«Ceciu! Ceciu! Ceciu!» esclamò Matteo un paio di giorni dopo il suo compleanno.
«Teo! Teo! Teo!» lo presi in giro io, mentre si sedeva accanto a me sul divano.
Si fermò un attimo per guardarmi male, poi proseguì.
«Ho un'altra intervista per noi!» esclamò con lo stesso tono di prima.
Io invece aggrottai le sopracciglia.
Un'altra intervista?
Ma non era bastata quella con Vanity Fair?
«Evidentemente qualcuno l'ha letta e gli è piaciuta talmente tanto che vuole intervistarci» rispose Matteo quando glielo chiesi, alzando le spalle con innocenza.
Io lo guardai ancora confusa, ma mi preparai ad ascoltarlo.
Era chiaro dalla sua espressione che avesse altro da dire.
«Praticamente è un gruppo di ragazzi che ha un canale youtube sul calcio, e ultimamente hanno iniziato una rubrica in cui fanno interviste lampo ai calciatori e alle loro ragazze o mogli» iniziò infatti a spiegare lui.
«Con "interviste lampo" si intende che durano qualche minuto?» chiesi io.
«Durano tutte più o meno un'ora, ma le domande sono lampo» rispose Matteo «Tipo "colore preferito", pam! Rispondi subito!» aggiunse poi, vedendomi confusa.
Io a quel punto spalancai gli occhi.
Non sono mai stata capace di fare certe cose.
«Ma dovrai rispondere a domande su di me e su di noi, sarà facile» disse Matteo quando lo confessai, guardandomi con gli occhi dolci.
Io sospirai.
«Ci sono andati anche Benni e Fede» aggiunse poi, cercando evidentemente di convincermi.
Sospirai di nuovo.
Sì, mi aveva convinta, perché infondo l'intervista con Vanity Fair mi era piaciuta, e le "interviste lampo", come l'aveva chiamata Matteo, mi avevano sempre affascinata.
Quindi perché rinunciarvi?
~~~
E così neanche una settimana dopo ero seduta di fronte a un paio di telecamere e a uno dei ragazzi che gestiva il canale, pronta a farmi intervistare.
Sì, un po' di ansia c'era, ma in realtà eravamo in una stanza allestita praticamente a salotto, quindi molto accogliente e tranquilla, che servì a tranquillizzare anche me.
«Iniziamo con una domanda facile» disse il ragazzo che ci intervistava, appena iniziammo «Nome e cognome?» chiese poi.
«Cecilia Fumagalli» iniziai io.
«Matteo Pessina» rispose Matteo.
«Anni?» chiese il ragazzo.
«22» risposi io.
«27 da tre giorni» rispose Matteo.
«Cosa studiate, se studiate, o che lavoro fate se lavorate?» chiese il ragazzo.
«Sono al quarto anno di scienze dei beni culturali alla Statale di Milano» risposi io.
«Faccio il calciatore in serie A, attualmente per l'Atalanta» rispose Matteo.
«Avete fratelli o sorelle?» ci chiese il ragazzo.
«Io ho una sorella di tre anni più grande» rispose Matteo.
«Io ho un fratello gemello» risposi io.
«Interessante!» esclamò il ragazzo «Colore preferito?» chiese poi.
Io e Matteo ci guardammo, prima di rispondere «Verde» all'unisono e fare poi una risatina.
«Ok, passiamo alle domande di coppia allora, visto che già questa lo era a quanto pare» disse il ragazzo divertito «Stato della relazione?» chiese poi.
«Stiamo insieme da quattro anni e sette mesi» risposi io.
«E conviviamo da un anno e tre mesi» aggiunse Matteo.
«Progetti futuri? Tipo matrimonio...» chiese il ragazzo.
«Siamo giovani» risposi io arricciando il naso e scuotendo leggermente la testa.
Matteo invece si bloccò storcendo leggermente la bocca. Passò lo sguardo da me al ragazzo che ci intervistava, poi lo abbassò e ripeté il percorso da capo.
«Credo di aver fatto uno spoiler che non dovevo fare» disse il ragazzo divertito, spalancando leggermente gli occhi.
Anche io avevo la sua stessa espressione, rivolta a Matteo però.
«Teo?» chiesi stranita.
«Siamo giovani» riuscì a dire finalmente lui, facendomi poi un sorriso innocente.
Non servì a molto, ma l'intervista doveva andare avanti.
«Squadra di calcio del cuore?» chiese infatti il ragazzo.
