LOVE AT FIRST SIGHT
Così iniziò la mia ultima settimana di gravidanza, con quella mia storia su instagram, messa dopo che Ginevra mi aveva svegliata tirando calci a destra e a manca nella mia pancia.
🥺🤍🥺🤍🥺
Come si muove!
Questo mi aveva scritto Matteo, che era agli allenamenti ed evidentemente aveva avuto una pausa.
Non vede l'ora di uscire 😅🥰
Anche io non vedo l'ora che esca 🥺❤
Sorrisi, poi mi alzai dal letto e mi feci la colazione.
Questa esatta cosa si ripeté per tre giorni consecutivi, tra calci, messaggi vari da amici e parenti e colazioni abbondanti, perché la fame aumentava ogni minuto di più.
Un giorno però le cose cambiarono. O meglio, una notte.
La notte del 18 giugno 2027.
Mi svegliai con un forte dolore al ventre, dolore che mi costrinse a farmi scappare un leggero gemito di dolore, che svegliò ovviamente anche Matteo.
«Cosa c'è?» mi chiese ancora assonnato ma evidentemente preoccupato.
Io non dissi nulla, mi limitai a infilare una mano sotto le coperte e toccare il materasso sotto di me.
Era bagnato.
«Credo che mi si siano appena rotte le acque» dissi a Matteo.
Lui spalancò gli occhi.
«Cosa... cosa facciamo?» chiese leggermente in panico.
«Andiamo in ospedale!» risposi io con aria ovvia.
Matteo si bloccò un attimo, poi fece uno scatto, con il quale scese dal letto, si infilò la prima felpa che trovò, prese le chiavi della macchina e si mise le scarpe.
Nel frattempo mi ero vestita il più velocemente possibile anche io, ma mettersi le scarpe non fu facile, come non lo era stato mai in quegli ultimi mesi. La pancia era troppo grande per piegarsi, e, nonostante la mia elasticità da ballerina, non era neanche facile tirare su una gamba.
Per fortuna che c'era Matteo, che in un attimo si lanciò ai miei piedi e mi aiutò a infilarmi le scarpe, prima di prendermi per mano e quasi trascinarmi in macchina, mentre io sentivo un'altra fitta alla pancia.
Ma nonostante il dolore aumentasse mentre viaggiavamo verso l'ospedale, la gioia che mi provocava l'idea che da lì a poche ore avremmo finalmente visto la bellissima bambina che c'era nella mia pancia superava qualsiasi altra sensazione.
~~~
Non è il caso di raccontare tutto il parto, sapete cosa succede, e vi basta essere certi del fatto che andò tutto più che bene. Insomma, soffrii come è giusto che sia, ma quando vidi finalmente il visetto della mia bambina e sentii il suo pianto tutta la fatica fu ripagata. Le lacrime di dolore che bagnavano il mio volto diventarono lacrime di gioia, e la mano di Matteo che aveva stretto la mia per tutto quel tempo allentò un po' la presa.
Mentre portavano Ginevra al lavaggio alzai gli occhi su mio marito, e mi accorsi che il suo sguardo era puntato sulla nostra bambina con aria estasiata e un sorrisetto stupido in volto.
Sì, era quel sorriso di cui ho già parlato, quello che Matteo fa quando guarda qualcosa che gli piace.
Era già innamorato di Ginevra.
E lo ero anche io, soprattutto dopo che me la misero in braccio e la ebbi finalmente vicina a me.
Lo so, eravamo state vicine per nove mesi consecutivi, ma averla tra le braccia era tutta un'altra cosa. Poter vedere i suoi occhi era tutta un'altra cosa, e anche poterla finalmente cullare.
«È bellissima» dissi tra le lacrime, accarezzandole il nasino.
Matteo annuì, poi appoggiò la sua fronte alla mia e allungò una mano verso quella piccolissima di Ginevra.
«È la bambina più bella del mondo» sussurrò.
Sì, era davvero la bambina più bella del mondo, e di sicuro era la gioia della nostra vita.
~~~
@pessinamatteo ti ha menzionato nella sua storia
Quella notifica mi ero trovata la mattina dopo aver partorito.
Matteo era ovviamente andato a casa non potendo stare lì in ospedale a dormire e visto che aveva anche gli allenamenti, ma anche da lontano non aveva rinunciato a farmi capire quanto amasse già la sua bambina.
Nella storia di instagram infatti c'era una foto che aveva fatto il giorno prima a me a Ginevra, ed era una foto tenerissima.
Gli risposi con tre cuori bianchi, che, come credo sia chiaro, erano il simbolo del nostro amore ormai da sempre.
Mi mancate di già 🥺🤍
Sorrisi a leggere quel messaggio.
Quanto era carino!
A che ora finisci di allenarti?
13:00
Poi vieni direttamente qui?
Sì
Faccio la doccia in spogliatoio così non devo neanche passare da casa
Però se hai bisogno di qualcosa faccio un salto 😉
Il caricatore del cellulare
Sto usando quello di un'infermiera 😅
Passo a prendertelo 😅🤍
Grazieee 🤍
Ti amo orsacchiotto ️🐻❄️🤍
Anche io ti amo 🤍
E amo anche la Ginny, dalle un bacio da parte mia 🤍🤍
Sorrisi di nuovo, poi chiusi whatsapp e posai il cellulare.
