NICE TO MEET YOU PT.2
No, non tutti avevano già conosciuto Ginevra.
All'appello mancavano ancora un po' di persone, tra cui Francesca, Stefano e Riccardo.
Visto che tra di loro ormai si conoscevano e che avevano tutti e tre fretta di vedere finalmente la bambina mia e di Matteo, decidemmo di invitarli a cena tutti insieme, includendo anche ovviamente Francesco e Alessandra (Ste non aveva una ragazza fissa in quegli anni, era molto libertino).
I primi ad arrivare furono Francesca e Francesco, perché la mia migliore amica aveva detto di volermi aiutare a cucinare.
Io le avevo detto che non c'era bisogno, perché avevo Matteo che mi aiutava tranquillamente, ma lei aveva insistito. Sicuramente però non lo aveva fatto perché voleva davvero aiutarmi, ma perché voleva conoscere Ginerva prima degli altri.
E infatti... altro che aiutarmi a cucinare!
Appena arrivò mi strappo Ginevra dalle braccia e iniziò a portarsela in giro per la casa, senza mai staccare gli occhi da lei.
Che bello vederla con in braccio la mia piccolissima bambina!
Sarebbero state migliori amiche anche loro, ne ero sicura, e Francesca sarebbe piaciuta da impazzire alla mia Ginny.
«Metto subito in chiaro che io sono la zia che vizia» disse la mia migliore amica dopo aver tenuto Ginevra in braccio per un po' «Sarò quella che le farà fare tutto quello che vuole, che la porterà dove vuole e che si alleerà con lei contro di voi» aggiunse.
Io e Matteo ci guardammo divertiti.
Non avevo dubbi sarebbe stata quel tipo di figura per mia figlia.
«Sì, ma con calma, perché non vogliamo una teppista» la ammonì però Matteo.
«Non c'è pericolo» lo tranquillizzò Francesca «Io sarò la persona che le fa capire come spendere bene i soldi del papà» specificò facendo poi l'occhiolino.
Francesco scoppiò a ridere, io invece scossi leggermente la testa divertita mentre Matteo la guardava con gli occhi spalancati.
Oh la mia Fra!
Era sempre la solita!
Comunque, bellissimo vedere la mia migliore amica così felice di conoscere mia figlia, ma niente può battere la reazione di Riccardo.
Appena entrò dalla porta e si accorse di Ginevra in braccio a me si bloccò con gli occhi fissi su di lei. Poi fece qualche passo avanti e mi si avvicinò, continuando a tenere lo sguardo fisso su Ginevra.
«Broder, tutto bene?» gli chiese Matteo divertito.
«È... è bellissima» riuscì a dire solamente Riccardo, prima che qualche lacrima gli scappasse dagli occhi «È la bambina più bella del mondo» disse poi, sciogliendosi in un sorriso.
Lo guardammo tutti sorridendo.
Ma quanto era carino?
Si era commosso!
«Ciao, perfezione» iniziò a dire in quel momento lui, allungando una mano per toccare quella di Ginevra «Guarda quegli occhioni!» esclamò con voce tenera.
Noi facemmo una risatina, mentre Matteo gli tirava una pacca sulla spalla divertito.
Riccardo allora si voltò verso di lui e gli fece un sorriso a trentadue denti, prima di stringerlo in un abbraccio stritolare.
Che belli che erano!
Quando finalmente arrivò anche Ste (che come al solito era in ritardo), e dopo che ammirò anche lui Ginevra per un po', ci sedemmo finalmente a tavola, pronti a mangiare.
«Chi ti stavi facendo oggi, Ste, che sei arrivato così tardi?» chiese Francesco a Stefano mentre mangiavamo.
«Nessuno. Ho fatto tardi perché sono rimasto almeno mezz'ora qui giù in macchina, cercando di prepararmi psicologicamente a incontrare la bambina della Ceci» rispose lui sinceramente, facendoci fare una risatina.
Un altro tenerone come Ricky!
«Voi due ridete, ma non avete idea di quanto sia difficile pensare che i tuoi migliori amici hanno avuto una bambina» disse Riccardo rivolto a me e a Matteo «Capisco perfettamente perché Ste sia rimasto qui giù per così tanto» aggiunse.
Io e Matteo lo guardammo straniti.
«Perché difficile?» chiesi io.
«Difficile in senso positivo» specificò Riccardo «Avere una bambina è una cosa da grandi, quindi fa effetto pensare che due ragazzi più o meno della tua età ne abbiano già una» spiegò meglio.
Forse aveva senso come ragionamento.
«E poi, per noi che abbiamo seguito passo dopo passo la vostra storia, questo evento è un po' come la conferma che tutto è andato per il meglio» si aggiunse Francesca «Siamo le persone che sanno praticamente tutto di voi, a momenti anche quante volte al giorno fate sesso, e siamo le persone che hanno sofferto e gioito con voi per tutto quello che vi è successo» continuò «Quello che per voi è un traguardo lo è anche per noi» concluse.
