MOVING
Eh già, io e Matteo ci stavamo per sposare, presto probabilmente la famiglia si sarebbe allargata, e quindi c'era la necessità di andare a vivere in una casa più grande.
L'appartamento che avevamo era bellissimo, ed era ormai casa per tutti, Nala compresa, che era l'ultima arrivata, ma non era un posto formato famiglia. Il salotto non era tanto grande, così come la cucina, bagno ce n'era uno solo e camera da letto anche.
Capite che il tutto iniziava a essere un po' stretto. Soprattutto in vista di un bambino che sarebbe potuto arrivare dopo il matrimonio.
Dove lo avremmo fatto dormire?
E dove avremmo messo tutti i suoi vestiti e giochi vari che sarebbero arrivati in regalo?
Era ora di comprare una casa nuova.
Quindi quelle sere io e Matteo le passavamo a cercare case sui vari siti, e quando uno dei due usciva di casa per fare la spesa o portare a spasso Nala e Simba, teneva gli occhi aperti sugli annunci e controllava sempre le vetrine delle agenzie immobiliarie.
«Ho trovato la casa perfetta!» esclamai un giorno, appena tornai dalla passeggiata coi cani.
Matteo, che era sul divano, mi guardò con le sopracciglia alzate in attesa che io continuassi con la notizia.
«È in una delle vie perpendicolari al viale, ed è stracarina!» continuai allora io, avvicinandomi al divano «È una villetta con giardino, e da quello che c'è scritto fuori ha tre camere da letto e due bagni» conclusi.
«Sembra interessante» disse Matteo «È in vendita vero?» mi chiese poi.
Io lo guardai male.
«Certo che è in vendita, Teo!» risposi con aria ovvia «Cosa sono? Stupida?!» chiesi poi.
«Non ho mai detto questo, volevo solo essere sicuro» si giustificò lui «Hai fatto la foto al numero di telefono da chiamare?» mi chiese.
Io annuii e gliela inviai.
«Stasera chiamo, così capiamo quando possiamo andare a vedere la casa e i costi vari» disse facendomi l'occhiolino «Brava, amore, sono fiero di te» aggiunse poi, facendomi un sorrisetto tenero.
Ne feci uno anche io, tirandomela leggermente. Poi mi avvicinai a Matteo, mettendomi tra le sue gambe.
Lui mi prese per la vita e mi lasciò un bacio sulla pancia, prima di stringermi a sé.
Io affondai una mano tra i suoi capelli accarezzandoli dolcemente, mentre Matteo alzava lo sguardo su di me, puntando i suoi bellissimi occhi color cioccolato nei miei.
Allora io gli lasciai un bacio in fronte, sempre accarezzandogli i capelli.
Quanto lo amavo!
~~~
Comunque, quella sera Matteo chiamò il numero indicato sul cartello di vendesi della casa, e accordò un incontro per il lunedì successivo.
«Non hai gli allenamenti?» gli avevo chiesto io aggrottando le sopracciglia.
«Prenderò un permesso di qualche ora» rispose lui alzando le spalle con noncuranza.
E infatti prendere un permesso fu quello che fece, apposta per venire a vedere la casa con me e sua madre, che fa l'architetto e quindi se ne intende di queste cose.
Da fuori sembrava bellissima, e da dentro lo era ancora di più. Non era tanto grande, ma si sviluppava comunque su due piani, con la zona giorno al pian terreno e le camere e i bagni al piano superiore.
«Ovviamente è da arredare, perché i vecchi proprietari si sono portati via tutto» ci informò l'agente immobiliario prima di entrare.
«Per questo nessun problema, ci pensa la mamma» disse Matteo facendo l'occhiolino e un sorrisetto a sua madre.
Lei ricambiò il sorriso, poi ci seguì dentro casa.
«Wow! È luminosissima!» esclamò Matteo.
