A BETTER DAY
Sì, era la mattina del mio compleanno, e no, io non ero al settimo cielo.
Perché?
Perché compivo un'età stupida!
Insomma, 23 anni?!
Che brutta età!
«Ci siamo passati tutti dai 23 anni, amore, e siamo sopravvissuti. Non sono poi così male» mi disse Matteo quella mattina, quando mi vide alzarmi dal letto con una faccia scura.
Io lo guardai male.
«Non è dicendomi cose del genere che mi renderai migliore la giornata» gli dissi secca.
Matteo mi guardò con un sorrisetto tenero e la testa inclinata verso sinistra.
«E invece proponendoti di passare una giornata al parco per rilassarci e poi andare nel tuo ristorante preferito a mangiare?» mi chiese allora con aria furba.
Io lo guardai curiosa e confusa allo stesso tempo.
«Lo faresti davvero?» gli chiesi, iniziando a sciogliermi.
«Al ristorante in realtà ho già prenotato, e visto che è una bella giornata mi è venuto in mente di ripristinare una nostra tradizione estiva che tanto ci piace» mi rispose Matteo alzando le spalle con innocenza.
A quel punto feci un leggero sorriso.
«In questo caso la giornata potrebbe diventare sì migliore» dissi, facendo oscillare la testa e fingendomi ancora incerta.
Ma non lo ero, perché non c'era cosa migliore che passare una giornata al parco con Matteo e i nostri cani, e poi farci una bella mangiata nel mio ristorante di Milano preferito.
Sorrise anche Matteo.
«Allora vestiti, il parco di Monza ci aspetta» disse.
Il mio sorriso si allargò.
«Quanto ti amo!» esclamai sospirando e guardando il mio ragazzo con gli occhi a cuoricino.
«Anche io ti amo tanto, Ceciu» mi disse lui con tenerezza «E buon 23esimo compleanno» aggiunse apposta per infastidirmi.
Io gli feci la linguaccia, poi però gli concessi un bacio, prima di andare a lavarmi e vestirmi per uscire.
~~~
«Abbiamo rispolverato il vestitino verde a fiori?» mi chiese Matteo dopo un po' che eravamo sdraiati sul nostro telo al parco di Monza.
Io feci una risatina.
Sì, avevo addosso il vestitino verde a fiori che avevo indossato una delle prime volte che ero andata al parco con Matteo. Non che non lo avessi più messo dopo quella volta, anzi, ma in quel momento faceva pensare a una delle prime uscite tra me e il mio ormai da quasi cinque anni ragazzo.
«Lo sai che è il mio vestitino preferito. Indossarlo mi ha migliorato un po' di più la giornata» dissi.
Matteo mise il broncio.
«Mi stai dicendo che io, Simba e Nala non ti bastiamo?» mi chiese fingendosi offeso.
Io feci un'altra risatina.
«Assolutamente no. Lo sai che siete gli amori della mia vita» risposi avvicinandomi al suo viso mentre accarezzavo Simba, che era in braccio a Matteo.
Nala stava già correndo spensierata, sempre senza allontanarsi troppo come le avevamo insegnato.
Matteo sorrise.
«Mi piaci tantissimo con questo vestitino» mi sussurrò.
Io sorrisi, prima di sporgermi a baciare Matteo con delicatezza.
Poi mi sedetti tra le sue gambe, appoggiai la schiena al suo petto e mi persi un po' nei miei pensieri, mentre guardavo Nala e Simba giocare tra di loro.
«Ho trovato una cosa per te» disse a un certo punto Matteo, facendo per alzarsi «Però mentre vado a prenderla chiudi gli occhi» aggiunse «Non sbirciare!» mi ammonì mentre si allontanava.
Io scossi la testa, chiudendo poi gli occhi.
Volevo sbirciare, ma non lo feci, perché adoro troppo le sorprese. Anche se non avevo idea di cosa avesse potuto trovare Matteo in una desolazione verde di erba.