«Soprattutto perché vedervi felici è quello che desideriamo, e vedervi felici insieme e con una bambina è un sogno che diventa realtà per noi» disse anche Stefano.
Vi assicuro che io stavo passando lo sguardo dall'uno, all'altro, all'altro ancora con le lacrime agli occhi.
Ma quanto potevo volergli bene?
Quanto?
Erano tre delle persone più importanti della nostra vita, e ormai anche della vita di Ginevra.
«Così mi fate piangere» dissi con tono piagnucoloso.
Si misero a ridere tutti.
«Allora facciamo un brindisi, così bevi e non piangi più» propose Alessandra divertita.
Accettammo tutti la proposta e alzammo i nostri bicchieri pronti a brindare.
«Alla nostra famiglia del Mulino Bianco» disse Alessandra con un sorriso.
Sorridemmo anche noi, mentre Matteo mi lasciava un bacio sulla tempia.
Era tutto così perfetto!
~~~
Sì, dopo la Fra, Ste e Ricky mancava ancora una persona a cui far conoscere Ginevra, la più importante: il nonno di Matteo.
Era molto vecchio ormai, ma era ancora abbastanza arzillo, nonostante non ci sentisse più molto bene.
Da quando aveva scoperto che ero incinta però, ci chiamava una volta alla settimana per sapere come stessi e come stava la bambina, e dopo che avevo partorito era stato uno dei primi a telefonare per avere notizie.
Purtroppo non era potuto venire in ospedale, perché ormai faticava anche a camminare, quindi io e Matteo ci eravamo ripromessi che appena usciti saremmo andati a trovarlo.
Ginevra aveva appena tre settimane quando trovammo tempo di andare a casa sua a fargliela conoscere.
«Nonno, guarda chi ti ho portato!» esclamò Matteo appena entrati in casa, avvicinandosi alla poltrona dove era seduto suo nonno con Ginevra in braccio.
Lo raggiunse, e si abbassò per fargli vedere Ginevra in viso.
Il nonno, appena puntò gli occhi su di lei, fece un sorriso a trentadue denti, e poi scoppiò a piangere per la commozione, portandosi le mani sul viso.
Quanto era carino mentre cercava di regolare i singhiozzi con scarsi risultati.
«La vuoi tenere in braccio?» gli chiese Matteo quando ci fu possibile vedere di nuovo il suo viso.
Suo nonno annuì, e così Matteo gliela mise tra le braccia.
Dire che il volto di suo nonno era luminoso è dir poco.
Sprizzava gioia e luce da tutti i pori, e si vedeva che con gli occhi stava cercando di imprimersi nella memoria ogni singolo centimetro del viso di Ginevra.
«Come si chiama?» chiese dopo un po', alzando lo sguardo su di me.
«Ginevra» risposi io.
Lui sorrise di nuovo, prima di tornare a guardare la nostra bambina.
«È proprio bella» disse annuendo «E ti somiglia molto» aggiunse rivolto a Matteo «Quando eri piccolo eri quasi esattamente così» confermò.
Io feci un sorriso tenero.
Che bello pensare che la mia bambina assomigliasse al suo papà.
Era sempre stato un mio sogno segreto.
«Avete detto che si chiama Ginevra?» chiese in quel momento il nonno di Matteo, passando lo sguardo da me a suo nipote.
Noi annuimmo.
«Io avevo una sorellina di nome Ginevra» iniziò a raccontare ancora lui «Purtroppo è morta che era ancora piccola, aveva solo 5 anni e io invece ne avevo 16. Ma in quei cinque anni vissuti insieme le ho voluto un bene dell'anima» continuò «Era nata prematura, quindi è sempre stata molto debole, e io ho sempre cercato di proteggerla da tutto» disse ancora «Mi ricordo che sorrideva sempre, e illuminava le giornate di chiunque la conoscesse. Sono sicuro che anche la vostra Ginevra sarà così» concluse facendoci un sorriso tenerissimo.
Lo facemmo anche io e Matteo.
Aveva appena detto una cosa meravigliosa.
«È proprio perché ci illuminava le giornate già quando era nella pancia di Cecilia che abbiamo deciso di chiamarla Ginevra» disse poi Matteo, guardandomi con tenerezza.
Io ricambiai lo sguardo.
Ero sicura al 100% che la nostra Ginevra ci avrebbe illuminato le giornate da lì all'infinito.
«Al mondo c'è una nuova Ginevra Pessina» disse ancora il nonno di Matteo, più a se stesso che a noi «Sarai luminosa come la mia Ginevra Pessina, ne sono certo» aggiunse poi rivolto a Ginevra, accarezzandole la guancia con un dito.
Io sorrisi di nuovo, e mi accorsi che Matteo mi stava guardando con un sorriso, prima di ripuntare gli occhi su suo nonno e su Ginevra.
Lo feci anche io, felice che la nostra bambina piacesse a tutte le persone più importanti della nostra vita, e pensando che avevamo scelto il nome giusto per lei.
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