In effetti il salotto era illuminato da una grande porta finestra che dava sul giardino. Giardino che girava quasi tutto intorno alla casa, e da cui si accedeva quindi anche dalla cucina.
Sì, era perfetto per due cani.
Il lato del giardino chiuso era costituito dai due garage per le macchine.
Dentro la casa era effettivamente spoglia, ma era perfetta. La madre di Matteo disse che in salotto ci stavano tranquillamente due divani da tre posti ciascuno, una bella libreria spaziosa e il mobile della tv con alcune vetrinette.
Anche le camere da letto erano spaziose, e una delle tre sarebbe tranquillamente potuta essere riempita con gli attrezzi per fare esercizio fisico fino a quando non ci sarebbe servita a migliori impieghi.
I bagni erano luminosi come il resto della casa, e c'era addirittura un terrazzino collegato alla camera da letto più grande da cui si intravedeva la villa reale di Monza.
Insomma, sembrava la casa perfetta, e non costava nemmeno così tanto.
«Cosa facciamo? La prendiamo?» mi chiese Matteo quella sera, quando ci sedemmo sul divano dopo aver mangiato.
Io lo guardai pensierosa.
Sì, ho detto che sembrava la casa perfetta, ma era anche l'unica che avevamo visto fino a quel momento. Non potevamo paragonarla a niente, per quello che ci appariva così perfetta.
Era anche vero però che ci era stato dato poco tempo per pensare alla questione, perché i proprietari volevano venderla il prima possibile e quindi ci avevano dato come tempo massimo dieci giorni.
«In dieci giorni non troviamo abbastanza case con cui paragonarla» notai sempre pensierosa.
«Lo so, però almeno vederne un'altra sarebbe meglio» disse Matteo.
Io annuii.
«Hai ragione, ma quando andremmo a vederla? Non puoi più chiedere permessi per saltare qualche ora di allenamento» gli feci notare io scuotendo leggermente la testa.
Matteo mi diede ragione, poi mi disse che potevo sempre andare a vederla io con sua madre.
«Mi fido del tuo giudizio» aggiunse.
«Lo so, Teo, ma sono io che non me la sento di scegliere una cosa così importante da sola» confessai io «Si tratta di scegliere una casa in cui vivremo per molti anni probabilmente, non una casa presa per una vacanza di una settimana» aggiunsi con aria ovvia.
Matteo sospirò.
«Quindi cosa vuoi fare? Prendere quella che abbiamo visto oggi?» mi chiese poi.
Sospirai anche io, prima di alzare le spalle con innocenza.
«Perché no» risposi «È una bella casa, possiamo arredarla come ci pare e piace e sembra perfetta per l'utilizzo che ne facciamo noi» continuai, giustificando la mia idea.
Matteo sospirò di nuovo, poi finalmente annuì.
«È vero» si limitò a dire.
Io allora lo guardai con sospetto.
«Teo, ti piace quella casa?» chiesi.
Lui si voltò verso di me stranito.
«Sì, certo che sì» rispose annuendo «Non è neanche troppo costosa ed è comunque in una bella zona» aggiunse.
«Quindi la prendiamo?» chiesi ancora io.
Matteo annuì.
«La prendiamo» confermò.
A quel punto io sorrisi, avvicinandomi poi al viso di Matteo per baciarlo delicatamente.
Anche lui sorrise, poi mi lasciò un bacio in fronte con tenerezza.
~~~
Sì, ci volle ovviamente un po' ad arredare la casa e averla a disposizione per viverci dentro. Soprattutto perché prima cambiammo il colore delle pareti, che originariamente erano gialle e che noi cambiammo in bianco, con una, quella esattamente di fronte alla finestra, di un azzurro carta da zucchero tenue. Nel frattempo prendemmo le misure per i mobili e gli arredamenti vari, tinteggiammo anche le altre stanze (tranne le due camere da letto che eravamo sicuri di non usare per il momento), e finimmo tutti i lavori di perfezionamento.
