A SUMMER OF US

«Io faccio un altro tuffo, vieni con me?» mi chiese dopo un paio di ore Matteo, alzandosi finalmente dal divanetto su cui si era addormentato.

Io scossi la testa.

«Per ora no» risposi.

«Ok» disse Matteo, prima di lasciarmi un bacio in fronte e prepararsi a tuffarsi.

Io ne approfittai per fargli un video, che, insieme a una foto, postai nelle storie di instagram.

Subito dopo postai anche un collage di foto fatte durante quei primi giorni di vacanza.

«Dai, Ceciu! Vieni in acqua!» mi urlò Matteo dopo essersi fatto una nuotata.

«Non mi va» dissi scuotendo di nuovo la testa e arricciando leggermente il naso.

Matteo inclinò la testa verso sinistra, poi nuotò verso la scaletta e tornò sulla barca.

«Tutto bene?» mi chiese dopo essersi asciugato.

Io annuii.

«Sì, è solo che sto davvero bene al sole e non avevo voglia di raffreddarmi di nuovo» risposi con un sorriso.

Sorrise anche Matteo.

«Mi fai spazio tra le tue gambe?» mi chiese poi facendomi gli occhi dolci.

Io annuii e gli concessi di sdraiarsi tra le mie gambe, facendogli appoggiare la schiena alla mia pancia. Gli misi una mano sul petto e una tra i capelli, iniziando ad accarezzarglieli.

«Dove andiamo domani?» mi chiese dopo un po' Matteo, scrutando il mare.

«Hai deciso che andiamo in gita domani?» gli chiesi io.

Matteo annuì.

«Ok, allora andiamo sull'isola di Delo» dissi «È un sito archeologico che voglio vedere da sempre, e a quanto pare è sempre molto tranquillo come posto. Sembra perfetto per un po' di pace» spiegai.

«Mi piace» disse Matteo «Ci sto» aggiunse.

Io feci un sorriso soddisfatto.

