C&M
15 giugno 2026
Il giorno del mio matrimonio era arrivato.
E no, lo sapete benissimo anche voi che non era un matrimonio con una persona qualunque. Stavo per sposare il vero e unico amore della mia vita.
Per tutta la mia vita, fin da quando ero una piccola bambina con i capelli lunghi "alla Raperonzolo" come piaceva dire a me (che per la cronaca avevo ancora), avevo sempre sognato di sposarmi con un principe. Non necessariamente azzurro, il mio primo amore nei cartoni animati era stato Aladdin, che tra l'altro in principio non è nemmeno un principe. Con principe intendo che volevo fosse sincero, ovviamente bello (per i miei standard, non un fotomodello), che mi trattasse come la sua principessa e mi facesse sentire bene tutte le volte che ero con lui. Crescendo poi i miei canoni erano un po' cambiati: avevo continuato a volere un ragazzo bello e sincero, e poi avevo anche iniziato a pensare di volere un ragazzo che mi portasse a viaggiare per tutto il mondo, che mi consolasse quando più ne avevo bisogno, ma soprattutto che facesse il pazzo insieme a me e mi facesse ridere a crepapelle.
Beh, quel giorno, poche ore prima di sposarmi, ero arrivata alla conclusione di aver realizzato il mio sogno. Stavo per sposare un ragazzo che riassumeva tutte le cose che ho elencato sopra, che in più era diventato il mio migliore amico in poco tempo e si era rivelato anche essere un perfetto amante.
Stavo per sposare il mio orsacchiotto tenero dagli occhi color cioccolato e con il sorriso più bello del mondo.
Ma cosa volevo di più dalla vita?
Ecco, forse in quel momento un po' meno ansia.
Mi stavo facendo truccare dalla make«up artist assunta dalla mia wedding planner, che tra l'altro veniva dal brand di prodotti per il make«up di Alice, la moglie di Morata, e dire che ero in ansia è decisamente riduttivo.
Insomma, la vita di matrimonio è difficile, ero sicura di esserne all'altezza?
Messa una fede al dito tutto cambia...
«Ma la vuoi smettere?! Stai sposando il ragazzo perfetto! Di cosa devi lamentarti?!» mi rimproverò Francesca mentre la assillavo con le mie paranoie.
Mi morsi il labbro, evidentemente nervosa.
«E se non mi entra il vestito?!» chiesi impanicata «O se lo macchio con il trucco?!» chiesi ancora.
«Ceci, lo infili da sotto» mi fece notare Benedetta divertita.
Io sospirai in ansia.
«Ti entrerà il vestito. Secondo me sei anche dimagrita dall'ultima volta che lo hai provato» mi tranquillizzò Thessa accarezzandomi un braccio.
Io spalancai di nuovo gli occhi.
«Allora mi andrà largo! Mi starà malissimo!» esclamai in panico.
Le mie amiche sbuffarono scocciate.
«Ero così anche io prima di sposarmi? Perché se sì mi chiedo come abbiate fatto a non uccidermi» chiese Thessa a Benni, spalancando gli occhi infastidita.
Benni fece una risatina, poi tornò a puntare gli occhi su di me.
«Ceci, ti calmi? Andrà tutto benissimo» mi disse con calma «Adesso respira con me» continuò, prendendo un bel respiro profondo.
Io feci lo stesso, riuscendo a calmarmi. Ma la cosa che mi calmò di più furono gli azzurrissimi occhioni di Benni, che mi sorridevano tranquilli.
Che bella la mia amica!
Comunque, esattamente come avevano detto le mie amiche, il vestito mi stava a pennello, cosa che mi concesse di respirare e calmarmi un po'.
Quando fui vestita le mie amiche uscirono dalla suit d'albergo che avevamo prenotato per andare a prendere posto in chiesa, io invece mi presi ancora un attimo davanti allo specchio.
"Sei pronta, Ceci. Sei pronta" mi dissi tra me e me abbozzando un sorriso.
Sì, ero pronta, anche se in realtà forse c'era qualcosa che mancava.
