FOOTBALL MATCHES AND AVOCADOS
Così iniziò quella giornata, con una storia instagram di Thessa in cui c'era il selfie che ci eravamo appena fatte io, lei e Benni.
Sì, eravamo insieme, e sì, ero io a essere andata a Torino, perché quella sera c'era Juventus-Monza all'Allianz Stadium. Quindi avevo sentito le mie amiche, con cui ero già d'accordo di andare allo stadio, e avevamo deciso di passare la giornata insieme, approfittando dell'assenza dei nostri ragazzi.
In quel momento eravamo a casa di Thessa e Loca, e stavamo decidendo cosa mangiare.
«Volete uscire a prendere qualcosa o mangiamo qui?» ci chiese Thessa.
«Io starei anche qui se hai qualcosa di veloce da fare» rispose Benni.
«Sì, però non stare a impazzire. Se non hai nulla usciamo tranquillamente» dissi io.
«Posso fare un'insalatona con tutto quello che trovo in dispensa» disse Thessa alzando le spalle con innocenza.
«Tutto tutto?» chiesi io «Perché non vorrei mai che poi finiamo le vostre scorte di cibo e Loca stasera non ha niente da mangiare» dissi, fingendomi dispiaciuta.
Thessa e Benni fecero una risatina.
«Ha abbastanza soldi per comprarsi qualcosa da mangiare» disse poi Thessa con tono secco, scoppiando poi a ridere di nuovo insieme a me e Benni.
«Hai bisogno che ti aiutiamo a tagliare qualcosa?» le chiese Benni, alzandosi da dove era seduta.
Lo feci anche io, seguendola.
«Se una delle due vuole tagliare i pomodori» rispose Thessa, alzando le spalle.
Lo fece Benni, mentre io tagliavo la mozzarella.
«Ci hai messo l'avocado?» chiesi poco dopo, quando vidi Thessa versare dei pezzi di qualcosa di verde nell'insalata.
Lei si bloccò con il piatto a mezz'aria per guardarmi con le sopracciglia alzate.
«L'ho appena fatto, sì» rispose poi.
Io a quel punto arricciai il naso.
«Non ti piace?» mi chiese Thessa.
Io scossi la testa.
«Ma vedrai che il mio è davvero buono. È diverso dagli altri» disse lei divertita, facendo ridere Benni.
«Vorrei dirti che ci credo, ma non mi piace dire le bugie» dissi io arricciando di nuovo il naso.
Benni fece un'altra risatina, mentre Thessa mi faceva la linguaccia.
«Fidati della tua Thessavich, l'avocado che compro io è buonissimo» ripeté poi tirandosela.
Toccò a me fare una risatina, prima di prendere posto a tavola con le mie amiche, pronta per mangiare.
«Assaggialo» mi incitò Thessa, notando che stavo giocherellando con la forchetta e un pezzo di avocado che avevo nel piatto.
Io la guardai poco convinta, poi infilzai il pezzo di avocado e me lo portai alla bocca per assaggiarlo.
Sapevo perfettamente che era uguale a tutti gli altri avocadi che avevo mangiato, ma lo avevo assaggiato per non offendere Thessa, e in realtà anche perché avevo mangiato l'avocado una volta sola nella mia vita, sentenziando poi che non mi piaceva, ma magari era tutto nella mia testa, e assaggiandolo di nuovo avrei cambiato idea.
Beh, purtroppo non fu così. Quell'assaggio servì solo a confermare che l'avocado non mi piaceva proprio per niente.
«Mi sembra di capire che non ti piace» disse Benni tra le risate, notando la mia faccia che doveva essere decisamente schifata.
«La consistenza è... boh, non so neanche descriverla. Aggiunta al sapore che non è gran ché mi fa quasi venire il senso di vomito» spiegai io, senza perdere la mia espressione schifata.
Thessa fece una risatina.
«Se non ti va toglilo pure, lo mangiamo noi» mi disse poi divertita.