«Puoi aprire gli occhi» mi disse dopo poco Matteo, che evidentemente era tornato a sedersi di fronte a me.
Feci come aveva detto, e mi trovai davanti agli occhi un Matteo Pessina con in mano un fiore giallo e con in volto un sorriso tenerissimo.
«Non è bello come te, ma magari ti illumina ancora di più la giornata» mi disse Matteo.
Io lo guardai con tenerezza, poi accettai il fiore e mi sporsi per un altro bacio.
Quanto potevo amarlo?!
Riusciva a rendermi felice con niente, anche con un semplice fiore giallo, che, per la cronaca, era bellissimo.
Come bellissima era la foto di me che Matteo mi aveva appena fatto e che mise nelle storie di instagram per farmi gli auguri.
Sì, lo so, sembro scazzata, ma in effetti, come ho già detto, in parte lo ero. Anche se davvero quelle proposte di Matteo stavano rendendo la giornata migliore.
~~~
Comunque, la cena nel mio ristorante preferito quella stessa sera si rivelò mille volte meglio di quanto mi aspettassi.
Quando io e Matteo entrammo nel ristorante e il cameriere ci portò al nostro tavolo io rimasi spiazzata. Primo perché avevamo la nostra saletta privata, separata da tutto il resto della gente che c'era nel locale, e secondo perché a tavola c'erano già sedute come minimo dieci persone, che urlarono un «Sorpresa!» sorridente.
«Cosa... cosa ci fate qui?» chiesi quasi senza fiato, passando lo sguardo su tutti i miei amici presenti.
«Qualcuno di davvero innamorato ci ha detto che non eri al settimo cielo oggi, quindi abbiamo provveduto a rendere la giornata migliore» mi spiegò Stefano con un sorrisetto.
«E anche perché è un po' che non facciamo una festa di compleanno insieme» aggiunse Filippo con una goccia di polemica nella voce.
«Gallo, stai sempre a lamentarti!» lo rimproverò Davide tirandogli una manata sul braccio, facendo ridere tutti.
«Allora? Vi sedete o dobbiamo mangiare senza una dei festeggiati?» chiese Fede rivolto a me e Matteo, quasi con impazienza.
«Ci sediamo, devo fare solo una cosa prima» risposi io, prima di girarmi verso Matteo, prendergli il volto tra le mani e baciarlo con passione.
Dal tavolo si alzarono esclamazioni e battutine varie, che però io ignorai, perché in quel momento ringraziare il mio Teo era più importante.
Insomma, aveva davvero fatto tutto quello per me?
Ma quanto poteva essere carino?!
E quanto bella fu quella serata!
Tra risate, battute, pareri contrastanti e stupidate varie, ci divertimmo come dei matti.
«Gallo, visto che conosciamo già il parere della Ceci e il rischio sarebbe un discorso deprimente sul compiere 23 anni, facci un discorso tu» disse a un certo punto Vera rivolta a mio fratello.
Lui provò a protestare, ma poi cedette alla richiesta di tutti e si alzò.
«In parte Cecilia ha ragione, avere 23 anni è abbastanza inutile, però non posso lamentarmi. È 23 anni che condivido tutto, e dico tutto, con questa bellissima testolina vuota...» iniziò a dire, mettendomi una mano sulla testa e scuotendomi un po'.
Io lo guardai male, mentre lui faceva un sorrisetto tenero.
Avrebbe ricominciato a parlare se Loca non lo avesse interrotto.
«Un attimo, che condividete tutto vuol dire anche il Pess?» chiese spalancando gli occhi.
Matteo lo guardò male, prima di tirargli il tovagliolo per rimproverarlo.
«Chiedo, non si sa mai» si giustificò Loca.
Io gli feci la linguaccia, prima di lasciar continuare mio fratello.
«Sono davvero felice di essere qui con voi, ragazzi, e avere tre calciatori famosi al mio compleanno... ma chi se lo immaginava!» continuò lui, spalancando gli occhi e facendo un sorriso smagliante sull'ultima frase.
