HOLIDAYS

«Potevate dirmelo che vi sareste messe un vestito lungo! Ne avrei messo uno anche io!» esclamò Thessa una sera, guardando me e Benni quasi con rimprovero.

Eravamo tutti pronti per uscire a cena, e in effetti io e Benni ci eravamo messe entrambe un vestito lungo, mentre Thessa ne aveva uno bianco corto. Ma non c'era un dress code specifico, ognuno poteva mettere quello che voleva.

Tra l'altro il mio non era un vero e proprio vestito, erano un top e una gonna lunga della stessa fantasia.

«Perché scusa? Stai bene così. Qual è il problema?» chiese Benni a Thessa, aggrottando le sopracciglia.

«Perché mi sento un po' fuori luogo se voi avete entrambe qualcosa di lungo» rispose Thessa arricciando leggermente il naso.

«Non sei fuori luogo, Thess. Sei bellissima, e questi tre colori stanno davvero bene insieme» dissi io, passando poi lo sguardo sui nostri abiti con un sorrisetto.

Come ho detto, Thessa era vestita di bianco, Benni di lilla e io invece di giallo. Erano tre colori che si abbinavano davvero molto bene l'uno all'altro, e davano un vero senso di estate.

«Vero!» esclamò Benni «Quindi... Bubi, ci fai una foto qui fuori sul vialetto?» chiese poi a Fede, porgendogli il suo cellulare.

Fede annuì, così uscimmo per fare qualche foto, tra le quali la più bella finì nelle storie di instagram di Benni, che prontamente io e Thessa ripostammo.

«Sempre a farvi fare foto!» si lamentò Loca alzando gli occhi al cielo.

Poi però ci fece un sorrisetto tenero e l'occhiolino.

Si lamentava sempre, ma in realtà ci voleva un bene immenso.

Comunque, il ristorante che avevamo prenotato era sulla spiaggia, quindi mentre mangiavamo ammirammo lo spettacolo del sole che tramonta sul mare, accompagnato sempre da una gamma di colori unici.

«Ti sta bene il giallo sai? Dovresti indossarlo più spesso» mi disse a un certo punto della cena Thessa, approfittando della distrazione dei nostri ragazzi per parlare di cose da donne.

«Grazie. Però in realtà ho pochi vestiti gialli. Anzi, forse questo completo è l'unico» dissi io pensandoci «È un colore che non è nella mia palette, e infatti tende a spegnermi la carnagione e ad accentuare le occhiaie, quindi non lo indosso spesso» aggiunsi poi scuotendo la testa.

«Con l'abbronzatura però sta bene» notò Benni annuendo.

Lo fece anche Thessa, d'accordo con lei.

«Non mi abbronzo più di tanto io però» dissi io arricciando leggermente il naso.

«Vero, però ti abbronzi uniformemente» notò Thessa «Io ho sempre qualche chiazza qua e là che è puntualmente meno abbronzata del resto del corpo» disse alzando gli occhi al cielo.

«A chi lo dici!» esclamò Benni «Uso un vasetto di crema abbronzante in due settimane per cercare di abbronzarmi uniformemente» aggiunse scocciata.

Io feci una risatina.

«Io pagherei oro per abbronzarmi tanto come voi» dissi «Ma d'altronde la mia è la genetica di due genitori lombardi al 100%» aggiunsi divertita.

Benni e Thessa fecero una risatina.

«Io su questo sono avvantaggiata, lo riconosco» disse poi Thessa divertita.

«Parecchio!» esclamammo io e Benni all'unisono.

Poi scoppiammo a ridere di nuovo.

~~~

No, stare in spiaggia a rilassarci e prendere il sole non fu l'unica cosa che facemmo durante quella vacanza.

Per esempio andammo anche in gita, perché la Sardegna merita di essere visitata.

E che città visitammo se non Alghero?

È conosciuta come la città più bella della Sardegna, non potevamo non andarci.

In realtà io sarei andata anche a Cagliari e in molte altre città, ma già avevo praticamente costretto gli altri a vedere Alghero, non potevo forzarli a visitare altre città.

Sì, ci ero rimasta un po' male quando i miei amici avevano reagito con poco entusiasmo alla mia idea di visitare, ma d'altronde ognuno ha il suo modo di vivere le vacanze. Per me vacanza è fare dei giorni di mare, ma sempre intervallati da delle visite culturali. Per altri invece, come per i miei amici, è stare in spiaggia ogni ora di ogni giorno e godersi sole e mare.

«Dai, studiosa di storia dell'arte, facci da guida» mi disse Loca mentre passeggiavamo per le vie di Alghero.

Lui e Matteo erano stati gli unici ad aver appoggiato da subito la mia idea, cosa che mi aveva sorpreso di Loca. Non lo facevo un turista incallito, invece a quanto dicevano lui e Thessa, era sempre lui a proporle di visitare qualcosa e a portarla in posti d'arte.

«Abbiamo una cosa in comune!» avevo esclamato appena lo avevo scoperto, facendo un sorriso smagliante a Loca.

Sorrise anche lui, non entusiasta quanto me però.

«Sì, ma non troppo però» disse infatti.

Poi però mi guardò divertito e scoppiò a ridere.

«Scherzo, Ceci» disse facendomi l'occhiolino.

Io lo guardai con gli occhi ridotti a fessura, poi feci una risatina scuotendo la testa.

Era sempre il solito.

«Cosa volete vedere prima?» chiesi io, felice più che mai di poter fare da guida turistica ai miei amici.

Avevo studiato prima di quel viaggio, e mi ero informata sulle cose che saremmo andati a vedere, quindi ero prontissima.

«Siamo nelle tue mani, Ceci» rispose Fede alzando le mani.

Io feci un sorriso ancora più grande.

«Allora iniziamo da...» iniziai a dire poi.

Ma a voi risparmio tutto il mio monologo sui vari monumenti e aneddoti di Alghero, altrimenti ci vorrebbero dieci capitoli.

«Ti si addice fare la guida turistica» mi disse Thessa quando ci sedemmo per la cena.

Io sorrisi con aria fiera, guardando poi Matteo.

Stava sorridendo anche lui, e fece una risatina dopo aver visto la mia felicità, lasciandomi poi un bacio sulla tempia.

«Vi ho taggato in una storia, ripostatela» ci informò in quel momento Benni, incitandoci a prendere i cellulari.

Noi seguiamo il suo consiglio e guardammo tutti la sua storia, che ci fece sorridere.

Era una bellissima foto fatta alle nostre ombre sul terreno mentre passeggiavamo.

Era davvero aesthetic!

E io adoro gli aesthetic!

