PLANNING
Non è facile organizzare un matrimonio. Lo dico per esperienza.
E soprattutto non è facile organizzare un matrimonio quando stai per sposare un calciatore, che quindi non è quasi mai a casa e non può aiutarti più di tanto con i preparativi.
Certo che avevamo ingaggiato una wedding planner di quelle brave, ma ci sono cose che non può scegliere solo la sposa. O meglio, ci sono spose che non vogliono scegliere tutto da sole, come la sottoscritta.
Esempio?
Gli invitati.
Matteo conosce tante persone con cui io non ho mai scambiato nemmeno una parola, quindi la lista degli invitati al nostro matrimonio non potevo farla senza di lui.
«Teo, ti siedi per favore? Ho bisogno di una mano con questa lista» dissi una sera con aria scocciata rivolta a Matteo.
Avevamo appena finito di mangiare, e, nonostante gli avessi detto che era ora di scrivere la lista, lui continuava a prendere tempo facendo altro.
Lo sentii sospirare, mentre metteva a posto le ultime cose e tornava a sedersi di fronte a me.
«Facciamo questa lista» disse sospirando.
Io lo guardai male.
«Non dirlo scocciato, stiamo preparando il nostro matrimonio, quindi una cosa che riguarda entrambi» lo rimproverai poi.
Matteo sospirò, passandosi una mano sugli occhi.
«Hai ragione, scusa» disse «Hai già scritto dei nomi?» mi chiese poi.
«Ho scritto le nostre famiglie, tutti i nostri amici non famosi, e Loca, Thessa, Benni, Fede, Bare e Federica» risposi «Direi di andare con ordine però, perché tu conosci veramente troppa gente, e dobbiamo fare un po' di scrematura cercando di non offendere nessuno» proposi poi, cercando di organizzare il più possibile.
Matteo annuì senza dire nulla.
«Partiamo dalla Nazionale. Chi altro vuoi invitare oltre a Fede, Loca e Bare?» chiesi.
«Jo e Spina» rispose Matteo «Rafa te lo dico adesso o con l'Atalanta?» mi chiese poi alzando le sopracciglia.
«Toloi?» chiesi io per essere sicura di aver capito di chi stesse parlando «Va bene con la Nazionale» risposi quando Matteo annuì, aggiungendo poi alla lista i tre nomi che mi aveva appena detto.
«Metti anche Florenzi, Bastoni e Acerbi» mi disse Matteo.
«Basta?» chiesi io.
«Per la Nazionale sì» rispose lui.
«Passiamo all'Atalanta allora» dissi io.
«Zappa sicuro, e anche Duvan. Rafa lo hai già messo... Juan, e poi Mario» inizio a elencare Matteo «Ah! E Ruslan!» esclamò poi.
Io intanto scrivevo, cercando di collegare il nome che usava Matteo al cognome delle persone in questione, aggiungendo anche eventuali ragazze/mogli e figli.
«Sei soddisfatto?» gli chiesi quando finii di scrivere.
Matteo ci pensò su per essere sicuro di non essersi lasciato scappare nessuno.
«Sì, credo di aver messo tutti» rispose poi «Quanti siamo?» chiese sporgendosi verso di me per cercare di leggere il foglio.
«Una sessantina» risposi.
Matteo spalancò gli occhi.
«Siamo tanti» disse.
«Cosa possiamo farci se siamo simpatici e abbiamo tanti amici?» chiesi io alzando le spalle con innocenza.
Matteo mi guardò stranito, poi scoppiò a ridere contagiando anche me.
~~~
Ah certo!
Non vi ho detto in che mese avevamo scelto di sposarci e dove!
Considerando che a entrambi piace tantissimo l'estate, io e Matteo avevamo scelto di sposarci a inizio giugno.
So che l'estate inizia il 21 giugno, ma non volevamo rischiare facesse troppo caldo e che il clima ci rovinasse la festa. Anche perché la località che avevamo scelto per sposarci era decisamente calda.
«Amore, ho una proposta per te» aveva esordito un giorno Matteo, guardandomi con un sorrisetto furbo.
Era solo due settimane che eravamo fidanzati, quindi io non stavo ancora pensando al matrimonio, anche perché eravamo teoricamente ancora in vacanza, anche se già in un'uggiosa Monza.
«Mi hai già chiesto di sposarti, e ti ho anche già detto di sì» gli avevo fatto notare io, senza staccare gli occhi dallo schermo del mio computer.