Avevo bisogno di un altro paio di occhi che mi avrebbero sicuramente tranquillizzata del tutto. Esattamente il paio di occhi che era appena entrato dalla porta della suit.
«Sei bellissima» mi disse il mio papà guardandomi commosso.
Io sorrisi, commossa nel vederlo commosso.
«Sei pronta?» mi chiese dopo avermi fatto fare un giro su me stessa per ammirarmi del tutto.
«Credo... credo di sì» risposi annuendo.
Mio padre sorrise.
«Lo sai che non ci credo che stai per sposare Matteo Pessina?» mi chiese abbassando la voce e avvicinandosi come se fosse un segreto.
Io feci una risatina.
«Credimi, neanche io» dissi scuotendo la testa «Forse perché per me lui non è Matteo Pessina, il calciatore dell'Atalanta che ha vinto l'Europeo del 2021 con la Nazionale. Per me lui è Teo, il mio Teo» ipotizzai, lasciandomi scendere una lacrima di commozione.
Mio padre sorrise di nuovo, prima di lasciarmi un bacio in fronte.
«Lo so, ed è per questo che sono contento di lasciarti nelle sue mani» mi disse.
Sorrisi anche io, prima di accettare la sua mano e uscire finalmente dall'albergo, diretta alla bellissima chiesa che avevamo scelto per sposarci.
~~~
Eccomi lì.
Eccomi lì a braccetto con il mio papà, pronta a percorrere la navata che mi avrebbe portata all'altare per sposarmi.
Laggiù infondo c'era lui, l'amore della mia vita, che mi aspettava probabilmente con impazienza.
Mi girai per un ultima volta verso mio padre prima di iniziare a camminare. Avevo bisogno dei suoi occhi per un'ultima volta.
Sì, la navata era corta, ma mentre ci camminavo sembrava infinita. Sembrava che non arrivassi mai al mio Matteo, che non aveva distolto un attimo lo sguardo da me, con gli occhi pieni di commozione.
Quanto era bello nel suo smoking nero con tanto di farfallino!
«Sei bellissimo» gli sussurai infatti, quando finalmente lo raggiunsi e dopo essermi fatta lasciare un bacio sulla guancia da mio padre «Questo poi è il tocco di classe» aggiunsi indicando il farfallino divertita.
Matteo fece una risatina.
«Lo sai che lo metto sempre per le occasioni importanti» mi disse tirandosela.
Facemmo entrambi una risatina, poi ci concentrammo sul prete che stava iniziando la celebrazione.
A un certo punto della messa mi accorsi che Matteo mi guardava, così mi girai verso di lui e con lo sguardo gli chiesi se ci fosse qualche problema.
Lui si limitò a scuotere la testa, poi si sporse verso di me e mi sussurrò «Sei semplicemente la creatura più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita«.
Mi veniva da piangere, infatti abbozzai un sorrisetto commosso, prima di ripuntare gli occhi sul prete.
Non vi sto neanche a dire quanto piansi mentre ci scambiavamo gli anelli, credo sia immaginabile. E il bello è che pianse anche Matteo, senza darlo troppo a vedere però.
Che bello quando si commuoveva!
E che bello che si fosse commosso per il nostro matrimonio!
Lo amavo così tanto!
~~~
«Bacio! Bacio! Bacio!» stavano urlando tutti quando, dopo essere usciti dalla chiesa, ricevemmo quintali di riso addosso.
Io e Matteo ci guardammo, ci sorridemmo per l'ennesima volta in quell'ora e ci baciammo delicatamente.
Era durato poco come bacio, ma era stato un tempo sufficiente per rendermi conto che non era un bacio come tutti gli altri.
Era un bacio da marito e moglie!
Era un bacio che, insieme agli anelli che ora portavamo all'anulare sinistro, sigillava il nostro vero ed eterno amore.
Dai nostri amici e parenti si alzò un «Oooh!» di festa che ci fece ridere.
Matteo poi mi prese per la vita e mi strinse a sé, appoggiando la sua fronte alla mia.
«Siamo marito e moglie» mi sussurrò.