«Davvero non ti offendi? Il tuo avevi detto che era speciale» le chiesi io con tono tenero.
Thessa e Benni risero di nuovo.
«Ma no che non mi offendo, Ceci! Mettilo da parte senza problemi» disse poi Thessa divertita.
A quel punto feci una risatina anche io, poi iniziai a togliere i pezzi di avocado dalla mia insalata, che ben presto le mie amiche aggiunsero ai loro piatti.
«Credo di aver appena mangiato l'unico pezzo di avocado che non avevo tolto!» esclamai a un certo punto, stringendo gli occhi con aria schifata.
Sentii Benni e Thessa scoppiare a ridere.
«È il karma per averlo trattato male» mi disse poi Benni, facendo ridere anche me.
Che bello ridere con le mie amiche!
~~~
«Selfie, ragazze!» esclamò a un certo punto di quella sera Alice, la moglie di Morata, mentre eravamo sedute sui nostri seggiolini ad aspettare che iniziasse il match.
Sì, ovviamente c'era anche lei allo stadio, insieme ai suoi due gemellini, che come sapete conoscevo già. Infatti, superato l'imbarazzo iniziale, non si fecero più problemi a sedersi in braccio a me o commentare con me quello che vedevano in giro, facendomi ridere.
Che belli!
Comunque, fatto il selfie, venne postato nelle storie di Alice, e poi ripostato sia da me, che da Benni, che da Thessa.
Era davvero una bella foto!
In quel momento scesero in campo i ragazzi per fare riscaldamento, e tutti e sei (gemellini compresi) ricevemmo un saluto dai nostri uomini.
Che bello il mio Matteo!
Anche se aveva un'aria un po' confusa mentre mi guardava e alzava una mano per salutarmi.
Perché?
Perché avevo in braccio Alessandro, uno dei due gemelli di Alice e Morata, cosa che evidentemente Matteo non si aspettava.
Dopo aver capito chi era però fece un risatina e poi scosse la testa divertito, prima di mandarmi un bacio che io ricambiai.
«¿Él es tu novio?» mi chiese in quel momento Ale, indicando Matteo.
«In italiano, Ale!» lo rimproverò Alice.
Io feci una risatina, poi risposi che sì, quello era il mio ragazzo.
«Lo sai come si chiama?» chiesi poi ad Ale.
Lui scosse la testa.
«Matteo» gli dissi allora io.
«Matteo?» chiese Ale per conferma.
Io allora annuii con un sorriso, prima di girarmi di nuovo verso il campo.
Lo fece anche Ale, che poi, insieme a Leo, iniziò a esclamare «Papà! Papà!«, agitando le braccia per salutare il loro papà.
Morata, dal campo, ricambiò il saluto, prima di aggrottare le sopracciglia notando che Ale non era in braccio ad Alice, e nemmeno a un volto così tanto conosciuto. Dopo alcuni secondi di elaborazione però evidentemente si ricordò di me e mi fece un sorriso che io ricambiai.
L'ho già detto tante volte, ma mi sembra il caso di ridirlo... gran bel ragazzo!
«¿Cómo se llama tu novio?» chiese in quel momento Leo, avvicinandosi a Thessa, che era alla mia destra.
«Dovete parlare in italiano!» lo rimproverò Alice con aria scocciata.
«Ma con me, Ali? Lo sai che possono tranquillamente parlare in spagnolo» le ricordò Thessa divertita.
«Lo so, anche con Cecilia possono farlo, ma devono imparare a non parlare sempre in spagnolo» disse Alice con aria ovvia «Leo, rifalle la domanda in italiano» ordinò poi a Leonardo.
Lui la guardò sospirando quasi scocciato, poi si rigirò verso Thessa.
«Come si chiama il tuo novio?» le chiese.
«Come si dice "novio" in italiano?» gli chiese Alice.
Leo la guardò spaesato.
«Fidansato!» rispose Ale per lui.
«Fidanzato. Con la Z non con la S» lo corresse Alice.