Non vedevo l'ora!

~~~

Sì, Delo era bella come me la immaginavo. Sembrava davvero di camminare per le strade di una città dell'antica Grecia, e con tutte quelle rovine attorno sembrava di essere in un mondo parallelo.

«Brava, Ceciu, hai avuto una bellissima idea a venire qui. È davvero bella questa isola» mi disse Matteo mentre passeggiavamo mano nella mano «E tu sembri un po' una dea greca con questo vestito» aggiunse guardandomi con un sorriso.

Io feci una risatina, poi gli lasciai un bacio a fior di labbra.

«È un posto magico» dissi sedendomi sopra un muretto per ammirare il mare e le rovine, che creavano un panorama mozzafiato.

«Sì, lo è» confermò Matteo, che era ancora fermo a pochi passi da me.

Io lo guardai con un sorrisetto, poi tornai a puntare lo sguardo sul paesaggio, approfittando del silenzio per godermi il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.

In quel momento mi vibrò il cellulare, e guardandolo mi accorsi di avere una notifica di tag nelle storie di instagram di Matteo. Schiacciando sulla notifica mi si aprì una mia foto appena fatta, che era davvero artistica.

Feci un sorrisetto e poi alzai lo sguardo su Matteo, che mi accorsi stava guardando qualcosa che aveva in mano con un mezzo sorrisetto.

«Cos'hai in mano?» gli chiesi curiosa, facendo per scendere dal muretto.

Matteo fece uno scatto, e guardandomi spaesato nascose in fretta quella che sembrava essere una scatolina nella tasca dei pantaloni, prima di dirmi che non aveva nulla in mano.

Io a quel punto mi bloccai e aggrottai le sopracciglia.

Cosa stava nascondendo?

«Non è nulla, davvero» ripeté lui, notando il mio sguardo sospettoso.

Poi fece un sorriso e mi porse la mano per ricominciare a camminare.

Io a quel punto scossi leggermente la testa e lasciai perdere, accettando quindi la mano di Matteo.

Dopo poco mi dimenticai anche di quello che era appena successo, perché mi persi nella meraviglia dell'isola su cui stavamo camminando e la mia mente iniziò a riempirsi di tutte le informazioni scritte sui cartelli che facevano da guida.

«Per mangiare ho prenotato in un ristorante con terrazza sul mare apposta per noi» mi informò Matteo mentre uscivamo da uno dei templi.

In effetti era ora di pranzo, e la fame iniziava a farsi sentire.

«Apposta per noi vuol dire che è privata?» gli chiesi io.

Matteo annuì.

Io allora lo guardai male.

«Quante volte ti ho detto di non spendere troppi soldi per me? Non mi importano la terrazza privata e l'hotel di lusso...» iniziai a dire.

«Shhh, basta lamentarti» mi interruppe però Matteo «Siamo in vacanza, goditela senza fare storie» aggiunse.

«Sì, ma, Teo...» provai ancora io.

Allora lui per farmi stare zitta si fiondò sulle mie labbra iniziando a baciarmi con delicatezza.

Io rimasi un attimo spiazzata da tutta quella passione, poi però ricambiai il bacio, anche se ancora confusa.

Perché si comportava in quel modo così strano?

Era successo qualcosa?

O doveva dirmi qualcosa?

«Ti ho convinta ad accontentarti?» mi chiese Matteo quando si staccò, guardandomi con un sorrisetto tenero.

Ne feci uno anche io.

«Tecnicamente ero già convinta. Anche perché ho una fame assurda» risposi divertita.

Matteo fece una risatina, poi mi prese di nuovo per mano e mi condusse al ristorante che aveva prenotato.

La terrazza era davvero carina, il cibo strepitoso e il panorama a dir poco mozzafiato.

Insomma, fu un vero e proprio pranzo coi fiocchi, coronato dai sorrisi e le risate di Matteo, e dai suoi bellissimi occhi color cioccolato, che illuminati dalla luce del sole che si rifletteva sul mare erano il doppio più belli.

«Andiamo? Abbiamo ancora un paio di posti da vedere prima di tornare indietro» chiesi dopo il dolce, pronta ad alzarmi.

«Aspetta, io devo fare ancora una cosa» mi fermò però Matteo, posando il tovagliolo, che fino a poco prima aveva sulle gambe, sul tavolo.

Io lo guardai confusa.

Cosa doveva fare?

«In realtà due cose» si corresse Matteo «Metti queste» mi disse poi, porgendomi i suoi auricolari.

Io ero sempre più confusa, ma feci come mi aveva detto, pronta ad ascoltare una canzone come presumevo.

Avevo presunto bene, ma non mi aspettavo minimamente sarebbe partita quella di canzone.

Avevo le lacrime agli occhi, mentre nelle mie orecchie risuonava "A Te" di Jovanotti, la canzone romantica per eccellenza.

Ma perché tutto quello?

Non era il nostro anniversario.

Non ancora per lo meno.

Finita la canzone ebbi la risposta a tutte le domande che mi ero fatta quella mattina e durante quel pranzo.

Quando mi tolsi le cuffie feci un sorrisetto a Matteo, che nel frattempo si alzò e mi raggiunse, schiarendosi poi la voce. Prima che potessi chiedere qualsiasi cosa si era messo in ginocchio di fronte a me e aveva preso le mie mani nelle sue.

«Teo, sei pazzo?» gli chiesi in un sussurro, guardandomi intorno.

«Sì, pazzo di te, Ceciu» mi rispose lui «Però fammi parlare perché ho un discorso pronto in testa» aggiunse.

Poi prese un bel respiro, prima di ricominciare a parlare.

«Sono passati quasi sei anni esatti da quando ci siamo visti per la prima volta, sei anni da quando i nostri occhi si sono incontrati e ci siamo presentati con una buona dose di imbarazzo» iniziò a dire «In questi sei anni ci siamo presi per mano miliardi di volte, ci siamo accarezzati, abbiamo fatto l'amore, abbiamo litigato, abbiamo cantato insieme, ci siamo baciati, ci siamo urlati contro, abbiamo pianto e ci siamo divertiti come due matti. In questi sei anni abbiamo condiviso tutto, ci siamo visti al nostro peggio e al nostro meglio, e abbiamo imparato a conoscerci» continuò «Sono stati sei anni in cui i nostri cuori non hanno smesso per un secondo di battere all'unisono, e in cui i nostri occhi non hanno smesso un secondo di cercarsi e sorridersi» disse ancora «Io so che tu hai ancora un anno di università da fare, che hai appena compiuto 24 anni e che viviamo insieme solo da un anno e qualche mese, però voglio che questi sei anni si moltiplichino decine... centinaia di volte» continuò «Voglio rifare tutto quello che abbiamo fatto in questi sei anni, perché sono stati i più belli della mia vita. Insomma, voglio che tu, amore mio, diventi mia moglie, perché sei l'unica con cui mi vedo nel futuro e l'unica che voglio al mio fianco per sempre» concluse, senza staccare mai gli occhi dai miei.

Poi prese un ultimo respiro.

«Quindi, dopo aver detto tutto questo...» ricominciò «Cecilia, amore della mia vita, mia bellissima Ceciu... mi vuoi sposare?» mi chiese finalmente, prendendo una scatoletta di velluto verde dalla tasca, che aprì, mostrandomi un bellissimo anello con uno smeraldo contornato da diamanti bianchi.

Io nel frattempo ero letteralmente senza fiato e con le lacrime che mi bagnavano le guance da un po' ormai. 

Le parole di Matteo erano state davvero commoventi, perché anche se non era la prima volta che me le diceva, era sempre bello sentirsele dire, e sentirsi elencare così tante cose così belle tutte insieme. 

Quando poi aveva estratto la scatolina avevo capito tutto, e il mio cuore aveva perso un battito, per poi iniziare a battere all'impazzata.

Non credevo ai miei occhi e neanche alle mie orecchie.

Matteo, il mio Matteo, mi aveva appena chiesto di sposarlo?!

Sembrava un sogno!

Tutto intorno era sfocato, c'eravamo solo io, Matteo e quel bellissimo anello con cui lui mi stava chiedendo di diventare sua moglie e passare il resto della mia vita con lui.

Come facevo a dire di no?

«Sì... sì, amore mio, voglio sposarti» risposi infatti, annuendo con un sorriso e poi fiondandomi sulle labbra di Matteo.

Lui sorrise sulle mie labbra, prima di ricambiare il bacio con passione.

Ma quanto potevo amarlo?!

Quando ci staccammo Matteo mi lasciò un bacio in fronte e poi mi fece indossare l'anello, che sul mio dito era modestamente il doppio più bello.

«Brilla quasi quanto i tuoi occhi» mi disse Matteo con un sorriso tenero.

«Hai visto i tuoi?» gli chiesi io divertita.

Matteo fece una risatina.

«Sei tu che mi fai questo effetto» disse poi.

Il mio sorriso si allargò.

Sì, anche per me era lui che mi faceva brillare gli occhi.

Era sempre stato lui.

Spazio autrice:
Eh già, la tanto attesa proposta è arrivata finalmente, e vi assicuro che io sono felice quanto voi di questo capitolo. Credo sia un traguardo pazzesco essere arrivata a scriverlo con ancora così tante persone che leggono e commentano questa storia, quindi, davvero grazie grazie grazie, perché se siamo arrivati a questo punto è soprattutto merito vostro ❤️🤍❤️🤍
Ora tenetevi pronti, perché le cose diventano davvero interessanti 😏

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