Avevo un progetto universitario da presentare a settembre.
«Simpatica» disse Matteo guardandomi male «Non è quello che devo chiederti, anche se riguarda il matrimonio» aggiunse per incuriosirmi.
A quel punto io mi girai a guardarlo.
«Sentiamo» dissi.
Trovavo fosse un po' presto per pensare ai preparativi del matrimonio, volevo almeno finire gli esami che avevo a settembre prima di iniziare, ma ero troppo curiosa di sapere cosa avesse in mente.
«Per la location...» iniziò a dire Matteo «...che ne dici di Firenze?» mi chiese, guardandomi con un sorrisetto tenero.
Io invece spalancai gli occhi.
«Stai scherzando?» chiesi.
«No» rispose Matteo divertito «È la tua città preferita, io ci sono stato per la prima volta con te, ed è dove abbiamo festeggiato il nostro quinto anniversario. È un luogo magico per noi, quindi perché non sposarci lì?» mi spiegò alzando le spalle con innocenza.
Io lo guardai senza fiato e senza parole.
Mi veniva da piangere!
Adoravo quell'idea!
«Aspetta prima di piangere, forse è meglio scoprire i luoghi specifici che ho in mente» mi disse Matteo alzando una mano verso di me.
Poi tirò fuori il cellulare dalla tasca, iniziando a scorrere qualcosa.
«Per sposarci vorrei tanto proporti il Duomo, perché credo che coronare il nostro amore sotto la sua meravigliosa cupola sia da favola» iniziò a dire «Ma lo vedo parecchio impossibile perché fermeremmo tutto il turismo di una giornata intera» continuò, alzando un sopracciglio e storcendo un po' la bocca in un'espressione buffa.
Non riuscii a trattenere una risatina, dandogli anche ragione.
«Quindi... ho trovato una chiesa poco conosciuta e neanche tanto grande, che però è davvero davvero bella e sembra perfetta per il tipo di matrimonio tranquillo che vogliamo noi» ricominciò a dire Matteo.
A quel punto lo guardai curiosa.
«Si chiama chiesa di Santa Trinita» disse finalmente lui «La conosci?» mi chiese.
Io scossi la testa, così Matteo prese il cellulare e la cercò su internet, facendomi vedere un paio di foto.
«La adoro!» esclamai io «Sei un genio, amore mio!» esclamai ancora, lanciandogli le braccia al collo e stringendolo a me con tutta la forza che avevo.
Poi gli lasciai un bacio a stampo sulla guancia, facendolo ridere.
«Vuoi sentire anche cosa ho in mente per il ricevimento?» mi chiese lui guardandomi divertito.
Io annuii, spalancando gli occhi con aria curiosa.
Matteo fece un'altra risatina, poi parlò di nuovo.
«Avrei trovato un posto che si chiama Terrazze Michelangelo a pochi passi dal famoso piazzale che ha lo stesso nome. Ho visto le foto, e sembra un bel posto» spiegò «Allora? Che ne dici?» mi chiese in conclusione.
Io ero di nuovo senza fiato.
«Io... non so cosa dire...» ammisi guardando Matteo quasi incantata «È... è un'idea meravigliosa» riuscii a dire poi, facendo un sorriso commosso.
Sorrise anche Matteo.
«Insomma, sai che ti sposerei anche in una stalla, ma... Firenze è perfetta» dissi ancora «Come fai a conoscermi così bene?» gli chiesi poi quasi incredula.
Matteo fece una risatina.
«Sei l'amore della mia vita, come potrei non conoscere i tuoi gusti?» mi chiese lui in risposta con un sorrisetto innocente e la testa inclinata verso sinistra.
Sorrisi di nuovo anche io, prima di lanciare le braccia al collo di Matteo e fiondarmi sulle sue labbra per ringraziarlo.
Era il ragazzo perfetto per me, dopo quel giorno non c'erano più dubbi.
E quindi sì, come location avevamo scelto Firenze, cosa che non poteva rendermi più felice.
In realtà però insieme scegliemmo anche un altro posto in cui andare: quello del viaggio di nozze.
«Andiamo in Spagna?» mi aveva chiesto Matteo la sera che ci eravamo messi seriamente a cercare dove andare e a prenotare.
«Spagna dove?» chiesi io.
«Questo me lo devi dire tu, critica d'arte» rispose Matteo con aria ovvia.