Considerando che iniziammo i lavori a fine gennaio, ci mettemmo relativamente poco a ultimare il tutto. In meno di tre mesi era tutto fatto, e per metà aprile eravamo pronti a entrare nella nostra nuova casa definitivamente.
«Credo che Nala sia emozionata» dissi il giorno dell'insediamento ufficiale, quando io, Matteo e i nostri cani stavamo per entrare dal cancello.
Nala continuava a scondizolare e ad annusare il portone di ingresso, evidentemente impaziente di entrare.
«Credo che Simba invece no» notò Matteo divertito.
In effetti Simba stava abbastanza in disparte e lontano dal portone di entrata, e, nonostante il pelo, si poteva quasi vedere un'espressione di disgusto sul suo musino.
Feci una risatina.
Quanto era schizzinoso!
«Beh, entriamo?» chiese Matteo guardandomi.
«Non devi chiederlo a me, devi chiederlo a lui» dissi io indicando Simba.
Fece una risatina anche Matteo, poi si abbassò per prendere Simba in braccio e aprire finalmente il cancello.
C'era stato poco da fare nel giardino, sopratutto perché avevamo deciso di sistemarlo con l'arrivo della bella stagione, quindi in maggio, ma era molto bello anche così, e infatti mi scappò un sorriso mentre mi guardavo intorno.
«Sei contenta, Nala?» chiesi poi alla mia cagnolina, accovacciandomi per accarezzarla.
Anche lei si stava guardando in giro, prima di puntare gli occhi su di me e implorarmi di liberarla dal guinzaglio per poter correre libera nel prato.
Io lo feci nell'esatto istante in cui Matteo faceva lo stesso con Simba e provava a metterlo per terra, ma lui iniziò ad agitare le zampe, evidentemente non d'accordo.
«Palla di pelo, è solo erba. È come quella che calpesti tutti i giorni nel parco» gli disse Matteo divertito.
Io scoppiai a ridere.
«Viziato» disse invece Matteo a Simba, rinunciando poi a metterlo giù e dirigendosi verso la casa.
La avevamo arredata davvero bene!
«Inauguriamo i fornelli? Ho un po' di fame» mi chiese Matteo massaggiandosi la pancia con il naso arricciato.
«Prego, chef» gli dissi io indicandogli la cucina.
Matteo mi guardò male, poi sbuffò e si diresse ai fornelli.
Nel frattempo io sistemai borsa e guinzagli dei cani dove avevo deciso di metterli e feci l'ennesimo giro della casa.
Sì, era proprio bella!
Mentre tornavo in salotto mi vibrò il cellulare.
1 messaggio da "Teo️🐻❄️🤍"
Aggrottai le sopracciglia.
Perché Matteo mi aveva mandato un messaggio?
Ma poi, non stava cucinando?
Aperta la notifica mi ritrovai davanti una foto mia e di Nala fatta in giardino, davanti al portone di casa, mentre ammiravamo la nostra nuova dimora.
Le mie preferite 🥰🤍
Mi aveva scritto Matteo.
Era bella la foto, così la postai nelle storie di instagram.
«Ah! Quindi sarei schizzinoso?» mi chiese Matteo fingendosi offeso, quando lo raggiunsi in cucina.
Io feci una risatina.
Evidentemente aveva visto la mia storia.
«Parecchio» risposi annuendo.
Matteo mi guardò con gli occhi ridotti a fessura.
«Sto cucinando le cosce di pollo comunque» mi disse poi.
«No, ti prego! Lo sai che non mi piacciono!» mi lamentai io.
Matteo mi guardò con un sopracciglio alzato e un sorrisetto furbo.
«Quindi? Chi è schizzinosa ora?» mi chiese divertito e con aria fiera.
~~~
Va beh, credo sia inutile dire che oltre ai fornelli quella sera inaugurammo anche qualcos'altro.
Sì, sto parlando del letto, e sì, era molto molto comodo.
In sintesi, era molto approvato anche quello.
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