«Come si chiama il tuo fidanzato?» chiese allora per l'ennesima volta Leo a Thessa.
«Lo sai come si chiama il mio fidanzato, Leo» rispose Thessa, cercando di farlo ragionare.
Che poi sì, Loca non era più il fidanzato di Thessa ma era suo marito, però non era il caso di confondere ancora di più i bambini.
«M...» provò ancora Thessa rivolta a Leo.
«Manuel!» esclamò allora Leo, spalancando gli occhi e facendo un sorriso smagliante.
«Bravo!» esclamò Thessa, sorridendo a sua volta.
«E il tuo si chiama Federico» disse poi Leo, rivolto a Benni.
Lei annuì sorridendo.
«E il tuo?» chiese poi Leo a me.
«Matteo!» esclamò Ale prima che potessi rispondere io, guardandomi poi come a cercare conferma.
Io feci una risatina e confermai che si chiamava Matteo, prima di indicarlo a Leo per farglielo vedere.
«Ma non gioca nella Juve» suppose Leo.
«No, gioca nel Monza» dissi io.
«Allora è cattivo!» esclamò Ale spalancando gli occhi.
Io e le ragazze scoppiammo a ridere.
«Non è cattivo, solo che stasera gioca contro il vostro papà» dissi poi io.
Ale e Leo non sembravano convinti, ma lasciarono perdere per riempirci di altre mille domande come sono soliti fare i bambini.
Che belli che erano!
~~~
Comunque, la partita finì 0-0, e fu completamente equilibrata, tanto che non ci furono neanche le solite frecciatine che si lanciavano Loca e Matteo quando ci trovavamo poi fuori dallo stadio.
Però ci fu un'altra scenetta molto divertente, che portò comunque a una serie di scambi stizziti tra Matteo e Loca.
«Ciao, Matteo!» esclamò mentre eravamo fuori dallo stadio Ale, avvicinandosi a Matteo con un sorriso.
«Ciao, Matteo!» esclamò anche Leo, facendo le stesse cose di suo fratello.
Il mio ragazzo, che era accanto a me, abbassò lo sguardo stranito, puntandolo sui due bambini che aveva di fronte.
«Ciao» disse poi, ancora confuso «Come fanno a sapere il mio nome?» chiese infatti.
«Me lo hanno chiesto prima» risposi io.
«Strano che se lo ricordano. Di solito rimuovono i nuovi nomi in massimo cinque minuti» disse Alice divertita, mentre Alvaro annuiva d'accordo con lei.
«Infatti il nome di Manuel non se lo ricordavano» disse Thessa.
Loca la guardò stranito.
«Ma come? Ci siamo visti un sacco di volte!» esclamò con aria ovvia.
«Infatti mi ha stupito che si ricordassero quello di Fede, che hanno visto meno di te, e anche che ora si siano ricordati quello di Matteo» disse Alice.
Dopo quell'affermazione Loca iniziò a passare lo sguardo da Fede, a Matteo ai gemelli con aria delusa.
«È inutile che ci guardi così, evidentemente non sei una figura da ricordare» gli disse Matteo per prenderlo in giro, alzando le spalle con innocenza.
Loca lo guardò malissimo.
«Sto zitto che è meglio, Pess» gli disse poi, prima di tirargli un coppino rumoroso.
«Ahia!» esclamò Matteo con una smorfia di dolore.
«Ti sta solo bene» gli disse Loca con tono secco.
Matteo lo guardò con gli occhi ridotti a fessura, sguardo che Loca ricambiò.
Io e Thessa invece ci guardammo scuotendo la testa.
Erano proprio due bambini!
Due bambini che si volevano un bene dell'anima.
Spazio autrice:
Ciaoooo! Sì, lo so che Morata purtroppo non gioca più nella Juve, ma come sapete, la mia storia è un universo parallelo, e quindi mi piace pensare che Alvaro giochi ancora nella Juve visto che mi manca 😔
Bacioniii ❤️🤍❤️🤍
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