Io feci una risatina, poi espressi il mio giudizio.
«Credo che il posto più suggestivo in cui andare, se vogliamo rimanere in un luogo ricco d'arte, sia l'Andalusia» dissi «Ci sono un sacco di città da vedere, tutte con monumenti di influenza araba. Deve essere davvero bella» spiegai.
Matteo mi guardò incuriosito.
«Mi piace, ci sto» disse annuendo.
Io allora sorrisi, e l'attimo dopo stavamo iniziando a cercare i vari hotel mentre facevamo l'itinerario. Avevamo deciso di girare un po' per tutta l'Andalusia, e quindi di passare ogni notte in un hotel diverso. Sì, avevamo un gran lavoro da fare.
Ero contentissima di andare in Andalusia a fare un viaggio di nozze pieno di arte, anche se in realtà avevamo deciso di passare almeno cinque giorni al mare, come ci piaceva fare sempre.
Però, nonostante fossi appunto al settimo cielo, e nonostante Matteo non avesse dato segno di essere deluso da quel viaggio di nozze, io dentro di me credevo che non fosse pienamente soddisfatto.
Gli piaceva l'arte, diceva sempre che gliel'avevo fatta piacere io, ma sapevo per certo, e credo sia chiaro anche a voi, che Matteo preferiva spudoratamente le avventure nella natura.
Mi sentivo quasi in colpa a non averci pensato mentre sceglievamo dove andare, e così avevo deciso di fargli una sorpresa.
«Amore, muoviti! Ho una sorpresa per te» dissi infatti a Matteo quella sera, dal salotto di casa.
Lui era in bagno, e si stava finendo di lavare dopo essere tornato dagli allenamenti.
Dopo aver detto quella frase lo vidi aprire la porta del bagno con uno scatto e fiondarsi in salotto.
«Intimo nuovo?» mi chiese con un sorrisetto stupido in volto.
«No! Teo!» risposi io indignata.
Ma che domanda era?!
«L'ultima volta che hai detto una frase del genere avevi comprato un nuovo completo intimo» mi fece notare Matteo in sua difesa.
Era vero, ma non era quello il caso.
«Beh, non è successo questa volta» dissi io «Però se vieni a sederti ti dico cosa ho in mente» aggiunsi, facendogli cenno di sedersi accanto a me.
Matteo seguì il mio consiglio e mi guardò curioso.
Io ricambiai lo sguardo, facendo un sorrisetto furbo.
«Allora?! Parli?!» mi chiese Matteo impaziente.
Io feci una risatina, poi sputai il rospo.
«Ho prenotato tre giorni di escursioni nella natura andalusa» annunciai, facendo un sorriso smagliante.
Matteo invece aggrottò le sopracciglia confuso.
«In che senso?» chiese infatti.
«Nel senso che il nostro viaggio di nozze non sarà solo arte e mare» risposi io «Ho trovato una passeggiata in montagna, ovviamente facile e quasi tutta in piano, che ci porta a vedere uno dei ponti più antichi della Spagna, e poi ho trovato una passeggiata nel parco naturale più grande dell'Andalusia» spiegai meglio.
A quel punto Matteo mi guardò incredulo, mentre il suo volto si illuminava in un sorriso.
«Dici sul serio?» mi chiese.
Io annuii.
«Ma... ma avevamo pianificato tutto per filo e per segno, come hai fatto a incastrare anche queste due cose?» mi chiese Matteo.
«Ho aggiunto un giorno alla fine del viaggio, e... beh, purtroppo dovremo privarci di un giorno di mare per fare l'altra escursione» risposi «Ma va bene così, perché l'importante è che tu sia felice» aggiunsi alzando le spalle con innocenza.
Matteo mi guardò con tenerezza.
«Sei la ragazza migliore del mondo» mi disse «E sarai la moglie migliore del mondo» aggiunse, prima di sporgersi verso di me e baciarmi con passione «Ti amo... ti amo... ti amo» disse tra un bacio e l'altro.
Io sorrisi, mentre Matteo si staccava dalle mie labbra per appoggiare la sua fronte alla mia e guardarmi negli occhi con gratitudine.
Ma non c'era bisogno di ringraziarmi, avevo fatto tutto quello per renderlo felice, perché era quello che contava davvero, e perché quando Matteo sorride le giornate prendono sempre una svolta più che positiva.
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