Avevo un sacco di messaggi a cui rispondere, perché ovviamente Matteo aveva provveduto a chiamare i nostri genitori e Filippo e Carlotta una volta che avevo partorito. I nostri amici invece avevano ricevuto una foto di Ginevra, a cui avevano ovviamente risposto. Quello però non era il momento di leggere tutti i messaggi, soprattutto perché era ora di allattare di nuovo. Lo avevo già fatto due volte quella notte, e quella era la terza nel giro di otto ore.
«È una mangiona» mi disse con aria divertita l'infermiera che mi portò Ginevra.
Io feci una risatina.
«Proprio come la mamma» dissi poi, prendendo la mia piccola bambina tra le braccia e avvicinandola al mio seno.
Essendo la terza volta che facevo quel gesto avevo capito come tenerla in modo che riuscisse a ciucciare bene e non si strozzasse.
«Può riprendersi il caricatore. Tra poche ore arriva mio marito con il mio» dissi all'infermiera mentre sistemava il mio comodino.
«Puoi tenerlo fino a quando non arriva, a me non serve» mi disse però lei facendomi un sorriso.
Io ricambiai, poi puntai lo sguardo su Ginevra, che si stava godendo il latte.
«Il papà ti manda un bacio» le dissi accarezzandole una manina.
«Sta lavorando?» mi chiese l'infermiera.
Io annuii.
«Dovrebbe arrivare per le 14.00 » aggiunsi poi.
«Ti vengono a trovare i tuoi parenti oggi?» mi chiese poi l'infermiera.
«Sì, vengono i miei e i genitori di Matteo con mio fratello e sua sorella» risposi «Hai sentito, amorino? Oggi conosci i nonni e gli zii» dissi poi rivolta a Ginevra.
Vidi l'infermiera sorridere, prima di lasciare la stanza per lasciarmi un po' di tempo da sola con Ginevra.
Quanto era bella!
Sarei rimasta a guardarla per ore!
«Sta già dormendo?» mi chiese qualche minuto dopo l'infermiera, sporgendosi dalla porta della stanza.
Io annuii e poi puntai gli occhi sul lettino nel quale dormiva tranquilla la mia bambina.
Aveva già fatto il ruttino, quindi poteva riposare beata.
«Chiamami se piange» mi disse l'infermiera, prima di uscire di nuovo.
Io lanciai un altro sguardo a Ginevra, poi presi il cellulare.
Risposi a qualche messaggio e poi misi una foto nelle storie di instagram. Era una foto che ci aveva fatto un'infermiera il giorno prima, poco dopo la nascita di Ginevra, ed era diventata immediatamente la mia foto preferita.
Siete bellissimi ❤
Mi scrisse Thessa.
Lo zio Loca arrivaaa 😁
Mi scrisse invece Loca, facendomi ridere.
Lui, Thessa, Benni e Fede sarebbero venuti a trovarci non appena saremmo tornati a casa dall'ospedale, e io non vedevo l'ora!
Come non vedevo l'ora che arrivasse Matteo, che alle 15:15 esatte entrò in stanza.
«Come stai?» mi chiese avvicinandosi per baciarmi.
«Bene» risposi io.
«E lei?» chiese Matteo, avvicinandosi al lettino di Ginevra.
Si sporse sopra di lei e le lasciò un leggero bacio sulla testa.
«A, comunque...» iniziò poi, tornando vicino a me «🎶Di me lo giuro tu ti puoi fidare🎶» canticchiò, citando la frase successiva a quella che avevo messo nella storia, che era ovviamente di Emanuele Aloia.
Io sorrisi, poi mi sporsi per un altro bacio.
Sapevo di potermi fidare di lui, e lo facevo già ciecamente.
~~~
Comunque, non vi starò a raccontare delle reazioni di tutti gli amici e parenti che ci vennero a trovare in ospedale. Tra sorrisi e pianti furono tutte abbastanza uguali.
La reazione più bella però la ebbero sicuramente Simba e Nala quando tornammo finalmente a casa con Ginevra.
«Palle di pelo, siamo tornati con un nuovo membro della famiglia!» esclamò Matteo una volta aperta la porta di casa, cercando con lo sguardo i nostri cani.
In un attimo arrivarono scondinzolando, avvicinandosi a noi felici di vederci.
Quando poi misi per terra l'ovetto con dentro Ginevra, in modo che la vedessero, sporsero entrambi il muso su di lei per guardarla, prima che Nala alzasse lo sguardo su di me.
«Ti piace?» le chiesi io con un sorriso, accovacciandomi ad accarezzarla.
Lei fece un verso e poi tornò a puntare gli occhi su Ginevra, che nel frattempo Simba stava guardando quasi imbambolato.
«Gli piace» confermò Matteo annuendo.
Lo feci anche io con una risatina, poi lasciai a Matteo il compito di prendere in braccio Ginevra mentre io andavo in camera a sistemare le cose che mi ero portata in ospedale.
Spazio autrice:
Scusate il ritardooo! Ultimamente sono un botto presa con l'uni e ho pochissimo tempo per il resto. Davvero scusate. Spero che i capitoli vi piacciano abbastanza per farvi dimenticare la pubblicazione così in ritardo 🙈🫶🏻❤️🤍
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