«Non si dice» rispose Matteo alzando le mani in segno di resa.
«Neanche la mia» dissi io, guardando Matteo con aria colpevole.
Lui sospirò.
«La tua sì dai» mi concesse poi.
Sospirai anche io.
«Milan» dissi poi.
Il ragazzo guardò Matteo, che alzò le spalle come a dire "non posso farci niente".
«Calciatore preferito?» chiese poi.
«Il mio idolo da sempre è Kakà, quindi sicuramente è il mio calciatore preferito» rispose Matteo.
«Anche il mio» risposi io annuendo.
Il ragazzo che ci intervistava mi guardò con le sopracciglia alzate, Matteo invece mi guardò male.
«Dovevi dire che ero io, amore!» esclamò «Una cosa dovevi fare, Ceciu. Una» aggiunse poi fingendosi scocciato.
Io a quel punto non mi trattenni e scoppiai a ridere.
Non avevo minimamente pensato al fatto che Matteo fosse un calciatore, e non lo avevo nemmeno contemplato tra le risposte a quella domanda. Altrimenti ovvio che avrei detto lui!
«Scusa, amore!» esclamai tra le risate, appoggiandomi al suo braccio «Scusa» ripetei, guardandolo con gli occhi dolci «Il mio calciatore preferito è ovviamente Pessina» dissi poi, rivolta al ragazzo.
Scoppiò a ridere anche lui, così come Matteo, che poi mi lasciò un bacio sulla tempia.
«Le prossime domande devono essere davvero lampo» ci avvisò il ragazzo «Tre modi con cui chiamate il vostro partner» disse poi.
«Teo, amore e orsacchiotto tenero» risposi io.
«Ceciu, amore e koala del mio cuore» rispose Matteo.
Che belli quei tre soprannomi che mi dava!
«Tre aggettivi positivi del tuo partner» disse il ragazzo «Non vale dire bello o simpatico» ci ammonì poi.
«Vado io perché ce li ho già» disse Matteo «Responsabile, affidabile e genuina» rispose poi.
Inutile dire che gli sorrisi come una scema dopo quei complimenti.
«Divertente, vero e romantico» dissi poi di lui.
Anche lui mi sorrise come uno stupido.
«E anche tenerissimo» aggiunsi ricambiando il sorriso.
Il ragazzo fece una risatina.
«Ora tre difetti» disse poi.
«Stavolta vado prima io» dissi io «Testardo, si fa demoralizzare troppo facilmente e ci mette troppo a prepararsi» risposi poi.
Il ragazzo mi guardò incuriosito.
«Come ci mette troppo a prepararsi?» chiese divertito.
«Quando deve scegliere i vestiti sta ore e ore davanti all'armadio per decidere cosa mettersi. E ha chiesto consigli a me pochissime volte!» spiegai io «Non che si vesta male, mi piace un sacco il suo stile e lo sa, ma se chiedesse a me ci metteremmo meno» aggiunsi.
«E quindi arrivate in ritardo per colpa sua?» mi chiese il ragazzo.
«No, questo no, perché è consapevole di metterci tanto a prepararsi, quindi inizia molto prima. Non ci piace fare ritardo, quindi piuttosto aspettiamo anche ore intere già pronti per uscire» risposi.
Il ragazzo annuì, prima di chiedere a Matteo tre difetti miei.
«Testarda, ha poca autostima e si fa mille pare» rispose Matteo.
Lo ammetto, non ne aveva sbagliato uno di difetto.
«Beh, testardo ha trovato testardo. Non immagino le discussioni» disse il ragazzo alzando le sopracciglia e facendoci ridere.
Ci eravamo proprio trovati, sì.
«Ma visto che siete entrambi testardi, chi lo è di più?» chiese il ragazzo curioso.
«Lui» risposi io, esattamente nell'istante in cui Matteo diceva «Lei».
Ci guardammo e scoppiamo a ridere.
Lo sapevo sarebbe andata così.
«Torniamo un attimo sul personale» disse il ragazzo «Cantante preferito, sia italiano che straniero?» chiese.
«Italiano Ultimo, straniero... gli One Direction» risposi io.
«Italiano Cremonini e straniero Bruno Mars» rispose Matteo.
«D'accordo anche su questo, perfetto» disse il ragazzo ironicamente, facendoci ridere «Avete una canzone di coppia?» chiese poi.
Io e Matteo ci guardammo, prima che lui rispondesse.
