compleanno» disse Matteo in risposta, senza staccare gli occhi dal piatto.
Io a quel punto feci una risatina.
«E poi, non lamentarti troppo. Ho visto che mi hai fatto un video, e ho sentito anche la notifica su instagram» aggiunse, puntando finalmente lo sguardo su di me con aria ovvia.
Io assunsi un'aria colpevole, poi scoppiai a ridere, dicendogli che era troppo bello per non fargli un video.
«Guarda la storia però» lo incitai poi.
Matteo allora estrasse il cellulare dalla tasca e schiaccio sulla notifica di tag nella mia storia.
«Amore! Non è vero che guardo il piatto con gli occhi più innamorati di quando guardo te!» esclamò dopo averla vista, alzando lo sguardo su di me con aria tenera.
«Beh insomma» lo smentii però io, fingendomi offesa «Cioè, va bene che ami questo pollo, ma essere rimpiazzata così no però» continuai, fingendo anche di piangere, con tanto di tirata su col naso.
Matteo mi guardò dapprima stranito, poi non trattenne una risata.
In un attimo ero scoppiata a ridere anche io, in modo forse troppo fragoroso, perché si erano girati praticamente tutti a guardarci. Solo che non riuscivo a smettere, così mi limitai a portarmi una mano alla bocca cercando di fare meno rumore.
Ma si sa che cercando di controllarsi si fa sempre peggio, quindi alla fine sia io che Matteo ci trovammo quasi senza fiato, scossi dalle risate e con le lacrime agli occhi, cercando di nasconderci nel tovagliolo o dietro alle mani per non disturbare gli altri clienti del ristorante.
Che bello che era ridere insieme!
E che bella che era stata quella giornata, che speravo vivamente fosse stata una delle più belle della vita di Matteo.
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