Risero tutti, io invece mi preparai a spegnerlo.
«Infatti Loca, Teo e Fede sono venuti al mio di compleanno. È semplicemente capitato che la mia festa sia anche la tua» dissi con aria ovvia.
Filippo mi guardò con gli occhi ridotti a fessura facendomi ridere, poi rise anche lui e mi lasciò un bacio in fronte.
«Ti voglio bene, sorellina» mi disse.
«Anche io, e sono contentissima anche io di essere qui con voi, amici. Vi adoro» dissi io, passando lo sguardo con un sorriso sui miei amici.
Mi sorrisero anche loro, prima che Francesca esclamasse «Torta quindi?!» battendo le mani.
In un attimo il cameriere era arrivato con undici fette di cheesecake ai frutti di bosco, di cui due con tanto di candelina.
«Aspettate a soffiare, mettete questi!» ci fermò Alice, prima che io e Filippo potessimo fare qualsiasi cosa.
Poi tirò fuori dalla borsa un cappellino di quelli da festa e un paio di occhiali stupidi, entrambi con scritto "Happy Birthday".
Io e Filippo ci guardammo per un istante, prima che entrambi scattassimo verso Alice, cercando di prendere il cappellino.
Purtroppo per me Filippo fu più veloce, e io fui costretta a prendere gli occhiali.
«Ma sembrerò una stupida con questi addosso!» mi lamentai.
«Ma tu sei sempre bellissima» mi rassicurò Benni con un sorrisetto.
«Dai, Ceci!» provò a convincermi Thessa.
Ma l'unico che riuscì a farmi effettivamente indossare gli occhiali fu Matteo, non tanto per i suoi metodi di persuasione, ma perché mi si avvicinò, prese gli occhiali e me li mise addosso senza troppi complimenti.
Poi mi lasciò spegnere le candeline insieme a Filippo, prima di gustarci la cheesecake, che, per la cronaca, è il mio dolce preferito in assoluto.
~~~
Inutile dire che una volta arrivata a casa dopo la serata avevo un sacco di tag nelle storie dei miei amici, a partire proprio da Filippo, che aveva messo la foto che ci eravamo fatti fare all'uscita dal locale.
Mi aveva taggato nelle sue storie anche Alice, che aveva messo una foto fatta con me durante una delle nostre uscite...
...così come Francesca, nella cui foto c'era anche Alice.
Ricevetti anche il tag di Ste, che mise nelle storie la mia foto preferita che avevamo insieme...
...e poi di Benni.
Anche Thessa mise una storia, in cui si vedeva anche mio fratello, anche se coperto, perché lui, dopo averla vista, si era lamentato di essere venuto troppo male per finire nella storia della ragazza di un calciatore.
E per finire in bellezza, quel simpaticone di Loca aveva deciso di scattare e postare la foto fatta l'istante dopo che Matteo mi aveva fatto indossare quegli occhiali orrendi che aveva portato Alice.
«Loca me la paga» dissi dopo aver visto la storia.
«Ma se non si vede niente, Ceciu!» mi fece notare Matteo con aria ovvia «Come è possibile che ti lamenti sempre?» mi chiese con voce tenera, avvicinandosi e prendendomi per la vita.
Lui era senza maglietta e io in reggiseno, e avere la sua pelle nuda così a contatto con la mia mi fece venire i brividi di piacere lungo la schiena.
Feci una risatina.
«Sono fatta così» risposi alzando le spalle con innocenza.
«Oh lo so bene» disse Matteo annuendo divertito «Ed è uno dei motivi per cui ti amo» aggiunse strofinando il suo naso con il mio.
Io sorrisi.
«Anche io ti amo. Tanto» dissi.
«Tanto quanto?» mi chiese Matteo con un sorrisetto tenero.
«Tanto così» risposi io spalancando le braccia come fanno i bambini.
«Così tanto?» chiese Matteo ironico, alzando le sopracciglia.
Io annuii, prima di scoppiare a ridere con Matteo.
Che bello ridere insieme!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top