CUDDLING
Avete presente quel mal di schiena terribile che prende la parte bassa della schiena?
Sì, ragazze, sto parlando con voi.
Eh sì, sto parlando di quel mal di schiena da ciclo che prende la zona appena sopra il sedere, esattamente dove si scarica tutto il peso quando si sta seduti.
Ecco, proprio quello avevo in quel momento, ed era talmente tanto forte che non trovavo la posizione giusta per dormire, ed ero quindi costretta a rigirarmi ininterrottamente nel letto, in cerca di una posizione in cui non sentissi dolore.
«Ceciu, va tutto bene?» mi chiese Matteo dal buio della stanza, che evidentemente si era accorto della mia irrequietezza.
Era mattina presto, lo si capiva dalla luce che filtrava dagli spiragli della tapparella, che era abbastanza forte da non essere sicuramente quella dei lampioni, ma non abbastanza viva da essere quella del mattino inoltrato.
Io mi ero svegliata con quel mal di schiena fastidioso, e mi sarei volentieri rimessa a dormire, ma lo avevo trovato impossibile.
«No, ho mal di schiena» risposi alla domanda di Matteo.
«Mal di schiena?» mi chiese lui «Da quando?» chiese ancora.
«Ho il ciclo» mi limitai a rispondere io.
«Dove ti fa male?» mi chiese allora Matteo.
«Qui» dissi io, prendendo la sua mano e portandola sul punto dolorante della mia schiena, in modo che capisse anche nel buio della stanza.
«Vuoi un massaggio?» mi chiese Matteo, accarezzandomi delicatamente la schiena.
Io ci pensai un attimo, leggermente sorpresa da quella domanda.
«Ora sei diventato anche massaggiatore?» gli chiesi stranita e divertita.
«Per te diventerei qualsiasi cosa, amore» rispose lui.
Sorrisi, immaginandomi il suo sorrisetto tenero.
«Non ti fidi?» mi chiese Matteo, insospettito dal mio silenzio.
Io feci una risatina.
«Sì, sì mi fido» risposi poi «Non sono convinta dell'efficacia però» confessai divertita.
Fece una risatina anche Matteo.
«Tentar non nuoce» disse poi.
«Giusto» confermai io «Sono pronta per il mio massaggio» dissi poi.
A quel punto sentii Matteo muoversi nel letto, e poco dopo aveva alzato un po' la tapparella per far filtrare la calda luce del mattino. Dopodiché si mise a cavalcioni sulle mie gambe (mantenendo però il peso sulle sue, altrimenti altro che mal di schiena).
«È pronta, signorina?» mi chiese con aria seria.
Io feci una risatina.
«Prontissima» risposi.
«Le devo chiedere di togliersi la maglietta però» disse ancora Matteo, con lo stesso tono di prima.
«Teo» lo rimproverai io.
«I massaggi seri si fanno senza maglietta, altrimenti non sono efficaci» si difese lui.
«Sono senza reggiseno» dissi ancora io.
«Amore, ho visto tutto quello che c'era da vedere, lo sai, vero?» mi chiese Matteo divertito.
Me lo immaginai con un sopracciglio alzato e un sorrisetto tenero in viso, cosa che mi fece sorridere. Poi sospirai e mi tolsi la maglietta, tornando sdraiata a pancia in giù.
«Vedi di tenere le mani a posto» lo ammonii però.
«Dubita della mia professionalità, signorina?» mi chiese Matteo, ricalandosi nella parte del massaggiatore.
Io a quel punto scoppiai a ridere, poi risposi di no e lo lasciai fare.
«Bene, iniziamo allora» disse Matteo, strofinandosi le mani e prendendo un bel respiro «Qui?» mi chiese poi, posando le mani su un punto della schiena.
«Un po' più giù» risposi io «Ecco, lì» confermai, quando Matteo scese un po' con le mani.
L'istante dopo aveva iniziato a massaggiare con delicatezza ma con la giusta decisione, proprio dove sentivo dolore.
Lo devo ammettere, era bravo anche a fare i massaggi.
«Teo, prima hai detto che per me diventeresti qualsiasi cosa. Dicevi sul serio?» chiesi a un certo punto.
«Certo, amore mio» rispose lui, senza smettere di massaggiarmi la schiena.
«Anche... non so, un lombrico?» gli chiesi divertita e scettica allo stesso tempo.
Matteo si bloccò un attimo, cosa che mi fece pensare che avesse la sua tipica espressione confusa.
«Beh, possibilmente diventerei qualcosa che ti sia utile e che in parte abbia profitti anche per me» rispose poi, ricominciando a massaggiare.
Io scoppiai a ridere.
«Allora non diventeresti proprio tutto tutto» gli feci notare.
«Diventerei qualsiasi cosa ti sia utile e abbia profitti anche per me» si corresse allora lui.
Io risi di nuovo.
«Apprezzo l'onestà» dissi divertita.
«Ci mancherebbe!» esclamò Matteo, prima di fare anche lui una risatina «Va meglio?» mi chiese poi, dopo un po' che massaggiava.
Io arricciai il naso.
«Non mi sembra, ma va bene così, non stare a impazzire. Ogni tanto mi succede di avere questo mal di schiena, che di solito nel giro di un giorno passa» risposi alzando le spalle con innocenza.
«Ok» disse Matteo.