~~~

Comunque, anche quell'anno, oltre alla vacanza con i nostri amici, facemmo un paio di settimane da soli io e Matteo.

Decidemmo di andare a Capri, soggiorno durante il quale ci vennero a trovare Riccardo e Alessandro, gli amici di Matteo.

«Andiamo a fare una passeggiata sul bagnasciuga, vieni?» mi chiese un pomeriggio Matteo, mentre eravamo in spiaggia.

Io arricciai il naso.

«Non ho voglia, sto qui a leggere il mio libro» risposi scuotendo leggermente la testa.

«Tutto bene?» mi chiese Matteo aggrottando le sopracciglia.

Io annuii facendo un sorriso.

«Vuole solo avere un po' di pausa da te, Broder. Tutto qui» gli disse Ricky facendomi fare una risatina «Ti capisco, Ceci. È pesante dopo un po'» aggiunse rivolto a me, fingendosi scocciato nei confronti di Matteo.

Io risi di nuovo, poi feci l'occhiolino a Matteo e tornai al mio libro mentre lui si allontanava con gli altri.

"Finalmente un po' di silenzio!" pensai tra me e me, tirando una sospiro di sollievo.

Non che Matteo, Ricky e Ale facessero casino, però averli seduti a pochi centimetri da me che non facevano altro che chiacchierare dopo un po' stancava. Soprattutto visto che stavo cercando di leggere un libro.

Cosa che mi riuscii molto bene in quei venti minuti che non c'erano i ragazzi, e che mi permise di tornare completamente serena e pronta a divertirmi quando tornarono sotto l'ombrellone.

«Da dove arrivano quelle mele?» chiesi stranita, notando che tutti e tre avevano in mano una mela verdissima.

«C'era un banchetto lì un po' più avanti, e visto che ci ispiravano le abbiamo comprate» mi rispose Ale indicando con il dito verso un punto sul lungomare.

«Hanno un bellissimo colore» notò Ricky ispezionando la sua mela.

Era vero, erano di un verde molto intenso.

«Stanno bene con i miei occhiali da sole» notai io, togliendomi gli occhiali da sole dalla testa per mostrarli meglio ai ragazzi.

Erano rossi, di quelli allungati stile gatto. Non chiedetemi perché li avessi comprati, non ne ho idea, ma sta di fatto che mi stavano bene, e che in quel momento creavano il contrasto perfetto con la mela che aveva in mano Matteo.

«Molto instagrammabile» disse Ale annuendo, d'accordo con me.

Dovetti dargli ragione, ci sarebbe stata molto bene una foto con quella mela e quegli occhiali. Però la foto non la volevo fare a me.

Così guardai Matteo con aria tenera, cercando di convincerlo a mettersi i miei occhiali per fargli una foto con la mela.

Lui ricambiò lo sguardo, prima di sospirare, prendere gli occhiali, metterseli e lasciarsi fare una foto.

Venne bellissima, e infatti la misi subito nelle storie di instagram.

«Posso mangiare anche te se vuoi» mi disse Matteo avvicinandosi al mio viso con aria ammiccante, dopo aver visto la mia storia.

Io feci una risatina, mentre Matteo mi lasciava un bacio rumoroso sulla guancia e un delicatissimo morso che mi fece ridere ancora di più.

«Vuoi assaggiare? È buona» mi chiese poi porgendomi la mela.

Io annuii, e, dopo aver preso la mela tra le mani, le diedi un morso.

Era davvero buona!

«Non ho mai mangiato una mela così» ammisi sorpresa.

«Quante cose che si scoprono in vacanza con i broder!» esclamò Ricky tirandosela.

«Veramente troppe» confermai io ironica, facendo ridere tutti.

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