Occhi negli occhi.
Io feci un sorriso.
«Lo so. E so anche che non sono mai stata felice come lo sono ora» dissi io «Ti amo, orsacchiotto coccoloso» aggiunsi.
«Anche io, koala del mio cuore» mi disse lui.
Poi strofinò il suo naso con il mio in un gesto tenero.
~~~
Quella mano!
Quella mano che a un certo punto del pranzo si posò sulla mia coscia, accarezzandola delicatamente!
Quanto mi piaceva quando il mio Matteo faceva quel gesto!
E di nuovo, come tutto il resto che aveva fatto quel giorno, aveva quel qualcosa di nuovo che mi fece venire ancora più brividi del solito.
Quella mano che mi stava accarezzando la coscia non era più la mano del mio ragazzo, né del mio fidanzato. Era la mano di mio marito. E tra l'altro era proprio la mano sinistra, su cui da ormai qualche ora spiccava la fede d'oro che ci avrebbe legati per sempre.
La guardai con un sorriso, prima di posarci sopra la mia mano e alzare lo sguardo in quello di Matteo, per sorridergli.
Stava sorridendo anche lui, e dopo alcuni secondi di pausa si sporse a lasciarmi un bacio sulla tempia.
«Ti amo» mi sussurrò.
«Anche io, amore della mia vita» gli sussurrai io, posando la mano libera sulla sua guancia.
«Posso disturbarvi?» ci chiese in quel momento una voce, che ci costrinse a girarci verso la persona che aveva parlato, accompagnata da un'altra.
Erano Ricky e Filippo, che ci chiesero se le portate fossero finite.
«Tutto buonissimo, ma c'è qualcuno che avrebbe voglia di ballare qui» aggiunse Ricky indicando se stesso.
Io e Matteo facemmo una risatina.
«In realtà me lo ha chiesto la Vivi, per capire se iniziare ad attivare i suoi strumenti» disse mio fratello.
La Vivi, ovvero Viviana, era la cantante che avevamo ingaggiato per quell'evento, nonché amica di famiglia da sempre. Sarebbe già stata invitata al matrimonio, perché aveva visto crescere me e Filippo, quindi avevamo deciso di chiederle anche il favore (anche se in realtà l'abbiamo pagata) di animare la festa, sapendo che lo faceva di lavoro.
«Credo manchi una portata» risposi io a Riccardo e Filippo, cercando poi conferma in Matteo.
Lui annuì, così come i due ragazzi che avevamo di fronte, che poi si allontanarono e si divisero. Ricky tornò al suo tavolo, Filippo invece andò a riferire quello che gli avevo detto a Viviana, che allora si alzò e iniziò ad accendere il mixer e il computer.
Ci mettemmo poco a finire l'unica portata di cibo che mancava, e neanche dieci minuti dopo aver ricevuto il piatto stavamo lasciando tutti la sala da pranzo per dirigerci in quella da ballo.
«Direi che ora la festa può ufficialmente iniziare! E come se non con il primo ballo da marito e moglie dei nostri sposi?» disse Viviana al microfono per dare inizio alle danze.
Io e Matteo ci guardammo con un sorriso dopo quella sua domanda, poi ci prendemmo per mano e occupammo il centro della pista, pronti a ballare sulle note della canzone che avevamo scelto per fare il nostro primo ballo da sposati.
Che canzone potevamo aver scelto se non "Girasoli" di Emanuele Aloia?
Era la canzone del nostro amore, una delle prime che ci eravamo dedicati e quella che spiegava alla perfezione come mi sentissi tutte le volte che i miei occhi incontravano quelli color cioccolato di Matteo.
Ed esattamente occhi negli occhi passammo quei 2 minuti e 46 secondi di durata della canzone, con le sue mani sulla mia vita e le mie sulle sue spalle, e come se intorno a noi non ci fosse nessun altro. Eravamo solo io e il mio Matteo, che ballavamo sulle note della nostra canzone.
Che momento meraviglioso!
Un altro di quei momenti che non avrei mai scordato.
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