Pensavo si sarebbe alzato, ma invece non lo fece. Al contrario rimase esattamente dove era, e dopo un attimo sentii le sue labbra poggiarsi sulla mia schiena con delicatezza.
«Scusi, massaggiatore, dove è finita tutta la sua professionalità?» gli chiesi io, girando leggermente il viso per guardarlo con la coda dell'occhio.
«Mi hai detto di tenere a bada le mani, non le labbra» mi fece notare lui in sua difesa.
Io feci una risatina, non riuscendo a non dargli ragione, così restai dove ero, a godermi i dolci baci di Matteo sulla mia pelle nuda.
Salendo lungo la schiena Matteo arrivò alla mia guancia, su cui lasciò un bacio un po' meno delicato e molto rumoroso, prima di risdraiarsi al mio fianco. Da lì allungò una mano per accarezzarmi ancora la schiena, mentre mi lasciava un bacio in fronte, poi sul naso e poi sulle labbra.
«Ti porto la colazione a letto o ti alzi?» mi chiese.
«Mi alzo, altrimenti non mi passa più» risposi io.
Matteo fece un sorrisetto, poi si alzò, mentre io mi mettevo a sedere e mi riinfilavo la maglia del pigiama.
«Per me potevi anche stare senza» mi disse Matteo mentre alzava del tutto la tapparella.
Io lo guardai male e poi scossi la testa divertita, prima di alzarmi finalmente in piedi e seguirlo in cucina.
«Ma, tu gli allenamenti?» gli chiesi mentre facevamo colazione, aggrottando le sopracciglia.
«Cazzo gli allenamenti!» esclamò Matteo battendosi una mano in fronte.
Quando però io spalancai gli occhi lui scoppiò a ridere, segno evidente del fatto che mi stava prendendo in giro.
Infatti lo guardai male, mentre lui diceva «Non ho gli allenamenti oggi, e mi sembra di avertelo anche detto» con aria divertita.
«Me lo sarò dimenticata come sempre» dissi io arricciando il naso con aria colpevole.
Matteo fece una risatina.
«Oggi sto a casa con te, e ti faccio tante coccole visto che ne hai bisogno» disse poi, facendomi l'occhiolino.
«Solo coccole però, non ho le forze di fare altro oggi» lo ammonii io puntandogli un dito contro.
Matteo alzò le mani facendomi ridere, poi gli mandai un bacio e gli feci anche io l'occhiolino.
«Simba! Ti sembra il caso di mangiare le mie scarpe?!» esclamò in quel momento Matteo, guardando alle mie spalle.
Evidentemente stava sgridando Simba, che effettivamente si era immobilizzato esattamente di fronte alle scarpe di Matteo, e ci stava guardando con aria colpevole.
«Bravo, leccati anche le labbra» lo rimproverò Matteo facendomi ridere «Palla di pelo che non sei altro» aggiunse scuotendo la testa.
«Va beh dai, sono le scarpe che usi per portarli al parco, quindi erano già rovinate» gli dissi io.
«Ho capito, ma non era il caso di mangiarle» si lamentò Matteo con aria ovvia.
Io feci un'altra risatina, mentre Nala si fermava al mio fianco e mi guardava con il suo musino tenero.
«Quel monello del tuo amico ha fatto arrabbiare il nostro uomo» le dissi divertita, accarezzandola «Lo so che tu sei sempre la più brava. Lo so» aggiunsi, lasciandole un bacio in testa.
«Quell'altro invece è un fetentone» disse Matteo ancora scuotendo la testa.
Io feci un'altra risatina.
Era bellissimo quando si arrabbiava con i nostri cani (con Simba di solito, perché Nala era davvero brava, mentre lui era davvero tremendo quando voleva).
Proprio in quel momento Simba entrò in cucina di corsa, con la lingua penzolante e il pelo al vento.
«Sì, corri corri. Fai come se non fosse successo niente» gli disse Matteo guardandolo male.
Simba si fermò esattamente di fronte a lui, a guardarlo con tenerezza.
«È inutile che mi guardi così, non ti prendo in braccio. Sono arrabbiato» gli disse Matteo stizzito.
Io feci un'altra risatina.
Intanto Matteo aveva ridotto gli occhi a fessura senza distoglierli da Simba, prima di sospirare rassegnato.
«Ma come faccio a resistere a quegli occhioni?» chiese con aria tenera, allungando poi le braccia per prendere Simba e posarselo sulle gambe.
In quel momento gli si avvicinò anche Nala, che strofinò il muso sulla sua gamba per farsi accarezzare.
Matteo fece un sorriso anche a lei.
Sorrisi anche io, guardando quei due esseri pelosi e il ragazzo più bello del mondo, che insieme formavano la mia famiglia.
Sì, era una famiglia particolare, ma io la amavo così. E li amavo e mi facevano divertire talmente tanto che erano riusciti a farmi dimenticare il dolore che mi aveva svegliata quella mattina.
Non potevo chiedere di meglio.
Spazio autrice:
Sì, ieri mi sono dimenticata di pubblicare. Sono pessima lo so, e mi dispiace un sacco, ma a mia discolpa posso dire che sto studiando come una matta per un esame e ho il cervello in pappa. Comunque, è un po' che non vi chiedo cosa ne pensate della storia, quindi... cosa ne pensate? Vi sta piacendo?
Intanto migliaia di grazie e baci a tutti. Vi voglio bene ❤️🤍❤️🤍❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top