«Variano» iniziò a dire «Però credo che due non le supererà mai nessuno: "Girasoli" di Emanuele Aloia e "La Nuova Stella Di Broadway" di Cremonini» aggiunse.
Io annuii, d'accordo con lui.
«Perché proprio queste due?» ci chiese il ragazzo.
«Parlano di noi» risposi semplicemente io, alzando le spalle con innocenza.
Stavolta toccò a Matteo annuire.
«Viaggio preferito fatto insieme?» chiese il ragazzo.
«L'Africa» rispose immediatamente Matteo.
Non avevo dubbi avrebbe risposto così.
«Mykonos» risposi invece io.
È vero, era stata la vacanza al cui inizio avevamo litigato, ma era stata anche la prima che avevamo fatto insieme, non poteva che essere la più bella.
«Il goal più bello che hai fatto?» chiese il ragazzo a Matteo.
«Il primo in Seria A, decisamente» rispose Matteo.
«Il goal più bello che ti ha dedicato?» chiese il ragazzo a me.
«Quello in Champions» risposi io «Non è stato il primo, ma il più emozionante, perché poi mi ha detto che è stato merito dei miei occhi se lo ha fatto» spiegai, girandomi verso Matteo.
Mi sorrise di nuovo con tutta la tenerezza del mondo.
«La cosa che vi piace di più l'uno dell'altra?» chiese il ragazzo.
«Il profumo» rispose Matteo «Quando lo sento capisco di essere a casa» spiegò.
Toccò a me sorridergli.
«Questa fossettina» risposi poi, indicando la fossetta che gli si forma sempre sulla guancia quando sorride.
Matteo scoppiò a ridere, così come il ragazzo, contagiando poi anche me.
Avrei fatto di tutto per quella fossetta.
Di tutto.
«Ora vediamo quanto andate d'accordo e soprattutto se siete sinceri su certi aspetti di voi stessi» iniziò a dire il ragazzo che ci intervistava «Chi è il più ordinato dei due?» chiese poi.
«Lui» risposi immediatamente io.
«Decisamente» confermò Matteo annuendo.
«Il più pignolo?» chiese il ragazzo.
«Dipende, ci sono cose in cui sono più pignola io e cose in cui è più pignolo lui» risposi io.
«Sì, direi un pareggio» confermò Matteo.
«Chi è il più pigro?» chiese il ragazzo.
«Lei, assolutamente» rispose Matteo.
Io lo guardai male.
«Non è vero» dissi poi scuotendo la testa «Non ho mai fatto storie o scenate quando c'è da fare qualcosa» aggiunsi.
«Però quando andiamo a correre insieme ti fermi dopo neanche venti minuti» mi fece notare Matteo alzando un sopracciglio.
«Ma che c'entra! Mi porti a correre quando sai che non sono allenata!» esclamai io in mia difesa.
«Mi porti a correre? Ciccia, sei tu che acconsenti tutte le volte che te lo chiedo» mi fece notare Matteo.
Io sbuffai.
«Va beh, comunque non si tratta di pigrizia» ribadei io «Si tratta di poco allenamento» dissi.
«Se non fossi pigra faresti più allenamento» mi fece notare Matteo.
Io lo guardai non male, di più.
Ma faceva sul serio?
Ora dovevo essere allenata per andare a correre con lui?
Ma fammi il favore!
In tutto questo il ragazzo che ci stava intervistando stava facendo fatica a trattenere le risate, tanto che a un certo punto non ci riuscì più e scoppiò a ridere fragorosamente.
Matteo lo guardò divertito, prima di ridere insieme a lui, io invece abbozzai solo una risatina, continuando a fingermi stizzita.
«Che bello mettere in difficoltà le coppie che ho di fronte!» esclamò il ragazzo tra le risate.
A quel punto non mi trattenni più nemmeno io.
È vero, era stato un momento divertente, così come lo era stata tutta l'intervista. Infatti mentre tornavamo a casa in macchina ringraziai Matteo per avermi convinta ad accettare quella proposta, vedendolo fare un sorrisetto di quelli fieri.
«Il tuo Teo non sbaglia mai» se la tirò infatti.
«Su questo non posso darti proprio completamente ragione...» dissi io, facendo oscillare la testa poco convinta.
Matteo mi lanciò un'occhiataccia, poi mi fece la linguaccia, prima di scoppiare a ridere, contagiando anche me. Nel frattempo mi portò una mano sulla coscia, che io presi nelle mie per portarmela alla bocca e baciarla con delicatezza.
Quanto lo amavo!
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